2014/01/25

Aiuto, c’è un virus informatico nel mio... frigorifero?

Si parla molto del 2014 come l'anno dell'Internet delle Cose, ossia dell'anno che vedrà connettersi alla Rete un gran numero di dispositivi non strettamente informatici: lavatrici, sensori domestici, antifurto, televisori, fornelli da cucina, media center, frigoriferi, automobili e via dicendo. Staremo a vedere, ma è indubbio che se si corre verso l'interconnessione senza pensare alla sicurezza c'è il rischio molto concreto di combinare disastri.

Non ci vuole molta competenza tecnica, infatti, per rendersi conto che un attacco informatico a un fornello da cucina o a un impianto di riscaldamento potrebbe causare danni fisici irreparabili. E sabotare via Bluetooth o Wifi i freni di un'auto è un attacco che non ha bisogno di spiegazioni. Il problema, oltretutto, è che molte delle aziende che promuovono questi prodotti interconnessi non hanno grande esperienza di sicurezza informatica e quindi non sanno introdurre le protezioni necessarie (vedi i disastri dimostrativi delle TV Samsung o LG, delle telecamere di sorveglianza Trendnet o di certe auto).

In questo senso ha generato molto clamore la notizia di un recente attacco informatico basato su mail di phishing e spam inviate non soltanto da computer ma anche da dispositivi “smart”, frigoriferi compresi: un quarto dei circa 750.000 messaggi di mail inviati nel corso di questo attacco ha usato l'Internet delle Cose. In particolare, l'accenno ai frigoriferi ha acceso l'attenzione dei media (per esempio Fox, BBC, Zeus News, La Stampa).

Ma leggendo con attenzione la notizia, diffusa in un comunicato stampa da una società specializzata in sicurezza informatica, emerge che i “frigoriferi” (al plurale) sono, nel testo originale del comunicato, ben... “almeno uno”. Non è quel che si dice un attacco di massa. Del quale, fra l'altro, non viene specificata la marca o il modello, in modo da consentire agli utenti di identificarlo e scollegarlo. Viene insomma ad alcuni il dubbio che il riferimento al frigorifero sia stato inserito nel comunicato stampa per suscitare clamore e che usare un frigorifero “smart” come fulcro di un attacco sia poco efficiente (probabilmente si è trattato di un mero esperimento o proof of concept).

Non è il caso di farsi prendere dal panico e temere che il vostro frigidaire stia spammando o disseminando virus (perlomeno virus informatici), insomma, ma resta valido il principio che ogni oggetto collegato alla Rete è un punto di vulnerabilità in più, per cui è il caso di valutare attentamente se è davvero utile o necessario collegare a Internet un elettrodomestico come un frigorifero o un tostapane.

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