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2006/08/29

Attivissimo.net “phisher”, niente panico

Phishing su Attivissimo.net? No, falso allarme


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "anna.marab****" e "irismay".

Vari lettori (compreso cerretelli, che ringrazio per i test) mi hanno segnalato che secondo il loro antivirus, Attivissimo.net fa phishing. Specificamente, si tratterebbe di un phishing riconosciuto come Ebayfraud.M dal programma Antivir.

Si tratta di un falso allarme: il sito (ospitato temporaneamente su Yahoo e raggiungibile anche come Paoloattivissimo.info) non è stato infettato o preso di mira da vandali. Altri antivirus, compreso il test online di Kaspersky, non segnalano alcuna minaccia.

E' probabile che Antivir segnali il problema a causa degli script iniettati da Yahoo nel mio HTML: perlomeno così pare, dato che la medesima pagina del sito risulta "infetta" quando viene visitata online ma non dà problemi quando, per esempio, la invio come allegato così come l'ho scritta io, ossia prima che venga modificata dagli script di Yahoo.

La ragione precisa per la quale Antivir crede che si tratti di un sito di phishing mi sfugge, ma è possibile che si tratti di uno dei "falsi positivi" che ogni tanto capitano nel settore degli antivirus e che la cosa si risolva con un prossimo aggiornamento di Antivir.

Nel frattempo, niente panico, e grazie per tutto il phish.

2006/08/27

11/9, dossier completo sulla “terza torre”

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "otreblig7" e "gastardo".

Visto l'avvicinarsi della ricorrenza degli attentati dell'11 settembre e il conseguente risveglio del circo mediatico, rompo momentaneamente il "silenzio stampa" che mi ero autoimposto sul tema delle ipotesi di complotto intorno a questi attentati per segnalare che ho pubblicato un'indagine su crollo del WTC 7, il terzo grattacielo a crollare durante gli attentati. Secondo i complottisti, è stato demolito con l'esplosivo per nascondere chissà quali misteri.

Vi trovate numerose foto pressoché inedite e video che mostrano inequivocabilmente che l'edificio è stato investito da una valanga di macerie provenienti da una delle torri, producendo squarci e incendi che ne hanno minato la struttura.

Trovate anche le testimonianze tradotte dei pompieri, che chiariscono che il crollo era ampiamente previsto sin dalle prime ore del pomeriggio.

Anche il famoso (o famigerato) "pull it" di Larry Silverstein, che secondo le ipotesi di complotto sarebbe una curiosa video-confessione della demolizione, trova una spiegazione meno arzigogolata.

Se vi interessa, il dossier è qui. Vista la natura molto controversa dell'argomento, prima di fare commenti a questo articolo, vi invito a leggere per intero il dossier, dato che probabilmente contiene le risposte a gran parte delle vostre domande. Se volete approfondire l'argomento, l'indice del mio materiale è presso Undicisettembre.info e il blog che tengo insieme ad altri ricercatori è presso Undicisettembre.blogspot.com.

2006/08/22

Minoli “lunare”, bloggata in diretta stasera

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di “fabrizioproc****” e “g2000it”.
L'articolo è stato scritto di getto durante la trasmissione e successivamente integrato e riveduto aggiungendo note, link e foto. Ultimo aggiornamento: 2016/10/20 14:20.

Stasera La storia siamo noi si occupa di complottismo lunare (Raidue, 22.45 circa), così lo bloggo in diretta e me lo registro per poi recensirlo con più calma. Qui trovate i primi appunti scritti di getto durante la trasmissione e ripuliti quanto basta per renderli presentabili.

Inizia il programma. Il documentario s'intitola “Apollo 11 - il lato oscuro della Luna”, di Willy Brunner (complottista) e Gerhard Wisnewski (complottista). Il massimo dell'obiettività, insomma.

00:01. Complimenti al traduttore per la “cintura di Van Allen” (traduzione letterale di “Van Allen belt”)! In italiano si chiama fascia.

00:02. La sigla mostra le immagini di una missione sbagliata (una successiva all'Apollo 11) montate sopra l'audio della voce di Neil Armstrong (dell'Apollo 11). Andiamo bene.

Giovanni Minoli inizia a parlare di “serie di dubbi inquietanti”. Inquietanti, caro Minoli, soltanto se uno non si documenta, e il suo programma non aiuta certo i telespettatori a documentarsi. OK, ormai è chiaro: non si fa storia, si parla di complottismo.

00:04. Si parla di “edizione italiana” del documento filmato (curata da Giuliana Varone): allora non è un programma prodotto dalla Rai, ma qualcosa di comprato altrove. Non è il famoso (o infame) documentario della Fox “Conspiracy Theory: Did We Land on the Moon?”: riguardando la registrazione e cercando su Google, salta fuori che è un documentario della TV tedesca.

00:04. Parla Ralph René, “scrittore scientifico”. Qualifica curiosa: cosa significa? Ecco la sua scheda nella Wikipedia: guarda caso, sostiene anche che gli attentati dell'11 settembre siano un complotto (esattamente come Brunner e Wisnewski, gli autori del documentario; coincidenza straordinaria). Non sembra aver scritto nulla di scientifico che giustifichi la qualifica. Perché presentarlo con un titolo così altisonante? Sul suo sito vende libri che “dimostrano” la falsità degli sbarchi lunari.

René mostra una foto: lui dice che mostra la passeggiata spaziale di Michael Collins durante il volo con la Gemini 10 e che è presentata in un libro di Collins intitolato “Carrying the Fire”. Dice che è stata artefatta prendendo un'immagine di un'esercitazione a bordo di un aereo (il celebre Vomit Comet usato per simulare l'assenza di peso). La foto è mostrata qui accanto. Secondo René, una delle immagini del trittico (quella di mezzo) è presentata falsamente nel libro dell'astronauta Collins come immagine di passeggiata spaziale.

Ma il falso lo sta commettendo René. Minoli non lo dice, ma Jim Oberg, grande debunker spaziale, ha documentato che il libro di Collins non presenta la foto dicendo che si tratta di una passeggiata spaziale, ma dice chiaramente che è fatta a bordo di un aereo usato per l’addestramento all'assenza di peso. Come le altre mostrate accanto. Anzi, nel libro Collins dice chiaramente che non ci sono foto della sua passeggiata spaziale. René s'è inventato tutto. Ma Minoli non controlla e abbocca alla panzana di René.

Non solo: riguardando la registrazione del documentario, si scopre che Brunner e Wisnewski hanno barato. Prima mostrano la copertina del libro di Collins, poi mostrano subito dopo una pagina che contiene la foto incriminata sotto la dicitura “Gemini 10 space walk”. Ma non è il libro di Collins: è quello di René. Lo si capisce leggendone il testo, chiaramente riconoscibile nel fermo immagine. Scandaloso.


