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2006/02/04

InEdita Blog: presenze informatiche inquietanti

Sono alla Fiera di Genova, a InEdita Blog, e noto con sorpresa la strapresenza di Mac, sul palco e fra il pubblico. Chi ha detto che il Mac è di nicchia?



Resistance is futile. You will be assimilated :-)

Aggiornamento. A dire il vero, qui sopra avevo scritto "is useless"... imperdonabile per un Trekker come me. Invoco l'attenuante generica: ho appena finito di vedere la Guida Galattica, dove c'è curiosamente una frase molto Borg: "Resistance is useless", appunto. Ringrazio i lettori che mi hanno fatto il debug. La prima parte di questo post è stata scritta, illustrata e pubblicata in Rete direttamente dalla sala del convegno, grazie a fotocamere digitali e connessioni wireless, e visualizzata sullo schermo del videoproiettore in tempo reale (insieme ai primi commenti). Roba da fantascienza, fino a poco tempo fa.


Post eventum


Inedita Blog è stata per me una scoperta molto piacevole (grazie Marina e Mitì), condita oltretutto da una dose luculliana di focaccia. Ho conosciuto meglio un mondo, quello dei blogger, nel quale mi sento un po' un abusivo: io, in fin dei conti, uso il blog semplicemente come strumento di pubblicazione facilitata di notizie e come spazio per scambiare idee con i lettori. Ma c'è chi del blog ha fatto uno strumento creativo e letterario, e chi invece ne vuole fare uno strumento di propaganda politica.

Si è parlato appunto di blog e politica, raccontando i casi (quasi tutti disastrosi) di blog di politici italiani. La mia impressione, non condivisa da alcuni degli altri relatori (e meno male), è che i politici italiani non hanno capito niente di come funziona la Rete (Urbani docet) e che il blog non può diventare semplicemente un nuovo pulpito dal quale dispensare ideologie. Il blog è un punto di scambio (magari sbilanciato a favore del blogger, che tiene il controllo), non un'inserzione pubblicitaria. Chi non ascolta i propri lettori/commentatori rischia di fare una pessima figura, ed è perfettamente comprensibile che un politico non abbia tempo di gestire anche un blog. Bene; in tal caso, non lo faccia, e non sporchi la Rete.

Ci siamo amichevolmente accapigliati anche su quanto sia lecito che un blog non sia scritto dal suo intestatario. Si può far scrivere un post di blog dallo staff del partito/movimento (e questo vale anche per blog non direttamente politici come quello di Beppe Grillo)? O deve essere farina spontanea del proprio sacco? Non si rischia che il lettore smaliziato si accorga della finta?

Abbiamo parlato anche di blog come palestra di scrittura, e sono intervenuti anche vari editori (cartacei, ma tutt'altro che incartapecoriti) per parlare di rapporti fra blogger ed editori. Scrivere un blog è senz'altro meglio che non scrivere affatto, ma l'orientamento generale è che non si diventa scrittori a furia di bloggare, e che gli editori non vanno a pescare tra i blogger quando vogliono trovare nuovi autori.

Un altro tormentone del convegno è stato il tema dei soldi. Come si fa a fare soldi con i blog? La risposta pressoché unanime è stata "non si fanno i soldi coi blog". Chi si butta nei blog con l'intento di fare soldi ha sbagliato mestiere, così come chi scrive libri per diventare milionario. Faccia il dentista, l'avvocato o il politico, ma lasci perdere la scrittura. Scrivere è questione di passione, non di guadagno.

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