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2008/11/07

Attenti ai vigilantes armati che vi staccano l’acqua!

Antibufala: allarme per la privatizzazione dell'acqua pubblica


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "cricarn****" e "amass74".

Sta circolando da almeno metà ottobre un e-mail che segnala, tramite una scansione allegata, un articolo inquietante, secondo il quale in Italia, per via di un recente decreto legge, "l'acqua non sarà più un bene pubblico, ma una merce e, dunque, sarà gestita da multinazionali internazionali".

L'articolo (ne vedete un'immagine qui sotto) aggiunge che "a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300%". Un dato decisamente preoccupante. Ma c'è di più.

Secondo l'articolo, infatti, "ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori".



Il tono lievemente allarmista prosegue preannunciando che "la privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri".

Gli ingredienti di un allarme-bufala classico ci sono praticamente tutti. Il classico riferimento alle multinazionali assassine; il complotto per privarci di un bene essenziale; la minaccia della violenza tramite addirittura vigilantes armati e carabinieri assoldati per staccare i contatori; e la paventata strage ad opera, naturalmente, delle solite multinazionali, che nelle leggende metropolitane e nelle bufale occupano il posto che hanno i nazisti nei film di Indiana Jones: un nemico buon per tutte le occasioni, al quale si può attribuire qualunque sconcezza senza urtare la sensibilità di nessuno.

Ci sono anche altri due sintomi classici: un autore (in questo caso un'autrice) che non sembra avere particolari titoli di competenza nell'argomento trattato (Rosaria Ruffini è indicata nella scansione che accompagna l'appello come "Docente di teatro allo Iuav") e la mancanza dell'indicazione della fonte e della datazione.

Ma i sintomi non sono fatti, e non bastano per etichettare come bufala o meno un appello (anche se possono indurre al dubbio): per cui provo a fare un po' di chiarezza raccogliendo qualche fatto su cui ragionare. Ecco i risultati della mia indagine preliminare.

La Veolia gestisce effettivamente l'acqua a Latina, come risulta dal sito della sua Srl italiana, Veolia Acqua, con sede a Milano. Ma lo fa sin dal 2001, come indicato dal medesimo sito: "In 2001 following an international call for tender Veolia Acqua was chosen by Ambito Territoriale Ottimale (ATO) de Latina to manage for 30 years the outsourced water and wastewater services for the public authority." In altre parole, non sarebbe corretto parlare di "dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica", perché in una forma o in un'altra questa privatizzazione già esiste da almeno sette anni nel caso di Latina.

Inoltre in questa gestione la Veolia ha come socio maggioritario i comuni dell'area: la società Acqualatina è infatti una "società mista a prevalente capitale pubblico (il 51% del capitale è detenuto dai Comuni dell' ATO 4 in proporzione alla popolazione residente)".

Anche Report si è occupato del caso due anni fa: la trascrizione è qui.

Il "decreto legge 112" citato dall'articolo dovrebbe essere quello del 2008, anche se l'articolo non lo specifica: in tal caso, il testo della legge 6 agosto 2008, n. 133, che converte in legge il DL 112/2008, è questo. L'articolo 23bis in effetti regolamenta la gestione dell'acqua.

Non è chiaro da dove provenga l'articolo. La sua impostazione fa pensare che provenga dalla carta stampata, ma finora non sono riuscito a trovarne la fonte. Il suo testo integrale è riportato da vari siti (per esempio Liberacittadinanza.it, Jacopo Fo), senza però indicarne la provenienza originale: moltissimi siti ritengono che provenga da Liberacittadinanza.it. Alcune fonti suggeriscono che la Ruffini scriva per ePolis, e in effetti la grafica di ePolis corrisponde a quella mostrata nell'appello, come si può vedere scaricando un PDF per esempio dal sito dell'edizione romana. Ho quindi contattato la redazione di ePolis via e-mail e sono in attesa di risposta.

Ho inoltre inviato oggi alla Veolia una richiesta di informazioni tramite l'apposito modulo online del suo sito. Appena avrò notizie, le pubblicherò nel proseguimento di quest'indagine.

Questi sono i fatti che ho raccolto fin qui. Se ne avete altri, segnalateli nei commenti qui sotto.

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