Cerca nel blog

2008/02/26

Basta un LED per accecare le telecamere di sorveglianza?

Telecamere di sorveglianza, occhio alle fregature


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "miecchi" e "superbotolo".

Si parla sempre più spesso di installare telecamere di sorveglianza lungo le vie pubbliche, e in banche e supermercati le telecamere sono da tempo una dotazione standard. Ma quando si tratta di fare investimenti per dotarsi di queste telecamere, giusto o sbagliato che sia, è meglio sincerarsi che funzionino a dovere e che non basti un aggeggio facilmente reperibile per ingannarle completamente, altrimenti saranno soldi buttati via.

Questo è infatti lo scenario proposto da un gruppo di artisti smanettoni denominato Oberwelt.de: nel loro sito spiegano (in tedesco) come sarebbe possibile, con un semplice LED a infrarossi, accecare le telecamere in modo invisibile.

Le telecamere, infatti, sono sensibili alla luce infrarossa (quella emessa dei telecomandi, per esempio) molto più di quanto lo sia l'occhio umano. Di conseguenza, un LED a infrarossi non è rilevabile a occhio nudo, ma emette un bagliore fortissimo per l'obiettivo della telecamera di sorveglianza. Il risultato, dicono quelli di Oberwelt, è quello mostrato nella foto: al posto del volto del sorvegliato compare un punto luminoso. Una sorta di censura automatica portatile.

E' ovvio che lo stesso effetto si potrebbe ottenere mettendosi in testa una lampada potente, ma la differenza importante è che il sistema a LED non dà nell'occhio (lo si può nascondere in una fascia per capelli o in un cappellino). Se tentaste di entrare in una banca indossando una lampada da minatore, probabilmente avreste delle complicazioni; mentre con un cappellino in testa, nessuno avrebbe da obiettare e nessuno sospetterebbe che state cancellando la vostra immagine dalle registrazioni delle telecamere.

E' importante sapere quanto sia facile ingannare questi sistemi di sorveglianza anche per evitare che l'illusione della sicurezza faccia commettere errori dolorosi. Una regola che purtroppo viene seguita raramente: si preferisce spendere in gadget rassicuranti senza chiedersi mai quale sia la loro vera efficacia.

Volete darmi una mano a verificare se lo scenario di Oberwelt è plausibile? Se siete smanettoni, fabbricate un illuminatore a LED infrarossi portatile, come quello mostrato nel sito di Oberwelt; se avete un sistema di telecamere di sorveglianza, mettetelo a disposizione del Disinformatico per una prova.

Windows Vista, aggiornamento ritirato, Service Pack ammazza programmi

Attenti agli aggiornamenti e al Service Pack 1 per Vista


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "br1tad" " e "enricos***".

Corsa a ostacoli per gli utenti di Windows Vista. Un aggiornamento di questo sistema operativo sta facendo tribolare chi lo installa, impallando il computer che non si rende conto di essersi aggiornato, tanto da indurre zio Bill (o meglio, zio Steve Ballmer) a ritirare temporaneamente l'aggiornamento, come descritto nel blog di Microsoft.

Si tratta di un aggiornamento importante, perché è un prerequisito per poter installare un imminente ulteriore aggiornamento ancora più importante di Windows Vista, denominato Service Pack 1 o SP1. Ma anche questo Service Pack a sua volta ha delle complicazioni. Come raccontano The Inquirer e CRN, ha dei problemi seri con vari prodotti di Trend Micro, Zone Labs, BitDefender e Novell. "Seri" nel senso che non partono proprio. Questi produttori hanno predisposto dei rattoppi e degli aggiornamenti.

I dettagli forniti da Microsoft sono qui (occhio alla versione italiana, che è il prodotto di una traduzione automatica abbastanza eccentrica) e precisano che il blocco di Trend Micro Internet Security 2008, Zone Alarm Security Suite 7.1 e altri prodotti è avvenuto con il consenso dei rispettivi produttori.

L'SP1 è stato, rilasciato il 4 febbraio ai partner OEM e gli abbonati a MSDN ne avevano ricevuto la disponibilità per lo scaricamento il 15 febbraio; la disponibilità al pubblico sarebbe dovuta scattare a metà marzo, ma l'SP1 già circola informalmente, per cui è il caso di avvisare anche gli utenti generici, che potrebbero essere tentati di scaricarlo e installarlo nella speranza di risolvere alcuni dei problemi di Vista.

Gli aggiornamenti e le correzioni ci sono in ogni sistema operativo, per carità, ma è difficile giustificare all'utente comune che per lavorare col computer deve fare operazioni degne di un intervento di chirurgia a cuore aperto.

HD-DVD defunto, Blu-Ray vince

Finita la lotta per il successore del DVD


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "claudioros****" e "antoniogr****".

L'HD-DVD getta la spugna: Toshiba si arrende e cessa la produzione di lettori e registratori in questo formato ad alta definizione, dopo aver venduto circa un milione di esemplari (di cui 300.000 come accessorio per la console X-Box di Microsoft, che adesso si trova un po' orfana). La successione al DVD non è stata decisa da meriti tecnici, ma dalla scelta delle grandi case cinematografiche di supportare il formato Blu-Ray.

I lettori Blu-Ray sono assai più diffusi di quelli del formato rivale: basti pensare che ce n'è uno in ogni console Sony PS3, venduta finora in oltre dieci milioni di esemplari. Ma cosa succederà ora a chi ha comperato il formato sbagliato? I prezzi dei lettori sono precipitati, appena dopo l'annuncio della resa di Toshiba, che non ha intenzione di rimborsare i clienti ma continuerà ad offrire assistenza tecnica. I lettori HD-DVD sono comunque in grado di leggere i normali DVD e di usare i propri circuiti digitali per migliorare artificialmente la definizione dei DVD, anche se questo non sarà di grande consolazione a chi si sente bidonato.

Per quanto riguarda Microsoft, al momento secondo la BBC non ci sono notizie sulla sorte del lettore HD-DVD offerto come accessorio della sua console X-box 360.

La morale della storia è che ancora una volta il mercato ha dimostrato che non c'è spazio per due sistemi rivali e concorrenti non interoperabili (qualcuno ricorderà la lotta fra Betamax e VHS nelle videocassette), e che chi corre a comperare le nuove tecnologie rischia di rimanere scottato. Ma la cosa più triste è che siccome i dischi HD-DVD sono protetti contro la copia da una cifratura piuttosto pesante e da protezioni hardware, chi ha comperato film o telefilm in questo formato si troverà presto con una costosa collezione di sottobicchieri illeggibili, che non potrà neanche convertire ad altri formati.

Il complotti dei cavi tranciati, seconda parte

I cavi tranciati rivelano i corti circuiti della mente


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "massimo po****" e "diegocardi****".

Non sarà a prova di attacco nucleare, ma se la cava benino, questa Internet. I cavi intercontinentali di telecomunicazione misteriosamente tranciati di recente hanno rallentato ma non fermato le comunicazioni. A questo proposito, si è scatenata una ridda di ipotesi di complotto, alimentate dall'apparente coincidenza di questi tranciamenti e da alcuni articoli che davano per certo il sabotaggio sulla base di una dichiarazione di un funzionario dell'ITU (International Telecommunication Union), Sami al-Murshed, che ha semplicemente detto che al momento non è escluso il sabotaggio.

La faccenda si sta trasformando in realtà in una bella dimostrazione di come la mente umana (e la dinamica dei media) sia strutturata per creare associazioni e notare coincidenze anche dove non ce ne sono. Infatti soltanto i primi due tranciamenti hanno causato disturbi significativi, e secondo le indagini di Wired si tratta di eventi assai più frequenti di quel che si pensa: ne capita mediamente uno ogni tre giorni, tanto che ci sono in giro ben venticinque navi che non fanno altro che riparare questi cavi, ma non ce ne accorgiamo neanche perché il traffico viene dirottato in modo trasparente.

Ma sono bastati i primi due eventi per rendere degni di segnalazione anche tutti i più piccoli eventi che prima sarebbero passati inosservati: per esempio, il cavo fra Das e Haloul non era stato affatto tranciato, ma aveva subito un problema di alimentazione, e la causa del danno al cavo Falcon è stata identificata: un'ancora abbandonata, del peso di circa sei tonnellate.

