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2018/09/03

Perché alla gente viene in odio l’informatica? L’esempio dell’Area C di Milano

Io mentre cerco di pagare
l’ingresso all’Area C di Milano.
Ultimo aggiornamento: 2018/09/08 19:30.

Qualche giorno fa sono andato a Milano in auto. Per varie ragioni che non sto qui a spiegare, dovevo andarci direttamente in auto; non potevo usare mezzi pubblici o taxi. Non ho potuto usare la mia auto elettrica. Il luogo dove dovevo andare era appena al di fuori dell’Area C, la zona a traffico limitato di Milano. Ho sbagliato strada di poco e sono entrato per errore nell’Area C.

Nessun problema, penso io: posso andare online e pagare l’accesso entro la mezzanotte del giorno successivo al misfatto. Sono solo cinque euro e la prossima volta, se ci sarà, starò più attento. Ma c’è un piccolo, piccolissimo problema: io sto usando un’auto con targa svizzera, e a quanto pare per il Comune di Milano il mondo finisce al confine italiano, perché il software per pagare non accetta targhe straniere.

La ragione del singolare rifiuto è che normalmente, quando l’utente immette il numero di targa nel sito, il software accede ai database della pubblica amministrazione e ne ricava i dati di libretto, determinando se e quanto deve pagare quella specifica auto. Ingegnoso, ma gli sviluppatori non hanno fatto i conti con il concetto che a) esistono anche le auto con targa estera e potrebbero voler visitare Milano b) in Svizzera le targhe sono trasferibili. Io ho due auto, ma una sola serie di targhe, che sposto da una all’altra. In questo modo posso circolare con una sola auto per volta, ma in cambio pago pochissimo sia di tassa di circolazione, sia di assicurazione sulla seconda auto. Ma per il Comune di Milano questo sistema è, a quanto pare, inconcepibile. Una targa, una automobile.

Infatti vado sull’apposita pagina del sito del Comune e acquisto senza problemi un ticket di pagamento (pagabile con PayPal, ottimo). Lasciamo stare il fatto che non si può semplicemente dire “questa è la mia targa, sono entrato oggi” e pagare; lasciamo stare il fatto che prima devi comprare un ticket e poi devi usare il ticket per pagare. Pagare direttamente pareva troppo semplice?

Comunque sia, il ticket ha un PIN, che ora devo associare al mio numero di targa. Ma il software non riesce ad associare una classe alla mia targa.



Scelgo l’unica opzione possibile, che è Accesso a pagamento, e mi viene proposta questa scelta:



Non sto usando un’auto per un uso speciale e l’auto decisamente non è lunga più di 7,5 metri, per cui scelgo NO per entrambe le opzioni e clicco su Avanti. Mi aspetto di poter pagare, ma invece no: il mio veicolo “non rispetta le regole addizionali”. Quali siano queste regole, non si sa. Ma il sistema ha deciso che non posso pagare neanche volendo.



Faccio qualche tentativo alternativo: apro un account su MyAreaC e cerco di immettere la mia targa nel mio account. Lasciamo stare la profonda cretineide di un’interfaccia utente nella quale il pulsante per inserire una targa nuova è una cella grigia in una tabella (perché a quanto pare la usability, nella Grande Milano che ama i termini esterofili, non sanno cosa sia). Anzi no, non lasciamo stare, perché questo dedalo di ostacoli da superare e di interfacce concepite da un maniaco è esattamente la ragione per la quale la gente odia l’informatica: perché i sistemi vengono costruiti in modo ottuso, inflessibile e incomprensibile.

Tento anche la via tradizionale: una telefonata all’assistenza clienti. Ottengo in risposta solo la vocina automatica che dice che devo restare in linea per non perdere la priorità acquisita. Dopo venti minuti di attesa per difendere la mia “priorità” duramente conquistata, sono ancora lì a sentire l’estenuante musichetta. Accetto il suggerimento della vocina e lascio il mio numero di telefonino (ne ho uno italiano) per farmi richiamare. Mentre scrivo queste righe è ormai tarda sera e nessuno mi ha mai più richiamato. Complimenti, è davvero un bel modo di incoraggiare gli utenti a essere onesti.

Ho già speso quasi un’ora in tentativi inutili, e tutto questo per pagare cinque euro. Così chiedo aiuto ai lettori, e mi arriva rapidamente una risposta sconcertante: per essere onesto devo mentire.



Sì, mentire, perché l’unico modo di immettere nel sistema una targa straniera è dichiarare di avere un veicolo per uso speciale che è anche lungo oltre 7,5 metri. Beh, dal mio punto di vista sono a Milano per un uso speciale, in effetti (non chiedete; non è importante), e a volte la mia Opel Mokka mi sembra lunga anche più di 7,5 metri, specialmente quando devo parcheggiarla negli strettissimi autosilo svizzeri che ancora usano le misure delle auto degli anni Settanta. Per cui mento. Spudoratamente mento.



Clicco con trepidazione su Avanti...



... e la menzogna a fin di bene funziona. Immetto l’indirizzo di mail e il numero di telefonino e mi arriva anche il messaggio di conferma.


Ho scritto un paio di tweet al Comune di Milano per avvisare della mia soluzione alle carenze del loro software.










2018/09/08 19:30


Poco fa mi ha telefonato (in Svizzera) il servizio clienti di Area C: l'operatrice ha aggiunto a mano il mio numero di targa nel mio account MyAreaC (che per fortuna avevo aperto durante i miei tentativi di risolvere la questione). Sono quindi in regola per le mie future entrate in Area C.

Resta un dubbio residuo: se in futuro dovessi entrare in Area C con la mia auto elettrica, che ha la stessa targa ma è esentata dal pagare il ticket d’ingresso, come reagirà il sistema? C’è un solo modo per scoprirlo...


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