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2006/07/18

Trusted Computing blocca gli upgrade?

Niente aggiornamenti dell'hardware grazie al Trusted Computing?


Sfogliando un articolo di Ars Technica dedicato ai prossimi Mac, mi sono imbattuto in una considerazione interessante sul Trusted Computing. Il controverso chippettino TPM presente in tutti i nuovi Mac, documentato in un articolo precedente, potrebbe avere anche un'altra funzione sgradita oltre a quella di creare sistemi anticopia (DRM) che violano i diritti degli utenti legittimi: impedire l'aggiornamento dell'hardware.

Siamo abituati a poter aggiornare i nostri computer cambiando memorie, processori, dischi rigidi, schede grafiche e quant'altro in modo da evitare di buttar via periodicamente tutto e ricomprare tutto da capo. Questo è un risparmio per noi, ma una mancata occasione di guadagno per chi produce hardware.

Apple è in una posizione particolare: gran parte del suo giro d'affari deriva appunto dalla vendita di hardware, sotto forma di iPod e di computer; in termini di bilancio, il software (compreso Mac OS X) è quasi trascurabile. Dal punto di vista degli utenti, invece, il software è uno dei principali motivi per comperare Apple. Da qui nasce un conflitto, ed è per questo che Apple cerca strenuamente di legare Mac OS X all'hardware Apple, al punto di integrare un chip Trusted Computing in ogni nuovo Mac per impedire (con relativo successo) che Mac OS X giri anche su hardware non-Apple.

Come dice Ars Technica, per una società che dipende dalla vendita di hardware, la possibilità di cambiare processore senza cambiare il resto del computer è una chiara minaccia al priorio modello commerciale. Da qui l'ipotesi (e va sottolineato che per ora è un'ipotesi) che Apple ricorra al chip TPM per impedire il cambio di processore e gli aggiornamenti in generale. Traduco:

Il TPM è stato incluso in tutti i Mac Intel venduti finora, e non c'è motivo che mancherà nei Mac futuri. Ha molti usi possibili, ma per Apple si riducono a due.

Il primo è che Apple vuole legare Mac OS X all'hardware Apple. Non è una novità: la EULA di Mac OS X consente all'utente di farlo girare soltanto su Mac. Esistono, e continueranno ad esistere, trucchi per eludere questa limitazione, ma per la maggior parte degli utenti il chip TPM garantirà che OS X giri soltanto su un Mac.

Il secondo, più importante per la nostra discussione, è la possibilità che un chip TPM possa impedire gli upgrade del processore. Una delle funzioni interessanti (o inquietanti) del TPM è che può legare una specifica configurazione hardware a una specifica macchina. Nel caso dei Mac, questo impedirebbe agli utenti di installare un nuovo processore.

L'articolo prosegue notando che ci sono altri modi per ottenere lo stesso impedimento, ma è interessante notare come il chip TPM si presti così agevolmente a questo tipo di manovra di controllo del mercato. Ci si trova, insomma, ad usare hardware intenzionalmente menomato per scopi commerciali, ed è per questo che molti considerano il Trusted Computing una trappola contraria alla libera concorrenza e ai diritti dei consumatori.

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