Certo, restano ancora da diagnosticare le cause degli altri guasti, ma prima di gridare alla cospirazione è meglio attendere i dati concreti.

2008/02/22

Chiudere i blog, dare il patentino ai blogger, e altre "proposte": regole e pericoli dei blog oggi a Teleticino.ch

Oggi alle 19.20 sarò ospite in studio del programma Faccia a faccia di Teleticino insieme con Matteo Caratti (direttore del quotidiano La Regione Ticino) per parlare delle implicazioni e delle regole dei blog e dei loro commenti, che hanno avuto forte risonanza in Svizzera dopo la fuga di notizie riguardante l'identità delle persone accusate di essere coinvolte in un omicidio avvenuto per futili motivi a Carnevale a Locarno.

Ci sono voci che si levano a chiedere una regolamentazione dei blog, dei loro autori e di chi vi pubblica commenti che violano la deontologia giornalistica o istigano al linciaggio, per cui è forse il caso di spiegare a chi ha queste ambizioni di censura quali sono le regole di Internet e quali sono le vere soluzioni a questi problemi.

Per chi fosse interessato e non potesse ricevere quest'emittente, il podcast sarà disponibile qui sul sito di Teleticino.

2008/02/19

Hostess spogliarellista: video autentico, identificata la compagnia

Bufala, antibufala e controbufala: il video della hostess diventa una lezione di media


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "olavlalla" e "puppi5". L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Nuovi sviluppi nella storia del famosissimo video in cui una hostess si spoglia e mostra le sue grazie nella cabina di pilotaggio di un aereo di linea. Lasciando da parte le considerazioni pruriginose, la vicenda (già descritta qui) è diventata un'affascinante dimostrazione di quanto sia potente l'intelligenza collettiva di Internet (ma solo quando si applica) e di quanto i media tradizionali siano superficiali nel raccogliere le notizie e anche nel raccogliere le smentite.

Mi ha scritto l'autore del sito Tuttoscemo.com, quello che lanciò la smentita (data per buona da tutti i giornali e telegiornali) del video pubblicando un controfilmato nel quale diceva che era una messinscena tratta da un DVD porno, di cui mostrava anche la copertina.

Ma in realtà la messinscena era quella di Tuttoscemo.com, pensata per burlarsi dei media. Tuttoscemo, racconta, si era accorto che il filmato presentato come scoop dai giornali inglesi proveniva in realtà da Internet. Quando la notizia ha iniziato a montare nei media italiani, arricchendosi di particolari inventati di sana pianta (il nome della compagnia aerea, il licenziamento dei piloti), assumendo proporzioni ridicole, Tuttoscemo ha fabbricato la copertina di Sex on a plane (citazione intenzionale di Snakes on a plane) e ha girato il video in cui ha affermato che le immagini della hostess erano tratte da un film hard. E i media hanno abboccato, bevendosi la falsa smentita.

La ragione del suo gesto? "Il motivo principale era confermare quello che sospetto da tempo: l’informazione italiana funziona per copia/incolla, le notizie rimbalzano da una fonte all’altra con superficialità e senza la minima verifica delle fonti." E anche farsi un po' di pubblicità, ammette candidamente: "E’ normale che volessi anche portare gente sul mio sito, non ci vedo nulla di male, dietro all’80% di quello che gira in rete c’è un marchio, un servizio, un sito".

Che si trattasse di un tranello era abbastanza chiaro persino nei dialoghi del contro-video, che avvisava “Per la prossima volta vi consiglio di verificare le fonti”. Inoltre "la descrizione del video su YT e liberovideo era chiara: '…questo si che è un vero fake'". Infatti, dice Tuttoscemo, nessuno lo ha contattato per verificare la sua affermazione, ma alcuni giornalisti gli hanno chiesto il DVD per motivi puramente scenografici. Un solo giornalista si è dato da fare per rintracciarlo e Tuttoscemo gli ha raccontato la verità, "verità che avrei raccontato a chiunque mi avesse approcciato in modo professionale".

Mizioblog ha una bella compilation delle ritrattazioni dei principali media e una divertente intervista-confessione a Tuttoscemo; Libero ha altri dettagli sulla vicenda. Il DVD non esiste, quindi non chiedetegli dove ordinarlo.

A caccia di Stephanie


Neanche Tuttoscemo sa se il video è autentico o meno: "Probabilmente sì, anche se le inquadrature indugiano troppo sull’intimo", tanto da fargli sospettare un marketing virale. E qui inizia il bello dell'indagine via Internet.

Grazie al fiuto e all'esperienza di numerosissimi lettori (troppi per citarli tutti qui, ma una menzione speciale va a Sciamano), posso dire con sicurezza più che ragionevole che il video è autentico, è stato effettivamente girato in volo su un aereo di linea Airbus A340, e che la compagnia aerea coinvolta non è la Air Outre Mer, come è stato scritto da alcune fonti, ma con tutta probabilità la defunta Air Lib, come risulta da queste foto della camicetta (qui accanto), del foulard e della livrea degli aerei. E chissà se in questa serie di foto o in questa del personale di Air Lib si annida Stephanie (è questa?).

L'identificazione con la Air Lib è ulteriormente rafforzata da questo servizio della rivista francese VSD pubblicato nel 2003, nel quale lo sconsolato personale (anche maschile) della compagnia posa quasi senza veli; per vedere le altre pagine del servizio è sufficiente cambiare l'ultima cifra in fondo al link. Una delle hostess indossa la divisa (qui accanto), che risulta decisamente compatibile con quella di Stephanie nel video tanto contemplato.

Ahimè la compania Air Lib è stata liquidata appunto a febbraio del 2003, per cui il video risale ad almeno cinque anni fa. Impossibile, quindi, prenotare un volo con questa compagnia nella speranza di incontrare la graziosa assistente di volo. Ma la messe di dati emersa grazie alla collaborazione dei lettori dimostra che Internet è uno strumento di ricerca davvero potente. Se solo i giornalisti dei media tradizionali imparassero a usarlo, ci risparmieremmo molte bufale di tutti i generi.

Comunque sia, l'indagine, con l'aiuto di alcuni amici dalle zanne molto lunghe, prosegue: che fine ha fatto Stephanie?

Quando la stampante fa la spia, l’UE si sveglia

Stampanti spione: l'UE si muove un pochino


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "paoloacri" e "giuseppes****".

Ne avevo già fatto un accenno tre anni fa, quando scoppiò il caso, ma ci sono nuovi sviluppi sulla questione delle stampanti laser a colori che rivelano l'identità di chi stampa.

Probabilmente non sapete che il governo degli Stati Uniti ha convinto con molta discrezione i principali produttori di stampanti e fotocopiatrici a colori a modificarne il funzionamento in modo che ogni esemplare generi, in ogni stampa, uno schema di puntini univoco. Questo permette di risalire, per esempio, alla specifica stampante/fotocopiatrice che ha prodotto una tiratura di banconote false, e secondo la Electronic Frontier Foundation consente anche di sapere ora e data della stampa.

Lo schema è costituito da puntini gialli quasi impercettibili. Andrew "Bunnie" Huang ha modificato uno scanner per rivelarli (li vedete tinti di blu nell'immagine qui sopra). La EFF ha pubblicato una lista di stampanti e fotocopiatrici che ha esaminato alla ricerca del segno spione: ci sono tutte le più note marche.

Il problema di questa tecnologia è che può essere usata per scopi ben diversi dall'identificazione dei falsari di banconote. Non ci vuole molta fantasia per rendersi conto che un marchio identificativo segreto annidato in ogni documento stampato è la manna dal cielo per qualsiasi governo che voglia reprimere la diffusione di documenti non autorizzati o sorvegliare i dissidenti.

Anche nei paesi più rispettosi dei diritti umani, c'è un problema anche politico di privacy violata. Una persona che ritiene di essere protetta dall'anonimato nel diffondere notizie scomode potrebbe invece smascherarsi involontariamente se non sa di questa funzione delle stampanti e delle fotocopiatrici.

