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2013/02/16

Meteora russa, un po’ di aggiornamenti

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di “manuela.sp*” e “massimobramb*” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Per chi si chiede se per caso la meteora russa è correlata all'asteroide DA14, c'è questo spiegone e c'è anche questo diagramma molto chiaro che mostra la differenza radicale delle loro traiettorie, che indica che non c'è nessun legame fra i due eventi:

Il Telegraph ha un altro grafico eloquente delle traiettorie e indica che un frammento della meteora avrebbe colpito una fabbrica di zinco, facendone crollare una parte del tetto.

In California, venerdì sera alle 19:45 locali è stata avvistata e ripresa in video un'altra meteora. Da Cuba arriva una segnalazione non confermata di un oggetto caduto dal cielo ed esploso fragorosamente, ma manca qualunque conferma video. Anche in questo caso non sembra esserci nessuna correlazione, anche perché la Terra viene colpita quotidianamente da circa 100 tonnellate di oggetti meteorici. Forse dopo l'evento russo la gente sta (finalmente) cominciando a prestare attenzione al cielo, ma è anche facile che ci sia troppa euforia nel chiamare “meteora” anche luci nel cielo che non c'entrano nulla.

Un pilota di linea ha fotografato la scia mentre era in volo.

Un ottimo sunto della situazione è su Planetary.org; una notevolissima dimostrazione dell'uso degli strumenti di Internet (Google Earth e Youtube) e di un po' d'ingegno matematico per ricostruire la traiettoria della meteora è su OgleEarth.com. La cosa interessante è che questa ricostruzione sembra avvalorare la possibilità che il foro circolare nel lago Chebarkul (foto qui accanto; altre, con possibili frammenti, qui), largo una decina di metri, sia davvero stato causato da qualche frammento della meteora, dato che il lago sta proprio nelle vicinanze del punto terminale della traiettoria stimata.

Un bel grafico chiarisce la terminologia: una cometa è un blocco di ghiaccio e roccia accompagnato da una coda; un asteroide è una roccia di grandi dimensioni che segue un'orbita; un meteoroide è una roccia più piccola di un asteroide (sotto i dieci metri) e i meteoroidi che raggiungono la superficie della Terra o di un altro corpo celeste sono meteoriti; la meteora è invece la scia luminosa visibile durante il rientro di un oggetto nell'atmosfera, e se la scia è molto luminosa si chiama bolide.

Un po' di video: questa webcam mostra la scia luminosissima che segna ombre più nette di quelle del sole del mattino (erano le 9:30 locali) a 4:20 e include (a circa 7:00) i boati.


Anche qui scia e ombre sono nettissime (notate il bagliore riflesso nel finestrino posteriore dell'autobus):


Questo video mostra la scia e poi gli effetti dell'onda d'urto all'interno degli edifici:


Phil Plait ha raccolto i fotogrammi del satellite Meteosat-9 che contengono la scia vista dallo spazio:


Le stime aggiornate indicano una massa di circa 10.000 tonnellate, una dimensione di circa 17 metri e un'energia liberata di quasi 500 kilotoni (la bomba atomica di Hiroshima era da circa 20 kilotoni): questi dati si basano sui rilevamenti delle stazioni di ascolto degli infrasuoni sparse per il mondo, che hanno captato il primo segnale dell'evento in Alaska e indicano che fra l'ingresso nell'atmosfera terrestre e la disintegrazione in aria della meteora sono passati 32,5 secondi. I boati sono dovuti sia all'onda d'urto prodotta dalla penetrazione ad altissima velocità nell'atmosfera, sia dalla repentina disintegrazione di alcuni frammenti, secondo Phil Plait.

La domanda che si stanno ponendo in molti è come mai questa meteora sia arrivata a sorpresa: questo articolo di Slate spiega che finora la ricerca astronomica dei programmi Spacewatch (dal 1980), LINEAR (dal 1996), Catalina Sky Survey e NEOWISE si è concentrata sugli oggetti celesti di dimensioni superiori ai 100 metri, capaci di devastazioni su ampia scala in caso d'impatto, ma si è fatto ben poco per cercare gli oggetti più piccoli, come quello di venerdì.

La morale di tutta questa vicenda è piuttosto chiara: stavolta è andata bene e abbiamo ricevuto l'equivalente di un colpo di avvertimento da parte della natura. Una traiettoria leggermente differente o una massa di poco superiore avrebbe potuto causare danni catastrofici in una sorta di 11 settembre spaziale. Abbiamo la capacità tecnica (date un'occhiata a questo TED Talk e a questo) non solo per avvistare per tempo questi oggetti relativamente piccoli e comunque dannosi ma anche per deviarli in vari modi: quello che manca è la volontà di aprire il portafogli e finanziare la costruzione dei sistemi di monitoraggio, preavviso e deviazione.

Agli scettici sull'utilità di un sistema di preallarme consiglio di riflettere sul fatto che nel caso della meteora russa sarebbe bastata qualche ora di preavviso per consigliare agli abitanti delle zone interessate di mettere in sicurezza i vetri (semplicemente aprendo le finestre) e tenersi lontani dalle vetrate fisse. Quello che ci serve è, in sostanza, almeno un sistema d'allarme efficace, come per gli tsunami: anche se non possiamo evitarli, sapere in anticipo che stanno arrivando ci permette di contenere enormemente il bilancio dei danni e delle vittime.

In altre parole, come hanno detto in tanti in queste ore, la meteora russa è un test d'intelligenza per l'umanità: è il modo che ha la natura di chiedere “Ehi, gente, come va il vostro programma spaziale?”.

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