00:07. Ancora le ombre convergenti (le ombre devono essere convergenti: si chiama prospettiva). Ancora la roccia con la C (perché un bravo attrezzista marca ogni roccia con una lettera, ma gliene bastano 26)! Ancora i reseau mark (le crocettine) che scompaiono, e persino le stelle che mancano, quelle che persino Mazzucco di Luogocomune.net dice che giustamente non devono esserci. Tutta roba vecchia e rifritta.

00:08. Parla un altro “scrittore scientifico”, Gernot Geise. Questo è il suo sito. Ma guarda: anche lui complottista. Dice che “in alcune foto è possibile vedere dei puntini luminosi simili a riflettori. C'è addirittura una foto in cui la visiera del casco di un astronauta riflette un'intera fila di riflettori”. Lo spezzone video della sua affermazione è qui.

La foto mostrata è quella qui accanto. Il documentario non lo dice, ma è una foto della missione Apollo 12, non della 11. Precisamente, è un dettaglio della foto AS12-49-7281, scattata durante la seconda passeggiata lunare effettuata durante quella missione. L'astronauta ritratto è Alan Bean; quello riflesso nella visiera è Charles “Pete” Conrad. L'immagine originale è consultabile presso la Apollo Image Gallery. Guardando l'originale, si nota subito che i “riflettori” sono in realtà semplicemente graffi irregolari che riflettono la luce. I dettagli sono qui.

Fin qui sono state presentate le “prove” complottiste. Viene finalmente citato Phil Plait di Bad Astronomy, ma non gli viene dato spazio per parlare. Parla invece Ernst Stuhlinger, collaboratore di von Braun. Non dice nulla di costruttivo, ma semplicemente che “si è fidato”.

00:10. La teoria complottista presentata è che gli astronauti siano rimasti in orbita terrestre per otto giorni (e che ovviamente i russi, poveri cretini, non se ne siano accorti).

00:12. Parla Richard West, dell'ESO. Uno spezzone di programma tedesco dell'epoca dell'allunaggio: di nuovo Gernot Geise. Nega che Armstrong abbia detto la famosa frase “un piccolo passo per l'uomo...”. La prova? Lui non se la ricorda. Ma Minoli, suvvia, andiamo a sentire le registrazioni RAI e vediamo se è vero, no? L'accusa rimane senza smentita.

Geise parla anche di luci, riflettori da studio riflessi nelle visiere. L'accusa rimane senza smentita.

00.14. Gli interrogativi: i reticoli ottici (reseau marks o fiducials) che scompaiono dietro gli oggetti (che noia: lo sa qualsiasi fotografo che una linea sottile davanti a un oggetto chiaro viene “mangiata”). Finalmente parla un fotografo, Michael Light, autore del bellissimo Full Moon (che ho e consiglio), che critica i complottisti, perché usano copie di copie di copie sgranate per le loro “dimostrazioni”.

00.15. Di nuovo la roccia con la C: ma quale C, è un pelucco!

La Nasa, dicono, rifiuta le richieste di vedere i negativi. Certo, se le domande dei complottisti sono queste, li posso anche capire.

00.16. Altra “prova”: le illustrazioni NASA hanno le stelle, le foto no. Accidenti, che mega-prova! Per fortuna questa, almeno, viene sbufalata, ma maldestramente. Infatti il documentario dice che nessuna foto delle stelle è stata scattata dalla Luna (falso: Apollo 16, tramite telescopio, mostrata qui).

00:18. Si parla delle pellicole e del calore che avrebbe impedito le foto. Anche questa è una vecchia storia. Le pellicole lunari, Minoli, stavano nel vuoto, che è un pessimo conduttore di calore, mica per nulla si usa il vuoto nei thermos. La fotocamera che li conteneva era riflettente, respingeva gran parte del calore del sole, c'era poco contatto fra fotocamera e pellicola. Provi a chiedere a qualcuno che se ne intende, invece di appoggiarsi soltanto a documentaristi chiaramente schierati pro-complotto.

00:19. Parla Marcello Coradini (coordinatore missioni nel sistema solare - ESO ESA) e spiega come si fa la protezione termica sulla Luna e nello spazio. Sandwich di neoprene, mylar e altro materiale per rivestire capsule, strumenti e tute. Nessun problema.

Le impronte degli astronauti vicino al LEM sono una “prova”: non dovrebbero esserci, perché il LEM dovrebbe aver spazzato via tutta la polvere col motore d'allunaggio. Philip Plait spiega come mai è rimasta polvere sotto il LEM: mica atterra in verticale, scende in diagonale e spegne il motore prima di toccare il suolo (ci pensano gli ammortizzatori ad attutire la caduta, che è a 1/6 della gravità e accelerazione terrestre). La polvere deve esserci. Finalmente un po' di dibattito.

I soliti dubbi sul modulo lunare. Armstrong e il famoso incidente del simulatore LLTV. Non sarebbe mai stato collaudato. Mica tanto: fu portato in orbita per collaudi (Apollo 9, Apollo 10), anche se non fu ovviamente possibile collaudare l'allunaggio.

Il documentario parla di “raggi radioattivi” ed “emissioni radioattive” dal Sole, che avrebbero fritto gli astronauti lunari. Probabilmente una traduzione letterale di “radioactive rays”, ma mi suona dannatamente impropria. Anzi, mi sa tanto di Goldrake: “Raggi radioattivi! Alabarda spaziale!!”. Esperti in ascolto, non sarebbe più giusto parlare di radiazioni?

Si parla delle fasce di Van Allen (o saranno cinture? bretelle?), che sono pericolose per le loro radiazioni. Si dice che solo i moduli lunari hanno attraversato le fasce: e il modulo di comando, e il terzo stadio, e il modulo di servizio? Lasciati a casa? Ma chi è la capra che ha scritto questa roba? Plait: i veicoli erano schermati, ovvio: chiede almeno una fonte bibliografica che dimostri le affermazioni dei complottisti, secondo le quali gli astronauti non avrebbero dovuto sopravvivere al passaggio nelle fasce.

Rischio radiazioni: prevedibile e arginabile. Si parla di Von Braun. Una foto con Disney presentata come se fosse un indizio di una collaborazione per il falso! È proprio vero che una volta toccato il fondo si può sempre provare a scavare. Le “immagini simboliche” del cinema sono “stranamente” simili a quelle degli sbarchi, e questo è un altro motivo di sospetto. Accidenti, che prove possenti. Non è che per caso le immagini simboliche del cinema erano una logica previsione di quello che sarebbe stato fatto/visto negli sbarchi reali?

L'incidente del 1967 (Apollo 1, tre astronauti morti sulla rampa di lancio durante un'esercitazione, foto qui sotto) sarebbe la ragione per cui si sono fatte le missioni finte. Perché è ovvio: quando una cosa non funziona, non la si riprogetta da cima a fondo e si fa in modo che funzioni. No, si affitta di corsa un set di Hollywood per fare una grande finta e si spera che non se ne accorga nessuno e nessuno spifferi.