Il problema è stato sottoposto al commissario Frattini dell'Unione Europea in un'interrogazione parlamentare, la cui risposta (formato DOC, in inglese) dice che la Commissione non è al corrente di leggi nazionali o comunitarie che regolino questi meccanismi di tracciamento, e tende a minimizzare il problema perché "le informazioni... non includono necessariamente dati riguardanti una persona identificata o identificabile".

Tuttavia se si sa da quale fotocopiatrice è stato stampato un volantino dissidente, non ci vuole un'aquila per risalire a chi ha usato o poteva usare quella fotocopiatrice, e questo viene ammesso: "nella misura in cui gli individui potrebbero essere identificati tramite il materiale stampato o copiato usando certi dispositivi, tale elaborazione potrebbe dar luogo alla violazione di diritti umani fondamentali, specificamente il diritto alla riservatezza e alla vita privata. Potrebbe anche violare il diritto alla protezione dei dati personali", prosegue la risposta.

Potrebbe anche darsi che dia piuttosto fastidio, anche a chi non ha nulla da nascondere, sapere di essere sorvegliabile senza saperlo e senza preavviso. Consideratevi preavvisati.

Come tenere d’occhio il satellite di Damocle

Aiuto, mi cade addosso un satellite militare!


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "kikkocris****" e "gentas".

Come probabilmente avete letto sui giornali, un satellite militare statunitense sta per cadere in modo incontrollato sulla Terra e non si sa dove e quando cadrà. Si chiama USA 193, pesa circa 2500 kg e fu lanciato il 14 dicembre 2006; poco dopo essere entrato in orbita, smise di rispondere ai comandi dei controllori a terra e da allora gira intorno al mondo fuori controllo. Da una quota iniziale di 227 miglia (365 km), è ormai sceso a circa 260 km, secondo le misurazioni degli appassionati cacciatori di satelliti. Quando arriverà intorno a 100 km di quota, l'effetto frenante dell'atmosfera lo farà cadere, ma non si sa né quando né dove questo avverrà. Le ultime previsioni parlano della fine di marzo.

Il pericolo, dicono le fonti ufficiali, è che non si disintegri del tutto e che in particolare un serbatoio contenente circa 500 kg di idrazina (un composto di azoto e idrogeno) possa arrivare a terra integro e diffondere una nube tossica che a distanza ravvicinata sarebbe letale. Le malelingue dicono invece che i militari temono che il satellite finisca in mano alla concorrenza e, per quanto danneggiato dal rientro, riveli le tecnologie più sofisticate utilizzate dagli USA per sorvegliare dal cielo. Le probabilità che faccia male a qualcuno, anche soltanto cadendogli in testa, sono statisticamente modestissime, come dimostrano i rientri incontrollati di satelliti ben più grandi avvenuti negli anni passati.

Sia come sia, è stata approntata una missione per tentare di distruggerlo con un missile quando scenderà a 130 miglia nautiche (240 km) di quota. Se la missione ha successo, i frammenti orbiteranno ancora per pochi giorni e poi rientreranno disintegrandosi nell'atmosfera, e l'idrazina si disperderà, diventando innocua.

Ufficialmente l'orbita su cui si trova ora il satellite è segreta, ma gli appassionati seguono da tempo il satellite in tilt e pubblicano i risultati delle loro osservazioni su Internet, dove vengono raccolti da siti come Heavens Above, che pubblica una mappa che indica in tempo reale dove si trova il satellite e le istruzioni su come vederlo a occhio nudo. Il link contiene già le coordinate per il Maniero Digitale, in quel di Lugano: se volete calcolare gli orari degli avvistamenti per la vostra località, andate qui.

Come infettare un computer con un... portafoto?

Virus viaggia nei portafoto digitali


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "stemaz" e "pisani****".

Nuove frontiere dei virus informatici: adesso anche i portafoto digitali, quegli aggeggi così simpatici da regalare che mostrano le foto digitali in sequenza, possono trasportare virus. La notizia arriva dal San Francisco Chronicle ed è confermata dai produttori di antivirus, come McAfee, che lo identifica con il nome W32/Autorun.worm.e. La CA lo chiama Win32/Mocmex.AM, mentre TrendMicro lo designa WORM_AGENT.TBH.

Si tratta di un trojan horse, un cavallo di Troia, che raccoglie le password usate per i giochi via Internet. E' in grado di riconoscere e bloccare molti degli antivirus più diffusi e di scavalcare la sicurezza e il firewall di Windows. Fatto questo, scarica da Internet dei file e li nasconde nel computer infetto, e si diffonde duplicandosi su qualsiasi dispositivo di memoria rimovibile (penne USB e, inevitabilmente, anche cornici digitali, appunto).

Secondo la Computer Associates è opera di un gruppo specifico di aggressori con sede in Cina, ed è stato avvistato nelle cornici digitali di varie marche, in compagnia di altri virus.

Proteggersi da queste antipatiche creature non è semplice, se usate Windows, il sistema operativo per il quale è progettato questo cavallo di Troia. Si può disabilitare l'Autorun, che è la funzione di Windows che esegue automaticamente i programmi che si trovano sui dispositivi che vengono collegati al computer (un altro colpo di genio dei progettisti Microsoft), ma non è detto che basti. Conviene controllare le cornici digitali usando un computer Apple o un PC con su Linux e un antivirus aggiornato: una raccomandazione valida per qualsiasi dispositivo di memoria.

Solo per utenti Firefox e Safari

Geniale: giocare con CSS3



Non ho parole. Divertitevi qui: una pagina web che prende un'immagine e un testo a piacimento e li converte in modo che selezionando il testo compaia l'immagine, o viceversa. Comodo per i messaggi nascosti, o per mettere immagini dove non sono permesse.

L'immagine qui sotto è una schermata inattiva, perché Blogger blocca il CSS incorporato nel codice che genera l'effetto grafico.


Semplice ed elegante.

2008/02/18

Quanto costa davvero un SMS?

SMS, 465 euro al megabyte


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "br1tad" e "bernardo". L'articolo è stato corretto dopo la pubblicazione iniziale.

Belli, gli SMS. Comodi e discreti. Una nuova forma di comunicazione, adorata dalle giovani generazioni che sembrano avere pollici geneticamente modificati. Ma una miniera d'oro per gli operatori telefonici, alcuni dei quali ne ricavano utili fino al 90%. Gli SMS, da soli, costituiscono il 20% del loro fatturato. A pochi centesimi a messaggio, ci sembra di spendere poco. Ma forse stiamo pagando troppo.

Facciamo due conti. Secondo l'analisi di Gthing.net, un SMS contiene un massimo di 140 byte (1120 bit) di dati. I 160 caratteri massimi di un SMS ci stanno in 140 byte perché gli SMS usano una codifica a 7 bit.

Se un SMS costa 10 centesimi di franco ed è sfruttato integralmente (composto da 160 caratteri), un bit viene a costare 10/1120 = 0,0089 centesimi. A questi prezzi, trasmettere un megabyte di dati (1.048.576 byte di 8 bit), ossia grosso modo un minuto di canzone MP3 o un libro, verrebbe a costare circa 750 franchi. Avete letto bene: settecentocinquanta. Lo stesso ragionamento vale anche con gli euro al posto dei franchi, ovviamente.

Nota: nella prima stesura di questo articolo avevo sbagliato i calcoli, e anche parecchio. Sono come i vecchi processori Pentium: ho la tendenza a randomizzare le cifre decimali e parcheggiare in doppia file il punto decimale. Chiedo scusa, prometto di non fare più calcoli dopo l'una del mattino e ringrazio Matteo per avermi corretto.

Anche acquistando pacchetti di SMS a un prezzo apparentemente vantaggioso (per esempio 1000 SMS per 19 franchi), il costo per SMS scende a 1,9 centesimi, ma un megabyte, o un minuto di MP3, costerebbe comunque ben 142 franchi e spiccioli.

Eppure le offerte di trasmissione dati dei medesimi operatori consentono di trasmettere 50 di quegli stessi megabyte per meno di dieci franchi, e si può scendere ancora con gli abbonamenti dedicati, che offrono trasmissione illimitata per pochi franchi al giorno. Le offerte sul mercato italiano sono strutturate allo stesso modo. Chiaramente qualcosa non va. Perché lo stesso bit trasmesso in un modo costa 300 volte di più che in un altro?

