2010/06/29

La cospirazione dell’arcobaleno

Sostanze chimiche nell'acqua "rivelate" innaffiando il giardino


Attenzione: questo articolo vi farà perdere ogni speranza che il genere umano sia dotato d'intelligenza e sia preparato a gestire le sfide sociali e tecnologiche di oggi e quelle ancora più serie del futuro. Il vostro cervello comincerà a sanguinare. Non leggete il resto. Questo è il mio ultimo avviso.


Il video mostrato qui sopra e quest'altra copia sono già stati visti oltre tre milioni di volte. Traduco correggendo gli strafalcioni.

Didascalia: Gli aerosol arcobaleno di HAARP, 6 luglio 2007 - Ora il nuovo fenomeno è gli arcobaleni vicino al suolo - vent'anni fa non notavamo mai questi effetti arcobaleno così prevalentemente.

Voce: "Ciao, oggi è il 6 luglio 2007, sono circa le quattro e mezzo del pomeriggio, e mi sto chiedendo che diavolo c'è nell'acqua che ci viene fornita, cosa c'è nell'ossigeno che ci viene fornito, dei sali di ossidi metallici che creano un effetto arcobaleno in un irroratore. Che cosa sta trasudando dal terreno, che permette a questo genere di effetto di esistere? Non più soltanto intorno al nostro sole e alla nostra luna, ma dovunque guardiamo, lo spettro visibile è di arcobaleni. Questo non può essere naturale. Sappiamo tutti che vent'anni fa non succedeva, ma adesso sta succedendo adesso [sic]. Noi, come nazione, dobbiamo chiederci cosa diavolo sta succedendo. Che cosa sta trasudando dalla nostra terra?"

Vi avevo avvisato.

2010/06/28

Rai libera Superquark anti-2012, facciamo sentire il nostro grazie?

Superquark e la balla del 2012: il video è in streaming senza vincoli geografici, guardatelo per far capire che apprezziamo


Lo spezzone di Superquark in cui Piero Angela e la sua redazione fanno a pezzi tutta la montagna di iella catastrofista intorno al 2012 è ora disponibile in streaming dal sito Rai.tv a questo link.

Il video è libero da vincoli geografici, a quanto mi risulta (dalla Svizzera è visibile, perlomeno). Vi va di dare alla Rai un segno di quanto ci interessa Superquark e di quanto apprezziamo queste scelte? Allora vi invito a guardare il video presso la Rai e a segnalarlo ai vostri amici. Vediamo se riusciamo a far correre il contatore delle visualizzazioni. Chissà che magari a qualche vicedirettore Rai, o a chi nomina i vicedirettori, la cosa possa dare qualche piccolo spunto di riflessione.

Inoltre, se volete conoscere a fondo i fatti intorno alla presunta profezia Maya del 2012 e divertirvi imparando, vi segnalo il libro 2012: è in gioco la fine del mondo, del prestigiatore e ricercatore del mistero Mariano Tomatis. È il libro sul 2012 che avrei voluto scrivere io se avessi la sua competenza e bravura nel divertire.

Segnalo infine la drammatica scoperta di Popo Lucas: proprio il video di Superquark documenta che i Maya erano profeti straordinariamente precisi. Dice il sito: "la profezia sul 2012 è sicuramente una bufala, ma i Maya hanno davvero previsto un evento catastrofico per i nostri giorni: l'arrivo delle vuvuzela nel mondiale del 2010!". Leggete i dettagli qui.

2010/06/27

Un po’ di novità lunari

Luna, il direttore di Reflex accusò in TV la NASA di aver ammesso la falsificazione delle foto


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Segnalo brevemente qualche novità sul lunacomplottismo. Giulio Forti, direttore della rivista fotografica Reflex, nel 2003 accusò la NASA non solo di aver falsificato almeno una foto dello sbarco sulla Luna, ma anche di aver ammesso la falsificazione. NASA rea confessa? L'indagine è qui, insieme al video della dichiarazione di Forti, alla sua risposta alla mia richiesta di chiarimenti e a due brevi spezzoni della diretta TV restaurata e della ripresa 16mm riversata in alta definizione che faranno parte del mio documentario libero e gratuito Moonscape.

Se vi interessa costruire un esemplare in scala 1:1 della bandiera piantata sulla Luna che a Giulio Forti pare falsa, utilissimo per dimostrare una volta per tutte che il dondolio della bandiera è in realtà la miglior conferma che le immagini lunari furono riprese nel vuoto, ho preparato qui dimensioni e istruzioni.

Per chi volesse andare a toccare con mano i reperti delle missioni lunari e sincerarsi che non si tratta di modellini holllywoodiani, ho compilato un elenco dei luoghi dove visitare gli esemplari sopravvissuti del gigantesco missile Saturn V. Ne vedete uno qui sopra.

Per tutti gli appassionati delle foto lunari, ho ricevuto conferma dal curatore dell'Arizona State University che la scansione ad altissima risoluzione delle fotografie scattate dagli astronauti sulla Luna, con immagini fino a 12800 x 12800 pixel, sarà pronta entro la fine del 2012 (con buona pace dei Maya e dei menagramo). Tutti i dettagli, incluse le foto della cella refrigerata dove sono conservate le pellicole originali, sono in questo articolo su ComplottiLunari.info.

 Infine, una foto lunare fresca fresca: la Luna piena di oggi, fotografata dalla Stazione Spaziale Internazionale e messa su Twitter dall'astronauta Douglas H. Wheelock. Non perdetevi l'originale a risoluzione esagerata.

2010/06/26

Cinema e pirateria, da che pulpito

Non ruberesti mai un'auto. Non ruberesti mai una borsetta. Non ruberesti mai un disegno dalla locandina di un altro film


Questa è la locandina (solo in Italia) di La Regina dei Castelli di Carta, tratto dal romanzo di Stieg Larsson, secondo il sito ufficiale del film. Locandina piuttosto recente: il film è uscito il 28 maggio scorso in Italia.


E questa è la locandina della Kaiser Creative per Fight Night, film del 2008:


Ho contattato la Kaiser Creative, che mi ha confermato che non sapevano di questa disinvolta citazione e che non è la prima volta che subiscono questo genere di furto.


Piccolo promemoria per chi spreca soldi con stupidi slogan antipirateria che vengono visti soltanto dagli acquirenti dei film regolari e con sistemi anticopia inutili e costosi: non guasterebbe guardare in casa propria e fare un po' di pulizia prima di ergersi a paladini del diritto d'autore e salire sul pulpito.

Grazie a Photoshop Disasters per la segnalazione.

2010/06/25

Superquark sul 2012 è su Youtube [UPD 2010/06/28]

Per chi non riesce a vederlo tramite la Rai, Superquark sul 2012 è qui: condividerlo è dovere civico


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Ecco i link non ufficiali alla parte della puntata di Superquark di ieri in cui Piero Angela ha fatto a pezzi in nove minuti tutte le idiozie sul 2012 che hanno fruttato un sacco di soldi ai cialtroni che le promuovono e hanno spaventato inutilmente le persone più vulnerabili: prima parte, seconda parte.

Sì, lo so, non sono link benedetti dalla Rai: lo streaming ufficiale della puntata è qui su Rai.it. Ma non tutti ne possono fruire per limitazioni geografiche [aggiornamento: questo link ora sembra essere fruibile internazionalmente]. Youtube non ha questo limite.

La Rai farebbe bene a rendere visibili questi nove minuti di televisione anche agli italofoni all'estero, per fare ammenda della montagna di scemenze che ha rigurgitato attraverso Voyager e compagnia bella. E gli insegnanti, nelle scuole, farebbero bene a scaricare e presentare ai loro studenti questa stroncatura totale, autorevole e senza compromessi. La fine del mondo nel 2012 è una balla, e chi vi vuole convincere del contrario è un cretino o un truffatore. O un truffatore cretino. Fine della storia.


