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2011/08/04

Allarme: bambini-esca per rapine e stupri, uova sul parabrezza

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “mvadurro”.

È arrivata una gragnola di segnalazioni di questo nuovo allarme a proposito di bambolotti piazzati come esche nelle auto abbandonate e di uova lanciate contro il parabrezza. Si tratterebbe di espedienti usati dai criminali per far fermare le vittime.

Ecco un esempio di testo dell'appello:


RICEVO E VI GIRO...
Una sera, mentre percorrevo una via secondaria per tornare a casa, ho notato, sul seggiolino di un'auto ferma a bordo della strada, un bambino coperto da un panno.
Non so spiegare perchè - e la ragione poco importa - ma non mi sono fermata...
Quando sono arrivata a casa, ho telefonato alla polizia che mi ha assicurato che sarebbe andata a vedere Nel contempo, però, ecco quello di cui la polizia mi ha informata:
le bande di malviventi, i Rom e i ladri stanno escogitando vari stratagemmi perchè gli automobilisti (soprattutto donne) fermino il proprio veicolo e ne scendano (in zone isolate).
Il metodo praticato da certe bande consiste nel posizionare una macchina lungo la strada con un falso bebè seduto dentro, aspettando che una donna si fermi per andare a vedere quello che lei crede essere un bimbo abbandonato.
Da notare che la macchina è solitamente messa vicino a un bosco e ad un campo con l'erba alta: la persona che ha la malaugurata idea di fermarsi sarà trascinata nel bosco, violentata, picchiata e derubata...
Non fermatevi mai, ma chiamate il 113 appena possibile, raccontando quello che avete visto e dove l'avete visto, MA CONTINUATE LA VOSTRA STRADA!
Altro espediente:
Se, mentre state guidando, vi 'arrivano' delle uova sul parabrezza, non fermatevi, ma soprattutto non azionate il lavavetri, perchè le uova miste all'acqua diventano collose e vi oscurerebbero il parabrezza fino a più del 90%! Sareste allora costretti a fermarvi al bordo della strada, diventando potenziali vittime di criminali.
Ecco qualcuna delle nuove tecniche utilizzate dalle gang.
Informate i vostri amici, per favore.

In alcuni casi, l'appello circola con l'indicazione che si tratterebbe di una "INFORMATIVA DELLA POLIZIA / CARABINIERI" o con l'apparente garanzia della Questura di Milano.

Di fonti precise non ce ne sono: nessuna indicazione del luogo o della data in cui sarebbe avvenuto quanto descritto e nessuna precisazione su quale caserma di polizia sia stata contattata. C'è soltanto un allarme generico che rischia di creare un falso senso di sicurezza distraendo dai pericoli reali, come nota BeingStuart.com, che ha notato la straordinaria somiglianza di quest'allarme a quello già segnalato come bufala nel 2009 da UrbanLegends.about.com e proveniente dagli Stati Uniti, dove è stato smentito da varie forze di polizia. Si tratta, insomma, di una storia inventata all'estero e semplicemente adattata da mano ignota introducendo dettagli locali e una spruzzatina di razzismo (i Rom, assenti nell'appello americano).

La prima parte dell'appello, quella che parla di finti bambini-esca, ha dei grossi problemi di plausibilità: come fa un automobilista, mentre passa, a notare un bambino dentro un'auto ferma sul ciglio della strada, soprattutto se il bambino è coperto da un panno?

La seconda è una vera e propria panzana: come nota il sito antibufala Snopes.com, le uova miste all'acqua non diventano affatto collose e vengono facilmente rimosse dai tergicristalli, come ben sanno le forze di polizia le cui auto talvolta sono state oggetto di lancio di uova. Hoax-Slayer.com ha addirittura effettuato degli esperimenti per verificare il grado di oscuramento, con risultati molto chiari: nessun effetto significativo sulla visibilità. Basta un colpo di tergicristalli; inoltre l'uso del lavavetri è vantaggioso, anziché deleterio come afferma l'appello.

In sintesi, non si capisce quale sia l'utilità di questo allarme, che anzi può rivelarsi pericoloso se induce le persone a non azionare il tergicristallo e il lavavetri se si trovano con il parabrezza imbrattato mentre stanno guidando. Ma come al solito prevale la trita logica del "non so se è vero, ma nel dubbio io inoltro". E così un'altra bufala gode di vita eterna.

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