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2006/09/11

Ipotesi di complotto a Matrix stasera, con materiale inedito per riflettere; ci sentiamo alla radio online

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Questa sera, alle 23.15 circa, va in onda su Canale 5 una puntata di Matrix dedicata alle ipotesi di complotto riguardanti gli attentati dell'11 settembre 2001. Insieme al gruppo di ricercatori riunitisi nel blog Undicisettembre, ho collaborato alla preparazione del materiale di risposta alle più diffuse "prove" complottistiche. Il compenso offerto da Canale 5 verrà devoluto in beneficenza.

Gli ospiti in studio saranno Alessio Vinci (CNN), Jas Gawronski (che non ha bisogno di presentazioni), Giulietto Chiesa (idem) e Maurizio Blondet (per il quale ho preparato una collana di perle).

Ci sarà un filmato preparato per l'occasione da Massimo Mazzucco di Luogocomune.net, al quale risponderanno immagini e filmati inediti che vi consiglio di non perdere. Il materiale originale preparato per la trasmissione sarà raccolto e scaricabile nella sezione 11/9 del mio sito Attivissimo.net. Bloggherò la trasmissione stasera in questa pagina dalle 23 in poi.

Sempre questa sera, intorno alle 21.30, sarò ospite telefonico dell'emittente siciliana RMC101, ascoltabile anche in streaming, sempre per parlare di 11 settembre e complottismo. Anche lì porterò del materiale inedito che farà riflettere sia chi crede nelle ipotesi di complotto, sia chi le scarta a priori.

A stasera!

Aggiornamento


Eccoci qua! Con 23 minuti di ritardo, alle 23.38 finalmente comincia Matrix.


Primo blocco

Spezzoni di Loose Change. Piano Northwoods, buco al Pentagono troppo piccolo, demolizione controllata delle Torri Gemelle: repertorio classico. I sottotitoli correggono con sublime discrezione l'errore del B-52 al posto del B-25 all'Empire State Building che c'è nell'audio originale di Loose Change. E non sono un po' miseri gli sbuffi mostrati da Loose Change rispetto a quelli delle demolizioni vere?

La "confessione" di bin Laden è mostrata in una versione di pessima qualità, mentre questa qui sotto è quella originale, tratta da Crono911:



Vinci fa notare che lo spezzone di McIntyre al Pentagono è stato manipolato in Loose Change togliendolo dal contesto. Chiesa dice che la sua "prova" è il crollo dell'edificio 7 al World Trade Center. Dice di andare alla ricerca della verità: benissimo, se davvero vuole una mano, io sono qui e le mie indagini e informazioni sono disponibili su Undicisettembre.info. Specialmente per quanto riguarda il WTC7.

Blondet parla di regime da Quarto Reich riferendosi all'amministrazione USA: ci sarebbe stato un colpo di stato in America. Fa il paragone fra 11 settembre e incendio del Reichstag. Gawronski fa fatica a star serio. Liquida come le teorie complottiste: come tenere segreta una cospirazione colossale come quella teorizzata dai complottisti? Ce lo chiediamo un po' tutti.


Secondo blocco

Il nuovo video di Massimo Mazzucco, La verità di cristallo. Voce di Gaetano Lizzio, musica riciclata da Inganno Globale. I temi sono i soliti, già sbufalati da tempo: il foro troppo piccolo per un Boeing 757 al Pentagono; le finestre intatte (ci credo, antiscoppio da 700 kg l'una, montate su telaio d'acciaio e rete in kevlar). Mazzucco fa un passo avanti: ammette la presenza di rottami d'aereo al Pentagono, cosa che in Inganno Globale non faceva. Ma allora, ha ragione adesso o ce l'aveva prima?

Al Pentagono non ci sono tracce, dice Mazzucco (a parte i cadaveri, certo). Le telecamere di sicurezza, la manovra illogica, anche questi sono temi già discussi e smontati da tempo, non mi soffermo qui a ripeterli. Mazzucco dimentica di dire che Hanjour era pilota certificato e sapeva usare il pilota automatico: ecco come mai ha raggiunto il bersaglio da centinaia di chilometri di distanza.

Sfacciata la sua scelta della fotografia (dal lato più lontano possibile e col grandangolo) per tentare di sminuire la grandezza e visibilità delle torri: chi è stato a New York sa come stavano veramente le cose. Stallo della difesa, militari promossi, Mineta manipolato: le stesse cose già dette (e sbufalate) in Inganno Globale.