Cerchio nel grano annuncia allineamento cosmico per il 26 giugno

Nervosi? Rilassatevi, domani arriva l'orgasmo cosmico, lo annuncia un cerchio nel grano


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Ieri sera Piero Angela ha smontato a Superquark tutta la costellazione di cretinate scritte in libri e giornali e teletrasmesse senza ritegno intorno alla presunta fine del mondo nel 2012. Finalmente un antidoto al veleno mentale che sta spaventando soprattutto i bambini, ma anche parecchi adolescenti e adulti, a giudicare dalle mail che ricevo e dalle segnalazioni di Queryonline: peccato che in confronto all'oceano d'inchiostro e di passaggi televisivi di cui ha beneficiato questa storiella dei Maya menagramo, Superquark è un antidoto in dose quasi omeopatica.

Infatti la fantasia dei duemiladodicisti non dorme mai, e stavolta ha partorito una profezia decisamente atipica. Innanzi tutto, ha una scadenza vicinissima: il 26 giugno prossimo. Domani. Inoltre, una volta tanto, invece di menare gramo preannuncia "guarigione, un nuovo campo di consapevolezza" e nientemeno che "un orgasmo cosmico". Non mondiale o interstellare o galattico, ma cosmico. Le cose o si fanno bene, o non si fanno.

A cosa dobbiamo quest'abbondanza di guarigione e di trasporto fisico e spirituale? Alla "Grande Croce, che si attiverà il 26 giugno 2010 e il 21 dicembre 2012." Eccolo lì, il 2012. Non manca mai.

Facciamoci spiegare bene la faccenda da Angeli in Astronave e Josaya.com, due dei tanti siti che hanno pubblicato l'annuncio che ora sta girando anche via mail in italiano e in altre lingue. Il 22 maggio scorso è apparso vicino al mulino di Wilton, in Inghilterra, un cerchio nel grano (quello mostrato all'inizio di questo articolo) che secondo i responsabili di questi siti contiene "un messaggio in codice" riferito alle due date suddette, quando si verificherà "una straordinaria costellazione planetaria: la Grande Croce".

C'è anche un disegno esplicativo di questa "costellazione":


L'allineamento planetario è annunciato anche dal Consiglio Pleiadiano-Siriano (nel senso di abitanti del sistema solare di Sirio, non della Siria) in video come questo, dove parla per dieci minuti ininterrotti una loro portavoce terrestre, tale Solara An-Ra, mostrata nel fotogramma qui accanto. A un certo punto, verso la fine del video, arriva un gatto che le cammina intorno e addosso con aria molto perplessa. Non è il solo ad averla, probabilmente.

"Secondo il messaggio del Crop Circle, il Sole quel giorno creerà un nuovo spazio, uno spazio di guarigione, un nuovo campo di consapevolezza. Il 26 giugno il Sole unirà due polarità, fondendole in unione. Questa fusione di polarità porta ad un corto circuito o, in altre parole, ad un orgasmo cosmico grazie al quale si aprirà un nuovo spazio. Questo nuovo spazio è un dono perché, in esso, ciò che prima sembrava privo di significato, improvvisamente avrà di nuovo un senso. Ciò che si dischiude sarà perciò una realtà nuova e corretta, trasformata nel suo aspetto.

Secondo il messaggio del Cerchio nel Grano, questo nuovo spazio sarà accessibile a tutti, attraverso il potere della consapevolezza.

Se in quel momento l’AMORE si manifesterà sulla terra fosse anche per poche ore e grazie ad una sola persona, o grazie ad una sola coppia innamorata, quest’esperienza d’AMORE lascerà una traccia in questo nuovo spazio appena aperto, una traccia eterna che rimarrà attiva per sempre. Una traccia splendente, una traccia d’amore visibile molto oltre l’atmosfera terrestre. Il potere di questo spazio crescerà in modo esponenziale. Ed i canti della Matrix Guarita, saranno le melodie che riempiranno questo spazio!"

Pare di capire, insomma, che domani il mondo verrà trasformato e tutti saremo più buoni e più saggi. Attendiamo col fiato sospeso di verificare l'esattezza di quest'annuncio.

Fantasie di salvezza new age extraterrestri a parte, come stanno davvero le cose? Innanzi tutto il "cerchio nel grano" non è nel grano, come si può vedere qui sotto. Ma si tratta di un peccatuccio veniale, una svista di traduzione, visto che "crop circle" in inglese significa in realtà "cerchio in una coltivazione". La precisazione del grano è italiana. Tranquilli, gli alieni che fanno i crop circle lo sanno.


Il disegno del "cerchio nel grano che non è nel grano" non annuncia delle date orgasmiche, ma è una codifica di una celebre formula matematica, l'identità di Eulero, espressa con un codice molto terrestre (l'ASCII, quello usato in informatica) e oltretutto con qualche refuso, come spiegato dall'astronomo Gianni Comoretto qui e dall'esperto di crop circle Francesco Grassi qui. Forse che gli alieni non sanno la matematica?

Veniamo all'annunciato allineamento dei pianeti. Usando il simulatore offerto da Fourmilab.ch, identico a quello presentato nell'annuncio cosmico, sembra proprio che domani i pianeti del Sistema Solare saranno disposti grosso modo a croce, come si può vedere qui sotto.


A croce, però, a patto di ignorare Nettuno, che se ne sta tutto storto (è il pallino azzurro in basso a destra). E a patto di dimenticarsi che i pianeti non sono rappresentati in scala e che questo falsa la loro posizione, creando l'impressione di una disposizione a croce che in realtà non c'è. Infatti se ingrandiamo, in modo da ridurre la sproporzione fra le dimensioni dei pianeti e le loro orbite, e prendiamo la porzione centrale del nostro sistema solare, scopriamo che il 26 giugno la Terra, Mercurio, Venere e Marte non saranno affatto disposti a croce:


Il simulatore planetario della NASA fornisce uno schema ancora più eloquente:



Neanche il 21 dicembre 2012 ci sarà una disposizione a croce:


Dati alla mano, insomma, non possiamo fare affidamento sull'idea che una "Grande Croce" planetaria ci porterà un "orgasmo cosmico". Bisognerà ricorrere ai metodi tradizionali.

Il problema è che se noi possiamo riderci sopra, ci sono persone che temono seriamente che questi presunti allineamenti possano causare disastri. Il Bangkok Post, per esempio, cita un'esercitazione fatta per paura che l'allineamento dei pianeti possa causare uno tsunami. E senza andare lontano, c'è un bel po' di letteratura catastrofista europea e statunitense sull'argomento.

Ma i fatti dimostrano che allineamenti di questo genere accadono spesso senza causare catastrofi: il più recente fu nel 2000 e un altro avvenne nel 1982. Del resto, l'attrazione gravitazionale dei pianeti è talmente debole, a causa della loro grande distanza, che anche se si trovassero tutti dalla stessa parte del Sole, il loro effetto sommato sulla Terra sarebbe soltanto il 2% di quello che ha la Luna tutti i giorni sul nostro pianeta, e se si considerano le forze di marea dei pianeti (le uniche che potrebbero causare deformazioni della crosta terrestre) sono circa cinquemila volte più deboli di quelle della Luna, come documenta Phil Plait di Bad Astronomy.

L'unica grande croce, in tutta la faccenda, è insomma quella costituita dai vari menagramo ignoranti che ci tocca sopportare. Facendo attenzione, magari, che non spaventino a morte i nostri figli impressionabili.

2010/06/24

Google dalla riga di comando

Google, servizi gestibili dalla riga di comando


Per tutti gli appassionati dell'informatica senza fronzoli, quelli che vogliono andare subito al sodo e sanno che la tastiera è ancor oggi mille volte più veloce del mouse per tante cose, Google ha presentato GoogleCL: in altre parole, Google a riga di comando.

