1998/05/21

[IxT] TOURBUS: Batman e altre bufale via Internet (21/5/98)

Oggi vi segnalo, con l'aiuto di Bob e Patrick, due leggende metropolitane che furoreggiano negli USA e sicuramente, con l'aiuto di qualche buontempone e di una folta schiera di creduloni, arriveranno presto anche in Italia, magari in versione modificata.

Già che sono in tema, in fondo a questo articolo troverete un'altra bufala tutta italiana: il Batman erotico di Siena.

MODEM GRATIS? NON CI CASCO!

Attenzione: se ricevete messaggi secondo i quali PC Mall (o un altro negozio d'informatica) vi ha estratto a sorte e avete vinto un nuovo modem US Robotics 56kbps, non credeteci: è una bufala.

Il messaggio dice che se pagate le spese di spedizione il modem sarà vostro. Tutto quello che dovete fare è dare il vostro numero di carta di credito per pagare le spese.

MAI, MAI dare il proprio numero di carta di credito a nessuno in questo modo! E' uno dei più vecchi trucchi per frodarvi soldi.

Qualunque sia la provenienza del messaggio, ignoratelo. Non è vero.

E' una truffa. Una volta ottenuto il numero di carta di credito, il truffatore può addebitarvi quello che gli pare, comprese visite a siti porno a pagamento che sarà _molto_ difficile spiegare quando compariranno nel vostro estratto conto...

Nel caso specifico il mittente era l'indirizzo modemX2@premiumproducts.com e il messaggio diceva che la PC Mall Inc. aveva estratto a sorte dei modem. La società esiste veramente: PC Mall è uno dei più grandi rivenditori di computer via Internet in USA e lo trovate presso http://www.pcmall.com/ (ovviamente non regala modem a nessuno).

Tuttavia, ripeto, i dettagli non hanno importanza. Quel che conta è la regola generale: mai dare il proprio numero di carta di credito a sconosciuti che vi dicono che avete "vinto" qualcosa, basta pagare un "contributo spese". La regola vale, beninteso, non solo nel ciberspazio.

LE BUFALE NON MUOIONO MAI

a dimostrazione del fatto che le bufale, come le leggende metropolitane, hanno una sopravvivenza lunghissima, ve ne riassumo una che riguarda i veterani dell'esercito americano. Secondo questa bufala, questi veterani possono chiedere una sorta di indennità extra, a patto di inoltrare la relativa domanda con nome, indirizzo, numero di matricola e mansione a una casella postale di Philadelphia.

La cosa interessante di questa bufala è che risale addirittura alla guerra in Vietnam. Da venticinque anni continua a viaggiare tramite tutti i mezzi di comunicazione. Ogni tanto fa capolino anche sui giornali USA.

Se volete i dettagli, li trovate presso

http://urbanlegends.miningco.com/library/weekly/aa050698.htm

Questo è uno dei migliori siti dedicati alle bufale e alle leggende metropolitane.

Batman erotico di Siena: non esiste

Quello che segue è farina del mio sacco e me ne assumo le responsabilità del caso. Bob e Patrick non c'entrano.

Ricordate la notizia dell'uomo che si era vestito da Batman per compiere acrobazie erotiche con la sua partner (legata al letto) e nel balzo dall'armadio si era fantozzianamente sfracellato sul pavimento, tanto che era stato necessario l'intervento dei pompieri, chiamati dai vicini a causa delle grida della imbarazzatissima partner?

I giornali ci si sono buttati a pesce (se mi scusate il gioco di parole) e ci hanno ricamato teorie sulla psiche degli italiani e su come stiamo degenerando e quanto siamo in una società trasgressiva e malata. Sociologi si sono mobilitati a disquisire perché uno si debba travestire da Batman piuttosto che da Robin. Torme di giornalisti hanno frugato Siena e dintorni per sapere chi è l'insospettabile Batman.