Tutto quello che resta della capsula dell'Apollo 1 che conteneva i tre astronauti Gus Grissom, Edward White e Roger Chaffee.

Il programma dice che le foto Apollo 11 fanno pensare a un teatro di posa, mancano di profondità. Sono “troppo simili” a quelle fatte durante le simulazioni. Non è che magari è così perché le simulazioni erano fatte bene, visto che c'era in gioco il successo della missione?

Oh, no, ancora la foto di Aldrin che scende e sarebbe troppo illuminato. Ma guardate il suolo sullo sfondo: è bianco da tanto che è stato sovraesposto per riuscire a esporre correttamente Aldrin. Il suolo lunare è grigio scurissimo.


Ah, i dipinti degli artisti non corrispondono alle immagini della Luna! Ecco la prova schiacciante. Ma allora perché gli scenografi della Nasa, quelli che avrebbero girato in studio le avventure lunari, non hanno fatto la Luna finta uguale ai dipinti degli artisti, per non allarmare nessuno?

Non c'è il getto infuocato del motore, previsto da Von Braun sotto il modulo lunare. Ma perché dovrebbe esserci? È un gas che si espande nel vuoto. Confronto con le scie dei motori di manovra dello Shuttle. Coradini spiega che non si formano fiamme nel vuoto (e le scie dello Shuttle sono illuminate dal sole, solo questo le rende visibili).

Rocce lunari. Geise dice che sono state raccolte da sonde automatiche. Non presenta prove, ma dice che le rocce dei musei sono false. Non ha prove. Ci dobbiamo fidare di lui, ovviamente.

0:39. Plait parla di “250 persone” (ma sospetto un errore di traduzione) che alla Nasa avrebbero dovuto sapere e partecipare al complotto. Riascoltando la registrazione, il sospetto è confermato: l'audio inglese dice chiaramente “250˙000 people involved”. La traduzione italiana trasforma d'incanto 250˙000 in duecentocinquanta, facendo sembrare facile zittire un numero così modesto di cospiratori. Patetico.

Bob Gilruth vs von Braun. René dice che non c'era nessuna corsa alla Luna. Oh, le missioni N-1 sovietiche allora non esistono, i tentativi sovietici di arrivare sulla Luna sono falsi anche quelli? E come dicono i commenti qui sotto, se non c'era nessuna corsa, perché inventarsela e fare finte missioni?

Una frase di von Braun ad Armstrong in cui diceva “statisticamente dovresti essere morto” viene presentata come “prova” del falso sbarco.

Il telescopio sul Paranà del monte Paranal, in Cile, dovrebbe poter vedere i resti delle missioni sulla Luna.

Parla l'astronauta italiano Roberto Vittori, è in studio. Nessuna domanda attinente alle ipotesi di complotto. Interesse per il ritorno alla Luna per motivi energetici. Ops! Vittori dice che la Luna è un pianeta!! Orrore!!

Fine del programma. Che legnata galattica. Indirizzo e-mail per i commenti: lastoriasiamonoi@rai.it. Sito: www.lastoriasiamonoi.rai.it

Ho spedito questo e-mail a Minoli:

Egregio Sig. Minoli,

ho visto il suo programma
“La Storia Siamo Noi” sulle ipotesi di complotto riguardanti gli sbarchi lunari. Trovo imbarazzante che un programma che ambisce a fornire informazione storica ai telespettatori propini stupidaggini (dimostrate da tempo come tali) come le “prove” presentate dai complottisti, dando loro rispettabilità immeritata, e le condisca con ulteriori errori macroscopici.

Anche se apprezzo il gesto di far parlare ogni tanto anche gli esperti di settore per sbugiardare le “prove”, il programma ha lasciato senza risposta scientifica molte delle accuse complottiste. Accuse che una banalissima ricerca in Rete le avrebbe rivelato essere già state analizzate e smontate (e spesso rivelate come bugie intenzionali) da tempo. Provi a visitare Clavius.org, o anche soltanto il mio blog (
http://attivissimo.blogspot.com), per farsene un'idea.

Il programma prende anche delle vere e proprie cantonate quando afferma che le stelle non furono mai fotografate dalle missioni Apollo (falso, consulti l'Apollo 16 o legga il mio blog) o che soltanto il modulo lunare ha attraversato le fasce di Van Allen (che sono
fasce, non “cinture” come dice il programma): in realtà il modulo lunare viaggiò insieme al terzo stadio, al modulo di servizio e al modulo di comando (una bella differenza, direi). Errori di questo genere denotano un'impreparazione di base sull'argomento trattato. Non è questo che si pretende da un servizio pubblico.

Capisco che le ipotesi di complotto fanno
audience, non comportano la fatica di documentarsi e sono più spettacolari delle spiegazioni scientifiche di come funziona realmente una missione spaziale, ma alimentare notizie e accuse false e lanciarle al grande pubblico senza dare pari voce alla smentita, specialmente quando la smentita è a portata di mano, è una sconfitta per il buon giornalismo.

La saluto con l'augurio di una successiva puntata meno complottista che chiarisca anche le molte accuse lasciate in sospeso.

Paolo Attivissimo
Giornalista informatico
Lugano, Svizzera

Speriamo che serva.

Antibufala lunare, stasera Minoli a Raidue

Antibufala: sbarchi lunari, stasera scende in campo Minoli

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "blackstorm" e "federicaghis****".

Questa sera alle 22.40 circa (o 22.55 secondo alcune fonti), Raidue trasmetterà un documentario di Minoli sugli sbarchi sulla Luna ne La storia siamo noi. La presenza di Bill Kaysing (noto complottista, recentemente scomparso) nel trailer del programma non promette bene: comunque sarò in ascolto con il videoregistratore puntato, e se Minoli si abbandona a rantoli complottisti, sarà debitamente sbufalato.

A proposito di complottisti lunari (lunatici?), è nata una discussione sull'argomento su Luogocomune.net (sito già noto per le sue teorie sulle "scie chimiche" e sui complotti dell'11 settembre) alla quale sto partecipando con molto gusto, visto che le missioni spaziali sono una delle mie passioni e un argomento che conosco bene. La discussione fornisce molte risposte documentate alle domande complottiste più frequenti e dimostra che il complottismo prospera soltanto fra chi non si documenta (o non si vuole documentare) e non conosce i rudimenti di astronomia e astronautica.

Il mio passaggio preferito della discussione sin qui è quello in cui Mazzucco, il webmaster del sito, "dimostra" la falsità delle foto lunari, dicendo che le radiazioni sulla Luna erano talmente intense da velare la pellicola e renderla inservibile, e poi un suo lettore (non io!) gli fornisce una pagina di Le Scienze che indica che le radiazioni sulla Luna sono sì e no quattro volte quelle che si prendono durante un volo in aereo di pari durata. Cala un imbarazzato silenzio.

Se vi interessa la cosa, la discussione è qui. Inoltre, in previsione del fiume di dubbi post-Minoli, ho ripulito e arricchito la mia mini-pagina antibufala lunare.