Traduco per i non iniziati: normalmente, se volete scrivere un articolo su Blogger, aggiungere un appuntamento a Google Calendar o pubblicare una serie di foto su Picasa o un video su Youtube, dovete avviare il vostro browser, raggiungere il sito del servizio Google desiderato, aspettare che si carichi e poi cliccare sulle varie opzioni e nelle varie caselle per immettere i dati e caricare l'eventuale foto o video. Su un dispositivo che ha uno schermo piccolo, come un netbook o un telefonino, la cosa può essere piuttosto impegnativa.

Immaginate invece di poter aprire una finestra di terminale (un prompt dei comandi, per il mondo Windows) e digitare semplicemente

google blogger post --tags "[testo dei tag]" --title "[testo del titolo]" "[testo del post]"

ottenendo immediatamente la pubblicazione del post su Blogger, con i tag e il titolo ai loro rispettivi posti. Che è quello che ho fatto qui.  Notate che GoogleCL è abbastanza furbo da chiedermi in quale dei miei blog voglio che compaia il post.


In alternativa potreste comporre il post in un editor di testo, salvarlo come articolo.txt e poi caricarlo con

google blogger post articolo.txt

Potreste anche digitare

google picasa create --title "Foto di gatti" ~/foto/gatti/*.jpg

per caricare su Picasa in un sol colpo tutte le foto che avete nella cartella Gatti. Oppure aggiungere al volo un appuntamento alla vostra agenda digitando

google calendar add "Puntata del Disinformatico 11:00 12/7/2010"

per ricordarvi che il 7 dicembre alle 11 c'è il Disinformatico radiofonico (la data è nel formato statunitense mese-giorno-anno).

Altri esempi di comandi sono qui su Code.google.com. Roba da maniaci nostalgici? Può darsi, ma le potenzialità, per esempio per lo scripting e l'automazione dei servizi, sono notevoli. Se la cosa v'intriga, GoogleCL è gratuito e open source e funziona su Windows, Mac e Linux (funzionerà su Android e/o IOS?). Vi servono Python 2.5 o superiore e la libreria gdata 1.2.4 o superiore, se non li avete già installati; poi installate GoogleCL eseguendo i suoi script, come descritto per esempio nei requisiti di sistema, su Public Int (Windows XP) e Lifehacker. Se non sapete di cosa sto parlando, fatevi installare il tutto da qualcuno che ha familiarità con queste cose, e attenzione: la riga di comando è potente e non perdona.

La prima volta che usate ciascuno dei servizi gestibili dalla riga di comando, GoogleCL lancerà il vostro browser predefinito e gli farà aprire la pagina di autorizzazione (mostrata qui accanto). Da quel momento in poi, GoogleCL sarà autorizzato a gestire i vostri dati senza ulteriori cerimoniali.

Non dimenticate di leggere il manuale predisposto da Google, che contiene le altre opzioni di utilizzo della riga di comando. Come è prassi nei progetti open source, anche GoogleCL cerca volontari che contribuiscano alla sua crescita. Buon divertimento. 

Come postare su Blogger dalla riga di comando

Questo post compare nel Disinformatico grazie a GoogleCL, che permette di gestire i servizi di Google dalla riga di comando. Notevole.

Video di Michael Jackson “risorto”, ecco l’autore

Come nasce una bufala? A volte per malizia


Un anno fa, il 25 giugno 2009, moriva improvvisamente Michael Jackson. La notizia clamorosa generò molte reazioni, compresa quella degli increduli, soprattutto fra i fan, che si rifiutavano di credere che il loro beniamino potesse scomparire così di colpo. È una reazione già vista per molte altre stelle del firmamento musicale: Elvis Presley, per esempio, che sarebbe ancora vivo secondo il 7% degli americani (sondaggio della CBS, 2002) nonostante la sua morte altrettanto clamorosa nel 1977.

Un anno fa, lo sgomento per la morte di Michael Jackson aveva generato video nei quali qualcuno intravedeva il suo fantasma che si aggirava per i corridoi della sua grande casa e mail che "documentavano" che Jackson era morto vent'anni prima ed era stato sostituito da un impostore (la "documentazione" era tratta dal sito satirico The Onion, come racconta Hoax-slayer.com).
Tuttora ci sono siti come MichaelJacksonHoaxForum.com, che in apparente totale serietà sostengono che "dopo mesi di indagini intensive, è diventato molto chiaro qual era lo scopo di Michael Jackson nel simulare la propria morte: smascherare il Nuovo Ordine Mondiale". Ed è facile trovare discussioni anche in italiano, come questa, che trova "prove" inconfutabili basate su analogie con la vita di Gesù, o questo sito, che afferma che suonando al contrario This Is It si sente Jackson che dice "io non sono morto".

Questi, però, sono deliri ispirati dal rifiuto della realtà e dallo shock, e quindi in un certo senso perdonabili o almeno umanamente comprensibili. C'è invece un caso che poco meno di un anno fa, a fine agosto 2009, fece scalpore e che ha origini decisamente discutibili, che in occasione dell'anniversario è meglio segnalare perché non se ne perda traccia: un video nel quale si vedeva una persona somigliante a Jackson uscire con le proprie gambe dal furgone del medico legale (coroner), infilato nell'ingresso di un parcheggio sotterraneo. Il video è questo:


ln breve tempo il video fu visto su Youtube da oltre 880.000 persone. Il primo settembre 2009 i suoi realizzatori ammisero che si trattava di un falso. O meglio, di un "esperimento", secondo la definizione usata dall'emittente tedesca RTL che aveva confezionato il video. Heike Schultz, portavoce di RTL, disse alla CNN che l'emittente aveva "diffuso un comunicato stampa prima di realizzare il video, per allertare tutti che si trattava di un falso" concepito per dimostrare quanto fosse facile diffondere su Internet una diceria. RTL rimosse il video, ma nel frattempo altri l'avevano salvato e ripubblicato altrove: un'ottima dimostrazione di come una cosa, una volta pubblicata su Internet, non si può ritirare.

iPhone 4 in arrivo, informazioni antifebbre [UPD 2010/06/27]

iPhone 4, un tocco e crolla la ricezione: cose da sapere prima di valutare l'acquisto


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "davide.corb*" e "codisilver". L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

A luglio, quindi tra pochi giorni, l'iPhone 4 sarà in vendita anche in Italia e in Svizzera. Nei paesi nei quali è iniziata la vendita oggi (Francia, Germania, Giappone, Inghilterra e Stati Uniti) ci sono le file fuori dai negozi, e i media fanno a gara a mostrarle e parlarne, regalando badilate di pubblicità gratuita ad Apple. Siamo al delirio: date un'occhiata alle immagini delle code a Regent Street (Londra), sulla Quinta Avenue (New York) o a Parigi. Forse un po' troppa gente s'è dimenticata che è solo un telefonino, santo cielo.

Chi s'è messo in coda, oltretutto, non ha neanche l'attenuante di poter dire di essere il primo ad avere in mano l'oggetto-feticcio, perché le oltre seicentomila persone che l'hanno prenotato e ordinato online l'hanno già ricevuto, in alcuni casi addirittura in anticipo rispetto alla data prevista. Allora cosa spinge una persona a fare 33 ore di fila o a prendere l'aereo da Dubai appositamente per andare a Londra per comperare l'iPhone 4? È un momento di felice aggregazione? C'è davvero così tanta gente che non ha niente di meglio da fare nella vita e ha così tanti soldi da spendere in un telefonino? Ricordo che l'iPhone 4 base costa oltre 600 euro (629 all'Apple Store francese), ossia oltre 850 franchi, salvo riduzioni in caso di acquisto in abbinamento a un contratto telefonico. Non sono noccioline.

Complimenti ad Apple per aver saputo creare così tanta attesa: il suo marketing ha funzionato benissimo e i media generalisti si sono gioiosamente accodati ai proclami della sua macchina pubblicitaria. Però troppo spesso si sono dimenticati di segnalare i problemi del nuovo gioiello tecnologico. Per fortuna ci sono i blogger e i siti specialistici che provvedono a iniettare una vivace dose di realtà che manca altrove e a ricordare che il giornalismo serve anche a dire quello che l'ufficio stampa non fornisce già pronto per il copiaincolla (la BBC ha pubblicato un articolo in merito poche ore dopo la pubblicazione iniziale di questo mio pezzo).