Non ci posso credere: siamo ancora fermi al "niente nomi arabi nelle liste dei passeggeri". Torri progettate per 707: certo, ma non per 767 pieni di carburante lanciati a manetta, con violenza risultante sette volte maggiore. Mazzucco dice che il kerosene non scioglie l'acciaio (vero: lo fanno gli incendi del contenuto). Anzi, il calore si disperde nell'acciaio: diciamo anche questo a quelli che si gettavano per non ardere vivi.

Mazzucco si stupisce che diciotto persone siano uscite dalle torri crollate in fiamme: erano ai primissimi piani, in una scala che non è stata colpita dal crollo delle torri (che appunto non è verticale, ma asimmetrico), e ai primi piani non c'erano appunto incendi.

Ancora la tiritera delle esplosioni: stranamente, tutte sentite, nessuna vista. Mazzuco prima fa vedere i rottami che hanno colpito gli edifici circostanti, poi dice che le torri sono crollate senza colpire nessun edificio circostante. Eh?

Si parla ancora del WTC7 e della polverizzazione: ma cosa deve fare, secondo Mazzucco, una soletta di 12 cm che cade da centinaia di metri e viene travolta dalla struttura dell'edificio? Formare cubetti?

Volo 93: Mazzucco dice che ci sono resti umani trovati a distanza di alcune miglia. Da dove ha tirato fuori questa storia? Mostra la foto della nube di fumo sopra Shanksville, dicendo che è tipica di una bomba. Nel controfilmato, la redazione di Matrix mostrerà la foto scattata a Piacenza da Gianluca Pietta dopo la caduta di un C-130 ad agosto 20o6: ecco le due foto a confronto.

Immagine 14.png CIMG1965.JPG

Non mi soffermo su tutti i dettagli del nuovo film di Mazzucco: ci saranno altre occasioni. Dico solo che la tesi di Mazzucco, adesso, è che le foto dei rottami del Volo 93 siano state "inventate" di recente e prima non esistessero. Prove? Non ne ha, ma da quando questo è un problema per un complottista?

Il controfilmato della redazione sulle Torri Gemelle: spiegazione del crollo da impatti e incendi innescati dal carburante. Niente acciaio fuso dagli incendi, ma indebolito. Lo spiegone è un po' tecnico. Il metallo è stato analizzato eccome. Il crollo non è affatto verticale e non è troppo veloce. La struttura non poteva opporre resistenza significativa. La teoria del "pod". Il mistero del lampo all'impatto. WTC7: il filmato inedito dello squarcio prodotto dalle macerie (e un errore di montaggio, nel quale viene mostrato il Marriott/WTC3 invece del WTC7).

Vinci fa un gran casino con l'ipotesi di demolizione del WTC7. Chiesa è ancora fermo alla storia del "pull it" di Larry Silverstein: "del resto, ci sono le testimonianze di Larry Silverstein, che dice a un certo punto al capo dei pompieri 'Beh, ci conviene farlo andar giù'. Quindi vuol dire che questo edificio era già stato prima approntato". Purtroppo né Vinci né Gawronski hanno la risposta pronta: "pull it" non vuol dire demolire un edificio come dice Chiesa, e non vuol dire tirarlo giù coi cavi come dice improbabilmente Vinci. Silverstein stava parlando di ritirare il contingente di pompieri dalla zona del WTC7 pericolante.


Terzo blocco

Dopo la pubblicità, Blondet dice che nei suoi libri (ne ha scritti quattro) non ha parlato del WTC7, perché lui non è un tecnico (e meno male, non ce n'eravamo accorti). Oh, quando lo fa il rapporto della Commissione, è una prova di complotto. Quando lo fa Blondet, va tutto bene. Due pesi, due misure. Di nuovo la teoria del fumo nero che equivale a incendio quasi spento: ma Blondet li ha almeno guardati i filmati degli incendi che durano fino al crollo, o si limita a usare il copiaincolla dai complottisti americani?


Quarto blocco

Viene presentata la ricostruzione dell'impatto al Pentagono realizzata da Mike Wilson. Testimonianze scritte e filmate dell'impatto, compresa quella di Lloyd England (il tassista la cui auto fu colpita da uno dei pali abbattuti dall'aereo.

