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2006/06/23

Antibufala: “Ciao sono Valerio”

"Ciao sono Valerio", appello medico autentico in Rete


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "forever77" e "carlo.zan****".

Sta circolando da qualche giorno (dal 19 giugno circa) un appello medico per un bambino di nome Valerio, colpito da quello che l'appello chiama "neuretinite retrobulbare" ma che forse è una neuroretinite.

Il testo dell'appello è in genere questo:

E' la richiesta di aiuto medico, in ambito nazionale ed internazionale, per il figlio di un nostro collega. Se non possiamo aiutarlo direttamente lo possiamo fare divulgando la lettera il più possibile.
Un saluto

A queste poche parole è allegato un file Word da 1,1 MB, che solitamente si chiama Ciao sono Valerio.doc e che fornisce i dettagli del caso, un'immagine del bambino e dei numeri di telefono da contattare per offrire informazioni; in altri casi si tratta di un PDF ben più snello.

Con i virus annidati nei documenti Word che stanno circolando ultimamente, è comprensibile una certa riluttanza ad aprire allegati inattesi come questo, per cui l'ho fatto io per voi e ne pubblico qui il testo integrale, dal quale ho tolto alcuni dettagli su richiesta del padre di Valerio:

Ciao sono Valerio,
ho quasi 4 anni vorrei raccontarti cosa mi è accaduto.
Agli inizi di marzo i miei genitori si sono accorti che avevo qualche problema di vista, perché non riuscivo a vedere bene i cartoni animati.
Subito hanno fissato una visita specialistica, ma quando due giorni dopo sono andato dal dott. Grieco, riuscivo a vedere solo le ombre dalla distanza di un metro.
Il dottore, cercando invano di non far preoccupare i miei genitori, ha detto che dovevo essere sottoposto ad esami più specifici.
Telefonò al Professor V*****, primario del ******; e spiegandogli la situazione, gli disse che dovevamo presentarci da lui la mattina seguente.
Il giorno dopo iniziò la mia nuova vita.

Dopo una visita di routine mi è stata diagnosticata :

UNA NEURETINITE RETROBULBARE.

In seguito ad una risonanza magnetica, effettuata la sera stessa per scongiurare un' ipotesi di tumore o sclerosi multipla, prima causa della retinite infantile, si sono attribuiti i miei sintomi ad una causa virale.
Ho passato il mese restante all’ospedale ********, trascorrendo le giornate tra la camera operatoria, per effettuare fluorangiografie ed iniezioni di cortisone direttamente agli occhi, o a letto a fare flebo di antivirale che duravano sei ore!!
Vi basti pensare che in un mese ho fatto otto anestesie!!!

Purtroppo ogni volta che il Professor V***** usciva dalla camera operatoria e parlava con i miei genitori , sbatteva i pugni sulla scrivania dicendo che la situazione non era cambiata.

Ancora mi ricordo che dopo due settimane all’ospedale, feci questa domanda:
“Papà, perché è tutto buio? “
Mio padre mi rispose:
“E’ nuvoloso ed il sole è coperto”.

Per trovare la causa della retinite, hanno effettuato ricerche per malattie genetiche, facendomi una puntura lombare; ma tutto è risultato negativo.
Dopo un mese sono stato dimesso dall’ospedale, perché tutto quello che c’era da fare era stato fatto ed avevo ancora l’infiammazione in atto.
Insieme ai miei genitori siamo subito partiti prima per l’ospedale di Padova e poi per Losanna presso la clinica Jules Gonin, ma i medici di entrambe le strutture sono stati concordi nel non dare nessuna speranza.
Una situazione clinica così grave non l’aveva mai affrontata nessun medico.
A distanza di tre mesi il Prof. V***** ha dovuto stilare, suo malgrado, il referto finale che è senza attenuanti:

SEMI-ATROFIA DEI NERVI OTTICI

Adesso dal buio totale riesco a distinguere la luce.
I medici hanno detto che vista la mia giovane età c’è una remota speranza che io possa recuperare qualcosa, ma hanno aggiunto che dobbiamo pregare molto……… . .

I MIEI GENITORI HANNO SCOPERTO CHE SIA IN AMERICA CHE IN GIAPPONE CI SONO CENTRI PER IL RECUPERO DEL NERVO OTTICO.

SARESTI COSI’ GENTILE AD AIUTARMI A TROVARE UN ANGELO CHE MI POSSA DARE ANCORA QUALCHE SPERANZA AD USCIRE DAL BUIO IN CUI MI TROVO??

SE HAI QUALCHE CONOSCENZA, UN INFORMAZIONE NON ESITARE, CONTATTA SUBITO IL MIO PAPA’, LUI SI CHIAMA RICCARDO E LO PUOI TROVARE A QUESTI NUMERI:

06/7222*** o 329/0647***

CIAO E GRAZIE

Valerio

Ho chiamato i numeri citati nell'appello, ma al numero di rete fissa non risponde nessuno, mentre il numero cellulare porta alla segreteria ed ha esaurito lo spazio disponibile per i messaggi. Ho poi lasciato un SMS di richiesta di contatto, e sono stato richiamato da Riccardo, il padre del bambino, che mi ha spiegato che l'appello è autentico e risale a un paio di settimane fa. Riccardo ha sottolineato che il suo appello non chiede denaro, ma aiuto sotto forma di possibili soluzioni al problema medico descritto.

Un'altra raccomandazione importante da parte di Riccardo è di non chiamare l'ospedale italiano indicato nell'appello, perché come succede sempre in questi casi, il messaggio sta dilagando in Rete e inducendo moltissime persone a telefonare all'ospedale per saperne di più e offrire solidarietà. Questo sta causando enormi disagi al personale ospedaliero e un certo attrito fra il primario coinvolto e il padre di Valerio, che non si aspettava l'enorme diffusione della sua richiesta d'aiuto.

I disagi sono importanti anche per la famiglia di Valerio, che ringrazia per l'ondata inattesa di solidarietà ma non riesce più a usare il telefono a causa delle continue chiamate, motivate certo da buone intenzioni, ma comunque soffocanti nel loro numero.

La sua richiesta, pertanto, è di non telefonargli o inviargli SMS, ma di spedire ogni informazione utile a questo indirizzo di e-mail: silvia.chesti (chiocciola) virgilio.it.

Se ci saranno novità sul caso, Riccardo ha promesso di contattarmi in modo che io possa pubblicare qui gli aggiornamenti della vicenda. La speranza, ovviamente, è di poter annunciare che l'appello è felicemente scaduto e può essere fermato.

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