Per esempio, è emerso che l'iPhone 4 subisce un crollo drastico della ricezione se viene tenuto in mano per i bordi, in una maniera abbastanza comune se si usa la sinistra, come mostrano questo video proveniente dalla Germania e questo video statunitense:


Sembra che il motivo di questo calo della ricezione sia il fatto che il bordo metallico dell'iPhone 4 è la sua antenna (o meglio antenne, dato che ne ha due). Il contatto con la mano, particolarmente se è umida perché sudata, crea un ponte fra le due antenne che ne degrada fortemente le prestazioni. I test effettuati dai lettori di Gizmodo e da Engadget, per esempio, indicano che il problema si presenta soprattutto quando la mano tocca il bordo metallico alla base e sul lato sinistro dell'apparecchio, che è proprio dove si trova la sottile fessura che separa le due antenne.

Può darsi che sia questo problema, anticipato da alcuni ricercatori, che ha spinto Apple a vendere come accessorio una fascia di gomma che riveste i bordi del suo telefonino e che costa ben 29 euro nell'Apple Store francese. Comunque sia, è una limitazione che è opportuno conoscere prima di decidere se investire i propri soldi nell'iPhone 4.

Ci sono anche altri problemi, ma di natura decisamente meno significativa: il modello bianco non sarà disponibile fino alla seconda metà di luglio perché è risultato "più impegnativo del previsto da fabbricare", come dice il comunicato ufficiale di Apple. L'elegantissimo vetro antigraffio presente sui due lati dell'iPhone 4 non è del tutto antigraffio, come dimostrano le foto di Engadget. E in un numero molto modesto di casi, il display ha delle chiazze gialle (Melablog.it, Engadget, Punto Informatico) che però dovrebbero sparire dopo qualche giorno di utilizzo perché si tratta di adesivo non ancora del tutto evaporato (Engadget).


2010/06/25 - Steve Jobs: lo state tenendo nel modo sbagliato


Engadget ha pubblicato uno scambio di mail con Steve Jobs in persona che dice, senza giri di parole, qual è il rimedio al problema di ricezione: "Semplicemente evitare di tenerlo in quel modo" (Just avoid holding it that way). Nessun accenno a problemi hardware o software: è proprio un problema di posizione della mano dell'utente. La dichiarazione ufficiale di Apple è che "tenere in mano qualunque telefono cellulare produce una certa attenuazione delle prestazioni delle sue antenne, e certi punti risultano essere peggiori di altri a seconda del posizionamento delle antenne. Questo è un dato di fatto per qualunque telefono senza fili. Se vi succede con il vostro iPhone 4, evitate di tenerlo nell'angolo inferiore sinistro in un modo che copra entrambi i lati della striscia nera della banda metallica, oppure semplicemente usate una delle tante custodie disponibili".

In originale: "Gripping any mobile phone will result in some attenuation of its antenna performance, with certain places being worse than others depending on the placement of the antennas. This is a fact of life for every wireless phone. If you ever experience this on your iPhone 4, avoid gripping it in the lower left corner in a way that covers both sides of the black strip in the metal band, or simply use one of many available cases."

Ironia della sorte, indovinate in che modo viene tenuto l'iPhone 4 nelle immagini pubblicitarie?


Manifesto pubblicitario dell'iPhone (da Engadget)


Aggiornamento (2010/06/27)


MacRumors ha pubblicato una mail di Jobs: "There are no reception issues. Stay Tuned", ossia "Non ci sono problemi di ricezione. Restate in ascolto".

2010/06/23

Antibufala: il calendario delle modelle ai raggi X

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "bovo.n" e "massimo.d*". L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2010/09/19.

Ha senz'altro ottenuto il suo scopo pubblicitario il "calendario radiologico": una serie di immagini che sembrano essere radiografie integrali di varie modelle in pose classiche da calendario sexy: ne parla per esempio il Corriere, citando il nome della compagnia che produce apparecchi radiologici ma mettendo le virgolette cautelative intorno alla parola "radiografate".

Chiedo il consulto dei radiologi che leggono questo blog, ma mi sembra molto improbabile che si tratti di vere radiografie. Che dose avrebbero dovuto ricevere le modelle per produrre una radiografia di tutto il corpo, considerato che magari gli scatti per un servizio fotografico del genere sarebbero probabilmente più d'uno?

Ci sono altri elementi che inducono al dubbio: le parti molli del corpo non sembrano mostrare nessuna delle deformazioni o delle compressioni che si formano quando ci si siede o sdraia (per esempio nell'immagine qui sopra). Le scarpe sembrano essere stranamente radioopache, come se fossero di piombo o metallo. I denti sono straordinariamente perfetti: non mostrano nessun impianto o otturazione.

Da quel che mi risulta, inoltre, le radiografie non generano contorni così nitidi di parti poste a distanze differenti dalla lastra, eppure l'intero corpo sembra essere perfettamente a fuoco. E in alcune immagini le ossa non corrispondono al contorno del corpo della modella. Per esempio, in quella di febbraio le dita dei piedi dello scheletro sono vistosamente al di fuori del contorno:

Anche i gomiti nell'immagine di aprile paiono fuori posto, visto che l'articolazione normalmente si trova appena sotto pelle, mentre qui la si vede parecchio spostata rispetto al contorno del corpo:

C'è poi un elemento molto rivelatore in questa pagina dedicata alla campagna pubblicitaria della quale fanno parte le immagini: "Illustrator/CGI: Carsten Mainz". CGI sta per Computer-Generated Imagery, ossia "immagini generate al computer". Perché delle radiografie avrebbero bisogno di un esperto di illustrazioni e di immagini generate al calcolatore?

Lascio l'ultima parola ai radiologi, ma con tutta probabilità, sulla base di questi dati, si tratta di false radiografie. Sarebbe interessante, in tal caso, capire quale tecnica è stata usata per posizionare lo scheletro con così tanto dettaglio.


Aggiornamento 2010/09/19. Wired ha intervistato gli autori del calendario: hanno confermato che si tratta di un effetto ottenuto tramite grafica digitale e fotoritocco.

2010/06/22

UFO e capre alla maturità

Chi è il caprone che ha scritto "Star TreCk" nella traccia del tema per la maturità?


Vari lettori mi hanno segnalato che una delle tracce della prova scritta d'italiano per l'esame di maturità (definita erroneamente "ufologica" da molti, ma in realtà basata sulla questione dell'esistenza della vita extraterrestre, cosa totalmente differente) contiene uno svarione sacrilego. La traccia del tema "Siamo soli?" cita Stephen Hawking:

"Lo scenario futuro non somiglierà a quello consolante definito da STAR TRECK"

CAPRONI! Si scrive Star TREK.

Prima che qualcuno ponga la domanda, no: Hawking l'aveva scritto giusto. E la risposta alla traccia è semplice. Non siamo soli: siamo male accompagnati.

Vado ad affilare la bat'leth.

Quiz: cos’è quest’oggetto lucente nel cielo? [UPD 2010/06/24]

Oggetto misterioso al Maniero Digitale!


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.


Mettete alla prova le vostre capacità d'indagine e scoprite cos'è l'oggetto lucente di forma arrotondata che ho fotografato al Maniero Digitale stamattina mentre facevo un po' di prove con la mia fotocamera. La foto è autentica, l'ho scattata personalmente e non è il risultato di filtri o effetti speciali digitali. Tutti gli indizi necessari per la soluzione sono nella fotografia stessa. Pubblicherò la soluzione oggi pomeriggio. Buon divertimento.


17:50 - La soluzione


L'oggetto misterioso è semplicemente una goccia d'acqua che ho applicato sul vetro della finestra di casa mia e che rifrange l'immagine dell'edificio e della collina sottostante, rimpiccolendola e rovesciandola come una lente. Qui accanto vedete l'inquadratura completa originale (ho ridotto la risoluzione per non farla pesare troppo).

