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2016/01/17

SpaceX, lancio di satellite riuscito ma test di atterraggio fallito per un soffio

Credit: NASA/Bill Ingalls
Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento). Pubblicazione iniziale: 2016/01/17 22:35. Ultimo aggiornamento: 2016/01/18 10:55.

Oggi SpaceX ha messo in orbita correttamente il satellite oceanografico Jason 3; il primo stadio lanciatore Falcon 9, partito dalla base di Vandenberg, in California, ha inoltre tentato un rientro controllato sperimentale, con l’intento di atterrare su una chiatta nell’Oceano Pacifico, ma le cose sono andate male: secondo quanto ha tweetato inizialmente SpaceX, l’atterraggio è stato centrato ma l’impatto è stato troppo duro e ha rotto una delle zampe.

Successivamente un tweet di Elon Musk ha dichiarato invece che la velocità di atterraggio era buona ma uno dei sistemi che bloccano le zampe in posizione estesa non si è innestato correttamente e quindi il razzo si è coricato dopo l’atterraggio, presumibilmente distruggendosi. Un altro tweet di SpaceX ha poi precisato che l’atterraggio è stato morbido, a 1,3 metri dal centro della chiatta, ma la zampa numero 3 non si è bloccata.

La diretta streaming dalla chiatta si è interrotta prima dell’arrivo del veicolo spaziale e le immagini dell’atterraggio presumibilmente registrate a bordo non sono ancora state rese disponibili: le segnalerò qui non appena verranno rese pubbliche.


2016/01/17 22:55


Ecco la prima immagine divulgata da Elon Musk, che ha tweetato: “almeno stavolta i pezzi erano più grossi! Non sarà l’ultimo Disassemblaggio Rapido Non Programmato, ma sono ottimista per il prossimo atterraggio su chiatta”.


In alcuni tweet pubblicati poco dopo l’atterraggio, Musk ha inoltre spiegato alcuni dettagli tecnici: la maggiore difficoltà di un atterraggio su chiatta, che è paragonabile a un appontaggio su portaerei, dove il bersaglio ha un’area molto più piccola e sta traslando e ruotando; gli atterraggi su chiatta sono necessari per le missioni che richiedono una velocità elevata, non per una questione di flessibilità o di risparmio sui costi del propellente, perché non è fisicamente possibile tornare al sito di lancio se la velocità alla separazione degli stadi è maggiore di circa 6000 km/h e una chiatta consente di non dover eliminare la velocità laterale e quindi la separazione degli stadi può avvenire fino a 9000 km/h.


2016/01/18 3:20


SpaceX ha tweetato un’altra immagine dell’atterraggio.



2016/01/18 10:55


È stato pubblicato un breve video dell’acchiattaggio.


Elon Musk ha scritto su Instagram che la causa del mancato blocco di una delle zampe in posizione estratta potrebbe essere l’accumulo di ghiaccio condensatosi dalla nebbia fitta presente al decollo. Comunque sia, SpaceX ha dimostrato ancora una volta di essere in grado di centrare con precisione il punto di atterraggio (che è la cosa fondamentale in termini di sicurezza) e di atterrare in modo morbido; stavolta c'è mancato davvero poco. Fra l’altro, dal punto di vista ecologico è andata benissimo, visto che con questo sistema c’è un razzo in meno in fondo all’oceano.

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