2006/08/21

Rimborso Windows, Garante sancisce diritto

Rimborso per Windows preinstallato, il parere dell'Aduc


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di “foucault66” e “f.graniglia”.

L'Aduc ha pubblicato oggi un comunicato a proposito della controversia sul diritto negato al rimborso per Windows preinstallato e non utilizzato, come previsto da una poco nota clausola della licenza Microsoft. La questione (e il mio successo nell'ottenere il rimborso, seguito da quello di pochi altri testardi) è raccontata in dettaglio nella mia pagina apposita.

L'associazione di consumatori aveva denunciato Microsoft all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per abuso di posizione dominante, proprio perché è praticamente impossibile acquistare un PC senza Windows preinstallato (specialmente nel settore dei portatili e la clausola di rimborso prevista nella licenza viene sistematicamente boicottata da rivenditori e produttori. In questo senso, anzi, Aduc ha citato in giudizio HP e ha predisposto un modulo per la richiesta di rimborso.

Il comunicato Aduc di oggi cita la risposta dell'Autorità Garante, che non sono riuscito a trovare sul sito del Garante ma che secondo ADUC è in una "lettera 28300/06 del 27/7/2006" nell'ambito del procedimento DC/5073 (sarebbe interessante leggerla per intero, ho già chiesto all'Aduc):

...L'Autorità, dopo la seduta dello scorso 20 luglio 2006, ci ha comunicato che secondo lei questo abuso non c'è: per Microsoft l'Autorità ritiene che quanto da noi segnalato non vi è riferibile, ma lo sarebbe per le imprese produttrici di hardware che pre-installano Windows nei computer. "Dalle informazioni raccolte –continua l'Autorita' garante della Concorrenza e del Mercato- è inoltre emerso che sul mercato vi sono imprese che offrono prodotti che non installano tale sistema operativo e che comunque i consumatori possono rifiutare l'installazione di Windows e ricevere un rimborso".

Microsoft non è colpevole, insomma, ma lo sono i rivenditori e i produttori che non consentono l'applicazione corretta della licenza. Al tempo stesso, le parole del Garante ribadiscono il diritto del consumatore a ricevere un rimborso.

Aduc riassume lucidamente il problema del rimborso. A parte la faccenda di arricchire ulteriormente Microsoft con un prodotto che il consumatore non vuole (perché vuole installare Linux o ha già una licenza valida di Windows) ma è costretto a pagare,

i consumatori vorrebbero poter scegliere “UN PC SENZA SISTEMA OPERATIVO" alla stregua di "UN VASO SENZA FIORI”; o perlomeno, i fiori vorrebbero poterli scegliere da soli!

Parole sante.

2006/08/20

Appello contro gli “additivi tossici” negli alimenti

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di “fabio” e “bizzozero”. L'articolo era stato pubblicato inizialmente su Attivissimo.net a settembre del 1999 e viene ripubblicato qui per accorpare le indagini antibufala e per aggiornarlo. Ultimo aggiornamento: 2012/05/06.


Il testo della catena di sant'Antonio


Con le solite varianti tipiche delle catene di sant'Antonio, il senso è grosso modo questo:

QUESTO TESTO E' STATO DIFFUSO DAL CENTRO TUMORI di AVIANO:
ADDITIVI CONTENUTI NEGLI ALIMENTI DA NOI QUOTIDIANAMENTE CONSUMATI :
ADDITIVI INOFFENSIVI :
E100 E101 E103 E104 E105 E111 E121 E122 E126
E132 E140 E161 E162 E181 E182 E183 E170 E160
E171 E172 E173 E174 E175 E180 E181 E190 E200
E201 E202 E203 E206 E237 E238 E260 E262 E272
E280 E281 E282 E290 E300 E301 E302 E303 E304
E306 E307 E308 E309 E325 E326 E327 E331 E332
E333 E334 E335 E336 E337 E400 E401 E402 E403
E404 E405 E406 E408 E410 E411 E413 E414 E420
E421 E422 E440 E470 E471 E472 E473 E474 E475

ADDITIVI SOSPETTI:
E125 E131 E141 E150 E153 E210 E212 E213 E214
E215 E216 E217 E221 E222 E223 E224 E226 E231
E233 E238 E240 E241 E338 E339 E240 E341 E480
E461 E463 E465 E466 E467

ADDITIVI TOSSICI:
E102 E110 E120 E123 E124 E127 E220 E221 E230
E339 E250 E251 E252 E311 E313 E320 E321 E407
E450 E330

N.B.: ATTENZIONE! L'additivo E330 è il più pericoloso.

ALCUNI ALIMENTI DI LARGO CONSUMO CONTENENTI ADDITIVI TOSSICI :

MERENDINE: Buondì Motta, Jolli Alemagna, Merendine Fabbri, TinTin Alemagna, Merendine Briciola
BIBITE: Aranciata Sanpellegrino, Cin Cin, Levissima, Bitter analcolico, Gingerini, Spume, Crodini

DOLCIUMI: Caramelle Perugina alla frutta e formato a spicchi (limone e arancia), Caramelle fondenti e assortite, Sette sere Perugina, Charms Alemagna

FERMATE L'USO DI QUESTI ADDITIVI SELEZIONANDO I PRODOTTI CHE COMPERATE.
E' IL CONSUMATORE CHE CONDIZIONA LE SCELTE DEI FABBRICANTI.
RIPRODUCETE QUESTO DOCUMENTO E DISTRIBUITELO ATTORNO A VOI PER LA DIFESA DELLA VOSTRA E ALTRUI SALUTE, GRAZIE.

Ne esiste anche una versione cartacea, che veniva largamente distribuita, nell'era pre-Internet, tramite fotocopiatrice e poi via fax. Eccone un'immagine:
Tabella additivi

Notate che la fonte è cambiata: qui è l'ospedale Villejuif di Parigi, in abbinamento all'ospedale Regina Elena e, guarda un po', all'ENEA. Cosa c'entri l'ENEA con gli additivi cancerogeni è un quesito che già da solo dovrebbe indurre a dubitare pesantemente dell'affidabilità dell'appello. Ma sorvoliamo.

La variante circolante a marzo 2011 è questa (notate la grafia di “addittivi” e “levitazione”), che include spesso anche l'allarme per i deodoranti cancerogeni:

E’ stato distribuito dal CENTRO ANTI-TUMORI di Aviano (Pordenone).