Come accennavo nella prima parte dell'articolo, gli indizi per trovare la soluzione c'erano tutti: l'immagine contiene i dati EXIF che identificano la fotocamera utilizzata e le caratteristiche di ripresa, cosa che di solito le foto spacciate come prova di fenomeni misteriosi non fanno (chiediamoci perché).

Questi dati EXIF rivelano che la fotocamera utilizzata è una reflex Canon EOS 550D, che ha una risoluzione di 18 megapixel. La fotografia mostrata, però, ha una risoluzione drasticamente inferiore, e questo indica che si tratta di una porzione di un'immagine più ampia. La prima cosa da chiedersi, quindi, è perché sia stata ritagliata l'immagine: forse la parte rimossa rivelava qualcosa? Infatti l'inquadratura originale rivela che la fotografia è stata scattata attraverso il vetro di una finestra chiusa.

Sempre i dati EXIF indicano che la foto è stata scattata con il diaframma molto chiuso (f/22) e un tempo di posa piuttosto lungo (1/30) e anomalo per una foto diurna. La chiusura del diaframma aumenta la profondità di campo (ossia l'intervallo di distanze fra le quali gli oggetti sono a fuoco), permettendo di avere a fuoco sia lo sfondo, sia la goccia d'acqua sul vetro.

Altri dettagli ed esempi di foto ufologiche basate su questo semplice effetto (prodotto a volte involontariamente) sono nel mio neonato blog Nufologia, dove sto man mano radunando vari esempi di fenomeni che possono essere interpretati erroneamente come immagini di veicoli misteriosi e presumibilmente extraterrestri. Lo scopo non è quello di affermare che tutte le foto di UFO sono false o frutto di errate interpretazioni, ma di mettere in guardia contro i fenomeni normali e spiegati che possono facilmente essere scambiati per UFO.

Vi è piaciuto il quiz? Troppo facile? Allora cimentatevi con la spiegazione di questa foto:


Un'ultima cosa. Dopo la pubblicazione iniziale di quest'articolo è emerso che una delle tracce della prova scritta d'italiano alla maturità in ambito tecnico-scientifico era proprio l'esistenza di forme di vita extraterrestri. E proprio oggi io ho pubblicato un articolo sugli UFO, prima che le tracce fossero note al pubblico. Sarà un caso? I fantastiosi che sostengono che io sia un prezzolato servo del Nuovo Ordine Mondiale, col compito di contrastare chi ha scoperto il segreto delle visite aliene, diranno certamente di no. E chi sono io per smentirli?


Aggiornamento (2010/06/24)


La soluzione alla seconda fotografia è che si tratta di sprite: lampi che avvengono ad alta quota e sono innescati dai temporali, al di sopra dei quali si formano, ad altezze fra i 55 e 130 chilometri. Maggiori dettagli sono (in inglese) su Space.com. Complimenti a chi ha indovinato.

2010/06/21

Solstizio d’estate, la bufala di Stonehenge: le pietre sono state riposizionate nel Novecento

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "chiarab*" e "fabiano" ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Foto di Max Alexander, tratta da APOD.

Oggi è il solstizio d'estate, e come sempre in quest'occasione si parla di Stonehenge, il monumento megalitico situato nel sud dell'Inghilterra che è meta di pellegrinaggi di vario genere.

C'è chi ci va per ammirare l'ingegno dell'uomo di cinquemila anni fa, capace di muovere macigni di decine di tonnellate per lasciare un segno della propria esistenza, e c'è chi ci va per seguire varie credenze mistiche, incentrate solitamente su presunti allineamenti incredibilmente precisi delle pietre che testimonierebbero interventi soprannaturali o extraterrestri o conoscenze straordinarie dimenticate.

I fatti, però, smentiscono la precisione magica degli allineamenti che vengono "scoperti" oggi guardando la disposizione delle pietre, per una ragione molto semplice: le pietre di Stonehenge non sono più al loro posto originale. Per esempio, uno dei triliti crollò nel 1797 e fu restaurato soltanto nel 1958. Nel corso dei restauri effettuati nel 1901, la pietra numero 56, che minacciava di cadere, fu raddrizzata e collocata nel cemento, spostandola di mezzo metro. 

Altri lavori furono effettuati negli anni Venti del secolo scorso. I restauri del 1958 risollevarono e fissarono nel moderno cemento tre altre pietre, e altre quattro furono riposizionate nel 1964 per evitare che cadessero. 

Queste sono alcune foto di Stonehenge dal 1877 in poi.


Foto di Philip Rupert Acott, luglio 1877. Fonte: Wikipedia
 

Sistemazione delle pietre 6 e 7, novembre 1919. 
 

Sistemazione delle pietre 6 e 7, febbraio 1920. 
 

Coricamento di una delle pietre d'architrave, 1920. 
 

Stonehenge vista nel 2008 da un'angolazione pressoché uguale alla foto del 1877. Fonte: Wikipedia
 

Molti turisti visitano Stonehenge credendo che si tratti di un sito archeologico ancora intatto dopo millenni, ma non è così. Anche il sito ufficiale di Stonehenge dell'English Heritage (copia d’archivio 2010) è molto reticente: ho trovato solo un minuscolo accenno nelle FAQ (copia d’archivio 2010).

What happened to the rest of the stones?

Many of the original stones have been taken to build houses and roads. Also, many stones have been chipped away by visitors and taken away as souvenirs over the past couple of hundred years.

Why has one of the stones got a smooth base?

One of the stones has experienced a lot of wear and to support it and prevent it from falling, a concrete core was put in to keep it upright in 1959.

Prima di trarre conclusioni affrettate e attribuire poteri incredibili a questo monumento, insomma, è opportuno informarsi bene. Anch'io, quando ho visitato Stonehenge, non sapevo nulla dei restauri, che non si notano se non si prenota la visita speciale che permette di entrare nel monumento. L'ho scoperto grazie a una segnalazione di Giuliana Terzetti su Scienza e Paranormale nel 2001.

Saperlo rovina il fascino di Stonehenge? No, perché non cambia il fatto che quelle pietre furono spostate a mani nude da una cultura che non aveva ancora sviluppato la scrittura ma sapeva organizzarsi per creare un'opera stupefacente. Sapere che le pietre sono state poi riposizionate spazza via solo la patina falsa di pseudoscienze e di credenze new age che offusca il vero splendore di Stonehenge.

Colgo l'occasione per segnalare la chiusura di Scienza e Paranormale e il debutto di Query, il nuovo periodico trimestrale del CICAP che sostituisce la rivista precedente, e di Queryonline.it, il sito di supporto alla nuova rivista. Fra un'uscita e l'altra di Query, Queryonline pubblica le notizie di attualità "misteriosa", segnala le attività del CICAP (ricordo la Cena Magica a Rho il 3 luglio) e aggrega i blog dei vari membri e collaboratori del comitato creato oltre vent'anni fa da Piero Angela.

Potete seguire gli aggiornamenti di Queryonline anche via Twitter. L'approccio del sito e della rivista è l'indagine scientifica dei misteri: che possono essere veri o falsi, ma se studiati con rigore e attenzione regalano sempre il fascino della scoperta e l'amicizia di persone che amano la curiosità. 

 

Fonti: New Scientist, Solving Stonehenge: The New Key to an Ancient Enigma di Anthony Johnson.

2010/06/20

Bolide in cielo del 4 giugno: il video

Ripresa video del bolide che ha solcato il cielo della Svizzera e del nord Italia


Ricordate l'avvistamento del bolide in cielo che ho segnalato ai primi di giugno? Ho ricevuto da Ivaldo Cervini di Astropix.it il link al video spettacolare ripreso dalla sua stazione automatica a Breganzona.

Il video è qui. Buona visione.