Facciamo un altro confronto. La trasmissione della voce sulla rete GSM è anch'essa una trasmissione di dati, che utilizza normalmente un codec a 9,6 kilobit al secondo (esistono anche l'Half Rate a 5,6 kb/s e il Full Rate a 13 kb/s, ma lo standard è 9,6 kb/s). In altre parole, un minuto di conversazione trasmette 576.000 bit, pari a 514 SMS. Quindi se la voce seguisse le tariffe degli SMS, un minuto di telefonata cellulare ci costerebbe 51 franchi e spiccioli.

La disparità diventa ancora più evidente se si considera che quel minuto di telefonata (che costa pochi centesimi) deve essere recapitato a destinazione immediatamente, mentre un SMS può arrivare anche con comodo. Paghiamo un bit pigro di un SMS centinaia di volte di più di quel che paghiamo i bit velocissimi delle telefonate. Non sorprende, allora, che secondo dati di Forrester Research citati dall'International Herald Tribune ci siano appunto margini di utile del 90% da parte degli operatori.

E' eccessivo? L'Unione Europea si sta muovendo per far ridurre i costi della trasmissione dati e degli SMS in roaming, come riferisce Reuters, entro luglio, perché i ricarichi praticati in roaming sono in conflitto con il concetto di mercato unico dell'UE. Ma l'iniziativa mira soltanto ad equiparare i costi degli SMS inviati in roaming con quelli inviati sulla propria rete cellulare: i costi degli SMS in sé restano stratosferici in termini di prezzo al bit.

C'è chi propone soluzioni per arrangiarsi, come Skebby, Cellity o JackSMS, che usano i contratti forfetari di trasmissione dati per collegarsi ai servizi di invio SMS oppure creano una sorta di messaggistica istantanea, ma non è un servizio universale come lo è l'SMS. In Svizzera c'è anche l'originale smartphone Ogo, che permette di avere la chat di MSN sempre in tasca a canone fisso mensile, ma permette di chattare soltanto con altri utenti MSN (senza allegati): anche qui gli SMS si pagano a parte. Sembra proprio che nessuno voglia mollare la gallina dalle uova d'oro.

2008/02/17

Caccia alla hostess spogliarellista, piloti aiutatemi!

Antibufala: il video della hostess che si spoglia in cabina


Sta spopolando in Rete ormai da qualche settimana un video nel quale una persona che a giudicare dai vestiti sembra essere una hostess si spoglia in modo ammiccante di fronte ai colleghi e alle colleghe dentro una cabina di pilotaggio di un aereo. Ne ha parlato Repubblica, e il video in questione è stato mostrato anche a Le Iene, che ipotizza che si tratti di marketing virale per vendere lingerie.

Grazie della hostess a parte, la cosa interessante e comica è che la storia si è trasformata man mano in una bufala di una bufala. Infatti inizialmente i media ne hanno parlato (immancabilmente con dovizia di immagini e di ironica indignazione) spacciandola per una ripresa autentica fatta a bordo di un aereo e facendo anche il nome della compagnia probabilmente coinvolta (Air Outre Mer, secondo il Corriere), indicando la rotta (verso Londra, secondo Repubblica) e parlando di inchiesta interna alla compagnia già in corso.

Poi è intervenuto Tuttoscemo.com, che ha ripubblicato il video dicendo che in realtà il filmato era stato girato su un set cinematografico e proveniva da un film osé, Sex on a Plane, di cui mostrava anche la confezione: qui accanto vedete un fotogramma del suo contro-video.

A questo punto i media hanno fatto dietrofront e si sono fiondati a dire che avevano sospettato sin dall'inizio il trucco (Tiscali) o che non importava se non avevano controllato l'autenticità della notizia, l'importante era aver strappato un sorriso alla gente (TGcom).

Ma come stanno realmente le cose? Da quello che ho scoperto fin qui, pare proprio che si tratti di una doppia bufala: il filmato sarebbe in realtà autentico, lo sbufalamento di Tuttoscemo sarebbe un falso, e le ritrattazioni dei media sarebbero un'ulteriore prova della loro incapacità di fare controlli prima di pubblicare. Ma l'indagine è ancora aperta e se volete darmi una mano siete i benvenuti. Ecco quello che ho scoperto fin qui.

Il video, senza scritte aggiunte da varie testate, è su Youporn.com (attenzione: sito non adatto a tutti) dal 30 gennaio scorso a questo link: youporn punto com barra watch barra 132855. Ecco alcuni fotogrammi, non salaci ma utili per ricostruire la plausibilità e l'attribuzione del filmato.

Si vede il tipo di strumentazione e si notano (se non erro) quattro leve di comando dei motori, per cui si dovrebbe trattare di un quadrimotore e di tipo decisamente moderno.

Qui si vedono chiaramente la divisa e il volto del pilota. La forma dei finestrini dovrebbe permettere di riconoscere il modello di aereo.


Un dettaglio della hostess disinvolta e dei colori del suo foulard, che fa parte della divisa. Di quale compagnia?


Un altro dettaglio della divisa della hostess. Sopra questa camicetta c'è una giacca apparentemente di colore blu, come si vede qui sotto.



L'origine della notizia sembra essere il Daily Mail inglese, non certo noto per la scientificità dei suoi articoli, che ne ha parlato l'1/2/2008; lo stesso ha fatto l'altrettanto inattendibile The Sun.

L'ipotesi che si tratti di uno spezzone di un film osé sembra altamente improbabile. Troppo rumore ambiente in cabina, troppo realismo, troppi atteggiamenti esitanti e troppo soft per essere un DVD a luci rosse. Inoltre i cultori del genere mi dicono che il DVD presentato da Tuttoscemo non risulta in nessun catalogo. La copertina, non particolarmente sofisticata, potrebbe anche essere stata autoprodotta per creare una burla mediatica.

Anche l'ipotesi di marketing virale sembra poco plausibile: non è indicato il nome della marca di lingerie, e pare difficile andare in un negozio e chiedere alla commessa "vorrei il reggiseno della hostess di Youtube".

Quanto è plausibile l'attribuzione del video a un equipaggio della Air Outre Mer? Secondo Wikipedia, la compagnia francese Air Outre Mer cessò l'attività nel 2001 e disponeva di McDonnell Douglas DC-10-30 e MD-83, Airbus A340-200 e 300, e Boeing 737-500. L'equipaggio parla francese, coerentemente con l'attribuzione alla AOM.

Se la mia identificazione di quattro leve di comando motori è esatta, l'aereo nel video non può essere un DC-10 (trimotore), un MD-830 o un Boeing 737 (entrambi bimotori). Resta solo l'Airbus A340, che è un quadrimotore e ha la forma giusta dei finestrini: quello posteriore è quadrato con un angolo tagliato, come si vede nella foto all'inizio dell'articolo e in quella qui accanto, tratta da Airliners.net. Quindi anche questo dettaglio sarebbe coerente con l'appartenenza alla Air Outre Mer dell'equipaggio.

Troppi dettagli sofisticati per essere una messinscena da film porno o da spot virale, insomma: si tratterebbe dunque con tutta probabilità di un video autentico. Cosa relativamente irrilevante in sé, visto che si tratta di adulti consenzienti e che il pilota automatico notoriamente consente queste ed altre distrazioni durante la crociera, ma interessante per il modo in cui i media hanno reagito prendendo per buono lo "sbufalamento" fatto da un sito che non offre particolari credenziali di serietà.

La rivendicazione fatta da Tuttoscemo sarebbe sbufalabile definitivamente recuperando un'immagine della divisa delle hostess della Air Outre Mer oppure confermabile reperendo una copia del DVD Sex on a Plane. Se qualcuno riesce a recuperare questo materiale o è nel settore e può darmi conferme o smentite, mi contatti.

Aggiornamento


L'attribuzione alla AOM sembra altamente improbabile. Come notato nei commenti, il sito Uniformfreak.com mostra le uniformi delle hostess della Air Outre Mer nella sua collezione, ma non corrispondono a quelle indossate nel video. Il gestore del sito, Cliff, mi ha detto che indagherà e che secondo lui si tratta comunque di una linea aerea francese, perché a suo dire solo i piloti francesi indossano le ali sul lato destro.