NOTA BENE: L'ADDITIVO E330 (glutammato monosodico) E' IL PIU' PERICOLOSO

ALIMENTI DI LARGO CONSUMO CONTENENTI ADDITTIVI TOSSICI

MERENDINE: Buondì Motta; Jolly Alemagna; Merendine Fabbri; Tin Tin Alemagna; Merendine Briciola.
BIBITE: Aranciata San Pellegrino; Bitter Analcolico: Gingerino; Spume; Crodino; Aranciata Cin Cin; Aranciata Lievissima.
APERITIVI: Aperol; Gancia; Americano; Rosso Antico; Amaro Cora; Clunol; Vov; Punch al Mandarino;
DOLCIUMI: Caramelle Perugina alla frutta e formato a spicchi ( limone e arancia) Caramelle fondenti (perugina) ed Assortite Sette Sere ( perugina) Charms ( alemagna)
SIGARETTE: MMS; MARLBORO; KIM; MULTIFILTER
PRODOTTI DI LEVITAZIONE: lievito BERTOLINI

FERMATE L'USO DI QUESTI ADDITIVI ; SELEZIONANDO I PRODOTTI CHE COMPRATE E' IL CONSUMATORE CHE CONDIZIONA LA SCELTA DEI FABBRICANTI.
RIPRODUCETE QUESTO DOCUMENTO; DISTRIBUITELO AD AMICI E CONOSCENTI:UTILIZZATELO A DIFESA DELLA VOSTRA E DELL' ALTRUI SALUTE:

Far circolare il più possibile
DISTRIBUITO DAL CENTRO ANTI-TUMORI DI AVIANO (PORDENONE)
(Centro specializzato contro i tumori)

[segue tabella di additivi etichettati “inoffensivi”, “sospetti” e “tossici”, mostrata qui sotto]


Origini (la nonna di tutte le bufale)


L'appello in forma cartacea risale almeno al 1976, secondo informazioni pubblicate da VoiceBuster.it (sito oggi inattivo ma archiviato da Archive.org) e altri siti, molti dei quali sono francesi, che citano l'appello proprio per smentirlo. Scriveva Voicebuster.it nel 2003:

Ricordate il caso del cosiddetto "volantino di Villarjuif"? Era un elenco ciclostilato di additivi alimentari pericolosi apparsa in Italia nel 76 a firma di un sedicente "Ospedale di Villarjuif (Parigi) specializzato nella lotta ai tumori". La notizia passò di bocca in bocca, e -a detta del ripetitore di turno- si trattava di bocche qualificate: l’amico medico, il conoscente che lavora al Ministero della Sanità. Il volantino passò di mano in mano. Una mano ulteriore la diedero i giornali, che pubblicarono una delle innumerevoli fotocopie del volantino allarmistico. In Francia esiste un Centro Oncologico di Villejuif, (e non Villarjuif), i cui responsabili hanno dichiarato ufficialmente di non aver mai compilato liste di additivi alimentari cancerogeni. Nel ciclostilato erano elencate anche merendine, bibite, caramelle e aperitivi contenenti i pericolosissimi additivi: l’E141 e l’E460 (che sono in realtà la clorofilla e la cellulosa, presenti in tutti i vegetali), l’E153 (il carbone vegetale) e l’E407 (le alghe commestibili). L’E150 è il caramello, comunemente utilizzato per i dolci. Tutte sostanze innocue (o inesistenti, come l’E125). Come ciliegina sulla torta, l’additivo segnalato come il più tossico, l'E330, non é altro che acido citrico, contenuto in natura nei limoni. Nonostante le autorità sanitarie abbiano più volte negato l'attendibilità di questo documento, la voce continua a circolare. Molti giornali prima la diedero per buona, poi cercarono di smentirla. Finendo per darle maggiore forza: "Le multinazionali produttrici degli additivi alimentari scendono in campo" fu il commento di molti lettori. La smentita venne considerata un trucco per insabbiare la vicenda: smentiscono, dunque mentono. Risultato: la voce acquistò ancora più vigore, danneggiando decine di aziende. Tra gli altri, i produttori del rosso bitter Campari se la videro nera. La situazione si è sbloccata quando le norme CEE hanno abolito l’obbligo di apporre sui prodotti questa sigla.

Se ne trovano altre tracce nel 1992, come documentato da un articolo della rivista Scienza e paranormale del CICAP (Maria Teresa Carbone, 99 leggende urbane, Scienza & paranormale: N.1 Anno IV Aprile 1992).

Secondo gli archivi di Google (consultati ad agosto 2006), il messaggio comparve nei newsgroup italiani, nella forma “garantita” dal Centro Tumori di Aviano, a maggio del 1996 (nel newsgroup it.annunci). Nei newsgroup francesi, la versione “garantita Villejuif” comparve invece a giugno 1997 (fr.bio.medicine).


Perché è una bufala


Tutte le varianti di questo appello hanno in comune un concetto: l'additivo più pericoloso sarebbe l'E330. Ma basta consultare una qualsiasi fonte di settore per scoprire, come segnalato qui sopra, che l'E330 è in realtà l'acido citrico, quello che si trova in natura per esempio nelle arance e nei limoni e che non è affatto tossico alle dosi usate negli alimenti (UK Food Guide; PubChem; Ecama.org). Da solo, questo errore grossolano basterebbe a dimostrare la totale inaffidabilità della lista.

Ma come mai l'appello circola con il nome di vari ospedali? Presumibilmente perché qualcuno gliel'ha appiccicato per rendere più credibile la storia. Infatti le varie fonti di volta in volta citate (ospedale Villejuif, professor Tubiana, Centro Tumori di Aviano) hanno smentito più volte (invano) di aver mai prodotto una lista di questa natura.

Ecco per esempio la smentita del Centro Tumori di Aviano, raccolta qui dal CICAP alcuni anni fa:

In realtà è da parecchio tempo che se ne sente parlare. Sapevamo che era un falso, una leggenda metropolitana, ma per sicurezza abbiamo girato la domanda al direttore del Centro anti-tumori di Aviano, professor Umberto Tirelli, che così risponde: "è un noto falso che gira ormai da un decennio".

La variante “garantita” dall'ospedale Villejuif partì dalla Francia a febbraio del 1976 e si diffuse in tutta Europa, contagiando circa sette milioni di persone, stando alle ricerche pubblicate nel 1990 da Jean-Noël Kapferer, docente di comunicazioni all'Ecole des Hautes Etudes Commerciales e all'Institut Supérieur des Affaires, nel libro Rumors: uses, interpretations, and images (1990), oggi parzialmente consultabile su Google Books.