L’11/9 e i documenti nella tragedia di Superga: riuscite a recuperare lo spezzone Rai coi documenti sopravvissuti all’incidente del Grande Torino?

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento ore 14:10.

È un bel po' che non tocco l'argomento degli attentati dell'11 settembre e delle teorie cospirazioniste che li riguardano. Lo riprendo brevemente (ricordando, per gli interessati, che il blog Undicisettembre è a loro disposizione per dubbi e dettagli) per chiedervi un favore.

Venerdì scorso (18 giugno) Rai News ha trasmesso un documentario sulla storia dei campionati di calcio, con un accenno alla tragedia di Superga del 4 maggio 1949. È stato mostrato un filmato dell'epoca nel quale compariva un documento di una delle vittime, forse un passaporto. Riuscite a recuperare quello spezzone?

Spiego subito la ragione del mio interesse. Come forse sapete, uno dei dubbi ricorrenti dei complottisti undicisettembrini riguarda il ritrovamento di uno dei passaporti dei dirottatori, Satam al-Suqami (foto qui sopra). I dubbiosi si chiedono come possa essere sopravvissuto intatto allo schianto dell'aereo e al rogo e poi al crollo delle Torri Gemelle (in realtà il passaporto fu rinvenuto per strada e prima del crollo).

Mi sembra che il ritrovamento dei documenti del Grande Torino a Superga sia una dimostrazione eloquente di come i documenti, a volte, sopravvivano a situazioni alle quali istintivamente viene da pensare che non dovrebbero resistere.

Se non riuscite a recuperare quello spezzone ma avete altre foto di quei documenti e della tragedia di Superga, fatemelo sapere. Grazie.


Aggiornamento ore 14:50


Fulminee e precise, sono arrivate le segnalazioni dei lettori.

Lo spezzone è disponibile qui su Youtube: i documenti sopravvissuti allo schianto appaiono a 1:20 circa. Si tratta della tessera universitaria di Bacigalupo, non di un passaporto.

Pochi secondi prima, nella ripresa (tratta dal cinegiornale La Settimana Incom) si vedono anche i resti del giornale di bordo del velivolo e alcune fotografie pressoché intatte. Sul sito Ilgrandetorino.net e su Amsg.it ci sono le immagini di altri reperti di Bacigalupo, dalla patente al libretto degli assegni, e di altre vittime.



Grazie a tutti per l'aiuto.

2010/06/19

Antibufala: auto elettriche boicottate da petrolieri e banchieri?

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di “edmondo.m*” e “daniele.g*” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2012/01/19.

Sta circolando una presentazione Powerpoint in italiano, tradotta dallo spagnolo, che sostiene che sono già state realizzate auto elettriche e a idrogeno che risolverebbero il problema dell'inquinamento ma sono state sistematicamente distrutte in massa e boicottate dalle “lobbies delle grandi compagnie petrolifere”.

Ci sarebbero addirittura modelli di auto che funzionano “col vapore acqueo”, e viene tirato in ballo anche Nikola Tesla, un vero e proprio jolly onnipresente nelle teorie pseudoscientifiche, dicendo che “più di 100 anni fa... trovò il modo di far muovere un motore (o una turbina ecc.) con l’ “Energia libera” che non usa né acqua né idrogeno come fonte d’impulsi ma solamente dei magneti” e che “con uno di questi motori magnetici si potrebbe muovere un’auto dalla Patagonia fino all’Alaska, senza utilizzare una goccia di combustibile!”. Scusate se è poco.

Gli ingredienti per liquidare questa presentazione come l'ennesima accozzaglia di fantasie di complotto partorita dall'ignoranza dei principi basilari della fisica ci sono tutti: la cospirazione della “mafia bancaria e petroliera che controlla il pianeta”, le prestazioni straordinarie promesse da tecnologie tenute segrete, e (ciliegina sulla torta) la citazione di Tesla. Ma siccome la presentazione fa leva sui pregiudizi e sui luoghi comuni e presenta alcune affermazioni che sembrano dimostrarli, continua a circolare.

Come al solito, è più facile dare la colpa al grande complotto per fregarci, contro il quale non possiamo far niente, che impegnarsi a fare qualcosa di concreto, come per esempio usare meno l'auto, condividerla o comperarne una che beve di meno. Se il mondo è controllato dalla “mafia bancaria e petroliera”, diventa inutile cercare di cambiare il mondo: il cospirazionismo, insomma, è un'ottima scusa per non fare nulla e dare la colpa agli altri.

Provo a fare un po' di chiarezza sulle tante affermazioni – rigorosamente prive di alcuna fonte, come al solito – presentate nell'appello che circola, basandomi sull'ottimo lavoro di Markogts, che linka anche la presentazione su Slideshare. La versione inglese dell'appello è anch'essa su Slideshare. L'indagine è anche un'occasione per ripassare alcune nozioni sulle auto elettriche che forse una certa foga ecologista mal riposta tende a far dimenticare.

Una precisazione: so che ci sarà sicuramente qualche ottusangolo che interpreterà quest'articolo come una difesa dello status quo e delle lobby petrolifere, ma non è così: dico solo le cose come stanno, che piacciano o no, e documento quello che dico. Io ho ridotto il mio inquinamento automobilistico facendo già oltre vent'anni fa una scelta di carriera: lavorare da casa e spostarmi in auto il meno possibile. E comunque non ho bisogno dei soldi delle lobby del petrolio: sono già pagato dalla CIA, dal Nuovo Ordine Mondiale, dagli Illuminati e dai Rettiliani.


L'auto elettrica EV-1


Per il problema dell'inquinamento dell'aria, dice l'appello,

è già esistita una soluzione! Nel 1996, le prime auto elettriche prodotte in serie, le EV1 (Electric Vehicle 1), furono fabbricate negli USA dalla General Motors e circolarono per le strade della California. Erano auto veloci: passavano da 0 a 100 km/h in meno di 9 secondi! Ed erano molto silenziose!

La seminagione di punti esclamativi, come la citazione di Nikola Tesla, è un altro sintomo ricorrente di bufala, ma lasciamo stare.

L'appello presenta silenziosità e accelerazione come prove dell'efficacia di queste auto, ma dimentica tre dati molto più importanti.

  • La EV-1 era un'auto a due posti: totalmente inutile per una famiglia.
  • Aveva un prezzo altissimo: 34.000 dollari dell'epoca (1996, Los Angeles Times), pari a 47.000 dollari di oggi (38.000 euro, 52.000 franchi) per un'auto con la capienza di una Smart.
  • L'autonomia: non più di 209 chilometri per il modello migliore in condizioni ottimali (batterie NiMH e perfettamente caricate, senza usare l'aria condizionata o il riscaldamento, senza fare salite e a seconda della temperatura ambiente). Esaurita l'autonomia, l'auto ci metteva da 6 a 8 ore per “fare il pieno”.

Seriamente: spendereste 38.000 euro per una due posti che dopo duecento chilometri deve stare ferma sei ore? Certo, potreste usarla per tratte relativamente brevi, per esempio per andare al lavoro: ma sarebbe inservibile per qualunque viaggio lungo. Dovreste quindi acquistarla come seconda auto, oppure noleggiarne una a benzina o diesel per i viaggi lunghi. Addio risparmi.

Sono questi i problemi pratici per i quali l'auto elettrica fatica a decollare tuttora: non per fantasiosi complotti di lobby mafiose. La EV-1 se la potevano permettere persone come l'attore Tom Hanks, per le quali usare un'auto elettrica aveva anche un ritorno d'immagine ecologista, ma restava al di fuori della portata economica e delle esigenze della famiglia media.

È per questi motivi che la EV-1 fu data in leasing e non venduta. Inoltre l'appello non dice che la EV-1 nacque come scappatoia per venire incontro alle leggi anti-inquinamento californiane, che nel 1990 prevedevano che le case automobilistiche, per poter vendere in California, avrebbero dovuto fabbricare il 2% della propria produzione in forma di auto a emissioni zero entro il 1998. L'obbligo fu poi annullato perché ritenuto tecnicamente insostenibile e la EV-1 fu tolta dal mercato. La Honda fece altrettanto con la EV Plus.

