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2016/04/19

In Tesla fino a Verona per parlare di Elon Musk: visionario illuminato o folle ottimista?

Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento). Ultimo aggiornamento: 2018/08/05 12:15.

Il 12 marzo scorso, prima del lancio della Tesla Model 3 (la versione “economica” delle auto elettriche di Elon Musk), sono stato invitato da Redder.it a parlare per una ventina di minuti a Verona, all'incontro Tesla Revolution, dove sono arrivato a bordo di una splendida Tesla Model S rossa (grazie Danilo!).

Abbiamo percorso 205 km in due ore e 21 minuti, senza fermarci a ricaricare e con la guida assistita (Autopilot) quasi sempre inserita, consentendoci un viaggio rilassato e una guida morbidissima. L’auto in Autopilot sembra seguire un binario invisibile, tanto che sembra di stare in treno, in un abitacolo silenzioso e comodo. L’ho provata per un breve tratto autostradale e cittadino, ed è sorprendentemente agevole da guidare anche in città. Ho già guidato auto da cinque metri (ho avuto per undici anni un monovolume Pontiac Trans Sport), ma mai così basse costose e con un’interfaccia utente così informatizzata, per cui ho un po’ di patema. Ma nel complesso è una bella esperienza.




L’indomani, dopo una ricarica al Supercharger presente presso l’albergo nel quale si teneva il convegno, siamo andati in città per pranzare insieme a Danilo e consorte e goderci un po’ Verona.

Parcheggiare un’auto da cinque metri per due negli stretti autosilo europei non è proprio agevole, e soprattutto bisogna cercare un posto che esponga il meno possibile ai danni da manovra inconsulta altrui, ma il sistema di indicazione delle distanze dagli ostacoli dell’auto facilita l’operazione.

Fa freddo, per cui approfittiamo con piacere di un’altra funzione utilissima, offerta dal fatto che l’auto è elettrica e comandabile da remoto e quindi è possibile farla funzionare anche al chiuso senza emettere gas di scarico tossici: il preriscaldamento dell’abitacolo. Durante il viaggio d’andata, Danilo ha fatto scoprire a mia moglie Elena il piacere dei sedili riscaldati elettricamente e ha spiegato che sono comandabili tramite app sul telefonino. Per cui a Elena, durante la freddolosa passeggiata per tornare all’auto, esclama “Danilo, scalda i sedili!”. Ci si abitua in fretta al lusso.

Il viaggio di ritorno al Maniero Digitale è altrettanto piacevole e tranquillo: nessuna sosta di ricarica, Autopilot quasi sempre attivo. Noto però che un paio di volte l’Autopilot mantiene la corsia stando più vicino ai veicoli laterali di quanto farebbe un conducente umano: è leggermente inquietante trovarsi a qualche decina di centimetri dalla fiancata di un camion. Certo, i sensori laterali misurano costantemente la distanza laterale e sono pronti a intervenire sterzando se il veicolo che ci sta a fianco si sposta verso di noi, ma un po’ di tensione si prova lo stesso.

Anche Danilo, che è alla guida, non è entusiasta di questo comportamento dell’auto, e tende a correggerlo: è interessante notare che la Model S in Autopilot, prima di cedere il controllo al conducente, oppone una leggera ma avvertibile resistenza. “Lei non vuole”, commenta Danilo.

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Ieri è stato pubblicato il video del mio intervento, che è una sorta di mini-biografia critica, e un po’ antibufala, di Elon Musk e dei suoi progetti.




Dato che alcune delle immagini che ho mostrato nella presentazione non sono molto visibili nel video, le pubblico qui sotto. Buona visione.




















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