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2014/09/21

Nvidia sbugiarda i lunacomplottisti. E può fare anche di più

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “achille*” e “remo*” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

In tantissimi (troppi per ringraziarvi singolarmente) mi avete segnalato la notizia che Nvidia, per pubblicizzare le proprie nuove schede grafiche GeForce, ha sbugiardato con immagini digitali bellissime una delle tesi preferite di quelli che non credono che siamo andati sulla Luna (CNet; GizmodoFastcolabs; Engadget; Nvidia).

La tesi è che gli astronauti nelle foto delle missioni lunari sono eccessivamente illuminati quando sono in ombra. Secondo i lunacomplottisti, quest'anomalia dimostrerebbe che le foto sono false.

In particolare, questa tesi viene riferita alla foto qui sotto, che mostra Buzz Aldrin, secondo uomo a mettere piede sulla Luna, mentre scende lungo la scaletta e viene immortalato da Neil Armstrong, che è già sulla superficie lunare. Aldrin è nel cono d'ombra del veicolo spaziale (il Sole è a destra), eppure lo si vede benissimo. Come è possibile, senza una fonte di luce aggiuntiva che lo illumini e che sulla Luna non c'era?


Foto NASA AS11-40-5868 (versione a media risoluzione).


Nvidia ha deciso di dimostrare la potenza e la fedeltà di rendering delle proprie schede grafiche ricostruendo fedelmente la scena e soprattutto la riflettività della superficie lunare (nota grazie alle osservazioni telescopiche), dei rivestimenti del modulo lunare e della tuta di Aldrin.

L'illuminazione di qualunque ambiente, infatti, non proviene soltanto dalla fonte primaria di luce, ma scaturisce anche dai riflessi delle superfici circostanti. C'è anche la diffusione atmosferica della luce, che però diventa significativa solo su grandi volumi (sulla Terra, la luce solare diffusa dall'atmosfera rende luminoso tutto il cielo di giorno e quindi schiarisce le zone non direttamente illuminate dal Sole; sulla Luna, mancando un'atmosfera, non c'è diffusione). Se non esistessero questi riflessi, le ombre sarebbero sempre nerissime, sulla Terra come sulla Luna: avrebbero l'aspetto mostrato dal rendering qui sotto, che non calcola i riflessi ed è conforme alla tesi dei lunacomplottisti.


Credit: Nvidia.


Ma dall'osservazione della realtà sappiamo che le ombre non funzionano così: una persona che si mette all'ombra di un albero non diventa una sagoma nera e il lato in ombra di un oggetto non diventa nero come la pece: viene rischiarato dai riflessi delle superfici illuminate adiacenti. In altre parole, lunacomplottisti che sostengono la tesi delle ombre nerissime dimostrano di non sapere un'acca di come funziona la luce.

Usando la potenza di calcolo delle proprie schede grafiche, Nvidia ha incluso anche la riflettività dei materiali circostanti e ha ottenuto il risultato mostrato qui sotto, che corrisponde all'illuminazione della scena calcolata tenendo conto della luce riflessa dalla superficie lunare verso Aldrin e verso il lato in ombra del LM.


Credit: Nvidia.


Il risultato si avvicina alla foto originale della NASA, ma l'astronauta non è illuminato altrettanto fortemente. Manca ancora una fonte di luce. Quale?

La risposta, come già spiegato nel mio libro Luna? Sì, ci siamo andati!, è che la fonte luminosa mancante è il fotografo stesso. Neil Armstrong, infatti, indossa una tuta bianchissima e si trova in pieno sole (lo si nota dai lens flare che colpiscono l'obiettivo della sua fotocamera, in alto a destra nella foto originale), per cui riflette un bel po' di luce solare verso il proprio compagno. Nvidia ha provato ad aggiungere anche questa fonte di luce per certi versi poco intuitiva, usando i parametri di riflettività del materiale della tuta originale, e ha ottenuto il risultato che vedete qui sotto a confronto con l'originale.