“Non producevano nessun tipo di inquinamento (e neppure avevano il tubo di scappamento)”, dice la presentazione. La prima affermazione è imprecisa e ingannevole: l'energia elettrica necessaria per ricaricare un'auto elettrica deve provenire da qualche parte, e se la centrale elettrica che la produce è inquinante, caricare un'auto elettrica inquina comunque. In modo differente dall'auto a benzina o diesel, ma inquina, per cui non si può dire che le auto elettriche non producano nessun tipo di inquinamento.

La seconda affermazione è una scemenza pura e semplice: sottolineare che la EV-1 non aveva il tubo di scappamento è come sottolineare che una Volkswagen non ha l'attacco per le briglie dei cavalli.

“Erano facilmente ricaricabili con energia elettrica nel garage di casa”. Vero, a patto che “facilmente” significhi “aspettare da sei a otto ore per ricaricare”.

“Dieci anni dopo queste auto del futuro sparirono. Come può essere possibile? In primo luogo queste auto non potevano essere comprate, ma solo noleggiate. I contratti di noleggio non vennero semplicemente rinnovati. La General Motors recuperò tutte le EV1, nonostante l’opposizione dei suoi utenti, e dopo furono……DISTRUTTE…” Vero. Il programma EV-1 fu cancellato nel 2003 perché la General Motors lo ritenne economicamente insostenibile: per legge avrebbe dovuto gestire ricambi e riparazioni per anni, per un parco complessivo di meno di milleduecento esemplari. La GM preferì ritirare le auto e distruggerle o donarle ad alcuni musei, concentrando i propri investimenti sulle auto ibride.

A proposito: se davvero c'è un complotto contro le auto elettriche per favorire i consumi di petrolio, perché le case automobilistiche investono nelle auto ibride come la GM Volt, che consumano meno e non hanno le limitazioni di autonomia delle auto elettriche pure?


L'auto elettrica Nissan Hypermini



Nel 1997, la Nissan presentò il modello elettrico Hypermini nel salone di Tokyo. Il Municipio della città di Pasadena (California USA) adottò quest’auto come veicolo professionale per i suoi dipendenti. Erano molto apprezzate per la loro facilità di manovra e parcheggio ed anche per la loro efficienza di movimento dentro la città. Nell’agosto del 2006, andò a termine il contratto di noleggio delle auto tra il Municipio di Pasadena e la Nissan. Il municipio tentò di comprare le auto, ma la Nissan non lo permise. La Nissan ritirò tutte le auto per... DISTRUGGERLE !

Quello che l'appello non dice è che quest'auto, come la EV-1, era una vettura a due posti con un bagagliaio inesistente: l'equivalente di una Smart. L'autonomia era di circa 110 chilometri con una carica completa della batteria in condizioni ottimali e il prezzo era intorno ai 36.000 dollari: ancora più alto di quello della EV-1. Ne furono prodotte in tutto 219: troppo poche per mantenere assistenza e ricambi. Come per la EV-1, fu questo il motivo che spinse la Nissan a ritirarla. In Giappone, tuttavia, ne circolano ancora alcuni esemplari: quindi non è vero che la Nissan le ritirò tutte.


L'auto elettrica RAV4-EV



Nel 2003, la Toyota decise di iniziare la produzione del RAV4-EV. (EV=Veicolo Elettrico) Questa 4x4 elettrica, un prodotto di alta raffinatezza tecnologica, era stata molto apprezzata dai suoi utenti fin dal 1997. Il costo di ricarica era di US$ 0,09 per kilowatt/ora, vale a dire, una ricarica completa del veicolo costava $ 2,70. Nel 2005 i contratti di noleggio andarono a scadenza. La Toyota inmediatamente si prodigò a recuperare tutte queste auto per... DISTRUGGERLE !

Lo scenario che ci vuole suggerire l'anonimo estensore dell'appello, con questa ripetizione dello stesso ciclo produzione-successo-distruzione, è che ci sia un piano mondiale preciso: immettere sul mercato delle auto elettriche e poi puntualmente ritirarle e distruggerle prima che qualcuno si accorga che funzionano. Ma allora non sarebbe più semplice fare in modo che non vengano fabbricate del tutto? Per non parlare del fatto che in Svizzera, per esempio, ci sono tuttora varie auto elettriche, compresa una Smart elettrica che ho avuto il piacere di provare: bella, ma è – come le auto elettriche precedenti – una costosissima due posti con un'autonomia molto limitata.

L'appello qui fa un errore grossolano: dice che la Toyota iniziò la produzione della RAV4-EV nel 2003 ma gli utenti la apprezzavano fin dal 1997. Come facevano ad apprezzarla sei anni prima che uscisse? In realtà l'auto fu immessa sperimentalmente sul mercato nel 1997 e offerta al pubblico per il leasing o l'acquisto nel 2003. Fu ritirata dal mercato lo stesso anno. Il motivo? Secondo Toyota, le vendite scarse: soltanto 300 in un anno, e il costo della sostituzione della batteria era superiore a quello dell'acquisto dell'auto. Le tecnologie della RAV4-EV furono riciclate per la Prius.

E perché non la comprava nessuno? Perché costava 42.000 dollari: ancora più della EV-1 e della Hypermini, anche se gli incentivi governativi californiani ne riducevano il prezzo a 29.000 dollari. In compenso portava cinque persone, aveva un'autonomia massima di 190 chilometri e richiedeva cinque ore per la ricarica: limitazioni analoghe alle auto precedenti, ma meno penalizzanti (soprattutto in termini di numero di passeggeri), tanto che il veicolo suscitò notevole entusiasmo fra gli appassionati, molto più di quanto previsto da Toyota, ma non abbastanza da vendere i numeri necessari per essere economicamente sostenibile per il fabbricante. E diversamente da quanto detto dall'appello, esistono ancora RAV4-EV in circolazione.

Allora, alcuni cittadini USA decisero di organizzarsi: Venne creata l’associazione “Don’tCrush” per tentare di salvare le RAV4‑EV. Questa associazione esercitò pressioni sulla Toyota per 3 mesi. Finalmente VITTORIA! La Toyota autorizzò le persone, che avevano noleggiato queste auto, a comprarle. Tuttavia, la linea fu tolta dalla produzione e la batteria NiMH EV-95 non venne mai più prodotta. Perché? Nel 2005 la fusione commerciale Chevron - Texaco compró il brevetto della batteria per US$ 30 milioni e smantellò la fabbrica.

Non ho trovato tracce di questo presunto acquisto del brevetto e dell'altrettanto presunto smantellamento della fabbrica, ma mi risulta che ci furono realmente delle complicazioni legali grazie alle quali la Chevron esercita un notevole (e sospetto) controllo sulla produzione di grandi batterie per autotrazione. Per esempio, la Mercedes nel 2008 fece causa alla Cobasys, che è la divisione batterie della Chevron, perché non le aveva consegnato le batterie necessarie per il proprio SUV ibrido ML450. E nel 2005 effettivamente ci fu una multa da 30 milioni di dollari contro Panasonic e Toyota per violazione dei brevetti della Cobasys sulle batterie NiMH. Sottolineo multa, non acquisto del brevetto: ma se volete un complotto, è qui che lo trovate.


La condanna dell'incendiario di Hummer


Curiosamente, mentre i veicoli elettrici venivano distrutti in massa, quelli a combustione erano ben protetti. Nel giugno del 2001, Jeffrey Luers di 23 anni, attivista USA per la difesa delle foreste, ebbe una triste esperienza. Egli fu condannato a 22 anni e 8 mesi di prigione per aver bruciato 3 Hummer’s (auto americane, uguali a quelle dell’esercito che consumano molto combustibile). Lui volle esprimere con questo gesto la minaccia rappresentata per il nostro pianeta da questi mostri ultra inquinanti e consumatori.

