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2006/09/03

11/9, Speciale TG1 stasera da non perdere

Antibufala: 11/9, Speciale TG1 stasera


Oggi (domenica 3 settembre) Raiuno trasmetterà alle 23.20 circa uno Speciale TG1 dedicato ai presunti misteri del 9/11. Il taglio della trasmissione dovrebbe essere più rigoroso e documentato rispetto ad altri programmi analoghi, con ospiti in studio competenti e ben preparati.

Secondo fonti interne alla produzione del programma, verranno presentati vari filmati poco noti, fra i quali alcuni del Pentagono, girati prima del crollo della facciata, nei quali si vedono chiaramente i rottami d'aereo che i documentari complottisti non mostrano.

Un altro filmato interessante e inedito sarà quello girato da un operatore Rai durante il crollo della Torre Sud del World Trade Center. L'audio in presa diretta, guarda un po', non segnala le esplosioni previste dalle teorie di demolizione controllata.

Se l'argomento vi interessa, puntate il registratore!

Aggiornamento (2006/09/04 01:00)


Finalmente! Molta sostanza, poca polemica, molti dati, nessuna interruzione, e ospiti preparati e competenti. Di tutto il can can fatto fin qui intorno alle ipotesi di complotto, questa è una delle trasmissioni più riuscite. Butto giù qualche appunto a caldo preso durante la messa in onda.

Roberto Olla ha in studio la storica Lucetta Scaraffia, i piloti comandanti Giuseppe Giovenzana e Davide Sparagi, il generale Enrico Persi Paoli, e l'esperto forense Enrico Manieri, che dimostra una preparazione enciclopedica sull'argomento (e io che credevo di essere l'unico un po' ossessionato da questa vicenda). Si aggiungono le testimonianze registrate di Monica Gabrielle, che ha perso il marito al World Trade Center, e di John Vincent, ex agente FBI.

Una considerazione importante è quella di Gabrielle e Manieri sulla disinvoltura strutturale delle torri: norme antincendio patetiche, immunità legale (direi quasi impunità) della Port Authority proprietaria degli edifici, isolamento antincendio carente o addirittura assente sulla struttura, collocazione di tutte le vie di fuga nella zona centrale, vero tallone d'Achille delle torri. Con una struttura del genere, e dopo un danno del genere, il crollo era inevitabile. Ci sembra anomalo perché erano edifici anomali. Irresponsabilmente anomali.

Il filmato del cameraman RAI, Jack Taliercio, mostra inequivocabilmente che di esplosioni non c'è traccia né visiva né tanto meno sonora: il crollo delle torri è un boato unico, continuo, e non si vedono sbuffi lungo la facciata. Persi Paoli suggerisce che i rumori esplosivi testimoniati da alcune delle persone presenti siano boati di assestamento o cedimento della struttura.

L'obiezione fondamentale di Persi Paoli alla teoria della demolizione controllata: si vede chiaramente che il crollo comincia esattamente dove le torri sono state colpite dagli aerei. Come è pensabile di piazzare dell'esplosivo nell'esatto punto previsto? E come tenercelo intanto che passano di lì cento tonnellate di metallo e carburante lanciate a 800 chilometri l'ora?

Olla mostra anche un cinegiornale che chiarisce una volta per tutte la natura dell'impatto contro l'Empire State Building: un B-25, non un B-52, che all'epoca manco esisteva (Franco Fracassi, prenda nota e smetta di usare Loose Change come bigino -- contiene lo stesso errore, l'hanno ammesso anche gli autori), e una struttura diversissima dell'edificio.

Per quanto riguarda il Pentagono, impossibile un aereo piccolo: non avrebbe avuto la forza di trapassare circa 100 metri di edificio (al piano terra il Pentagono non è diviso in anelli, ma è un piano unico fino al terzo anello) costruito con una selva di colonne in cemento armato (mostrata durante la costruzione in un raro filmato del 1942). Impossibile anche un camion bomba o un aereo piccolo pieno di esplosivo: gli esplosivi producono una breccia a ventaglio, diversissima da quella che si è vista.

Giovenzana segnala che la "scatola nera" dell'aereo al Pentagono indica una manovra di spinta verso il basso dell'aereo circa due secondi prima dell'impatto: aereo pilotato a mano, dunque, non radiocomandato, e pilotato anche male. Sparagi paragona l'impatto ad un atterraggio nel quale schiantarsi è un successo. Manieri ipotizza che gli impatti contro gli oggetti situati di fronte all'edificio abbiano fatto ripiegare o staccare le ali, riducendo la larghezza della breccia.

Ottimo il filmato di Mike Wilson, che benché imperfetto (manca l'altimetria delle strade) comunica meglio di qualsiasi discorso la dinamica dell'impatto al Pentagono.

Non si è parlato di molte altre ipotesi, come quelle sul WTC7, la "terza torre", ma per questo ci saranno altre occasioni.

Tutti concordi, comunque, nel dire che l'unico modo per sperare di porre fine a tutte le dicerie è divulgare tutto; essere meno reticenti. Non si è fatto finora, secondo Persi Paoli, per l'imbarazzo dei militari e del governo statunitense di essersi fatti fregare così stupidamente e di essersi mostrati incresciosamente vulnerabili. Forse non hanno ancora capito che se si ostinano nel loro burocratico silenzio, non fanno altro che alimentare il complottismo, che è di per sé una forma di ulteriore sconfitta.

Se volete dare un'occhiata alla reazione arguta, composta e compita dei complottisti di Luogocomune allo Speciale TG1, date un'occhiata qui.

Aggiornamento (20060905)


La puntata è consultabile via Internet qui per chi ha software in grado di gestire il formato Windows Media Player (grazie a piviere per la segnalazione).

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