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2011/06/20

Nuovi suffissi per Internet, rivoluzione per pochi

Arrivano i siti “.qualunquecosa”


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di “paolocatal*” e “scarpa.el*”. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

È stata annunciata anche dai media generalisti (Corriere, BBC), la decisione dell'ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), ente non-profit che gestisce l'assegnazione dei nomi di dominio di Internet al livello più alto, di introdurre suffissi nuovi (o generic top level domain) nei nomi di Internet. In aggiunta ai classici .com, .mil, .edu, .info, .it, .ch e via dicendo, sarà possibile avere nomi di dominio che finiscono con .cocacola o .ferrari o .voyagercheboiata.

Il privilegio, però, costerà caro (la domanda di suffisso costerà 185.000 dollari) e sarà riservato a chi potrà dimostrare di essere titolare dell'eventuale marchio registrato corrispondente al suffisso. Per noi comuni mortali, quindi, l'acquisto è in sostanza inavvicinabile. Comunque i suffissi non partiranno subito, ma verso la fine del 2012, Maya permettendo: le prenotazioni si apriranno il 12 gennaio dell'anno prossimo e saranno aperte fino al 12 aprile. I sottodomini dei vari “.qualunquecosa” saranno rivendibili.

La prima impressione è che l'ICANN si sia inventato fondamentalmente un nuovo modo di far cassa, perché l'utilità per gli internauti sembra piuttosto modesta (ho davvero bisogno di un sito .apple per trovare i prodotti Apple?) e si rischia semmai di causare ulteriore confusione, mentre per le aziende si tratta di un'occasione in più per imporre il proprio marchio ma anche di una nuova spesa e di un nuovo campo di costose dispute sulla titolarità dei nomi dei siti. Per esempio, chi si deve prendere .ferrari, la casa automobilistica o la cantina che produce spumanti?

In termini di sicurezza sarebbe teoricamente possibile sfruttare questi nuovi suffissi per creare domini-trappola con omografie (.MlCROSOFT è diverso da .MICROSOFT), ma l'ICANN promette una selezione ferrea. Speriamo: nel frattempo questa mi sembra l'ennesima novità di cui non avevamo bisogno.

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