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2008/04/15

Michelangelo? Un pornografo, dice MSN. Youtube conferma

Promemoria per aspiranti censori



Ogni tanto qualche genio luddista si affaccia a Internet e dal basso della sua ignoranza proclama che è necessario regolamentarla e censurarla, perché contiene immagini offensive e pornografiche. Quando gli si chiede come fare di preciso, ha sempre la soluzione pronta e fa sembrare tutto facile: si eliminano le immagini "di nudo, nudo parziale, pornografia, molestie e comportamenti illegali od offensive", come recita una mail di avvertimento giunta a un utente di MSN Spaces e segnalata su Punto Informatico.

Visto? Che ci vuole? Basta fare un elenco di tipi d'immagini inaccettabili e poi filtrare tutto quello che rientra in quell'elenco. Problema risolto.

Il problema è che quell'elenco censura anche Michelangelo. L'avvertimento, infatti, è giunto all'utente perché aveva pubblicato quest'immagine:



Anche il Disinformatico verrà ora relegato fra i blog offensivi e pornografici, inadatti ai cuoricini puri dei nostri bambini (quelli che si scambiano le foto di Rotten.com via Bluetooth sui cellulari)? Staremo a vedere, perché il problema dell'applicazione delle regole contro i contenuti offensivi, della scelta di queste regole e della scelta delle persone che dovrebbero deciderle per tutti noi non è banale come lo dipingono certi aspiranti censori e non è certo limitato a MSN: anche Youtube è stata protagonista di un caso analogo, sempre legato a un'opera di Michelangelo.

Grandiosa, comunque, la scelta di MSN di indicare all'utente italiano le norme di comportamento complete in inglese. E chi non sa l'inglese cosa fa? Le viola senza nemmeno saperlo? Se a qualcuno viene in mente Douglas Adams e una certa autostrada intergalattica da costruire, con l'avviso di sgombero della Terra postato su Alfa Centauri, non siete i soli.

Gli internauti più attempati ricorderanno anche un caso celeberrimo, targato 1995: America Online (AOL) bandì la parola "breast" (seno), perché offensiva. Il risultato fu che le pazienti afflitte da cancro al seno non poterono più parlarne via Internet, se usavano AOL. Leggenda vuole che le utenti aggirarono il problema parlando di "boob cancer" ("cancro alle poppe"), perché "boob" non era nell'elenco di parole proibite deciso da chissà chi. AOL fece dietrofront in pochi giorni a seguito delle proteste dei suoi utenti, come racconta il Boston Globe (Richard A. Knox, "Women Go Online To Decry Ban On Breast", 1 dicembre 1995, reperibile qui a pagamento).

Quando facevo il moderatore dei neonati forum della Rai, ricordo che tutti ci chiedemmo come mai il nome di un famoso attore italiano venisse censurato. Qualcuno ce l'aveva con Marcello Mastroianni? Poi un utente fece notare che nel cognome c'era annidata una parola di cinque lettere...

Per finire, le immagini di una chicca censoria ancora più stravagante: le armi eliminate dalla versione americana del trailer del prossimo film della serie di Indiana Jones, come segnalato su Slashfilm.com.



In alto la versione USA, sotto la versione internazionale (attenzione, la pagina della versione internazionale del trailer ospita un "nudo parziale" di Daniel Craig. Ho fatto trenta, tanto vale far trentuno).

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