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2010/07/14

Antibufala: Il cellulare che funziona senza campo

Telefonare col cellulare senza campo, davvero in Australia si può?


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "paolo_ab*" e "cermaria".

Secondo Panorama, "ad Arkaroola Sanctuary, un posto dimenticato da Dio a 700 chilometri da Adelaide" è stata effettuata "una chiamata con un normale telefonino in un’area senza nessuna copertura di rete". Per il Corriere, "un nuovo software permette di bypassare le torri della telefonia mobile e di chiamare in assenza di segnale" e "potrebbe costituire una svolta nel caso degli interventi di soccorso. O nei luoghi più remoti della terra." Titola La Stampa: "Telefonare con un cellulare senza alcuna copertura di campo? Adesso si può".

In realtà, come gli articoli linkati sopra spiegano solo in parte, non si tratta affatto di poter telefonare anche quando si è soli nel deserto o in caso di disastro. Il software proposto dai ricercatori della Flinders University di Adelaide, infatti, usa semplicemente i ricetrasmettitori Wifi integrati nei telefonini avanzati per creare una rete di comunicazione alternativa (mesh network). I cellulari presenti in una zona si possono quindi parlare fra loro senza passare per una stazione radio base, ma solo nei limiti di portata del loro segnale Wifi: in pratica, non più di qualche centinaio di metri in condizioni ideali.

Questo significa che il sistema funziona soltanto se nelle vicinanze ci sono altri telefonini, che a loro volta sono vicini ad altri telefonini, e così via, fino a che uno dei telefonini della catena è a portata di una stazione radio base della rete cellulare. Niente telefonate quando siete soli nel deserto, insomma. È semplicemente una versione evoluta e cellularizzata dei walkie-talkie tradizionali.

Del resto, articoli come quelli di Techworld e Physorg.com chiariscono che Serval, il sistema proposto da Paul Gardner-Stephen della Flinders University, è in realtà doppio: per i disastri prevede che vengano paracadutati nelle zone colpite delle piccole stazioni radio base autonome, autoalimentate e capaci di coordinarsi autonomamente per ripristinare le comunicazioni telefoniche. L'interconnessione diretta fra telefonini via Wifi è prevista invece solo per situazioni permanenti, per portare il servizio telefonico in luoghi nei quali installare una stazione radio base cellulare tradizionale sarebbe economicamente insostenibile oppure per interconnettere un gruppo di persone che si trovano in una zona non servita dalla rete cellulare senza dover ricorrere a un ricetrasmettitore apposito ma usando il normale telefonino.

Nulla di magico, insomma: alla fine i telefonini hanno bisogno di una rete di qualche genere che trasporti le loro chiamate, e le soluzioni che usano il Wifi per chiamare esistono già (Skype, per esempio). L'aspetto interessante di questo progetto australiano è che gestisce automaticamente l'instradamento delle telefonate, permettendo agli utenti di fare e ricevere chiamate usando il proprio numero cellulare normale. Ma se non ci sono apparecchi ripetitori, la sua portata è limitata appunto a qualche centinaio di metri. Ed è abbastanza difficile perdersi a così poca distanza. Anche in Australia.

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