Un piccolo particolare che l'appello ha curiosamente scelto di sorvolare: i “tre Hummer” incendiati non erano suoi. Luers diede fuoco a tre SUV di un concessionario a Eugene, nell'Oregon. Lo fece per protesta ecologica, certo, ma sta di fatto che decise di farlo distruggendo la proprietà altrui e causando danni per 28.000 dollari. La pena inflitta fu effettivamente di 22 anni e 8 mesi, ma fu in seguito ridotta a dieci nel 2008. Condanna dura, indubbiamente, ma all'estensore dell'appello sfugge forse la differenza fra una General Motors o una Toyota che decidono di distruggere i propri veicoli e un Luers che decide di distruggere le auto altrui.


L'auto a idrogeno


Le “lobbies” delle grandi compagnie petrolifere non vogliono che i veicoli elettrici sopravvivano ...e così stanno facendo guerre nel Medio Oriente a causa del petrolio e ammazzano persone in tutto il mondo... Con l’inquinamento dei combustibili! Ma non esiste solamente la tecnologia dell’auto elettrica… La BMW ha un’automobile commerciale a base di idrogeno. Da circa 10 anni! Il Governatore della California, il famoso attore Arnold Schwarzenegger, guida una Hummer. Ad idrogeno!

L'auto alla quale si riferisce l'appello è presumibilmente la BMW Hydrogen 7. Il problema di fondo, però, è che l'idrogeno non è una fonte di energia; è un vettore di energia, e per di più inefficiente.

L'energia che si consuma per produrre e distribuire idrogeno è infatti molto superiore a quella che si estrae dall'idrogeno prodotto: tanto vale usare quest'energia per caricare delle batterie. La distribuzione dell'idrogeno è un incubo, a causa della sua bassissima densità (che ne esige la pressurizzazione o la liquefazione a temperature bassissime, con tutto quello che ne deriva) e della sua estrema infiammabilità. Le opinioni e gli esperimenti sull'effettiva pericolosità dell'idrogeno per auto rispetto alla benzina sembrano indicare una maggiore sicurezza dell'idrogeno, ma voi ve la sentireste di andare in giro con una bombola di idrogeno liquido e/o pressurizzato nella vostra auto e rischiare un tamponamento esplosivo? Appunto.

Inoltre attualmente l'idrogeno viene prodotto principalmente estraendolo dagli idrocarburi, per cui l'auto a idrogeno dipende dal petrolio esattamente come quelle a benzina o diesel (Washington Post). Dire, come fa l'appello più avanti, che “L’auto a idrogeno... utilizza l’aria come materia prima per il combustibile” è una fesseria colossale.

Certo l'idrogeno riduce o elimina l'inquinamento da gas di scarico, ma non fa nulla per la dipendenza dalle “lobbies delle grandi compagnie petrolifere”. Proporre l'idrogeno come soluzione ecologica che ci libera dalla schiavitù del petrolio è quindi un miope controsenso.


Genepax, l'auto ad acqua



L’anno prima fu presentata al pubblico la Genepax, la prima e unica auto che funziona col vapore acqueo. Sì, hai letto bene, questa auto funziona unicamente con l’acqua! E non è tutto, l’acqua che utilizza non deve neppure essere filtrata in alcuna misura, ed è capace di fare 80km/h con un litro d’acqua.

La Genepax è una società giapponese che dice di avere un'auto il cui propulsore estrae l'idrogeno dall'acqua (“persino dal tè”, secondo quanto riferisce Reuters). Ma il suo sito è fermo da febbraio del 2009 perché “i costi di sviluppo sono diventati molto alti... e quindi stiamo chiudendo il nostro sito”.

Prima che sospettiate l'intervento dei Men in Black o delle solite lobby petrolifere per zittire il successo della Genepax, segnalo che la società giapponese non ha rivelato i dettagli della scatola misteriosa che usa come fonte di energia, se non per dire che “estrae idrogeno dall'acqua versata nel serbatoio dell'auto”. Nessuno ha mai visto l'auto funzionare per più di brevi periodi. Inoltre, se la Genepax ha trovato un metodo efficiente per estrarre l'idrogeno dall'acqua ma è a corto di soldi, non si capisce perché parta subito con il progetto dell'auto ad acqua, invece di fare una cosa più semplice: costruire un generatore fisso accanto a un corso d'acqua, senza le limitazioni di peso e di dimensioni che ha un'auto. La puzza di truffa è molto forte.

Gli esperti hanno liquidato la Genepax come delirio contrario alle leggi della termodinamica (Popular Mechanics; Cleantech). Ma naturalmente basterebbe che i signori della Genepax dessero una dimostrazione del loro apparecchio miracoloso in condizioni controllate (niente idruri metallici usa e getta, per esempio) e gli esperti verrebbero sbugiardati. Questo non avviene, né per la Genepax né per tutte le altre miracolose “auto ad acqua” che ogni tanto gli inventori da sottoscala sbandierano per poi scomparire nel nulla (quando va bene) o nel ridicolo (quando va male). Chiedetevi perché.


Tesla e l'“energia libera”



Altro ancora: sai che più di 100 anni fa un geniale scienziato Nikola Tesla trovò il modo di far muovere un motore (o una turbina ecc.) con l’ “Energia libera” che non usa né acqua né idrogeno come fonte d’impulsi ma solamente dei magneti? Oggi la tecnologia dell’ “Energia Libera” si trova sufficientemente sviluppata dagli scienziati indipendenti, al punto che con uno di questi motori magnetici si potrebbe muovere un’auto dalla Patagonia fino all’Alaska, senza utilizzare una goccia di combustibile! Nella rete web si trovano disponibili i piani necessari per sviluppare questa prodigiosa tecnologia che, se fosse applicata, abbasserebbe il costo della vita di un 80%! … L’abbondanza per tutti!...E perché non si applica? Per colpa della medesima mafia bancaria e petroliera che controlla il pianeta!

Questo è il delirio finale dell'appello: le parti successive parlano semplicemente di biocarburanti e invitano a diffondere l'appello perché tutti insieme sconfiggeremo le lobby potentissime, eccetera, eccetera. Come già detto, citare le misteriose scoperte segrete di Tesla è una garanzia di scemenza di chi le cita, ma in questo caso l'appello arriva addirittura al corto circuito logico. Dice che “la tecnologia dell’ “Energia Libera” si trova sufficientemente sviluppata dagli scienziati indipendenti”. Bene, allora cosa aspettano a farcela vedere in azione? Che ci mostrino “uno di questi motori magnetici” che permetterebbero di “muovere un’auto dalla Patagonia fino all’Alaska, senza utilizzare una goccia di combustibile!”. Ce lo facciano vedere, s'intende, in condizioni controllate. Mica vogliamo farci fregare.

Suvvia, non dovrebbe essere difficile realizzarlo. I piani non sono mica segreti: “Nella rete web si trovano disponibili i piani necessari per sviluppare questa prodigiosa tecnologia”. Dove, di preciso, non si sa. Ma ci sono. Chissà perché, tutta questa brava gente pronta a indicare le soluzioni ai mali del mondo se la svigna come un maiale in una sinagoga non appena le si chiede di passare dalle parole ai fatti.

In conclusione, l'appello è un ottimo esempio di come Internet diffonda la saggezza del cretino: una costellazione di luoghi comuni, dal complotto che impedisce al mondo di essere un paradiso, alla visione magica della scienza “alternativa” come negletta fonte di salvezza contro la scienza “cattiva” e oscurantista, alla convinzione che per i grandi problemi ci siano soluzioni semplici. Luoghi comuni tenuti insieme dal collante vischioso dell'ignoranza e dell'ingenuità boriosa di chi crede di saperne di più della gente che invece ha speso anni di studio per capire come funzionano realmente la chimica, la fisica e le altre scienze.

Non diffondere quest'appello, insomma, sarebbe un bel gesto ecologico. Eviterebbe di inquinare la mente della gente.

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