Dal 2000 al 2004, Vegetariani.it (un sito gestito dall'Associazione Vegetariana Italiana e quindi difficilmente sospettabile di complotti chimico-industriali) ha pubblicato una lista esauriente degli additivi alimentari, che indicava i nomi delle sostanze corrispondenti ai codici dichiarati “tossici” (oggi è archiviata presso Archive.org). Un altro elenco è disponibile tuttora presso la Food Standards Agency britannica e presso la Food Safety Authority neozelandese. Nonostante i nomi inquietanti sono invece tutti prodotti ammessi (entro certi limiti di dosaggio) per uso alimentare:
  • E102 Tartrazina (colorante)
  • E110 Giallo tramonto FCF - giallo arancio S (colorante)
  • E120 Cocciniglia, acido carminico (colorante)
  • E123 Amaranto (colorante)
  • E124 Poncean 4R-rosso cocciniglia (colorante)
  • E127 Eritrosina (colorante)
  • E220 Anidride solforosa (conservante)
  • E221 Sodio solfito (conservante)
  • E230 Difenile (conservante)
  • E339 Sodio ortofosfati (sinergisti degli antiossidanti)
  • E250 Sodio ortofosfati (conservante)
  • E251 Sodio nitrato (conservante)
  • E252 Potassio nitrato (conservante)
  • E311 Ottile gallato (antiossidante)
  • E313 (non trovato in nessun elenco)
  • E320 Butile-ossi-anisolo (BHA) (antiossidanti)
  • E321 Butile-ossi-tolulo (BHT)
  • E407 Carragenine
  • E450 Fosfati e polifosfati

Fra gli additivi dichiarati come “sospetti” troviamo inoltre altre sostanze che è invece assai difficile considerare pericolose una volta che si sa il nome associato al codice numerico: E141 (complessi rameici di clorofille e clorofilline), E153 (carbone vegetale), E150 (caramello).


Ma la lista contiene davvero alcune sostanze tossiche!


Una versione circolante via mail
a maggio del 2012.
È vero. Ma qui, come sempre, occorre chiarire la questione del dosaggio non considerato: è la dose che fa il veleno. Qualsiasi sostanza è tossica se ingerita in dosi sufficienti. Anche l'acqua e il peperoncino. Per contro, qualsiasi sostanza è innocua se ingerita in dosi sufficientemente piccole. In altre parole, non esistono sostanze “tossiche” in sé e per sé: dire che una sostanza è tossica senza far riferimento al dosaggio è soltanto fumo negli occhi.

Il buon senso ci induce a considerare tossica o non tossica una sostanza se ha effetti nocivi quando viene assunta in dosi che possono capitare nella vita di tutti i giorni. Per esempio, l'acqua non è considerata tossica perché normalmente si beve a bicchieri. Ma dieci litri d'acqua, ingeriti rapidamente, possono schiantare l'organismo (per sovraccarico ai reni, per esempio). Per contro, tutti consideriamo tossica la candeggina perché immaginiamo di ingerirne una sorsata. Ma un milligrammo di candeggina (una gocciolina) probabilmente non farebbe gravi danni (non ci provate, però, non vi voglio sulla coscienza).

Logicamente, se una sostanza è considerata tossica, è meglio ingerirne il meno possibile, ma sotto certe dosi non c'è alcun effetto tossico. L'importante è sapere quali sono queste dosi e fare in modo di restare al di sotto di esse, scoprendo quali prodotti le contengono.

Come se non bastasse, per decidere a che dosaggi una sostanza è tossica bisogna anche considerare due altre cose: l'intossicazione cronica, ossia quella prodotta dal ripetuto assorbimento di piccole quantità di per sé non tossiche, e l'effetto sinergico, ossia il risultato di possibili interazioni fra la sostanza sotto esame e le altre sostanze presenti nel prodotto. Un bel pasticcio, insomma.

I commenti di alcuni lettori vanno interpretati alla luce di questa premessa prima di prendere decisioni in proposito. Inoltre va considerato che alcuni di questi additivi hanno funzioni preziose: per esempio, evitano che i prodotti ammuffiscano e quindi producano sostanze tossiche in dosi letali (il caso tipico è la conserva della nonna, tanto ma tanto genuina e senza additivi, che però uccide per botulismo).

Per esempio, un lettore (ingarr) nota che l'elenco dell'appello include il difenile (E230), che viene ammesso “solo sul presupposto che l'assunzione media giornaliera possa essere inferiore a 0,005 g/kg peso corporeo”.

Un altro lettore (munehiro, un chimico) segnala che la lista contiene l'E220 (anidride solforosa) e l'E221 (sodio solfito), e commenta “sono più che altro usati nell'industria saccarifera come decoloranti per fare lo zucchero più bianco (più è bianco più è alta la qualità e più costa, per applicazioni speciali tipo confetti et similia), nonché come batteriostatici. Il residuo di solfiti è regolato per legge e ci sono controlli alquanto severi sul tasso medio e su linea di produzione di solfiti”. A proposito del difenile (E230), nota che “questo viene più che altro usato non come conservante quanto come pesticida, specie su limoni e arance. Non è miss Italia, dal punto di vista della tossicità, quindi se questa frutta non viene da coltivazione naturale è sempre prudente lavarla bene ed evitare di usarne la scorza, specie in bevande alcoliche (che solubilizzano meglio il bifenile come tale)”.

Sono considerazioni sensate e pratiche, senza allarmismi, e ben diverse da quelle fatte dall'appello, che invece vorrebbe concentrare la nostra attenzione sull'acido citrico presente nel succo degli agrumi. Prima di scegliere cosa fare a proposito degli additivi presenti nei cibi, vi conviene fare un'indagine seria e magari più dettagliata della mia. Non vi conviene certo basarvi su una lista scopiazzata e redatta da chissà chi. La salute è importante, non giocateci.


Ma che male fa diffondere una catena di sant'Antonio?


Tanto per cominciare, il povero professor Tubiana, citato nell'elenco come fonte, è stato costretto a sporgere denuncia contro ignoti per difendersi dalla diffamazione.

Vale la pena anche di pensare alle aziende i cui prodotti, citati incolpevolmente nell'appello, sono stati boicottati dai consumatori. Quanti lavoratori avranno avuto il posto di lavoro a rischio grazie alla credulità e all'imprudenza della gente?

Che dire poi del vero e proprio panico inutile prodotto da questa lista, come raccontato per esempio dal giornale Il mattino del 9 maggio 2000:

Alla paginetta fitta fitta, con intestazione Centro antitumori di Aviano (Pn), manca solo il simboletto delle sostanze radioattive per accrescere la preoccupazione. Reca un elenco di alimenti e bevande di uso comune «contenenti additivi tossici» da mettere al bando. Un documento falso che, però, non si sa come, è stato distribuito dall'Esercito a centinaia di militari nelle caserme degli alpini della Brigata Julia. Quel foglio, recante il numero di protocollo e di data dei vari comandi di bat taglione, è passato di mano in mano. Dai militari alle famiglie, quindi agli amici e sta discendendo la Penisola riprodotto in fotocopia. Insomma lo Stato maggiore degli alpini lo avrebbe scambiato per autentico e diffuso nelle mense e negli spacci militari. Ufficialmente nelle caserme non è ancora giunto un «contrordine» circa il suo contenuto, per cui sono a migliaia ad evitare l'acquisto di buondì, merendine di note marche, bibite e aperitivi con tanto di nome, caramelle e finanche alcuni tipi di sigarette. Un ghiacciolo al limone è addirittura indicato come il più pericoloso perché conterrebbe il «famigerato» additivo E330.

