2015/04/24

Il malware arriva tramite la pubblicità animata anche nei siti rispettabili. Motivo in più per bloccarla e mollare Flash

Credit: Malwarebytes
Chi va nei bassifondi della Rete sa di cercarsi guai; ma chi visita solo siti rispettabili non si aspetta di trovarsi infettato per il solo fatto di averli consultati. Eppure è successo pochi giorni fa ai visitatori di siti per nulla truffaldini, come per esempio l'Huffington Post: alcune sue pubblicità, infatti, trasportavano codici ostili che tentavano di scaricare sui PC dei visitatori un altro malware che cifrava i dati degli utenti e poi chiedeva un riscatto in denaro per sbloccarli (ransomware).

Era rispettabile il sito; era rispettabile anche il distributore delle pubblicità (DoubleClick di Google); ed era rispettabile anche la marca reclamizzata (Hugo Boss e Hermés Paris). Non c'era nulla che potesse far pensare a una visita pericolosa. Ma l'analisi pubblicata da MalwareBytes segnala che in questa catena di società di buona reputazione s'erano inseriti dei truffatori che avevano aperto un normale account per l'inserimento in tempo reale di pubblicità e lo avevano usato per mandare ai distributori pubblicitari una finta pubblicità il cui codice veicolava un attacco basato su una falla di Adobe Flash che inizialmente non veniva riconosciuta dagli antivirus.

I criminali informatici, insomma, si fanno sempre più furbi, usando i distributori di pubblicità per disseminare i propri attacchi anche sui siti di buona reputazione. La miglior difesa è bloccare le pubblicità e i contenuti basati su Flash, per esempio disinstallando Flash oppure impostandolo in modo restrittivo come descritto in questo articolo.

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