Perché, perché qualunque cosa anche solo vagamente insolita vista in cielo deve subito essere interpretata come una visita di un veicolo extraterrestre?
— Sante Pracucci (@weedo_) May 24, 2019
Si tratta semplicemente dello sciame di satelliti Starlink, lanciato un paio di giorni fa da SpaceX: ben sessanta in una sola volta. Astronautinews.it ne parla in grande dettaglio.
Some of you observed a trail of aligned spots moving across the sky: these were not meteor/fireballs, but a trail of freshly launched flurry (~60) Starlink satellites by SpaceX. Here is a video of the phenomenon by Marco Langbroek, from the Netherlands: https://t.co/GCBYW4Ukot— IMO Meteor Org. (@IMOmeteors) May 25, 2019
I dettagli tecnici della ripresa di Marco Langbroek sono qui nel suo tweet e in questo suo breve post:
VIDEO! Prepare to be mind-blown!— Dr Marco Langbroek (@Marco_Langbroek) May 24, 2019
The train of @SpaceX #Starlink satellites passing over Leiden, the Netherlands, some 25 minutes ago. Camera: WATEC 902H with Canon FD 1.8/50 mm lens. I was shouting when they entered FOV!@elonmusk https://t.co/xChLDH32uk
Sarebbe bello se tutti quelli che strillano di UFO e alieni alla minima occasione si informassero invece di fare l’ennesima figuraccia. La notizia del lancio di SpaceX non era certo segreta. Il video del lancio è stato trasmesso in diretta streaming da SpaceX (decollo a 00:13:50; separazione primo stadio a 00:16:40; espulsione carenatura a 00:17:40; accensione di rientro a 00:20:25; atterraggio del primo stadio sulla nave appoggio a 00:23:00; rilascio satelliti a 01:16:40):
La missione di SpaceX è particolarmente innovativa: oltre a recuperare il primo stadio del lanciatore e la carenatura (mentre tutte le aziende concorrenti sono ancora alle prese con lanciatori usa e getta), come ormai consueto, i satelliti sono stati lanciati in una sorta di catasta, impilati uno sull’altro, invece di usare il consueto traliccio di supporto e rilascio; usano motori a kripton anziché allo xenon in modo da ridurre anche del 90% i costi di propellente; integrano direttamente le antenne nel corpo dei satelliti, evitando le complicazioni e le possibilità di guasto di un sistema telescopico; l’uso di antenne di tipo phased array evita il problema del puntamento preciso.
I sessanta satelliti della costellazione Starlink sono i primi di un numero elevatissimo, che si sparpaglieranno nel cielo in modo da fornire connettività Internet globale a basso costo. Sono stati piazzati in orbita a 440 km di quota e useranno i propri motori a kripton per raggiungere la posizione e la quota definitive a 550 km di distanza dalla superficie terrestre.
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