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2016/04/02

Ho “prenotato” una Tesla Model 3. Vediamo che succede

Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento). Ultimo aggiornamento: 2016/04/03 20:35.

Nota: prima di commentare, leggete per favore le FAQ che ho scritto appositamente per rispondere alle domande e alle obiezioni più frequenti. Grazie!

Stamattina ho versato 1000 franchi di anticipo per un’auto elettrica: una Tesla Model 3. L’ho fatto principalmente perché sono anni che vorrei avere un’auto che non butta fuori gas di scarico tossici e puzzolenti, che non alimenta regimi oppressivi e totalitari e che adotta la tecnologia del ventunesimo secolo (trazione elettrica, gestione via software aggiornabile, guida assistita) invece di essere un discendente delle locomotive dell’Ottocento.

So benissimo che la Model 3 non sarà in produzione prima della fine del 2017 (nel migliore dei casi) e che davanti a me ci sono, al momento, circa 232.000 altre prenotazioni, per cui al ritmo di 80.000 esemplari/anno mediamente previsti non vedrò la mia auto elettrica prima di quattro anni (se va bene). Ma ho provato a chiedere quando saranno disponibili in Europa le auto elettriche concorrenti (Chevrolet Bolt in primis) e il concessionario stesso mi ha invitato a lasciar perdere per i prossimi anni. Non mi posso permettere una Tesla Model S, che sarebbe disponibile subito ed è l’unica auto elettrica attuale che ha l’autonomia e la velocità di ricarica che mi servono per il mio profilo di utilizzo dell’auto (la Model 3, a circa 35.000 dollari per il modello base, è al limite di quello che voglio e posso spendere per un’auto). Le ibride, invece, mi sembrano un compromesso assurdamente complicato, che non cambierebbe il fatto che butterei fuori gas di scarico tossici una volta finita la scarsa autonomia della batteria, portando oltretutto in giro il peso del motore a benzina quando viaggio in elettrico e il peso delle batterie quando vado a benzina. Infine mi aspetto che un’auto nel ventunesimo secolo sia aggiornabile via software scaricabile, come uno smartphone, e lo sia in modo sicuro (prima o poi vi racconterò quant’è paranoica l’elettronica di bordo della Tesla), senza andare in officina.

Ho fatto due viaggi lunghi su delle Model S, ho parlato a lungo con i loro proprietari, ho raccolto tante informazioni tecniche al raduno Tesla Revolution di Verona, ma è stata soprattutto l’esperienza come passeggero e come guidatore che mi ha convinto e incantato: viaggiare a bordo di un’auto elettrica, con le prestazioni e le automazioni che hanno le Tesla, mi fa dire che è così che dovrebbero essere le automobili. Tutto il resto diventa improvvisamente arcaico.

So altrettanto bene che le prestazioni effettive e le specifiche tecniche della Model 3 non sono state ancora rese pubbliche. E come debunker resto cautamente scettico sulla capacità di Elon Musk, boss di Tesla, di produrre auto elettriche in massa invece di fabbricarle in tiratura limitata, perché Musk ha dimostrato di essere bravo con le sfide tecnologiche (SpaceX e il razzo con le zampette, per esempio) ma deve ancora dimostrare di saper fare innovazione non nella tecnologia ma nei processi produttivi (economia di scala). Un conto è dimostrare che una cosa è tecnicamente fattibile (e in questo tanto di cappello a Musk per aver fatto capire all’opinione pubblica che un’auto elettrica non deve essere una forma di mortificazione); un altro è dimostrare che è fattibile in massa e a prezzi abbordabili (detto questo, sembra che il piano delineato da Musk dieci anni fa stia funzionando). Ma sono disposto a correre il rischio. Anche perché il rischio è relativamente basso.

Le virgolette intorno alla parola prenotato nel titolo di questo articolo, infatti, sono necessarie perché versando l’anticipo in realtà non si prenota nulla: ci si riserva soltanto un posto nella fila (uno slot di produzione), al quale è possibile rinunciare facendosi rimborsare. L’anticipo è pienamente rimborsabile fino al momento in cui firmo l’eventuale ordine di acquisto (quando me ne verrà offerta la possibilità), come descritto nelle condizioni (questa è la versione svizzera). In pratica, per ora sto prestando mille franchi a Elon Musk a interessi zero. Tutto qui.

Vi terrò aggiornati sugli sviluppi del mio piccolo esperimento. Nel frattempo, se volete saperne di più, vi consiglio di iscrivervi a Teslaforum.it, il forum in italiano apposito e di dare un’occhiata ai miei articoli precedenti sull’argomento.

Segnalo infine alcuni link interessanti:

– gli importi della prenotazione nelle varie valute;
– un articolo ferocemente scettico sulla sostenibilità finanziaria di Tesla Motors;
– un riassunto su Bloomberg.com delle caratteristiche tecniche note della Model 3;
– un altro riassunto;
articolo di The Verge con video e foto;
– altri video delle prime prove limitate;
– un’analisi economica di Tesla, con l’osservazione che gli anticipi di 24 ore superano l’ammontare della IPO.


2016/04/03 20:35. Elon Musk ha tweetato poco fa che le prenotazioni sono salite a 276.000. Mi sa che ho fatto bene a mettermi in fila.

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