Solo i più smaliziati hanno telefonato al Centro di riferimento oncologico di Aviano, uno dei più prestigiosi istituti nazionali di ricerca sui tumori. «Siamo tempestati di telefonate - dicono al Cro -: naturalmente si tratta di un falso. Quel documento non ci appartiene e contiene, del resto, una serie di menzogne senza alcun fondamento scientifico». «Per fare un esempio - aggiunge la dottoressa Maria Parpinel del Cro di Aviano - in realtà l'additivo E330 non è altro che acido citrico, componente naturale di numerosi alimenti ed utilizzato nell'industria alimentare per le sue proprietà antiossidanti».

Ma come è possibile che l'Esercito sia caduto in un tale inganno ed abbia addirittura distribuito il documento alla truppa? «In effetti - conferma il colonnello Beraldo, comandante del 14° reggimento alpini - il documento ci è giunto per le vie gerarchiche un mese e mezzo fa. Si raccomandava di riprodurlo in fotocopia e distribuirlo allo spaccio. Così abbiamo fatto. Le confesso che anch'io mi sono preoccupato ed ho raccomandato in famiglia di non far uso di quei prodotti. Poi ho letto sul giornale una smentita del Centro oncologico ed ho capito che si trattava di un documento falso».

Ma quel trafiletto, apparso su Il Gazzettino, lo hanno notato in pochi. Non lo hanno notato affatto i militari che sono poi rientrati a casa tant'è vero che ieri, a Caserta, un soldato di leva si è rivolto alla redazione de Il Mattino preoccupato perché aveva mangiato un alimento contenente gli additivi messi al bando.

Quindi, per favore, pensateci due volte prima di propagare appelli che non avete verificato.


Commenti dei lettori


Ricevo e volentieri pubblico questa segnalazione di un lettore (ingarr, marzo 2002):

...due tabelle credibili, esaurienti, ed omogenee fra loro, che consentono, anche dopo una breve scorsa, di formarsi un'idea sull'argomento. Devo solo precisare, se necessario, che gli estensori non sono certo di parte legata all'industria.

I siti di provenienza sono http://www.rovax.com/dotcom/biorama/Pagine/ADDITIVI%20ALIMENTARI.doc e www.stefanoapuzzo.it/4sberle/Additivi.pdf [nota di ottobre 2010: attualmente questi link non sono più validi].

Per quanto riguarda il difenile (o bifenile od, in inglese, Diphenyl) E230, tossico, usato come antimuffa per le carte che avvolgono gli agrumi e che viene in parte assorbito dalla buccia, uno spunto per battute "noir" si trova in alcuni siti, dove si mettono in guardia i consumatori sul "limoncello", liquore oggi così in voga, in quanto potrebbe essere stato confezionato con agrumi "protetti" con tale sostanza.

2006/08/19

Datemi un titolo per il mio programma radiofonico!

A ottobre ritorno alle mie origini radiofoniche: partirà infatti un programma settimanale che condurrò per la RSI (radio svizzera di lingua italiana, ascoltabile ovunque in streaming).

L'idea di base è fare, fra un brano di musica e l'altro, due chiacchiere divulgative sui temi informatici del momento e parlare anche di bufale e di storie che girano in Rete.

Io sono lusingatissimo ed emozionato per l'invito della RSI, tanto che non riesco ad avere uno straccio di idea per il titolo da dare al programma. Su suggerimento dell'emittente, giro la questione a voi: che titolo dareste a una trasmissione del genere? Sbizzarritevi e indicate nei commenti le vostre proposte. Grazie!


Aggiornamento (2006/08/21)


Grazie a tutti per i tantissimi suggerimenti! La redazione mi ha dato qualche dettaglio in più sul programma e sul suo formato: sarò ospite per 60 minuti, ogni martedì dalle 11 alle 12, su Rete Tre, del programma-contenitore del mattino. Non sono il conduttore unico (sono affiancato da un altro animatore della radio), ma sono quello che fornisce e prepara temi e contenuti. Col vostro aiuto, s'intende! E la caccia al titolo per questo segmento radiofonico è ancora aperta, la redazione sta leggendo le vostre proposte.

Il tema generale è l'informatica e quello che gira in Rete, bufale comprese, con esperimenti in diretta (con il supporto di Internet) fra un brano e l'altro. Intrattenimento divulgativo leggero, niente discorsi troppo tecnici, ma giusto qualche pillola allegra per far sapere perlomeno che esistono determinati problemi informatici e raccontare storie interessanti (spero) sulle leggende metropolitane che girano.

Ci sono altri particolari sul formato che per il momento non ho il permesso di pubblicare, ma dovrebbero offrire vari modi di interagire con il programma. Non so nulla sulla questione podcasting: essendo inframmezzata di musica, c'è sempre il problema del diritto d'autore, ma forse la soluzione si trova: la RSI è molto orientata verso il podcasting.

2006/08/15

Antibufala: persi i video dello sbarco sulla Luna?

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "carlabertin****" e "lsalvagg".
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2006/08/19.

Dopo settimane che se ne parla nei siti specializzati, finalmente la notizia approda ai media generalisti, ovviamente storpiata strada facendo: la NASA ha perso le registrazioni dello sbarco sulla Luna, dice Repubblica. Esultano i complottisti, quelli che credono che lo sbarco sulla Luna sia stato girato in uno studio cinematografico a fini propagandistici (teoria ampiamente sbufalata qui): è la prova che alla NASA vogliono nascondere un documento che smaschererebbe la messinscena.

In realtà le cose stanno ben diversamente. Seguitemi un attimo: ci vuole un preambolo tecnico.

E' la notte fra il 20 e 21 luglio del 1969. Neil Armstrong e Buzz Aldrin sono i primi uomini a sbarcare sulla Luna nel LEM (modulo lunare) dell'Apollo 11. La sfida tecnica di farli arrivare fin lì, e di far vedere al mondo l'evento in diretta televisiva, usando la tecnologia dell'epoca, è davvero notevole.

La Luna è a 400.000 chilometri di distanza e gli astronauti hanno a disposizione un trasmettitore TV alimentato a batterie e con un'antennina parabolica da un metro di diametro (le missioni successive adotteranno una parabola più grande, che però richiede mezz'ora di montaggio, ma il primo sbarco è una missione "mordi e fuggi": due ore e mezza di passeggiata sulla Luna e poi si riparte). Il segnale che arriva sulla Terra è debolissimo e gli ingegneri devono fare i salti mortali per riuscire nell'impresa di trasmettere e ricevere le immagini storiche.

Per farcela con la tecnologia analogica dell'epoca, ricorrono a una serie di compromessi qualitativi: bianco e nero anziché colore, immagini a 320 linee di risoluzione anziché le 525 dello standard televisivo NTSC statunitense, e dieci fotogrammi al secondo invece dei normali 30.