Un lettore, Fabrizio, ha inoltre scovato un sito con foto del personale della AOM, e anche qui la divisa delle hostess non corrisponde a quella del video, come si può vedere per esempio in questa foto o in questa e questa.

Il mistero s'infittisce! Ci saranno aggiornamenti massicci nella puntata di domattina del Disinformatico radiofonico.

2008/02/16

Podcast d’annata cercansi; rimborso Windows

Sto cercando di recuperare i podcast del Disinformatico radiofonico che vanno dal 3/7/2007 al 2/10/2007. All'epoca non ho avuto tempo di scaricarmeli, e la Radio Svizzera di lingua italiana non ne conserva online una copia alla quale io possa accedere senza una trafila burocratica piuttosto intricata. Li avete conservati da qualche parte? Se sì, contattatemi via mail, grazie!

A proposito di podcast radiofonici, quello della scorsa puntata del Disinformatico (12 febbraio) è disponibile per qualche settimana; lo è anche il servizio di Nova Radio Firenze sul rimborso di Windows, al quale ho partecipato insieme a una rappresentante dell'ADUC.


Aggiornamento


Fantastico: gli utenti si dimostrano ancora una volta i migliori custodi della memoria di Internet. Quasi tutte le puntate "perse" sono già arrivate e le sto già pubblicando nell'archivio online. Mancano ancora all'appello solo quelle del 17 luglio e del 4 settembre 2007, stranamente assenti da tutte le vostre collezioni (eppure so di averle trasmesse). Grazie a Sheldon Pax, p.delbufalo, ilmagicoalverman, ennionic****, digraziano.****, sergioch, robocgn, alelam****, mg!

2008/02/13

Ci vediamo a Trento il 14 per parlare di Internet in famiglia?

Il 14 febbraio alle 20.30 sarò a Trento, nell'aula magna del Liceo Classico "G. Prati", in via SS. Trinità, per un incontro pubblico dedicato al tema del rapporto fra tecnologia e famiglia: un'occasione per sfatare alcuni miti e falsi pericoli di Internet, mostrare quelli reali e le tecniche per contenerli. Se siete da quelle parti, fate un fischio a alberto.zanutto chiocciola soc.unitn.it per tutte le informazioni.


Aggiornamento


La presentazione che ho usato come base per la chiacchierata è scaricabile nel formato Powerpoint (lo so, lo so, ma Impress gira troppo piano sul mio vecchio iBook G4; mi sto attrezzando meglio).

Il file PowerPoint (24 MB) ha qualche limitazione di visualizzazione (i font e alcune immagini non sono leggibili su tutti i computer), per cui ne ho preparato rapidamente una versione PDF (66 MB).

Vorrei pubblicare il file anche in formato OpenDocument, ma l'importazione di OpenOffice.org dal PPT è un disastro. Mi spiace per gli amici che collaborano a OpenOffice.org, ma bisogna ammettere che l'interoperabilità MS Office/OOo è ancora un terno al lotto. Per cui accontentatevi di una serie di immagini zippate (4 MB).

Nel frattempo, ecco l'elenco delle risorse citate nella presentazione:


Vorrei ringraziare tutti per la partecipazione e per l'ospitalità fantastica.

2008/02/12

Sapreste riconoscere un vero UFO?

Quiz: che cos'è questo fenomeno?


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "goligiac" e "gp19706".

E' il 9 giugno 2007. In una limpida notte stellata, un piccolo oggetto luminoso solca il cielo e si dirige verso la Luna. Non si tratta di una stella, perché a un certo punto passa davanti alla faccia non illuminata della Luna. Pochi istanti dopo, un altro oggetto molto più grande emerge dell'altro lato della Luna, diventando luminosissimo, per poi sparire.

Si tratta della straordinaria registrazione dell'arrivo di un UFO a una base lunare aliena e della partenza di un altro veicolo più grande, con tanto di bagliore dei motori in accelerazione? La prima prova definitiva dell'esistenza di veicoli extraterrestri?

Date un'occhiata a queste immagini e pensateci. Se sapete la soluzione, non pubblicatela nei commenti: guastereste il gioco agli altri lettori. La spiegazione verrà data nella puntata di stamattina del Disinformatico radiofonico (Rete Tre RSI, ore 11).

L'arrivo





La partenza







La soluzione


Come spiega la Wikipedia in inglese, si tratta più banalmente di un Iridium flare, un riflesso dei pannelli solari di uno dei satelliti della serie Iridium, utilizzata per le telecomunicazioni. A occhio nudo, il riflesso produce un bagliore talmente luminoso da essere visibile anche di giorno per alcuni secondi.

Non preoccupatevi, quindi, e non pensate subito agli UFO se vedete uno di questi bagliori misteriosi.

Se vi interessa prevedere il prossimo Iridium flare e stupire i vostri amici, consultate il sito Heavens Above. Se usate Mac OS, potete installare questo comodo widget.

Paranormalisti, avete due anni di tempo: Randi ritirerà l'offerta da un milione di dollari fra due anni

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "bernart" e "sarin74". Da ormai dieci anni, il grande prestigiatore e cacciatore di ciarlatani James Randi offre un milione di dollari a chiunque riesca, in condizioni debitamente controllate e concordate con il candidato, a dimostrare un potere o un fenomeno paranormale qualsiasi. Non è un'offerta campata per aria: i soldi sono effettivamente depositati e vincolati. Di recente, però, Randi ha annunciato che l'offerta terminerà fra due anni. Ma visto che i più famosi sensitivi hanno accuratamente evitato di dimostrare i propri presunti poteri sottoponendosi al test, e che nessuno dei candidati che ci hanno provato è riuscito a superare le fasi preliminari, che si svolgono secondo regole concordate appunto con il presunto sensitivo, Randi ritiene che sia ormai improduttivo tenere vincolati quei soldi, utilizzabili per attività d'indagine più efficaci. Se ritenete di avere poteri paranormali, insomma, datevi da fare entro il 6 marzo 2010; la selezione dei candidati avviene in quasi tutti i paesi, Italia compresa. Se vi interessano i dettagli, contattatemi via mail. Come dice Randi, "i professionisti del settore sospireranno di sollievo perché non dovranno più rispondere a chi chiede perché non si candidano a ritirare il premio... Dieci anni sono un tempo sufficiente. Le centinaia di domande di partecipazione compilate grossolanamente, e le innumerevoli ore di telefonate, di scambi di e-mail, di discussioni faccia a faccia che abbiamo dovuto sopportare, saranno cosa passata". Se volete un bell'esempio del genere di ciarlatani con i quali Randi ha avuto a che fare in questi anni, non perdetevi questa scenetta con James Hydrick, il "sensitivo" che fece scalpore con il suo presunto potere di spostare gli oggetti con il pensiero. In realtà lo faceva soffiando abilmente, come Randi dimostrò disponendo dei leggerissimi truciolini di polistirolo intorno agli oggetti. I poteri di Hydrick svanirono istantaneamente.

Squalo innamorato, bufala confermata, pesce stantio (d’aprile)

Antibufala: risolto il mistero dello squalo innamorato


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "m.gatta****" e "mauro.art****".

La settimana scorsa ho raccontato della presentazione PowerPoint che sta appestando le caselle di posta di mezza Internet per descrivere la struggente storia di uno squalo femmina che, salvato da morte certa da un pescatore australiano, tale Arnold Pointer, ora lo segue ovunque e si fa anche accarezzare.

Una meravigliosa dimostrazione della tenerezza che la natura ci sa regalare se solo la assecondiamo? Macché: la storia è una bufala, che fa leva sul sentimentalismo e sul mito della natura come paradiso dove tutti gli animali vivrebbero in armonia, se non fosse per l'interferenza dell'uomo.

Le foto che accompagnano la presentazione sono fasulle (prese da un altro contesto), ma restava un dubbio: la citazione, all'interno della presentazione, di una rivista di pesca francese realmente esistente, indicata come fonte autenticatrice della storia, con tanto di fotografia dell'articolo della rivista che narra la vicenda del pescatore Pointer e dello squalo femmina, Cindy.