A sinistra, la ricostruzione realizzata da Nvidia; a destra, la foto originale.
Credit: Nvidia/NASA.


La tuta di Neil Armstrong, da sola, aggiunge “circa il 10% di luce” ad Aldrin, dice Mark Daly, senior director of content development di Nvidia. L'illuminazione dell'astronauta sulla scaletta nella foto originale, insomma, è giusta e realistica come ce la mostra la NASA e le anomalie asserite dai complottisti sono semplicemente frutto della loro incompetenza.

Il video preparato da Nvidia racconta ulteriori dettagli, compresa la spiegazione illustrata della mancanza delle stelle.



Questo metterà a tacere i lunacomplottisti? Assolutamente no. Diranno che finalmente nel 2014 i processori commerciali hanno raggiunto la potenza di calcolo dei supercomputer ultrasegreti usati dalla CIA nel 1969. O si metteranno a strillare e insultare, come fanno di solito. Pazienza.

Dal punto di vista del debunking, questa indagine di Nvidia in realtà è interessante ma non cambia le cose; è semplicemente un'ulteriore conferma visiva e computazionale di quanto si sapeva già. Inoltre la prova della realtà delle missioni lunari non sta in questa foto, ma nella montagna di dati tecnici e scientifici, nelle conferme da parte dei russi, nelle foto dei siti d'allunaggio che mostrano i veicoli, gli strumenti e le impronte lasciate sulla Luna dagli astronauti, e nell'impossibilità di realizzare, con gli effetti speciali degli anni Sessanta, i fenomeni fisici osservati nelle riprese lunari, come la camminata in gravità ridotta o la caduta parabolica della polvere.

Volendo essere pignoli e rigorosi, i risultati, i dati e i metodi di Nvidia andrebbero resi pubblici per verificare che non si tratti semplicemente di un'astuta trovata pubblicitaria e che l'immagine sintetica non sia stata forzata ad avere l'aspetto giusto. Non che ci siano molti dubbi al riguardo, ma è questione di correttezza.

In questo senso sembra che saremo piacevolmente accontentati, perché sempre Mark Daly ha dichiarato che Nvidia sta creando un'interfaccia utente per consumatori per questa demo e la rilascerà al pubblico nelle prossime settimane. Ed è qui che sta il vero bonus dell'indagine di Nvidia.

Se Daly manterrà la promessa, infatti, potrei comperare un PC e una scheda Nvidia appositamente per arricchire il documentario Moonscape con un rendering che spiega e illustra le immagini originali, ricreandole da varie angolazioni.

Per esempio, questi sono alcuni rendering di Nvidia della posizione di Neil Armstrong durante la foto esaminata:


A sinistra, la posizione di Armstrong durante lo scatto. Aldrin è sul lato opposto del LM.
Credit: Nvidia.

Da quest'angolazione Aldrin è visibile sulla scaletta.
Credit: Nvidia.


La visuale di Armstrong, riflessa nel suo casco.
Credit: Nvidia.


Girando intorno al LM vediamo la scena da una posizione situata a sinistra di Armstrong.


Continuiamo il giro intorno al LM.
Credit: Nvidia.


Avviciniamoci.
Credit: Nvidia.


Quest'esplorazione virtuale permette già ora di arricchire il commento alle immagini dello sbarco sulla Luna con una chicca intrigante. Guardate questo fotogramma, preso dalla diretta TV dello sbarco grosso modo nell'istante in cui fu scattata la foto discussa da Nvidia: vedete la chiazza bianca quasi al centro dell'immagine?


Credit: NASA/Lowry Digital.

Sembra un difetto della telecamera, ma in realtà è la tuta di Neil Armstrong, talmente illuminata dal Sole da risultare sovraesposta. Il rendering di Nvidia da un'angolazione molto simile a quella della telecamera automatica, situata all'esterno del modulo lunare, lo chiarisce perfettamente:


Credit: Nvidia.

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