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2016/01/07

Il complotto contro le auto elettriche è definitivamente morto: Chevrolet annuncia la Bolt

La Bolt presentata ieri a Las Vegas.
Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento). Ultimo aggiornamento: 2016/01/22 2:10.

Vorrei tanto trovare quelli che qualche anno fa andavano in giro a spiegare a tutti, dall’alto della loro paranoia, che c’era un grande complotto per insabbiare l’auto elettrica, che non sarebbe mai arrivata sul mercato per colpa delle lobby petrolifere, degli uomini lucertola e degli influssi nefasti di Saturno. Mi piacerebbe vedere la loro faccia oggi che l’industria dell’auto si sta buttando in massa sulla trazione elettrica. Probabilmente si aggirano fra noi facendo finta di niente, sperando che nessuno si ricordi delle cretinate che hanno detto, un po’ come quelli che ci dicevano che eravamo scemi perché non credevamo alla fine del mondo nel 2012 prevista dai Maya.

Ieri la Chevrolet (no, dico – la Chevrolet, non un piccolo produttore sconosciuto) ha presentato la Bolt, un’auto puramente elettrica a 5 posti che offre 320 chilometri di autonomia a circa 30.000 dollari (dopo le agevolazioni fiscali USA). Sarà in vendita a fine 2016, con una dotazione notevole di funzioni di guida assistita, dal parcheggio al monitoraggio degli angoli ciechi al mantenimento di corsia (notevole lo specchietto interno commutabile in monitor che guarda attraverso la telecamera posteriore). Il sito ufficiale offre altri dettagli.

Ne parlo qui sia perché la presentazione è avvenuta in un luogo più informatico che automobilistico (al Consumer Electronics Show di Las Vegas, fiera tipicamente dedicata all’elettronica di consumo), sia perché sto seriamente studiando la possibilità di passare a un’auto elettrica come unico veicolo per ragioni ecologiche e di pura nerditudine: trovo ridicolo che stiamo ancora andando in giro con auto che vanno a dinosauri morti (si fa per dire), buttano fuori gas tossici e hanno valvole, pistoni e bielle come una locomotiva dell’Ottocento, quando sarebbe ora di usare intelligentemente elettronica e software per avere una guida e un traffico il più possibile automatizzati e sicuri.

Faccio un inciso e spiego le “ragioni ecologiche”:
  • la mia auto smette di produrre emissioni inquinanti;
  • ho la possibilità di alimentare la mia auto con energia di origine pulita (idroelettrica, qui in Svizzera dove abito);
  • smetto di contribuire alla domanda di petrolio per autotrazione, con tutto l’inquinamento prodotto dalla sua estrazione, produzione e trasporto;
  • smetto di finanziare regimi impresentabili;
  • e faccio tutto questo ora e subito, senza aspettare tecnologie ipotetiche e dal futuro incerto.

So che c'è controversia su quanto sia realmente ecologica un’auto elettrica e in questo senso segnalo queste considerazioni e ricerche: una, due, tre, quattro, cinque, sei.

Non posso fare completamente a meno dell’auto: usare i trasporti pubblici, per esempio per raggiungere i luoghi dove lavoro, per esempio per le mie conferenze, mi porterebbe via una quantità di tempo insostenibile (e per un libero professionista come me il tempo improduttivo è denaro non guadagnato o sonno perduto). Ho fatto il possibile, anche come scelte di carriera (lavoro da remoto, a casa, la maggior parte del tempo), per ridurre l’uso dell'auto, ma comunque mi serve. Vorrei però ridurre il mio contributo all’inquinamento e al rumore, e un’auto elettrica o ibrida potrebbe aiutarmi a farlo.

Per me il limite fondamentale di un’auto puramente elettrica è l’autonomia: i 120 chilometri circa delle utilitarie elettriche finora proposte, insieme ai loro tempi lunghi di ricarica, sono insufficienti per gli spostamenti che faccio (pochi, ma ogni tanto mi capita di dovermi spostare a più di 60 chilometri dal Maniero Digitale e di non poter aspettare ore di ricarica per tornare a casa): dovrei investire in un’auto elettrica come seconda auto e tenerne una a combustione interna per i viaggi lunghi, e questo sarebbe troppo costoso e scomodo (secondo posto auto, seconda immatricolazione e assicurazione, eccetera).

Un’auto elettrica con 320 km di autonomia coprirebbe praticamente tutti i miei spostamenti. L’unica che offre questo genere di autonomia finora, che io sappia, è la Tesla, che è una meraviglia (l’ho provata ed è stato amore a prima vista, sia pure con i piedi per terra) ma è decisamente al di fuori della portata del mio portafogli, nonostante i lauti finanziamenti che, secondo i complottisti, ricevo da Big Pharma, dalla CIA e dal Nuovo Ordine Mondiale. Tesla ha annunciato un modello meno costoso, denominato Model 3, che dovrebbe essere presentato a marzo 2016 ed entrare in produzione nel 2017 con prezzi e prestazioni come quelle della Bolt, ma nessuno l’ha ancora visto e non si sa se la scadenza verrà rispettata.

