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2009/06/05

Bill Gates ti paga se inoltri: chi vuoi che ci creda?

Quale penitenza per chi abbocca alle catene di Sant'Antonio?


Ringrazio Isaia da Bellinzona per la segnalazione.

Se vi viene il dubbio che qualcuno possa ancora abboccare all'appello-bufala secondo il quale Bill Gates paga 245 euro a tutti coloro che inoltrano l'appello stesso, dopo oltre dodici anni che la bufala è in circolazione, toglietevelo, perché posso fare nomi e cognomi. O meglio: potrei fare anche i cognomi, ma mi trattengo. Per questa volta.

La storia dell'appello dovrebbe essere stranota: è uno dei pochi di cui si sa l'origine esatta, ossia una burla partorita da uno studente dell'Iowa di nome Bryan Mack nel 1997, come raccontato qui. Eppure c'è gente che ancora ci casca e che addirittura pone le proprie generalità in calce all'appello, e man mano l'appello si altera senza mai morire, ripescato periodicamente in una curiosa forma di riciclaggio digitale.

Caro signor Claudio F. di Grono (Grigioni, Svizzera), e caro signor Mauro S. che lavora in un ufficio della pubblica amministrazione ticinese a Bellinzona e che ha inoltrato l'appello dalla casella di posta di lavoro, dando quindi l'apparente avallo delle autorità, mi spiace per voi: ci siete cascati, avete inoltrato la bufala e adesso il vostro nome e cognome, le coordinate del vostro ufficio e il vostro numero di telefono circolano in coda a quest'appello e vi indicano come garanti apparenti.

Io non pubblico i vostri estremi, ma voi lo avete già fatto. Aspettatevi una gragnuola di mail e di telefonate che vi chiederanno conferma o smentita per mesi e mesi. Probabilmente dovrete cambiare numero di telefono. E i colleghi in ufficio vi additeranno ridendo.

Una volta tanto, il delitto include già anche la pena.

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