2010/11/01

Le cose che non colsi - 2010/11/01

Firesheep guardone, falle di Adobe e Firefox, l'intelligente Suzette, scienziato complottista e altre chicche


Grafica di Gianluigi G. ispirata
dal titolo italiano di "Despicable Me"
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

La pecora di fuoco. Firesheep è un componente aggiuntivo per Firefox che permette di sbirciare con estrema facilità negli account altrui nei vari social network: decisamente interessante e un po' preoccupante, perché abbassa la soglia di difficoltà e mostra la vulnerabilità dei social network. Ne ho parlato nel Disinformatico radiofonico qui, insieme alla lieta novella dello spammer russo Gusev incriminato e della sua rete di spamming bloccata, agli aggiornamenti di sicurezza per Firefox e Adobe Flash, al "virus" Koobface/Boonana per Mac (ne parla anche Macitynet) e a Suzette, il chatbot che ha superato una versione del Test di Turing convincendo un esperto che si trattava di una conversazione con un essere umano e aggiudicandosi il Premio Loebner.

Attentati fotocopia. Se bruciavate dalla voglia di sapere che modello di telefonino comandava le varie bombe camuffate dentro cartucce di toner e trovate negli aerei cargo nei giorni scorsi e attribuite ad al-Qaeda, F-Secure ha svolto un'indagine in merito. Un'altra dimostrazione della tragica massima della lotta al terrorismo: l'antiterrorismo deve avere successo ogni volta, ma al terrorista basta avere successo una volta sola.

"Tutti uccidono Hitler nel loro primo viaggio". Stanchi di tutti questi avvistamenti di presunti viaggiatori nel tempo? Allora rilassatevi leggendo questo raccontino breve tratto da un immaginario forum Internet di crononauti. È in inglese, ma se convincete l'autore Desmond Warzel a concedere il permesso, lo traduco volentieri in italiano.

La polizia italiana spia su Facebook? L'Espresso ha pubblicato un articolo secondo il quale le forze dell'ordine italiane intercetterebbero disinvoltamente le comunicazioni private nei social network. La Polizia Postale smentisce e risponde all'Espresso, che a sua volta replica. A prima vista mi sembra che si stia facendo confusione fra intercettazione (inserimento in una comunicazione privata) e infiltrazione (un agente sotto falso nome ottiene l'"amicizia" di un utente bersaglio e quindi ha accesso alle sue conversazioni/condivisioni con gli "amici"); comunque sia, la polemica sottolinea ancora una volta la necessità di considerare pubblica qualunque conversazione fatta tramite social network. Se avete qualcosa di privato da dire, ditelo di persona, usate la crittografia, parlate in codice, ma non fidatevi delle promesse di privacy di Facebook e soci.

Wall Street Journal: le app di Facebook leggono i dati personali degli utenti. Secondo l'indagine del WSJ, "molte delle applicazioni o 'app' più popolari [...] trasmettono informazioni identificanti – che in pratica danno accesso ai nomi delle persone e in alcuni casi ai nomi dei loro amici – a dozzine di società di tracciamento su Internet e di agenzie pubblicitarie".

Alcolaser, bufala o realtà? La Stampa parla di un apparecchio laser di provenienza russa, capace di rilevare vapori di alcol dentro gli abitacoli di un'auto in corsa. Detta così pare una tecnologia un po' improbabile; Autoblog.it ha fatto un'indagine. Il sito della filiale canadese della ditta che fabbrica l'Alcolaser è abbastanza laconico sui princìpi di funzionamento. La domanda fondamentale è – ammesso che si possa rilevare a distanza una parte per milione di alcol in un abitacolo – come sia possibile distinguere fra un conducente ubriaco e un passeggero sbronzo.

Se uno scienziato accusa la NASA di nascondere la vita su Marte. L'astrobiologo Chandra Wickramasinghe, dell'università di Cardiff, sostiene che la NASA abbia già prove inoppugnabili di forme di vita su Marte. Vita che esiste ora, non vita fossile. Perché le nasconde? Secondo Wickramasinghe, "considerazioni politiche e sociologiche... se fosse già stata scoperta la vita, non ci sarebbe bisogno di spendere grandi somme per continuare la sua ricerca". Wickramasinghe non è certo il complottista medio, e quindi è interessante vedere come la comunità scientifica risponde alle sue asserzioni. Phil Plait, di Bad Astronomy, riassume elegantemente le argomentazioni in merito.

Toilette d'aereo apribili dall'esterno? Non mettete a rischio la sicurezza di volo di nessuno, ma se avete amici o colleghi nel settore, provate a scoprire se è vera questa storia di Lifehacker/Hipmunk: sotto la scritta "Lavatory" sulla porta delle toilette degli aerei c'è un comando che sblocca la serratura della porta. Non occorrono chiavi o altri attrezzi.

Google Street View ammette: abbiamo captato password e mail. The Inquirer segnala l'ammissione di Google: i ricevitori Wifi installati sulle sue automobili che hanno perlustrato le città del mondo per il servizio Street View hanno davvero intercettato "in alcuni casi intere mail e URL, nonché password". Google si dichiara "mortificata". Evidentemente c'è molta gente che ha connessioni Wifi aperte e non cifrate.

Io, complottista. WeWee, l'autore del blog MedBunker, ha scritto due articoli che sono un vero e proprio viaggio nella mentalità cospirazionista. Da non perdere: prima parte, seconda parte.

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