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2009/01/30

Catastrofi a scelta: Apophis, l’asteroide che distruggerà la Terra

Asteroide in rotta di collisione nel 2029?


Una collina volante, un macigno di 350 metri di diametro, sfiorerà la Terra venerdì 13 aprile 2029 e forse si schianterà: questo è l'annuncio drammatico che circola in Rete. Sempre che il mondo non finisca prima nel 2012, s'intende. I catastrofisti esultano: in un modo o nell'altro, siamo spacciati.

Ci sarebbe da aprire un lungo discorso sul perché certa gente goda nel credere che moriremo tutti a una data prestabilita in un'ecatombe immane e spettacolare, e sul perché altra gente si prodighi a diffondere queste dicerie dementi, ma lasciamo stare. Il modo migliore per sbugiardare questi menagramo è guardare i fatti.

La storia inizia nel giugno 2004. Due astronomi professionisti, David Tholen e Roy Tucker, annunciano la scoperta di un oggetto celeste che si muove rispetto alle stelle fisse, e lo fanno prima ancora di averne calcolato con precisione traiettoria e dimensioni (con buona pace di chi crede alla congiura del silenzio degli astronomi a proposito di Nibiru, il pianeta che sarebbe in rotta verso la Terra). Quando i colleghi confermano l'avvistamento dell'oggetto e ne calcolano la traiettoria, salta fuori che secondo i primi calcoli le probabilità d'impatto con la Terra sono le più alte mai stimate per un asteroide. La notizia, supportata da un primo rapporto della NASA (sempre alla faccia della congiura del silenzio), suscita enorme clamore: uno schianto causerebbe oltre dieci milioni di morti.

A Tholen e Tucker spetta il diritto di battezzare l'asteroide, catalogato formalmente come 2004 MN4: scelgono il nome Apophis, che è il nome greco del maligno e serpentiforme dio egizio dell'oscurità e della distruzione, Apep. Bambi non suonava bene. Fra l'altro, i due astronomi sono, a quanto pare, fan della serie di fantascienza Stargate SG-1, nella quale c'era un alieno di nome Apophis che mirava a distruggere la Terra.

Quello che i catastrofisti non dicono è che dopo questi calcoli preliminari, i rilevamenti della traiettoria di Apophis sono stati affinati dal lavoro collettivo degli astronomi di tutto il mondo e quindi si è scoperto che le probabilità di impatto nel 2029 sono in realtà zero: quello del 13 aprile 2029 sarà soltanto un passaggio ravvicinato e Apophis mancherà la Terra di almeno 29.000 chilometri, come mostrato nel grafico qui sotto, tratto da Wikipedia, che dà un'idea delle distanze in gioco rispetto alle dimensioni del nostro pianeta. La riga bianca indica il margine d'incertezza dei calcoli.



E' comunque un passaggio abbastanza ravvicinato, se consideriamo che i satelliti geostazionari per telecomunicazioni (quelli verso i quali sono puntate le parabole per ricevere la TV) sono alla stessa distanza dalla Terra. La NASA ha già chiarito che il rischio d'impatto di Apophis con uno di questi satelliti artificiali è insignificante, quindi non rischiate di vedervi interrompere la partita della squadra del cuore.

Il 13 aprile 2029, insomma, non succederà nulla: Apophis sarà soltanto un fioco puntino che si sposta lentamente nel cielo e sarà a malapena visibile ad occhio nudo. L'unica cosa di cui meravigliarsi sarà la precisione con la quale gli astronomi riescono a fare previsioni di questo genere: il tracciamento di Apophis viene mantenuto tuttora e viene aggiornato in questa pagina della NASA. Ma tutto questo non metterà a tacere i catastrofisti, perché il passaggio ravvicinato del 2029 altererà la traiettoria in un modo che per ora non è calcolabile con precisione sufficiente, per cui un possibile impatto successivo durante i passaggi ravvicinati del 2036, del 2037 e del 2069 non può essere ancora escluso del tutto, ma già ora è una probabilità estremamente modesta.

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