Tutto inutile. Infatti la storia di Batman è una leggenda metropolitana che circola da anni in vari paesi. Si vede che qualche credulone l'ha raccontata a un giornalista e lui ha abboccato.

Se si fossero presi la briga di visitare http://www.urbanlegends.com/, il grande archivio delle leggende metropolitane, alla voce "Batman" avrebbero trovato una bella sorpresa.

Infatti la storia del Batman erotico è citata, ad esempio, già nel 1989 dal St. Louis Post-Dispatch ("BATMAN WITH A TWIST LEAPS INTO NOTORIETY" di Elaine Viets).

Jan Harold Brunvand, un esperto in leggende metropolitane, dice che la storia di Batman circola da parecchio tempo. He trovato storie analoghe in Inghilterra e in Nuova Zelanda. La prima versione risale probabilmente al 1988, quando impazzava il film sull'uomo pipistrello. Nelle sue numerose varianti ci sono dei concetti che non cambiano. L'uomo immancabilmente sta fingendo di "salvare" la sua donzella. A volte è travestito da Batman, altre da Tarzan, da Uomo Ragno o da Superman. Il supereroe batte la testa contro il ventilatore a soffitto o finisce KO cadendo da un armadio o da una cassettiera.

Il Seattle Times del 21 gennaio 1990 riporta un articolo intitolato "THE ABSURD WORLD OF TRAVEL -- STRANGE BUT TRUE TALES OF HOTEL, AIRLINE ESCAPADES" di Peter Greenberg.

Stavolta Batman è nel Massachusetts. Una guardia di sicurezza in un hotel di Boston sente le grida di una donna provenienti da una camera. Chiede aiuto, è intrappolata. Con un passepartout apre la porta e trova la donna legata al letto, senza vestiti. Per terra, a poca distanza, c'e' il fidanzato vestito da Batman, pancia a terra e privo di sensi.

Il Chicago Tribune del 30 gennaio 1990, in "How Batman learned he shouldn't fly", di Ann Landers, racconta che una giovane coppia sentiva delle grida agghiaccianti provenire dalla casa dei vicini.

Dopo aver chiamato la polizia ed essersi armati di mazza da baseball, la coppia si diresse verso la casa dei vicini per prestare aiuto. La porta non era chiusa a chiave ed entrarono senza difficoltà.

Seguendo le grida, trovarono la loro vicina, nuda sul letto con mani e piedi legati. Sul pavimento c'era il marito della vicina, privo di sensi, vestito da Batman.

Anche in Italia c'e' chi si occupa di queste leggende e bufale. Fra i tanti, vale la pena di citare almeno il CERAVOLC, CEntro per la RAccolta delle VOci e delle Leggende Contemporanee, Casella postale 53, 15100 Alessandria, che ha anche un sito Internet (http://www.clab.it/cp/leggende/) e pubblica un esilarante notiziario intitolato "Tutte storie".

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

1998/05/10

[IxT] Aggiornamenti al libro e PGP (10 maggio 1998)

Un lettore mi segnala che l'indirizzo Internet citato a pagina 244 della nuova (terza) edizione del mio "Internet per tutti" è inesatto o perlomeno è stato cambiato dopo la chiusura del libro in tipografia.

Pertanto attenzione: l'indirizzo del sito dell'MIT per la distribuzione del programma di crittografia PGP _non_ è http://web.mit.edu/network/pgp.htm, ma è

http://web.mit.edu/network/pgp.html

Praticamente l'estensione "htm" va corretta in "html".

Ringrazio Andrea (di cui non cito il cognome e l'indirizzo Internet in ossequio alla Netiquette), il lettore che ha snidato il refuso; se trovate errori, magagne, segni di arteriosclerosi e altre sconcezze o variazioni nel libro, mandatemi un e-mail a topone@pobox.com e avrete la mia imperitura gratitudine. Se volete soddisfare la vostra vanità, mandatemi due righe di consenso e vi citerò nelle mie pagine Web con nome, cognome e/o indirizzo Internet.

