2016/08/12

Videojacking: come rubare password a uno smartphone usando un caricabatteria

Durante il recente convegno di sicurezza DEF CON di Las Vegas sono state presentate numerose tecniche di attacco informatico davvero creative e originali che è meglio conoscere per evitarle. Una di queste tecniche consente di rubare password, leggere mail e sorvegliare la navigazione semplicemente offrendo alla vittima di caricare la batteria del suo smartphone.

Il trucco, chiamato videojacking, funziona così: la vittima si trova in un luogo pubblico, a corto di carica (come capita spesso con gli smartphone di oggi), e vede che c’è un punto di ricarica per telefonini cortesemente offerto, come capita per esempio in alcuni aeroporti, sui treni e sugli aerei. Collega il telefonino e comincia a usarlo. Che male ci potrà mai essere? È solo una ricarica di energia elettrica.

In realtà i connettori degli smartphone non portano soltanto energia elettrica per la carica della batteria: veicolano anche segnali. Così si catturano questi segnali, e in particolare il segnale video in uscita dal telefonino (quello che consente di mostrare su un monitor lo schermo dello smartphone), in modo da vedere e registrare tutto quello che compare sullo schermo, comprese le password digitate, riconoscibili dal fatto che i singoli tasti toccati per digitare la password si animano quando vengono usati. Questo consente anche di catturare i PIN di blocco.


La particolarità di questa tecnica è che al momento è invisibile per la vittima: sia gli smartphone Android, sia gli iPhone non avvisano l’utente quando viene collegato un connettore che non solo fornisce corrente elettrica ma riceve anche i segnali video dallo schermo.

I ricercatori Brian Markus di Aries Security e i suoi colleghi Joseph Mlodzianowski e Robert Rowley hanno dimostrato il metodo d’intercettazione improvvisando un apparato dimostrativo con un monitor HDMI di seconda mano, un video splitter e un piccolo registratore video USB. Costo complessivo: circa 220 dollari a parte il monitor.

Questa tecnica è una variante del juice jacking, che fino a qualche tempo fa consentiva di rubare dati agli smartphone che venivano incautamente collegati a punti di ricarica sconosciuti; il problema è stato risolto nelle versioni aggiornate dei dispositivi e dei loro sistemi operativi.

Morale della storia: se avete uno smartphone, pensateci bene prima di collegarlo a un dispositivo di ricarica che non sia vostro o comunque fidato, e portate se possibile il vostro o perlomeno usate uno USB condom che blocchi tutti i collegamenti tranne quelli di alimentazione elettrica. No, non sto scherzando: esiste davvero e si chiama proprio così.


Fonte: Krebs on Security.

Nessun commento:

Posta un commento

Se vuoi commentare tramite Disqus (consigliato), vai alla versione per schermi grandi. I commenti immessi qui potrebbero non comparire su Disqus.

Pagine per dispositivi mobili