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2016/06/17

Antibufala: Zuckerberg compra casa a Milano!

È approdata su molti giornali e siti d’informazione la notizia dell’acquisto, da parte di Mark Zuckerberg, boss di Facebook, di un mega-attico nel centro di Milano.

Non mancano i dettagli: 21 milioni di dollari, due attici uniti per formare l’abitazione da 800 metri quadri complessivi, con “un salone da 300 mq e una cameretta per la figlia da 150 mq”, una sala cinema privata e una piscina da 50 metri. La casa sarebbe centralissima, addirittura nel “quadrilatero della moda” del capoluogo lombardo.

Ma la fonte originale è, secondo le indagini di Bufale un tanto al chilo, il sito di gossip Novella 2000, che ne ha parlato il 13 giugno scorso; a sua volta, questo sito cita come unica fonte Alessandro Proto, CEO della Proto Group Ltd, descritta come “società specializzata nella vendita di immobili a divi di Hollywood e calciatori di fama mondiale”. La società, dice Proto secondo Novella 2000, avrebbe anche venduto a Zuckerberg “un castello in Piemonte” e “un attico in centro a Robert Downey Jr”.

Ma secondo i fatti raccolti dal giornalista di Repubblica Riccardo Staglianò, il signor Proto sarebbe in realtà “uno dei più grandi illusionisti della storia recente”, abituato a fare annunci che hanno ben poco a che fare con la realtà e molto a che fare con l’autopromozione e coinvolto anche in questioni giudiziarie piuttosto gravi, sia in Italia, sia in Canton Ticino.

Le sue numerose prodezze mediatiche sono documentate dal Fatto Quotidiano, da Ticino News, dall’Espresso e da molti altri siti d’informazione. Addirittura, dice Nerve, Proto ha dichiarato di essere l’ispirazione per il personaggio di Christian Grey in Cinquanta sfumature di grigio.

Di conferme di quello che dice Proto, finora, manco l’ombra: per cui è prudente, specialmente per i giornalisti, considerare qualunque sua affermazione come bufala autopromozionale fino a prova contraria, in modo da non diventare megafoni involontari di un personaggio che indubbiamente sa usare il marketing virale per apparire nei media.

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