Già che sto parlando del PGP, vi racconto brevemente quali sono gli "escamotage giuridici" usati dalla comunità di Internet per consentire l'esportazione legale di quello che è uno dei pochi programmi che ha il discutibile pregio di essere considerato "arma pericolosa" dal governo statunitense.

La legge americana sull'esportazione del software per crittografia vieta di trasmettere, trasportare o trasferire programmi su qualsiasi supporto digitale. Quindi non è ammesso esportare dagli USA il PGP "forte" (quello che usa codici di protezione talmente complessi da non essere decrittabile neppure dai supercomputer) su dischetto o via Internet. Se lo fate, commettete un crimine federale e siete perseguibili dall'FBI con pene carcerarie non indifferenti.

Caso mai ve lo stiate domandando, PGP è così strettamente sorvegliato per via dei suoi possibili usi criminali. I mafiosi, gli spacciatori, i pedofili e i terroristi possono comunicare fra loro con PGP (e molti lo fanno) ed essere sicuri che nessuno può decodificare le loro comunicazioni. Neppure la polizia.

D'altro canto ci sono molti sostenitori della libertà individuale e del diritto alla riservatezza che considerano allarmante e ingiusto che un privato, onesto cittadino non possa avere qualche segreto. anche se con qualche riserva, tendo a essere d'accordo con loro.

L'idea di avere uno Stato che, come il Grande Fratello di Orwell in 1984 (lettura consigliata per quest'estate), può sapere tutto quello che scrivo, dico, faccio, penso e spendo non mi esalta.

Sia come sia, un gruppo di utenti Internet è riuscito a farla in barba alle restrizioni USA. E l'ha fatto legalmente! Il "trucco" è stato questo: un utente statunitense (che come residente USA è automaticamente autorizzato a usare il PGP "forte") ha preso il file del programma PGP e ne ha stampato il contenuto, byte per byte. Poi ha infilato la stampa (un bel pacco di fogli) in una busta e l'ha spedito per posta ordinaria a un altro utente in Scandinavia. all'arrivo, l'utente scandinavo ha immesso i fogli in uno scanner che ha letto i caratteri stampati e ne ha generato un file eseguibile: in pratica, ha ricreato il programma originale.

Siccome la legge USA non parla di distribuzione _cartacea_ dei programmi per crittografia, la spedizione del pacco di fogli non costituisce reato. Furbi, vero?

Una volta uscito dagli USA, il programma PGP è stato messo a disposizione di tutti presso un sito Internet e da lì è stato diffuso ovunque. I governi che cercano di limitare la libertà d'opinione e la circolazione delle idee via Internet farebbero bene a studiarsi questo caso.

Un'ultima cosa. A proposito di FBI, se siete in Italia, non pensate di essere al di fuori della loro portata (giuridica o "informale"), quindi non tentate sciocchezze come farvi trasmettere il programma PGP via Internet dagli USA (spedire e-mail o dati protetti con PGP è legale nella maggior parte dei paesi, tranne forse in Francia; è illegale trasferire il _programma_). Non ho ancora dimenticato il brivido che mi è corso lungo la schiena un paio d'anni fa.

Stavo facendo ricerche sul sistema telefonico italiano (truffe, phreaking, raggiri Telecom agli utenti eccetera) per uno dei miei libri. Un anonimo utente Internet mi mandò un messaggio. Conteneva un numero di telefono (un numero verde italiano che iniziava per 167) e l'invito a chiamarlo per avere una "sorpresa".

Dopo aver preso opportune precauzioni ho chiamato il numero. Una voce americana ha risposto "FBI headquarters."

Ho riagganciato fulmineamente.

Sicché l'FBI ha un numero verde in Italia dal quale i suoi agenti possono parlare direttamente con il quartier generale gratuitamente. brrr.....

 

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1998/05/09

[IxT] Quanti italiani in rete? (9 maggio 1998)

Quanti sono gli italiani su Internet? Per farla breve, di preciso non lo sa nessuno. Anzi, neanche "di preciso".

