2019/04/02

Exodus, app spiona italiana in Google Play

Credit: Security Without Borders.
Questo articolo è il testo del mio podcast settimanale La Rete in tre minuti su @RadioInblu, in onda ogni martedì alle 9:03 e alle 17:03. Questa puntata può essere ascoltata qui su Radio InBlu.


C’è parecchio clamore intorno alla notizia della scoperta di Exodus, un gruppo di app Android spione, capaci fra l’altro di intercettare gli SMS, le password delle reti Wi-Fi, i messaggi Telegram e Skype, le foto, i file audio e video di WhatsApp e di registrare le telefonate e l’audio ambientale, trasmettendo il tutto a un centro di controllo e trasformando lo smartphone infettato in una cimice perfetta con tanto di localizzazione in tempo reale.

Secondo le indagini tecniche svolte dal gruppo di ricercatori indipendenti Security Without Borders, le app della famiglia Exodus sono state realizzate da un’azienda calabrese che ha rapporti con le forze dell’ordine italiane e sono state disseminate tramite il negozio ufficiale delle app Android, ossia Google Play, senza che Google si accorgesse della loro pericolosità per ben due anni. Queste app venivano spacciate per strumenti per migliorare la gestione dello smartphone.

I dati resi pubblici fin qui indicano che queste app spia erano concepite come spyware di stato, ossia app che venivano installate con l’inganno sugli smartphone delle persone sorvegliate dalle forze di polizia, ma che per motivi ancora non chiari sono state installate anche su almeno un migliaio di altri smartphone italiani.

La scoperta ha comprensibilmente creato una certa inquietudine: è davvero così facile prendere il controllo completo di uno smartphone? E se app come queste sono ospitate da Google Play, che reali garanzie di sicurezza offre questo servizio di Google? I ricercatori di Security Without Borders hanno scoperto questo spyware, ma quanti altri ce ne sono che non sono stati ancora smascherati e risiedono impunemente in Google Play, magari travestiti da giochini?

Fortunatamente difendersi è abbastanza facile. Il primo passo è non installare app offerte da aziende sconosciute. In questo caso, per esempio, in Google Play le app Exodus erano presentate come un prodotto della sconosciutissima MobileWork Srl. Il secondo passo è evitare le app che promettono di avere vantaggi o guadagni in maniera anormale, come per esempio monete gratuite nei giochi che normalmente sarebbero a pagamento.

La prima linea di difesa è la prevenzione basata sul buon senso. Così come non facciamo entrare sconosciuti in casa, non bisogna far entrare nello smartphone app ignote.

Anche la tecnologia ci può dare una mano: ci sono molti antivirus per smartphone Android, realizzati dalle principali marche note del settore, che si accorgono dei comportamenti anomali nascosti delle app-spia e bloccano la loro installazione o ne impediscono l'azione. Conviene quindi installare preventivamente uno di questi antivirus su qualunque dispositivo Android.

In altre parole, sì, è facile usare il nostro smartphone come strumento per compiere intercettazioni, ma lo è soltanto se adoperiamo questo dispositivo in maniera disattenta e imprudente. Ed è vero che i controlli di Google Play non sono sufficienti da soli a garantirci, per cui dobbiamo difenderci adottando comportamenti cauti e protezioni informatiche. Dallo smartphone passa ormai quasi tutta la nostra vita: lavoro, affetti, confidenze. È il nostro maggiordomo digitale: trattiamolo con il rispetto che merita.


Fonti aggiuntive: ADNKronos, Open, ANSA, Agenda Digitale, Motherboard, Repubblica, Macitynet.it.


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