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2011/01/05

Power Balance: arrivano i rimborsi, in Australia e non solo

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale

Secondo il Daily Mail, gli acquirenti australiani del braccialetto Power Balance potranno ricevere un rimborso dalla casa produttrice, che ha ammesso (costretta dalla Australian Competition and Consumer Commission) che il gingillo non è più efficace di un qualunque altro braccialetto di gomma e che l'asserito miglioramento delle prestazioni fisiche non è supportato da alcuna prova scientifica e non ha alcuna base scientifica credibile.

Anche sul sito di Power Balance Italy, dopo la condanna da parte dell'Antitrust italiano a dicembre 2010 (con sanzione di 350.000 euro), è comparsa l'offerta di rimborso, ma in termini ben più blandi di quelli imposti dalle autorità australiane.

Ecco infatti cosa ha dovuto pubblicare la Power Balance sui giornali australiani (Gizmodo) e sul proprio sito:

Nella nostra pubblicità abbiamo dichiarato che i braccialetti Power Balance miglioravano la vostra forza, il vostro equilibrio e la vostra flessibilità.

Ammettiamo che non ci sono prove scientifiche credibili a supporto delle nostre asserzioni e che pertanto abbiamo avuto un comportamento ingannevole in violazione della sezione 52 della Legge sulle Pratiche Commerciali del 1974. Se ritenete di essere stati ingannati dalle nostre offerte promozionali, desideriamo scusarci senza riserve e vi offriamo un rimborso completo.

In originale:

In our advertising we stated that Power Balance wristbands improved your strength, balance and flexibility.

We admit that there is no credible scientific evidence that supports our claims and therefore we engaged in misleading conduct in breach of s52 of the Trade Practices Act 1974.If you feel you have been misled by our promotions, we wish to unreservedly apologise and offer a full refund.

In quello italiano, invece, non c'è nessuna ammissione di colpa. Anzi, l'offerta di rimborso sarebbe testimonianza della “serietà” della ditta italiana. A casa mia “serietà” significa verificare che un prodotto funzioni prima di metterlo in vendita, ma si sa, io sono all'antica.

Tutto questo affanno di antitrust è carino, per carità, ma soluzioni come questa spiegano perché la gonzaggine si diffonde: perché quando qualcuno è così ingenuo da comperare un talismano pensando che possa migliorare il proprio equilibrio per puro contatto, senza porsi una minima domanda (“ma allora come mai non è classificato come medicinale? Se lo usano gli sportivi, non è doping?”), viene rimborsato.

Uno che si lascia incantare da parole magiche come “ologramma” o “risonanza” (di cui saprebbe il vero significato se guardasse più Superquark e meno Mistero) a mio avviso dovrebbe essere multato per aver contribuito a propagare questa scemenza. Ma come dicevo, io sono all'antica. Sono di quelli che se ti dicono di non toccare il tostapane perché scotta e poi lo tocchi lo stesso, ti meriti anche la sberla di chi ti aveva avvisato. Così, magari, impari e non ti scotti più.

Intanto la Power Balance Italy avvia imperterrita una nuova campagna pubblicitaria sui quotidiani, che pubblicano la notizia dell'inefficacia e ingannevolezza del gingillo ma non si tirano indietro quando si tratta di prendere i soldi della sua pubblicità. Complimenti a tutti.

Fonti aggiuntive: BBC.

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