Come è possibile che esista un articolo di rivista che documenta la storia, se la storia è una bufala? Semplice: la soluzione arriva direttamente da Julien Lajournade, della rivista in questione, Magazine des Voyages de Pêche. Lajournade, contattato dal Disinformatico, ha spiegato che la rivista ha pubblicato davvero l'articolo, due anni fa, ma come uno dei suoi tanti pesci d'aprile.

Insomma, non solo il dubbio residuo è stato chiarito, ma è anche emersa la fonte intenzionale della bufala. Caso definitivamente chiuso. Almeno spero.

UFO quiz, seconda parte

Lo sapevo, io, che erano veicoli militari segreti!


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "ranieri" e "massimob".

Una delle teorie riguardanti gli UFO è che si tratti di veicoli militari top secret. Ecco alcune foto che dimostrano l'interesse militare, a partire dagli anni Cinquanta, per i veicoli a forma di disco volante.

Ahimè, nell'ufologia il falso è sempre in agguato. Sapreste dire se queste foto sono autentiche o meno? Se sapete la soluzione, non rivelatela nei commenti, così tutti possono cimentarsi. Le risposte verranno pubblicate dopo la puntata di oggi del Disinformatico radiofonico.







La soluzione


Le due foto di mezzo sono autentiche: mostrano il fallimentare Avrocar, velivolo sperimentale che non riuscì mai a compiere un volo decente verso la fine degli anni Cinquanta ed è causa di infiniti malintesi ufologici. La prima foto e l'ultima, invece, sono fotomontaggi ben realizzati, come descritto presso Aerospaceweb.org.

Visto com'è facile creare false prove? Proprio per questo dobbiamo stare attenti prima di credere a quanto ci viene propinato, magari da fonti interessate a vendere qualche libro o DVD di paccottiglia.

2008/02/11

Foto: formattazione di un HD. A mezzo trapano

Sicurezza: come rendere sicuramente illeggibile un hard disk per evitare fughe di dati


La vittima


L'arma del delitto


Il maniaco assassino





Il video verrà pubblicato prossimamente.








Aggiornamento (2008/04/26): il video è disponibile.

Radio: rimborso di Windows ore 10

Il punto sul rimborso di Windows


Avete già una licenza di Windows e non volete pagarla ancora per niente quando comperate un computer? Conviene evitare il problema alla fonte, se possibile, comperando computer privi di Windows, ma se siete caparbi esiste la possibilità, indicata in licenza, di ottenere un rimborso per Windows. La clausola c'è da circa un decennio, e io riuscii ad utilizzarla nel 1999 (come raccontato qui).

Da allora molti altri utenti, in Italia e altrove, hanno litigato e ottenuto il rimborso (che è un diritto, non una pretesa), ma la strada è tutta in salita e i rivenditori fanno resistenza, ponendo ostacoli e vessazioni a non finire, come l'obbligo di rispedire l'intero computer per rimuovere Windows e il relativo bollino di licenza, naturalmente a spese dell'utente.

L'ADUC ha predisposto un modulo per richiedere il rimborso (anche per Windows Vista) e ha radunato una serie di dati e articoli di riferimento per chiunque tenti questa strada, con decisioni dell'Antitrust italiano e una recente sentenza del Giudice di Pace di Firenze da citare per far capire ai rivenditori che fanno orecchio da mercante che fate sul serio e la legge è dalla vostra.

Nova Radio Firenze (ricevibile anche in streaming) ne parla questa mattina dalle 10 in poi e mi ha invitato a partecipare telefonicamente alla trasmissione: se avete storie di rimborsi riusciti o falliti da raccontare, contattate l'emittente al numero 055-3215139 oppure presso diretta chiocciola novaradio.info.

La serie completa dei miei articoli sul rimborso di Windows è raccolta qui.

2008/02/09

Mac Mini Resurrection

Non provateci a casa: cambiare l'hard disk a un Mac Mini


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "stefano.pa****" e "luigi.piu".

Un paio di giorni fa uno dei Mac Mini del Maniero Digitale, quello già Frankensteinizzato a suo tempo, ha deciso di andare al creatore. Stavo scandendo ad alta risoluzione delle immagini piuttosto grandi (degli A4 a 1200 dpi) quando Mac OS X si è congelato completamente durante la fase di elaborazione della scansione acquisita. Anche l'uscita forzata Mela-Alt-Esc non rispondeva più.

L'unico riavvio possibile era quello duro: pulsante di accensione, premuto per cinque secondi, fino allo spegnimento; poi riaccensione dopo una breve attesa. Il Mac Mini è ripartito, ha fatto vedere momentaneamente un prompt di login (testuale), al quale ho risposto con la password utente, e poi si è bloccato sulla schermata grafica di login utente.

Un ulteriore riavvio dopo aver scollegato tutte le periferiche non essenziali non ha risolto nulla: anzi, non è uscito manco il prompt di prima. Il Mini è rimasto immobile sulla schermata grigia con la mela.

Panico? No, anzi: una buona occasione per ripassare e mettere alla prova qualche tecnica di recovery in ambiente Apple. Avevo i backup dei dati utente del giorno prima, quindi i dati non erano a rischio, ma avrei preferito evitare una riconfigurazione da capo e sarebbe stato un bel colpo recuperare dal disco anche i dati del giorno corrente.

Tentativi di rianimazione


Il primo tentativo è stato il boot dal DVD di Tiger: accensione, inserimento DVD, pressione del tasto C per far fare boot dal DVD. E' partita la schermata grafica di Mac OS X, caricata dal DVD bootabile. La visualizzazione corretta della schermata e i risultati delle utility diagnostiche presenti sul DVD mi hanno fatto pensare che non si trattasse di guasto al processore o alla RAM, ma di un problema su disco. Così ho tentato una riparazione del disco con Utility Disco, e ho ottenuto questo desolante messaggio:

mac-mini-disco-kaputt.JPG

Una ricerca in Google con l'equivalente inglese ("invalid key length") mi ha fornito qualche indizio e qualche alternativa. Sempre dal DVD di boot, ho aperto un terminale e tentato un fsck -fy (la f è necessaria per forzare la riparazione se è attivo il journaling, come lo è di default in OS X 10.3 e 10.4), che mi ha offerto una diagnosi più precisa: c'erano dei settori del disco che risultavano illeggibili, e fsck non riusciva a ripararli.

mac-mini-disco-kaputt-commandline.JPG

E' risultato impossibile anche il boot dal disco difettoso in Single User Mode (Cmd-S premuti al boot). Anche il boot da DVD con reinstallazione del sistema operativo (nella comoda modalità che non elimina i dati dell'utente ma ripristina il sistema operativo) è fallito miseramente.

In compenso, il backup supplementare ha avuto successo: ho collegato un hard disk esterno e con il Terminale sono riuscito a completare un ulteriore backup delle cartelle utente (basta usare cp -R). Mai sottovalutare il potere della riga di comando. Ho provato quindi a recuperare il lavoro di oggi. Ahimè, su alcuni file ho ottenuto un errore di I/O, e per quelli sarà necessario il backup precedente, ma il grosso è salvo.

Di certo, a questo punto, devo rinunciare alla possibilità di continuare a usare quel disco e mi tocca affrontare una reinstallazione. Avrei potuto investire 100 dollari in una utility come DiskWarrior, ma i risultati sarebbero incerti, per cui (visto che i dati li avevo) ho optato per una scelta drastica: dato che il colpevole del guasto era chiaramente il disco rigido, un vecchio 40 GB che ha fatto i suoi bravi tre anni di onorato e continuato servizio e può quindi essere pensionato senza troppe lacrime, ho scelto di espiantare il disco guasto e installarne uno nuovo, reinstallando Mac OS X e i dati di backup.

Come sventrare un Mac Mini


Ho aperto il Mac Mini come descritto a suo tempo, trovandovi una quantità terrificante di polvere e pelucchi incastrati nelle prese d'aria, che si trovano lungo il perimetro della base. Questo potrebbe aver contribuito non poco a un surriscaldamento dell'hard disk che ne ha accorciato la vita. Uno dei difetti di questi mini-PC è che è praticamente impossibile pulirli dalla polvere senza smontarli: soffiarvi con l'aria compressa non farebbe altro che spingere la sporcizia ancora più verso l'interno.

