La traduzione in italiano delle 188.000 parole di Carrying the Fire, l’autobiografia dell’astronauta lunare Michael Collins, è stata completata. Ora inizia la fase della revisione del testo impaginato, per snidare refusi e forme non idiomatiche, e ci stiamo scontrando con una scelta linguistica e grafica molto problematica (una delle tante) per la quale chiedo il vostro parere: è emersa durante le prove tecniche per un possibile audiolibro.
Come probabilmente sapete se frequentate questo blog, il veicolo spaziale Apollo includeva un modulo lunare (Lunar Module in originale), che durante le missioni sulla Luna (1969-72) fu usato da due dei tre astronauti per raggiungere la superficie lunare, mentre il terzo membro dell’equipaggio restava nel modulo di comando (Command Module) agganciato al modulo di servizio (Service Module).
In Carrying the Fire questi veicoli e i loro acronimi vengono ovviamente citati spessissimo. Nella versione originale, il modulo di comando diventa CM, il modulo di comando accoppiato al modulo di servizio diventa CSM, e il modulo lunare diventa LM, creando gli acronimi dalle rispettive iniziali. Siccome si tratta di acronimi che all’epoca furono usati internazionalmente lasciandoli invariati, non avrebbe senso tradurli in MC, MCS o ML: si creerebbe solo confusione.
Pertanto nella nostra traduzione manteniamo gli acronimi storicamente noti, e in italiano scriviamo il CM (pronunciato “il ci emme”), il CSM (pronunciato “il ci esse emme”), e... l’LM (pronunciato “lelle emme”). Avete già intuito il problema linguistico e di lettura ad alta voce: lelle emme, dellelle emme e simili sono orrendamente cacofonici e la grafia “l’LM” è un pugno in un occhio.
Cosa ancora più importante, chi si ricorda o ha rivisto le storiche telecronache di Tito Stagno di allora, o ha letto i giornali e le riviste di quel tempo o i libri di Oriana Fallaci, sa che il modulo lunare in italiano non veniva chiamato “elle emme”, ma “lem”. E anche in inglese l’acronimo veniva pronunciato “lem”, non “ell emm”. Come mai?
La ragione è semplice: al suo debutto come progetto, nel 1962, il veicolo di allunaggio era stato denominato ufficialmente Lunar Excursion Module (LEM), ossia “modulo per escursione lunare”, ma a giugno del 1966, dopo quattro anni di uso intensivo di questo acronimo, la NASA decise che “excursion” era troppo frivolo e dava l’idea di una costosissima scampagnata mordi e fuggi, per cui il nome fu cambiato in Lunar Module e l’acronimo fu ridotto formalmente da LEM a LM. Troppo tardi: l’acronimo originale LEM era ormai entrato nell’uso, e quindi la pronuncia restò invariata. Si scrive LM, ma si pronuncia “lem”.
Il problema è che le generazioni più giovani non sanno nulla di tutta questa faccenda e di questa regola di pronuncia ad hoc per nulla intuitiva, e quindi se scriviamo “il LM”, come si è sempre fatto negli ultimi cinquant’anni, molti lettori lo percepiranno come un errore (“il elle emme”), aspettandosi l’elisione e l’apostrofo (“l’LM”). E non è giusto pretendere che un giovane lettore di oggi sappia che “il LM” va pronunciato “il lem”.
Se invece scriviamo “l’LM” (pronunciato “lelle emme”), che sarebbe la forma ortograficamente corretta in italiano, creiamo confusione e produciamo una brusca frattura rispetto a cinquant’anni di articoli di giornale, telecronache e radiocronache che usano la pronuncia “il lem”. I puristi e i lettori vintage ci scuoieranno.
Se facciamo come fece Oriana Fallaci in Se il sole muore (o come fa Wikipedia in italiano) e manteniamo l’acronimo iniziale (LEM), la pronuncia corretta viene spontanea a chiunque, ma commettiamo un falso storico, perché Collins e tutti gli astronauti di cui l’editore, Cartabianca Publishing, ha curato e sta curando la traduzione delle autobiografie usano correttamente “LM”, e lo stesso fa la NASA in tutte le illustrazioni e i grafici.