Nel testo di "Internet per tutti" parlo di circa 1.700.000 utenti. Era una delle fonti apparentemente più affidabili, ma nel frattempo ne ho trovate delle altre. Sorpresa: le cifre sono discordanti, e non di poco.

Secondo l'osservatorio statistico Alchera, già a settembre 1997 gli utenti erano 2.348.000. Dati di Telecom indicano invece un totale di 400.000 utenti privati, più 125.000 utenti aziendali. Dove sono finiti 1.823.000 utenti? Sembra incredibile che due ricerche, presumibilmente autorevoli, diano risultati così discordanti, ma tant'e'.

Per contro, leggo dal Televideo RAI a maggio del 1998 che il 2,5% delle famiglie italiane è su Internet e che questa percentuale salirà all'8,5% entro la fine del 1998. Supponendo 4 persone per famiglia, in Italia ci sono circa 15 milioni di famiglie, il che significa che ci sono 362.500 famiglie italiane in Rete. Di solito c'e' un solo utente Internet per famiglia e quindi, se anche abbondiamo un pochino, siamo intorno alle quattrocentomila ciber-anime.

Chi ci capisce è bravo.

Niente più articoli in Gazzetta?

Se avete notato che i miei articoli sulla Gazzetta dello Sport si stanno diradando, non vi preoccupate. E' colpa degli imminenti mondiali di uno sport (credo il calcio, ma non sono sicuro), che stranamente hanno la precedenza sui problemi di Internet. Forse è per questo che il giornale si chiama "dello Sport?". Comunque, articoli diradati o meno, riceverete sempre e comunque questi articoli via Internet. Siete in troppi, e siete troppo gentili e divertenti nei vostri messaggi, per lasciarvi. Manco a dirlo, gli articoli continueranno a essere distribuiti gratuitamente.

 

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1998/05/02

[IxT] TOURBUS: La Sindone (2 maggio 1998)

[L'articolo originale è parecchio più lungo, ma parla di molti altri argomenti che AMMP (a mio modesto parere) sono di interesse scarso per i non statunitensi. -- Paolo]

Per la prima volta dopo vent'anni, la Sindone viene presentata al pubblico a Torino. Per chi non riesce ad andarci di persona, c'e' sempre il sito Internet:

http://sindone.torino.chiesacattolica.it/

Questo sito "ufficiale" per la Sindone è disponibile in inglese, italiano, francese e spagnolo. Il sito esamina e spiega la storia della Sindone usando tre "percorsi": quello scientifico, quello iconografico e quello biblico. Ad esempio, il percorso scientifico descrive alcuni dei test scientifici condotti di recente sulla Sindone.

[I risultati di questi test sono estremamente controversi, e non c'e' da stupirsi, visto l'argomento. Affermazioni straordinarie richiedono dimostrazioni straordinarie, e sembra che i ricercatori (pro e contro la natura soprannaturale della Sindone) facciano apposta a disseminare il proprio lavoro di trascuratezze, liti e scorrettezze. Bah. Se comunque volete un altro punto di vista scientifico, provate il sito del CICAP presso http://www.valnet.it/cicap. Presso il sito CICAP troverete fra l'altro che un ricercatore dell'Università di Pavia, Luigi Garlaschelli, è riuscito a ricreare delle "sindoni" in tutto e per tutto simili all'originale usando materiali dell'epoca. -- Paolo.]

Purtroppo il sito "ufficiale" della Sindone non offre immagini molto buone. Per vedere la Sindone in dettaglio occorre andare a

http://www.shroud.com/examine.htm

La rivista statunitense Time ha inoltre pubblicato recentemente un articolo molto approfondito sulla Sindone. Il testo integrale è disponibile online [in inglese -- Paolo] presso

http://www.pathfinder.com/time/magazine/1998/dom/980420/cover1.html

L'articolo è distribuito su cinque pagine e dovete raggiungere il fondo della prima pagina per trovare i rimandi alle quattro successive.

 

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