Ho rimosso il masterizzatore di CD e l'hard disk togliendo le tre viti che fissano il telaio di plastica nera alla motherboard e facendo attenzione al cavetto che porta all'interruttore. Le foto su Flickr riportano le indicazioni delle posizioni di questi componenti. Trovo ancora tanta, tanta polvere.

mac-mini-smontaggio1.JPG

L'hard disk è fissato da quattro viti laterali. Tre sono facilmente accessibili: la quarta è raggiungibile soltanto smontando prima la ventolina (tre viti).

mac-mini-smontaggio2.JPG

mac-mini-smontaggio3.JPG

Trapianto


Estrarre il disco sganciandolo dal connettore a pettine è stata la parte più delicata: bisogna evitare di piegare i pin e deformare la schedina che regge lo zoccolo in cui s'innestano i pin del disco.

mac-mini-smontaggio4.JPG

Anche il montaggio del disco rigido sostitutivo (in questo caso un normale 80 GB da notebook) va fatto con la stessa attenzione per non piegarne i pin. Ho proceduto poi rimontando le quattro viti che reggono il disco, riposizionando la ventola e fissandola con le sue tre viti. Il telaio che regge il masterizzatore e l'hard disk va innestato e fissato con le sue tre viti.

Reinstallazione


Richiuso il Mac Mini con il consueto inquietante rumore di plastica che scatta in posizione ma sembra che si spacchi, ricollego le periferiche minime (mouse e tastiera) e reinstallo Tiger dal DVD. Seguono poi le applicazioni e il trasferimento dei file dai backup. Nel giro di poche ore sono di nuovo operativo, e con un'installazione pulita (solo le versioni più aggiornate delle varie applicazioni, e solo le applicazioni realmente in uso).

Morale dell'avventura


Per quanto microscopico, il Mac Mini si è rivelato molto più manutenibile di quanto temessi. E' sopravvissuto sia a un cambio di RAM, sia a un cambio di hard disk, ed è ora pronto a proseguire, spero, per qualche altro anno di attività ininterrotta (i miei Mac non vengono mai spenti).

Il tempo di inattività molto breve è stato tollerabile soltanto perché disponevo di un backup fresco dei dati. Avrei potuto ridurre ulteriormente i tempi se avessi avuto un backup immagine recente dell'intero disco (ne avevo uno, ma un po' troppo vecchiotto, per cui conteneva versioni vecchie delle applicazioni e delle configurazioni).

L'incidente ripropone un concetto spesso trascurato: i dischi rigidi prima o poi si guastano sicuramente, e bisogna essere pronti per quel momento. Io ho risolto usando SuperDuper (gratuito in versione base).

E per finire, il trapano


A proposito di sicurezza di dati, bisogna tenere presente anche il destino del vecchio disco rigido. Buttarlo via intero esporrebbe al rischio del data trashing: qualcuno potrebbe recuperare il disco dalla spazzatura (pardon, dal riciclaggio) e leggerlo, recuperando (come ho fatto io) gran parte dei miei dati personali. Su quel disco ci sono i dati della mia contabilità, la corrispondenza privata, e altri file personali.

Formattazione a basso livello con passate multiple di scrittura i dati random? Smagnetizzazione del disco con grosso elettromagnete? Noooo. Mai usare una tecnologia complessa quando ne basta una più semplice e più divertente. Si prende un trapano e si buca l'intero hard disk. Un paio di volte, giusto per sicurezza e per prolungare il passatempo.

Se a qualcuno interessa il video, lo pubblico. Astenersi se impressionabili. Mi raccomando: se scegliete questa strada, lavorate in condizioni di sicurezza per evitare infortuni.

2008/02/08

Le Iene e cellulari, NON riproviamo stasera

Niente cellulari in volo stasera



Questa sera dovrebbe andare in onda il servizio de Le Iene dedicato alla pericolosità dei cellulari in aereo. Visto il rinvio, è stato girato del materiale aggiuntivo che dovrebbe essere molto interessante. A stasera!

Aggiornamento


Come non detto: la redazione mi ha appena avvisato che il pezzo non andrà in onda stasera. Sigh.

2008/02/07

Si congeda Victor Bergman di Spazio 1999

Barry Morse, 10/6/1918-2/2/2008


Ci ha lasciati l'attore Barry Morse, che molti ricorderanno come il saggio professor Bergman di Spazio 1999 e come l'implacabile tenente Gerard nella serie TV Il Fuggitivo. Trovate una sua scheda biografica qui in italiano; viene ricordato qui dalla CNN; il suo sito ufficiale è Barrymorse.com.

Da Nick Tate (il pilota Alan Carter di Spazio 1999) ricevo, traduco e pubblico con il suo permesso queste parole di ricordo.

Cari amici,

non dobbiamo rattristarci troppo per l'inchino finale di questo bravo attore e uomo dai modi gentili. 89 anni è un'età straordinaria, per chiunque, per essere ancora pieni di vita e andare in giro per il mondo come Barry sapeva fare. E' stato un attore meraviglioso e intelligente, un marito affettuoso e un padre orgoglioso. Lo so perché parlammo molto nel corso dei due anni in cui ebbi il piacere di lavorare con Barry alla prima stagione di Spazio 1999. Il suo tranquillo talento professionale era un grande esempio per noi attori più giovani, ed era sempre disponibile. Somigliava, in effetti, al personaggio che interpretava, il professor Bergman: valeva sempre la pena di chiedere almeno i suoi consigli saggi e consultare la sua profonda conoscenza del mestiere.

Nel corso degli anni sono stato invitato a molti raduni di fantascienza, alla maggior parte dei quali non ho potuto partecipare, ed è stato sempre un piacere imbattermi in Barry in un paio di queste occasioni. Era popolarissimo presso i fan e sembrava diventare sempre più raffinato col tempo, come un corposo vino d'annata. Siamo fortunati, ora che ci sono i DVD, di poter bere dalla sua cantina in ogni momento.

Addio, amico, ci vediamo lassù in cielo... non troppo presto, spero...

Con affetto

Nick Tate

2008/02/06

Brevi di oggi

Podcast e TV per i rischi dei blog; cavi tranciati; caccia ai satelliti; Linux militare; complottisti sferzati; regole presidenziali


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Il podcast del Disinformatico radiofonico di ieri è disponibile per qualche settimana sul sito della RTSI. Ho parlato del ruolo e delle regole dei blog nel Quotidiano (TSI) di ieri a proposito dell'omicidio insensato di Damiano Tamagni a Locarno.

A proposito della recente vicenda dei cavi primari di trasmissione dati misteriosamente tranciati, qui trovate un grafico molto chiaro e dettagliato (anteprima qui accanto) della distribuzione e dell'importanza di questi cavi in tutto il mondo.

Per coloro che pensano che sia facile ordire cospirazioni senza che nessuno se ne accorga: Satobs.org è il sito degli appassionati di caccia ai satelliti, capaci di rivelare la presenza e le coordinate dei satelliti spia di tutti i paesi. Ebbene sì, i satelliti sono visibili da terra, spesso a occhio nudo e persino di giorno (googlate "iridium flare" o guardate direttamente i filmati qui). C'è un bell'articolo in merito sul New York Times (registrazione gratuita), che risponde molto bene all'obiezione che avranno molti: non è pericoloso per la sicurezza nazionale rivelare a tutti le coordinate dei satelliti militari? La risposta è che se sono in grado di farlo degli hobbisti con un binocolo, un cronometro e un bel po' di matematica, sono certo in grado di farlo i cinesi (o l'avversario di turno).

La prossima volta che qualcuno vi dice "Linux non lo usa nessuno", citategli i militari USA, che lo stanno facendo (con qualche problema di integrazione).

Ogni tanto qualche voce si leva a dire le cose come stanno sul complottismo: Aldo Grasso scrive sul Corriere, rivolgendosi a Corrado Augias in merito allo spazio offerto su Raitre alle teorie sull'11/9 di Giulietto Chiesa, e le definisce senza mezzi termini "deliranti convinzioni". La frase è verso a fine dell'articolo.

