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2011/02/22

Discriminare complotti reali e immaginati con undici domande

Come si distingue un complotto vero da un delirio cospirazionista?


Al corso del CICAP per investigatori del mistero ho presentato la serie di domande-grimaldello di Peter Barrett (Canberra Skeptics), che trovo molto utili per distinguere i complotti reali da quelli immaginati. L'originale è archiviato qui su Archive.org; qui sotto trovate una mia traduzione ampiamente adattata che penso possa esservi utile per esaminare qualunque tesi di complotto.

1. L’asserzione che sembra confermare il complotto corrisponde ai fatti? Molte tesi di complotto si basano su asserzioni che in realtà non corrispondono ai fatti. Questo vale in particolare per tutte le asserzioni che sembrano smontare la “versione ufficiale”: la prima cosa da fare è verificare che la “versione ufficiale” riportata dall'asserzione sia davvero quella corretta e che il cospirazionista non l'abbia distorta. Poi bisogna verificare i fatti andando alle fonti originali ovunque possibile.

2. L’asserzione è davvero pertinente alla tesi di complotto? Spesso vengono presentate argomentazioni vere, basate su fatti reali, che però in realtà non c'entrano nulla e creano l'inganno di un apparente sostegno alla tesi. Per esempio, per l'11 settembre si cita spesso il fatto (vero) che il kerosene degli aerei non brucia a temperature tali da fondere l'acciaio e da questo fatto vero si argomenta che le Torri Gemelle non possono essere crollate senza un intervento di altro genere. Ma la temperatura di combustione del kerosene in realtà non è pertinente, perché l'acciaio non si fuse, ma fu solo ammorbidito tanto da perdere gran parte della propria capacità di carico, e l'incendio fu solo innescato dal kerosene ma alimentato dal contenuto delle Torri, che come qualunque incendio domestico raggiunse temperature tali da ammorbidire l'acciaio.

3. Se l’asserzione è vera, cosa implica? Un'asserzione, se considerata da sola, può sembrare plausibile. Ma lo è ancora se la applichiamo a campi o argomenti analoghi, oppure richiederebbe che il mondo fosse drasticamente diverso da come lo vediamo? Per esempio, se fosse vero che esistono le “scie chimiche”, questo implicherebbe una colossale partecipazione di piloti, controllori di volo, tecnici di rifornimento e addetti alla fabbricazione delle sostanze irrorate. Per l'11/9, l'asserzione che nessun aereo colpì il Pentagono implicherebbe che i vigili del fuoco che prestarono soccorso e raccolsero i resti dei passeggeri siano tutti bugiardi e che lo siano anche i 55 testimoni oculari dell'impatto.

4. L’asserzione è coerente con le altre? Viene spontaneo valutare una tesi di complotto in base al numero di asserzioni che sembrano sostenerla, ma bisogna considerare come le varie asserzioni interagiscono tra loro. Se due asserzioni si contraddicono, almeno una è sbagliata, o forse lo sono entrambe.

5. Cosa dicono gli esperti di settore? I sostenitori delle tesi di complotto si atteggiano a esperti, ma bisogna verificare se lo sono veramente e bisogna sempre sentire il parere professionale dei veri esperti sulle varie asserzioni pro-complotto. È importante che l'esperto sia di settore, perché vengono spesso citati a sproposito esperti in materie non pertinenti. Un premio Nobel per la letteratura, per esempio, non diventa onnisciente solo perché ha vinto un premio.

6. Asserzione o opinione? Spesso vengono spacciate per prove delle affermazioni che sono in realtà semplici opinioni non supportate da prove (“secondo me l'11/9 l'ha organizzato Bush”). Se non ci sono prove, si tratta solo di una congettura che non vale nulla e va ignorata fino a prova contraria.

7. L’asserzione è sostenuta da prove? I “potrebbe” o “forse” non valgono nulla: se non ci sono prove, non siamo di fronte a un’argomentazione, ma a una congettura che come tale va di nuovo ignorata.

8. La spiegazione fornita dalla tesi è l’unica possibile? Spesso la tesi cospirazionista afferma che l'unico modo in cui può essere avvenuto un evento anomalo è tramite una cospirazione. Vediamo se invece ci sono altre possibili spiegazioni. Se ce ne sono, allora l'asserzione complottista non è una prova.

9. Che risposta viene data alle obiezioni che contraddicono la tesi di complotto? Se le obiezioni vengono ignorate o respinte con l’insulto, la tesi di complotto è debole. Una tesi forte deve considerare tutti i fatti e spiegarli meglio delle altre tesi. Ignorare i fatti che non si conformano alla tesi è semplicemente inaccettabile.

10. Si può fare un esperimento risolutivo? Spesso le tesi alternative ci chiedono di accettarle per fede, magari facendo appello al buon senso o ai nostri pregiudizi (“le multinazionali sono tutte assassine”). Ma il buon senso inganna: per questo esiste la scienza. Vediamo se un esperimento oppure la semplice osservazione attenta della realtà ci permette di chiarire come stanno realmente le cose.

11. La tesi è coerente? Se la tesi di complotto è vera, deve essersi verificata una precisa serie di eventi per portare a compimento la cospirazione. Molte tesi di complotto non vogliono o non possono dettagliare il proprio svolgimento completo: in tal caso sono solo un’accozzaglia di asserzioni che, una volta radunate, formano una narrazione che si contraddice da sola e quindi può essere scartata.

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