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2013/09/11

I dodici dell’11/9

AP Photo/Mark Lennihan (fonte)
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ringrazio Mattia Butta per la segnalazione delle dichiarazioni di Paolo Bernini.

Un altro 11 settembre, un altro anniversario. Sono passati dodici anni, a New York oggi c'è un nuovo grattacielo al posto delle Torri Gemelle. Il mondo è andato oltre.

Ma ci sono ancora coloro che, come ha fatto proprio oggi alla Camera il deputato italiano Paolo Bernini (quello del microchip sottopelle; video qui), che si ostinano a vivere nel passato e si accaniscono a teorizzare complotti sempre più fantasiosi, senza rendersi conto che è il tempo stesso a smontare inesorabilmente le loro costruzioni mentali, come ho scritto qui un anno fa.

È infatti passato un altro anno senza che nessuno dei presunti cospiratori abbia confessato, senza che nessuna delle annunciate dittature del Nuovo Ordine Mondiale si sia concretizzata, senza che nessuno dei sedicenti esperti pro-complotto sia riuscito a scrivere una relazione tecnica a supporto delle tesi alternative che abbia superato il vaglio dei colleghi in una rivista di settore.

Il blog Undicisettembre, con il quale ho l'onore di collaborare, ha pubblicato oggi non una risposta ai tediosi quesiti dei complottisti, ma un'intervista a Steven Mondul, del Dipartimento dei Trasporti della Virginia. Uno che era lì, ha vissuto direttamente quei momenti al Pentagono e che ha risposto a una domanda tecnica irrisolta da tempo: ma le telecamere di sorveglianza del traffico intorno al Pentagono non registrarono nulla? La sua risposta, insieme al suo racconto dell'esperienza personale di quel giorno di dodici anni fa, sono a vostra disposizione in traduzione italiana e in originale inglese.


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