Consigli d'immagine per presidenti aspiranti e in carica: qualunque cosa facciate, non fatevi mai fotografare mentre indossate gli occhialini 3D. Con Carla Bruni? OK, molto OK. Con un sigaro usato da Monica Lewinski? Passabile, con qualche imbarazzo. Con gli occhialini 3D? Bispluserrato. Non fatelo neanche se siete il presidente iraniano e avete la reputazione di essere l'uomo più serio del mondo. Neanche per guardare un documentario sullo spazio. Mai. Mai. Mai. Perché questo, come mostra il Guardian, è il risultato:


Totally uncool.

2008/02/05

Antibufala: un amore di squalo

Anche gli squali hanno un cuore. Di bufala


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "canta****o_claudio" e "antonio.zan****".

Sta circolando una presentazione Powerpoint, intitolata jdr-SHARK'SLOVE.pps, che mostra con dovizia di immagini eloquenti la storia di tale Arnold Pointer, perseguitato da uno squalo femmina che ha un debito di gratitudine con lui:

LOVE STORY
La rivista francese "Le magazine des voyages de pêche" nella sua 56th edizione ha pubblicato una notizia sorprendente: una incredibile storia d'amore.
"Arnold Pointer, un pescatore professionista dell'Australia Meridionale, ha salvato dalla morte certa un grande squalo bianco femmina rimasta impigliata nelle reti da pesca. Ora il pescatore ha un problema; dice: "Sono passati 2 anni e lei non mi lascia in pace. Mi segue ovunque vada, e così fa scappare tutti i pesci. No so più cosa fare."
E' difficile sbarazzarsi di uno squalo lungo 5 metri; non tanto perché gli squali bianchi sono una specie protetta, ma per via dell'amore reciproco nato tra Arnold e "Cindy". Arnold dice: "Quando fermo la barca, lei viene da me, si gira sul dorso e lascia che io le accarezzi la pancia e il collo, grugnisce, gira gli occhi, e muove le pinne su e giù sbattendole in acqua felice..."
INCREDIBILE!!!

Uno squalo,
Un uomo,
E un cuore grato per avermi salvato LA VITA!

L'umanità ha ancora molto da imparare
dagli animali, dalla Natura!
Ti auguro una fantastica giornata!


Secondo l'indagine antibufala di Magnaromagna e di Hoax Slayer, le foto della presentazione risalgono in realtà a un numero della rivista Africa Geographic del 2005 e non ritraggono affatto un pescatore australiano e uno squalo che gioca amorevolmente con il pescatore suddetto.

La rivista francese citata nell'appello, tuttavia, esiste (qui), e nella presentazione compare un'immagine di una pagina di rivista che racconta la storia in francese. Ho contattato la redazione della rivista per saperne di più.

Aggiornamento (2008/02/12)


La rivista ha risposto: tutti i dettagli sono qui.

Antibufala: il complotto dei cavi tranciati

Tranciato un cavo vitale di Internet. Anzi due. Anzi tre. Facciamo quattro. Che succede?


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "samuelpickwick" e "alessandrofa****".

Quando una disgrazia capita una volta, è un incidente. Due volte, è una coincidenza. Ma se capita tre, o addirittura quattro volte, è sicuramente un complotto. Almeno questo è quel che pensano alcuni a proposito della raffica di cavi Internet tranciati negli ultimi giorni. C'è addirittura chi teme che si tratti di una "prova generale" di blackout informativo, magari per censurare notizie scomode o come preliminare all'attacco militare all'Iran, magari durante il Superbowl (che è già passato e quindi ha sbufalato la teoria).

In sintesi: il 30 gennaio, due cavi di telecomunicazione nel Mediterraneo, il FLAG e il SEA-ME-WE4, sono risultati danneggiati, causando rallentamenti fino al 70% alle comunicazioni in Medio Oriente e in India. L'1 febbraio è risultato tranciato al largo delle coste del Dubai un terzo cavo, il FALCON. E domenica 3 febbraio, un altro cavo che collega il Qatar agli Emirati Arabi ha dato problemi ed è stato disattivato. Che sta succedendo?

C'è chi ha ipotizzato cause decisamente più banali, come gli assestamenti del fondale o il tranciamento ad opera delle ancore delle navi (che in passato hanno effettivamente interrotto dei cavi), ma le registrazioni non riportano la presenza di navi nelle zone di Alessandria e Marsiglia, dove si troverebbero i danni ai primi due cavi, intorno agli orari in cui sono state rilevate le interruzioni, stando al Ministero delle Telecomunicazioni egiziano. Per quanto riguarda il quarto cavo, non si tratterebbe di un taglio, ma di un problema di alimentazione.

Mentre i tecnici redirigono il traffico di dati e telefonate attraverso canali alternativi e si attende che le navi appoggio giungano sui luoghi di danni per ripararli e chiarire le cause delle interruzioni, si può chiarire fin da subito la causa di un fenomeno che ha allarmato alcuni osservatori: l'Internet Traffic Report che segnala connettività zero specificamente per l'Iran. Come mai?

Semplice: l'ITR, come spiegano le sue FAQ, si basa su un ping inviato a un elenco specifico di router. I dati riguardanti l'Iran si riferiscono a un singolo router e quindi non sono molto indicativi delle condizioni delle comunicazioni in tutto il paese. Tant'è vero che il blog del presidente iraniano è accessibile.

Ma se volete una teoria di complotto, eccola: non si tratterebbe di un preparativo d'attacco, ma della collocazione di una sorta di cimice per intercettare l'enorme mole di traffico che passa sui cavi verso i paesi mediorientali, collocata dalla NSA, che secondo fonti solitamente bene informate avrebbe proprio questa capacità. Ma in tal caso, perché farsi notare così vistosamente, tranciando tanti cavi insieme?

(fonti: BBC, New York Times, ArabianBusiness.com, The Inquirer, The Press Association)

Antibufala: si può telefonare a scrocco dagli aerei?

La leggenda del cellulare volante


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "marzio.fatu****" e "clodem".

Non voglio anticipare tutto il dossier che ho preparato per Le Iene prima che mandino in onda il servizio sulla pericolosità dei cellulari in aereo, ma visto che si tratta di parecchio materiale, comincio a pubblicarne alcuni stralci, anche perché è importante stroncare uno dei miti che possono indurre a violare la sicurezza dei voli.

Il mito in questione è che sia proibito usare i cellulari a bordo soltanto perché telefonare ad alta quota manderebbe in tilt il sistema di gestione degli addebiti e quindi si potrebbe telefonare gratis, e gli operatori telefonici non vogliono scrocconi.

I dati tecnici sbufalano drasticamente questo mito: avrebbero forse potuto funzionare i cellulari analogici (ormai in disuso), almeno a quote basse. Ne abbiamo un esempio tragico negli eventi dell'11 settembre: a bordo del Volo 93, quello caduto in Pennsylvania, un passeggero (Edward Felt) e una hostess (CeeCee Lyles) riuscirono a usare brevemente i loro cellulari per due chiamate quando l'aereo era a meno di 1800 metri di quota.

Ma per quanto riguarda i cellulari digitali, ci sono dei limiti intrinseci del sistema che rendono sostanzialmente impossibile telefonare in quota. Lo standard GSM ha un limite pratico di 35 chilometri fra cellulare e stazione radio base (estendibile se si interviene sul parametro del timing advance). Non è un limite di portata del segnale radio: è un limite dettato dall'esigenza di sincronizzare più telefonate in modo che condividano la stessa frequenza senza disturbarsi a vicenda. Quindi niente telefonate sull'oceano, ma almeno in termini di distanza sarebbe possibile agganciarsi a un'antenna anche in quota (a 10 km o più).

Lo stesso motivo di sincronizzazione pone però un limite (dettato a livello di specifica) di 250 km/h di velocità relativa fra telefono e stazione radio base, anche se i test sui treni ad alta velocità indicano che il GSM 900 può funzionicchiare fino a 500 km/h (Application of GSM in high speed trains: measurements and simulations, IEEE, 1995); ma il GSM 1800 ha un limite ancora inferiore (circa 125 km/h). Considerato che gli aerei volano mediamente a oltre 800 km/h, la sincronizzazione risulta impossibile.

In altre parole, usare il cellulare in volo è non solo pericoloso e stupido: è inutile.