L’alternativa sarebbe un’auto ibrida: qualcosa che consenta di viaggiare principalmente con trazione elettrica, ricaricata la notte a casa, per gli spostamenti ordinari ma che abbia un motore a combustione interna per i viaggi lunghi occasionali, come la BMW i3 con Range Extender, la Chevrolet Volt/Opel Ampera o la Mitsubishi Outlander PHEV (tralascio volutamente auto come la Prius, che hanno un’autonomia elettrica ridicolmente bassa per le mie esigenze). Ma la tecnologia ibrida significa abbinare buona parte delle complessità del motore tradizionale (pistoni, bielle, lubrificazione, marmitta catalitica) con quelle della trazione elettrica, e i sistemi complessi richiedono manutenzione assidua e sono più fragili, mentre il bello della trazione elettrica è che è semplice e fa a meno di cambio, pompe, valvole, pistoni, cilindri e impianto di lubrificazione (e quello che non c’è non si può rompere). Inoltre con un’ibrida avrei la zavorra delle batterie quando vado a benzina e avrei la zavorra del motore a benzina quando vado a batteria.

Faccio un altro inciso e prevengo subito le solite considerazioni immobiliste sulle auto elettriche:
  • certo, anche un’auto elettrica inquina quando la fabbrichi: e un’auto a benzina/diesel no? E se l’elettrica mi dura più di una a benzina/diesel perché è più semplice e quindi ne fabbrico di meno?;
  • certo, anche un’auto elettrica inquina se la ricarichi usando energia elettrica da fonti inquinanti: ma l’inquinamento è a punto singolo, in centrale, più gestibile che sparso su centomila tubi di scappamento, ed è lontano dai nasi dei bambini portati a passeggio in città; inoltre se ho un’auto elettrica sono pronto per quando la rete elettrica diventerà meno inquinante, come sta già avvenendo, o sarà basata su fonti energetiche pulite (se non ci sono già dove abito), mentre se ho un’auto a benzina/diesel continuerò imperterrito a inquinare;
  • certo, se tutti avessimo auto elettriche dovremmo costruire nuove centrali: ma potremmo farlo con i trilioni che non spenderemmo più in guerre per il petrolio e con quelli che non spenderemmo per curare le malattie da inquinamento dovute a estrazione, trasporto, raffinazione del petrolio;
  • certo, c’è sempre quello che dice “ma io devo fare 600 km al giorno, con l’auto elettrica è impossibile”: ma è un’eccezione, e se qualcuno deve davvero fare così tanta strada tutti i giorni in auto, forse dovrebbe riconsiderare il proprio stile di vita e di lavoro;
  • certo, si potrebbe aspettare che la tecnologia migliori ancora; ma l’ottimo è nemico del buono, e in qualche modo il mercato va avviato (esempio: i telefonini erano inizialmente enormi e costosi, ma poi la loro diffusione ha fatto crollare i prezzi e migliorare la tecnologia, mica abbiamo aspettato che fossero perfetti, piccini ed economici);
  • certo, si può argomentare che a lungo termine anche l’auto elettrica non è sostenibile: ma scusate, vi sembra che il sistema attuale invece lo sia?

La Bolt sembra decisamente interessante: resta per ora la questione dei tempi di ricarica. Secondo il sito ufficiale una ricarica completa (con il caricatore domestico da 240 volt a 32 ampere) richiede ben nove ore, mentre secondo Yahoo Tech ne servono soltanto due e alla colonnina in corrente continua ne basta una e mezza (“According to Chevy, the Bolt can charge from empty on a standard 120-volt outlet in 36 hours. With a 240-volt outlet (the same kind you’d plug a washer or drier into), the Bolt will charge from empty in just two hours. And if you use DC fast charging, you can charge the car in an hour and a half.”). A parte la discrepanza enorme sui tempi di ricarica completa, si tratta in ogni caso di una situazione accettabile per l’uso da pendolari ma piuttosto punitivo per i viaggi lunghi rispetto alle auto a combustione interna e anche rispetto alle attuali Tesla (che presso i Supercharger hanno ricarica piena in un’ora, quindi non molto meno della Bolt, ma in compenso con quella ricarica fanno circa 500 chilometri).

Quello che è certo è che il mercato delle auto elettriche di largo consumo si sta aprendo e l’industria dell’auto sta cambiando con una velocità davvero sorprendente: nel giro di pochi anni siamo già arrivati all’auto elettrica per il consumatore medio, proposta da una grandissima casa automobilistica (la Chevrolet, santo cielo, che non ha mai brillato per inventiva e ricerca estrema).

C’è, secondo me, una speranza concreta che i nostri figli vivano in città meno rumorose e congestionate e respirino aria meno inquinata. E questo succede grazie al progresso tecnico e alla fatica di scienziati e ingegneri, non grazie alle catene di Sant’Antonio inoltrate via Facebook dagli attivisti in pantofole.


2016/01/22


Qualche giorno fa sono state pubblicate maggiori informazioni e le specifiche tecniche della Bolt: motore elettrico da 150 kW; coppia di 360 nM; da 0 a 100 in meno di sette secondi; batterie da 60 kWh composta da 288 celle agli ioni di litio per un peso complessivo di 435 kg, potenza di picco 160 kW, garantita per 8 anni o 160.000 km; caricatore di bordo standard da 7.2 kW, con 80 km di autonomia caricabili in meno di due ore a 240 V; caricatore di bordo rapido che consente fino a 150 km di autonomia in 30 minuti di ricarica.



Le prestazioni promesse dovranno fare i conti con la realtà e le scopriremo soltanto quando la Bolt sarà in vendita e verrà usata estesamente. Nel frattempo c'è chi comincia già a valutare se la Chevrolet non abbia in realtà creato quella che in gergo si chiama una compliance car: un’auto a bassissimo inquinamento che serve per poter vendere le auto normali negli stati dove le norme impongono che un fabbricante venda anche una percentuale di veicoli a emissioni zero, come già successo con la EV1 della GM. Staremo a vedere.

Fonti: Wired, Jalopnik, Electrek, Ars Technica.

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