Blondet risponde dicendo che non se n'è mai occupato, di queste cose tecniche. Fa il paragone con lo schianto del Concorde (poco pertinente, visto che è un impatto esterno). Vinci chiede che fine avrebbero fatto i passeggeri e se le telefonate sono artefatte. "Non lo so" dice Blondet. Chiesa dice di aver parlato con i piloti italiani apparsi nello Speciale TG1 dedicato all'11/9 e che affermano che la manovra al Pentagono è impossibile (con una spiegazione davvero fantasiosa che renderebbe impossibile anche qualsiasi atterraggio).

Anche Chiesa risponde "Non lo so" alla domanda su dov'è finito l'aereo. Chiesa parla di "sei muri maestri" al Pentagono (che non esistono). Persino Mentana nota che il piano Northwoods risale a ben 42 anni fa e non fu mai eseguito. Gawronski chiede "almeno uno straccio di prova" per queste teorie "assurde". Chiesa dice "l'aereo al Pentagono non l'ha visto nessuno" (a parte i testimoni oculari).

Chiesa parla di Amalgam Virgo e di una teoria complicatissima secondo la quale un'esercitazione con un lancio di Cruise sarebbe stata una prova generale dell'11/9. Chiesa afferma anche che gli attentati di Londra furono una messinscena.

Mentana presenta un filmato di ricostruzione sul Volo 93. Chiesa dice che non è caduto a Shanksville. A tutte le domande, Chiesa risponde con "Non lo so". Chiesa elenca una lunga serie di relazioni fra bin Laden e il governo bosniaco. Gli attentatori sarebbero stati agenti al libro paga della CIA in Bosnia.

Quinto e sesto blocco
Gawronski solleva la questione degli interrogatori sotto tortura nella lotta al terrorismo. Chiesa fa un esempio di testimonianza di un interrogato spedito in Siria. Il sesto blocco contiene soltanto i saluti.


Conclusione

Mi fermo qui perché non voglio fare una solfa interminabile: potrei andare avanti a lungo con gli strafalcioni di Chiesa e Blondet (non Ramirez, Chiesa, ma Rodriguez ha sentito le esplosioni al WTC; e Kevin Ryan non ha fatto i test dell'acciaio delle torri come lei afferma, perché Ryan non ha mai lavorato alla Underwriters Laboratories, ma presso una sussidiaria che si occupa di controlli dell'acqua potabile, e di metallurgia non sa un fico secco). Ma, dicevo, mi fermo. A fatica, ma mi fermo.

Sottolineo soltanto la perla comportamentale dei complottisti Chiesa e Blondet, che dall'alto della loro approfondita indagine sull'11 settembre, non sanno che dire "non lo so, non lo so, non lo so" quando Gawronski e Vinci fanno domande del tutto ovvie come "ma allora gli aerei dove sono finiti? E i morti sono finti o veri? E come diavolo si fa a piazzare tutto quell'esplosivo in due grattacieli di nascosto? Quante centinaia di persone avrebbero fatto parte di quest'immane operazione, e come mai nessuno confessa?".
Soprattutto, Blondet e Chiesa non hanno nulla da controbattere quando viene fatto loro notare che tutte le loro teorie non hanno uno straccio di prova. Collezionando i fatti in maniera selettiva e imbastendovi sopra una trama arbitraria, signori Chiesa e Blondet, non si fa indagine e non si scopre la verità: si scrive il Codice da Vinci. Però, come appunto Dan Brown insegna, si vendono un sacco di libri. Anche Mentana ha fatto notare l'insistenza con la quale i due complottisti promuovevano i loro libri e i loro film.

Avrei preferito che le teorie dei complottisti fossero rintuzzate una per una, in tempo reale, e in questo Vinci e Gawronski non si sono rivelati preparati a sufficienza sulla materia; ma forse il linguaggio televisivo non consente di soffermarsi sui singoli punti e mira a un approccio più emotivo e meno tecnico, e in questo senso il loro approccio ha funzionato. E forse quello che più di ogni disquisizione tecnica inchioda i complottisti alla loro vacuità è il fatto che riescono a litigare persino tra di loro: Chiesa si deve dissociare da Blondet quando i commenti di Blondet degenerano nell'antiebraismo più stereotipato. Bei compagni di viaggio.

Attendo con impazienza che Chiesa sforni il suo film sull'11 settembre, al quale parteciperà Dario Fo. Se vuole una consulenza gratuita per evitare di fare la figura del dilettante come l'ha fatta Mazzucco col suo Inganno Globale pieno di errori, omissioni e manipolazioni, non ha che da chiamarmi. Io e i tecnici di Undicisettembre siamo a disposizione. Sa dove trovarci.

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