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2006/04/03

GB, per la prima volta una canzone prima in classifica grazie soltanto ai download

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "dartam" e "paolo.jan***".

La BBC riferisce che il duo hip-hop Gnarls Barkley è primo nella classifica di vendite dei singoli nel Regno Unito unicamente grazie alle 31.000 copie scaricate dai servizi a pagamento di Internet. Il disco, infatti, è in vendita soltanto da oggi. Il record è stato stabilito a un solo anno di distanza dall'inclusione dei download a pagamento nel computo della classifica Top 40, e a meno di due anni dal lancio di iTunes in GB.

L'avvenimento è particolarmente interessante perché segna una svolta del mercato dei singoli, che avevano subito un calo dagli 80 milioni di copie l'anno (nel Regno Unito) alla fine degli anni Novanta a poco più di 20 milioni nel 2005. Ora sono 11 settimane consecutive che vengono venduti oltre un milione di singoli la settimana, comprese le versioni scaricabili. In totale, nel 2005 i britannici hanno scaricato a pagamento oltre 26 milioni di canzoni. Gli scaricamenti a pagamento costituiscono circa i tre quarti di tutti i singoli venduti. La musica da ascoltare sui cellulari, inoltre, rappresenta circa il 7% di tutte le vendite. Alla faccia di chi diceva che la musica via Internet non poteva funzionare e che i consumatori sono tutti ladri.

Non ci voleva una mente sublime a capire che dovendo scegliere fra un eMule di dubbia affidabilità (tempi lunghi di scaricamento, poche garanzie di autenticità o completezza), un disco di plastica a due-quattro sterline (2,5 - 5 euro), e un file garantito scaricabile comodamente standosene a casa per 79 pence (1,13 euro), i consumatori avrebbero scelto la terza opzione. Ma le case discografiche, fossilizzate nelle loro abitudini come se fossero parte integrante dell'ordine cosmico, ci hanno messo anni a capire il concetto, rimettendoci milioni di euro in scaricamenti a scrocco.

Se c'è qualcuno da incolpare per il calo delle vendite degli anni scorsi, insomma, sono proprio i discografici, incapaci di soddisfare una generazione digitale per la quale il disco, inteso come oggetto fisico, anche se digitalizzato sotto forma di CD, è vetusto quanto i padelloni a 78 giri del bisnonno.

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