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2018/03/01

Repubblica mette online un’insalata di parole spacciandola per un articolo

“Il racconto di una mattinata cominciata alle 6 del mattino con il carabiniere che ferisce l'ex moglie nel garage al volto alla spalla e all'addome e terminati poco prima delle 14, con l'ultimo colpo contro se stesso. Nel mezzo la speranza vana per le due bambine, che invece erano già state ferite a morte del padre. E una trattativa inutile. L'inviata Federica Angeli racconta sette ore da incubo sotto casa dell'appuntato Luigi Capasso. e colpi. speranza che il vicino si fosse confuso. Invece è salito a casa e ha sparato prima a bmba piccola nel lettone poi alla ragazzo di 13 anni. Lunghissima trattattiva col mediatore del gis. Alle 13 ha chiuso ogni contatto ocn il mediatore dei carabinieri. Poco prima delle 14 sparo con cui si è tolto la vita. Lì irruzione colleghi e l'hanno trovat morto. Per tutta la mattina arrivo mamme compagne bambine. Capasso è rimasto in casa con le”.

Questo è quello che secondo Repubblica è un testo pubblicabile (e pubblicato) come articolo. Sì, l’ho trascritto fedelmente. Non è più online su Repubblica, ma se ne trovano ancora tracce nella cache di Google.

Forse non è neanche più giornalismo spazzatura, ma siamo al fallimento totale del processo redazionale, per cui può finire online qualunque porcheria.

Ho chiesto chiarimenti a Repubblica:



Per ora ho ricevuto solo un eloquente silenzio.


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