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2007/08/21

Il grande blackout di Skype: colpa di zio Bill?

Skype tira in ballo Microsoft per il blackout

Questo articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Panico generale: da giovedì scorso, e per ben due giorni, i milioni di utenti di Skype, il popolarissimo programma di telefonia via Internet, si sono trovati tutti zittiti. Impossibile connettersi; i pochi che ci riuscivano non trovavano i propri amici e contatti. Ora le cose si sono sistemate, ma chi si era affidato a Skype per risparmiare sulla bolletta telefonica e per stabilire nuove amicizie s'è trovato tagliato fuori e ha avuto una buona occasione per riflettere su quanto era diventato importante l'uso di questo servizio.

Sono circolate le teorie più disparate: dal possibile attacco informatico al sabotaggio da parte delle compagnie telefoniche tradizionale, insidiate dal successo della telefonia via Internet. Il blog ufficiale di Skype, tuttavia, punta il dito contro un "colpevole" ben diverso: Microsoft.

Zio Bill è un colpevole involontario, s'intende: in realtà è stato soltanto il fattore scatenante di una serie di disguidi dovuti a falle del software di Skype.

In sintesi, il 16 agosto Microsoft ha rilasciato il blocco mensile di aggiornamenti del proprio software. Questo ha causato il riavvio pressoché simultaneo di milioni di computer in giro per il mondo, molti dei quali hanno installato Skype, configurandolo per riconnettersi automaticamente al circuito Skype dopo un riavvio.

L'elevatissimo numero di tentativi di riconnessione simultanei, combinato con una carenza di risorse di rete P2P, ha sovraccaricato Skype. Sovraccarichi di questo genere vengono normalmente gestiti dal software di Skype, che però conteneva un difetto che non era mai stato rilevato prima e che è emerso soltanto in queste condizioni molto particolari.

Secondo il blog di Skype, la causa del collasso è stata "identificata esplicitamente all'interno di Skype", e non ci sono stati pericoli per la sicurezza degli utenti: "Possiamo confermare categoricamente che non sono state ascritte attività ostili e che la sicurezza dei nostri utenti non è mai stata in pericolo".

Per evitare che il pasticcio si ripeta al prossimo aggiornamento di Microsoft, previsto per la fatidica data dell'11 settembre (un martedì, proprio come sei anni fa), "Skype ha identificato e già introdotto varie migliorie nel proprio software per garantire che i nostri utenti non verranno colpiti allo stesso modo nell'improbabile ipotesi che si verifichi di nuovo questa combinazione di eventi".

Speriamo in bene. Ora il servizio ha ripreso a funzionare egregiamente, ma la relativa reticenza delle fonti ufficiali di Skype lascia chiaramente spazio a dubbi e ipotesi alternative. GigaOm ha una discussione tecnica molto interessante sull'argomento, che ipotizza il coinvolgimento dei supernodi della rete Skype oltre che dei server di autenticazione di Skype.

L'architettura della rete, insomma, non è così distribuita e peer-to-peer come potrebbe sembrare; a questo punto diventa interessante valutare anche alternative come Gizmo, che nei giorni del blackout ha avuto un'impennata di iscritti davvero spettacolare. Gizmo è multipiattaforma e, a differenza di Skype, è basato su standard aperti; inoltre e integra varie funzioni supplementari che in Skype si pagano a parte, come la registrazione delle chiamate.

La lezione di questo blackout è che la popolarità, su Internet, si acquisisce in fretta, ma si perde altrettanto rapidamente.

Grazie a Inchiostro Simpatico per i dettagli tecnici della vicenda.

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