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2011/01/02

“Star Wars” fatto a pezzi con amore: pronta la terza parte della critica di “Red Letter Media”

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "cretadiaip" e "mbjslr". L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Se avete amato la prima trilogia di Guerre Stellari e detestato la seconda, o se comunque vi interessa il mondo di Star Wars, non perdetevi la mega-recensione video di La Vendetta dei Sith uscita pochi giorni fa ad opera di Red Letter Media (in inglese; darei tanto per potervela tradurre tutta). È scurrile e offensiva, ma talmente ben fatta, e talmente acuta dal punto di vista della critica appassionata alla tecnica di regia, di montaggio e di narrazione di George Lucas, che si soprassiede volentieri al turpiloquio: anzi, quando le argomentazioni feroci di Red Letter Media vengono dimostrate con abili montaggi incrociati fra i vari film della saga e quando diventa evidente quanto Lucas abbia scialacquato il patrimonio narrativo dei primi film, probabilmente anche voi comincerete a concordare con gli insulti e le parolacce.

Non è da tutti fare una lezione di cinema simulando di essere uno psicopatico sotto tranquillanti che spiega con precisione i buchi colossali della trama e le ragioni per le quali la seconda trilogia è un totale flop di caratterizzazione e di regia, che alla fine lascia rintronati e indifferenti alle sorti dei personaggi; ma Red Letter Media ce la fa e si merita il plauso addirittura del grande critico cinematografico Roger Ebert.

Non perdetevi il confronto fra Quarto Potere e La Vendetta dei Sith, molto meno campato per aria di quanto potreste pensare di primo acchito; godetevi le patetiche scene d'amore fra Anakin e Amidala, che finalmente acquisiscono un senso e un ritmo se condite da una colonna sonora, come dire, adeguata; infuriatevi quando vi renderete conto che tutte le scene di dialogo esplicativo della nuova trilogia avvengono mentre i personaggi stanno seduti, generalmente su un sofà, oppure – se proprio fanno uno sforzo – passeggiano pigramente, usando sempre la stessa sfaticatissima tecnica di ripresa che smorza completamente il ritmo di film che in teoria dovrebbero essere d'azione. E tutto questo dalle mani di un regista che un tempo era capace di darci American Graffiti o il primo Guerre Stellari.

Peccato che questa lezione di tecnica – da rendere obbligatoria per tuti gli aspiranti registi – debba arrivare dopo che i film sono usciti anziché prima: ci saremmo risparmiati tre delusioni e ci troveremmo forse con tre prequel all'altezza degli originali.

Qui sotto vi propongo la prima parte della recensione; non perdetevi le altre e quelle dei primi due prequel, La Minaccia Fantasma e L'Attacco dei Cloni. Anche quelle di Star Trek e Avatar non sono male.

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