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2010/09/24

Vipere dall’elicottero? No, ma topi sì: imbottiti di paracetamolo, per eliminare i serpenti

Mouse with parachuteCredit per l’immagine: Crateva (Flickr).

Conoscete la leggenda metropolitana secondo la quale le associazioni ambientaliste più radicali paracaduterebbero nei boschi dei sacchetti pieni di vipere, lanciati da appositi elicotteri, per ristabilire l'equilibro della natura intaccato dalla mano maldestra dell'uomo industriale? Risale agli anni Settanta e proviene dalla Francia.

È diffusissima anche in Svizzera e in Italia ed è una leggenda per ovvie ragioni pratiche: il lancio col paracadute tenderebbe a far spiaccicare i rettili. Per non parlare della difficoltà di insacchettare un'elicotterata di vipere e dotarla di apposito paracadute. Che nessuno, fra l'altro, ha mai trovato.

Nonostante la sua assurdità, questa storia è ripetuta frequentemente, citando come fonte un imprecisato amico che lavora in polizia o altra autorità. Come al solito, le leggende metropolitane servono più a raccontare le nostre paure che a raccontare la realtà.

Ma nell'isola di Guam, territorio statunitense sperduto nell'Oceano Pacifico occidentale, la leggenda viene invertita e diventa bizzarra realtà: il Dipartimento dell'Agricoltura statunitense sta paracadutando sulla base navale di Guam topi morti imbottiti di paracetamolo e dotati di transponder (segnalatori radio), affinché i serpenti che infestano l'isola li mangino e muoiano avvelenati dal farmaco, che per loro è veleno. I transponder servono per sapere se l'esca volante viene davvero ingerita.

I serpenti che infestano Guam non sono originari dell'isola (vi arrivarono negli anni Cinquanta) e non avendo predatori naturali si sono riprodotti a dismisura, sterminando gli uccelli dell'isola e causando interruzioni di corrente quando rimangono ingarbugliati nelle linee elettriche (video). Su Guam si ha una delle più alte densità di serpenti al mondo: in media uno ogni 200 metri quadri.

Una volta tanto, una storia che sembra una bufala ma non lo è. Detto questo, vado a scrivermi un promemoria gigante: non visitare Guam. Mai.

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