Se cerchiamo di aggirare il problema scrivendo sempre “modulo lunare” per esteso, acronimi ricorrenti come “LM/CSM” diventano chilometrici “modulo lunare / modulo di comando e di servizio” e non ci stanno nelle tabelle presenti nel libro.
C’è anche un’altra possibilità: scrivere “il Lem”, come facevano molti giornali italiani (esempio). In questo modo non è più un acronimo, ma è una sorta di nome proprio. Si resta fedeli alla pronuncia storica, si evita il falso storico di usare l’acronimo obsoleto, ma non si è del tutto fedeli all’originale, che usa appunto l’acronimo.
In tutti i casi sarebbe comunque necessaria una nota esplicativa per chiarire le ragioni della scelta fatta.
Voi cosa fareste? Scegliereste “il LM”, “l’LM”, “il LEM” o “il Lem”? Scrivete il vostro parere nei commenti; meglio ancora, se volete partecipare a un sondaggio informale, mandatemi una mail a paolo.attivissimo@gmail.com con la vostra scelta nel titolo: basta che scriviate “il LM”, “l’LM”, “il LEM” o “il Lem”. Io farò la conta delle vostre mail e pubblicherò qui il risultato.
Ho pubblicato inoltre due sondaggi, su Mastodon e su X:
Sondaggio (versione corretta) per i libri lunari: come abbreviereste il nome del Modulo lunare? Spiegone: https://t.co/3CBYFoZvzN
— Paolo Attivissimo @ildisinformatico@mastodon.uno (@disinformatico) September 5, 2023
La vostra scelta è molto importante, perché l’editore sta per procedere non solo all’impaginazione di Carrying the Fire, che uscirà in tempo per Natale 2023, ma anche alla nuova tiratura delle autobiografie precedenti, Forever Young e L’ultimo uomo sulla Luna, che verrebbe fatta aggiornando il testo per includere questa scelta e uniformare i libri della collana. Grazie!
I risultati del sondaggio
Su X/Twitter (685 voti): “il LEM” 69,3%; “il Lem” 15,8%; “il LM” 12%; “l’LM” 2,9%.
Su Mastodon: 179 voti): “il LEM” 51%; “il Lem” 18%; “il LM” 26%; “l’LM” 4%.
Via mail (25 voti): “il LEM” 8 (32%); “il Lem” 11 (44%); “il LM” 6 (24%); “l’LM” 0 (0%).
In sintesi: “l’LM” (che è la scelta adottata finora per ragioni di purismo e fedeltà storica) non piace praticamente a nessuno. Invece “il Lem”, in cui l’acronimo diventa nome italiano a tutti gli effetti, è piaciuto parecchio, e anche “il LM” si difende bene. Ma “il LEM”, anche per motivi affettivi, si conferma il preferito.
La terminologa Licia Corbolante mi segnala inoltre che “il LEM” o “il Lem” è lemmatizzato da tutti i vocabolari, anche se con grafia diversa: Lem nello Zingarelli, lem nel Devoto-Oli, LEM nel Treccani e nel De Mauro, lem o LEM nel Sabatini-Coletti. Inoltre nei libri di autori italiani del decennio scorso che usano la versione “italiana” le due grafie prevalenti sono LEM e Lem.
Il commento più bello: “In televisione si entusiasmarono tutti per il LEM, non si può cambiare il nome al protagonista, ma si può riempire di asterischi a pié pagina che citano lo spiegone. Una piccola nota a piede di pagina, un grande passo per l'umanità”.
Sarei quindi dell’idea di adottare “il LEM”, aggiungendo la prima volta una nota di questo genere: “In originale, Collins usa l'acronimo “LM”, che fu adottato formalmente dalla NASA a giugno del 1966 dopo quattro anni di uso intensivo dell’acronimo LEM, ossia Lunar Excursion Module. La NASA cambiò acronimo perché ritenne che “excursion” fosse troppo frivolo, ma l’originale “LEM” era ormai impresso nel lessico comune e rimase in uso nei media, specialmente in italiano. Questo testo adotta “LEM” per continuità storica italiana e per maggiore leggibilità.” Che ne dite?
Ne ho discusso con l’editore, che concorda: la nota è già stata inserita nel testo del libro e “LM” verrà cambiato dappertutto.
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