Questo però produce un segnale televisivo fuori standard, che occorre convertire al formato televisivo normale. Poiché manca la tecnologia elettronica che oggi consideriamo banale, la conversione viene fatta presso le stazioni riceventi terrestri alla buona, ossia puntando una telecamera speciale verso un monitor che mostra le immagini fuori standard ricevute dalla Luna (un metodo simile a quello usato oggi dai pirati cinematografici più scadenti, che riprendono con la videocamera lo schermo del cinema durante la proiezione).

Fatto questo, il segnale è pronto per la distribuzione via satellite in tutto il mondo, o perlomeno nei paesi che usano lo standard NTSC, perché gli altri dovranno subire un'ulteriore conversione.

Tutto questo meccanismo e la catena di ritrasmissioni comportano un'ovvia perdita di qualità, come in ogni processo analogico, per cui le immagini effettivamente ricevute dalla Luna tramite le grandi antenne di Goldstone (California) Honeysuckle Creek e Parkes (Australia) sono molto, molto più nitide di quelle che arrivano alla fine sugli schermi dei telespettatori.

Di conseguenza, la NASA decide di registrare il tutto direttamente presso i centri di ricezione, usando un apposito videoregistratore in grado di registrare il segnale fuori standard che arriva dalla Luna: bobine di nastro da un pollice che durano quindici minuti l'una. Queste bobine, se decodificate con un apposito lettore, offrirebbero una visione molto più nitida dello sbarco rispetto a quella che siamo abituati a vederci proporre.

Per esempio, accanto al titolo di quest'articolo vedete la stessa immagine nelle condizioni nelle quali è arrivata a Houston (a sinistra) e nelle condizioni originali (a destra, tratta da una foto del monitor a Honeysuckle Creek): cliccate sull'immagine per ingrandirla. La differenza, come noterete, è enorme.

Fine del preambolo. Sono questi i nastri che la NASA ha "perso", o meglio archiviato malamente, nel senso che non sono stati buttati via: sono in archivio, ma non si sa dove di preciso. Non sono filmati inediti, ma semplicemente versioni ad alta qualità delle riprese sgranate già viste e pubblicamente disponibili. In tutto si tratta di circa 700 bobine scatole di bobine riguardanti varie missioni.

Il problema non è soltanto scoprire dove sono finiti, ma di farlo in tempo utile. Le bobine di nastro magnetico non durano in eterno, e sono passati già quasi quarant'anni. Cosa più preoccupante, siccome sono nastri registrati in formati fuori standard, occorre un lettore su misura: e al mondo ce n'è uno solo, un cimelio vecchio appunto di quasi quarant'anni, presso il Data Evaluation Lab (DEL) al centro spaziale di Goddard, nel Maryland (Stati Uniti). Ma il DEL chiuderà i battenti a ottobre 2006, se le autorità competenti non cambiano idea. Da qui nasce l'idea dei ricercatori, quasi tutti ex dipendenti NASA, di rendere pubblica la loro caccia ai nastri, che procede da vari anni, nella speranza di convincere le autorità a finanziare ancora il DEL e fornire risorse e permessi per la ricerca degli storici nastri originali.

In attesa che vengano recuperate le bobine (due sono già state trovate), ci sono gli spezzoni girati amatorialmente riprendendo un monitor presso la stazione ricevente di Honeysuckle Creek su pellicola superotto (ve la ricordate?) dal tecnico video Ed von Renouard. Se vi interessa saperne di più e fare un tuffo affascinante nella tecnologia retrò, visitate Honeysucklecreek.net e leggetevi il resoconto (PDF, in inglese) della caccia alle irripetibili bobine, con gli esempi fotografici di quale documento storico rischiamo di perdere per sempre.

Nonostante quello che dice Repubblica, non si tratta comunque di "prove presumibilmente inconfutabili dell'allunaggio". La qualità delle registrazioni attualmente disperse è buona e storicamente preziosissima, ma non è certo tale da mettere a tacere i complottisti: hanno troppi libri pieni di scempiaggini da vendere a chi è troppo pigro per studiare e documentarsi su come funziona realmente la tecnologia spaziale.

Trovate ulteriori notizie su questa vicenda presso la BBC, che offre anche un filmato (formato Real) con interviste ai responsabili della ricerca e indice che le bobine potrebbero in tutto essere addirittura tredicimila (includendo forse anche quelle della telemetria oltre a quelle video).

Sono rientrato ricaricato dalle vacanze, per cui scatenatevi pure coi commenti: prima, però, vi prego di evitarmi troppe ripetizioni leggendo le mie risposte alle teorie "lunatiche" più diffuse. E se vi va, giocate anche voi al quiz della bandiera.


Aggiornamento (2006/08/19)


Un articolo di Forbes chiarisce e ridimensiona i termini del problema: finora la caccia ai nastri è stata condotta in modo amatoriale e non ufficiale. Ora, grazie alla segnalazione nei media, la Nasa ha avviato una ricerca formale dei nastri originali. La loro localizzazione più probabile è l'enorme archivio del Goddard Space Flight Center a Greenbelt, nel Maryland. Secondo uno dei ricercatori, la caccia si dovrebbe concludere entro non più di sei mesi usando cinque addetti. E' soltanto questione di seguire la traccia cartacea, che in quasi quarant'anni s'è fatta piuttosto lunga e contorta.


Aggiornamento (2009/07/17)

La vicenda ha un epilogo poco felice: il 16 luglio 2009 la NASA ha spiegato pubblicamente che i nastri furono cancellati alcuni anni dopo, secondo procedura standard, perché le immagini della diretta furono registrate insieme ai dati di telemetria dei veicoli Apollo e non furono quindi etichettate come materiale da conservare indefinitamente. Le bobine di nastro erano molto costose e dopo le missioni Apollo il budget della NASA fu ridotto drasticamente, imponendo il riciclaggio dei nastri.

I dettagli della vicenda sono raccontati qui.

2006/08/06

Attivissimo.net riparte (ridotto)

Attivissimo.net riparte, in versione mini


In attesa che si sistemino i casini del mio server abituale, ho attivato Paoloattivissimo.info e vi ho fatto convergere Attivissimo.net. È hosting a pagamento su Yahoo, ma piuttosto che niente, meglio piuttosto. Ho ricevuto alcune gentilissime offerte di hosting, ma questa tutto sommato è quella che mi offre il compromesso migliore in fatto di spazio, banda e manutenibilità.

Ora che ho a disposizione una ADSL grazie ai miei preziosissimi ospiti a York, sto ricaricando l'intero sito (un paio di giga), con l'eccezione dei file più grandi (dai 10 Mega in su), che piazzerò altrove appena possibile per non consumare troppa banda. Ci tenevo a ripristinare al più presto perlomeno la funzionalità di base del sito: in particolare, il Servizio Antibufala (già pronto) e la sezione 11 settembre. Durante la notte dovrei riuscire a caricare tutto il resto.

Ci saranno file mancanti, link dispersi e alcune pagine con le accentate balorde: segnalatemele e le correggerò man mano. Scusatemi in anticipo se non risponderò a ogni singola segnalazione (ne prevedo a caterve).