1998/06/30

[IxT] Appelli medici in Rete (30 giugno 1998)

Se seguite questa mailing list da qualche tempo, saprete già dei tanti appelli di aiuto per bambini malati che circolano su Internet.

Praticamente tutti sono bufale di cattivo gusto o leggende metropolitane.

Eccetto quella che vi racconto oggi. Che non ha un lieto fine, purtroppo.

Ho ricevuto un paio di giorni fa un appello in italiano. Non lo riporto testualmente qui in ossequio alla privacy (non quella di Rodotà; quella del buon senso e della Netiquette), ma la sostanza era questa: i figli di un uomo di 45 anni, della zona di Torino, chiedevano aiuto a chiunque in Rete sapesse qualcosa della "sindrome di Moschcowitz" che aveva colpito il loro padre.

Siccome il messaggio riportava nomi e numeri di telefono, mi sono permesso di telefonare per verificare l'autenticità dell'appello.

Purtroppo dalla telefonata è emerso che la storia è del tutto autentica; ma vi prego di _non_ diffondere ulteriormente questo appello. La persona con la quale ho parlato, infatti, mi ha detto che ormai non serve più.

Alla famiglia di Torino, caso mai arrivasse questo messaggio, vorrei fare le mie condoglianze. Non ci conosciamo e non ho certo scelto il momento migliore per intromettermi nella loro vita (e di questo mi scuso). Ne' so quanto contino le condoglianze di uno sconosciuto. Ma vorrei far sapere loro che, in qualche modo strano, io e (credo) i miei lettori siamo vicini a loro.

Penso che in tutto questo ci siano diverse lezioni utili per tutti noi. Innanzi tutto, il caso di Torino risolleva la questione degli appelli medici via Internet. Siamo talmente abituati a ricevere appelli fasulli che quelli autentici finiscono per sembrare l'ennesimo "al lupo, al lupo".

Per evitare che i drammi _veri_ finiscano per essere sommersi da quelli fasulli, vi chiedo di _non_ diffondere messaggi di questo tipo senza averne verificato personalmente la fonte originale (come ho fatto io). Se non potete verificare, _non_ diffondete. Chi ha davvero bisogno non manda appelli senza includere un indirizzo di casa o un numero telefonico: in tal caso, verificateli.

Un altro motivo per cui non bisogna diffondere appelli senza verificarli è che spesso continuano a circolare anche quando non sono più necessari. A volte si risolvono positivamente, come nel caso famosissimo di Craig Shergold: il ragazzo sta bene, sono stato buttati via _cento miliardi_ in cartoline augurali. A volte si risolvono male, come nel caso che vi ho descritto oggi. Penso sia ovvio che alla famiglia di Torino non farà piacere continuare a ricevere offerte di aiuto per anni e anni dopo la scomparsa del loro caro. Quindi fate il possibile (come sto facendo io con questo messaggio) per lasciarli in pace e interrompere la circolazione del loro appello.

In secondo luogo, episodi come questi ricordano drammaticamente che Internet è fatta di _persone_, non di bit e byte: la tecnologia è solo un dettaglio. Dietro ogni messaggio che ricevete c'e' una persona, con i suoi problemi, le sue speranze, le sue illusioni e le sue gioie. E' fin troppo facile essere aggressivi e maleducati via Internet. La prossima volta che vi accingete a rispondere male a qualcuno in Rete, pensateci due volte.

Caso mai interessasse a qualcuno, vi dico cosa mi ha spinto a verificare l'appello invece di cestinarlo come faccio di solito. Le mie "tecniche" potrebbero esservi utili, chissà.

C'era un indizio decisamente a sfavore dell'autenticità: il messaggio era scritto tutto in maiuscolo, che su Internet è come gridare ed è il tipico segno di riconoscimento del principiante.

Nonostante questo, i miei dubbi si sono focalizzati sul nome della malattia: la grafia "Moschcowitz" è molto inusuale (di solito e' "Moskowitz" o simili), e una rapida controllata sull'enciclopedia medica (di mestiere faccio il traduttore tecnico e medico) mi ha confermato che era la grafia corretta e che la malattia esisteva davvero (per chi lo vuole sapere, si chiama anche "porpora trombotica trombocitopenica").

Ma la cosa che più mi ha fatto pensare che il messaggio fosse autentico, ovviamente, è stata l'indicazione dei numeri di telefono e dei nomi delle persone coinvolte. Questo mi ha consentito di verificare la situazione al volo e di dare a voi notizie concrete al riguardo.

Questo messaggio è a disposizione di chiunque lo voglia far circolare. Vi chiedo solo di lasciarlo integro. Grazie.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

1998/06/29

[IxT] Un altro buon motivo per non comperare Windows 98 (29 giugno 1998)

Il prezzo di vendita di Windows 98 in Italia sarà di 240.000 lire, secondo il Sole 24 Ore. Il prezzo del medesimo programma negli USA (in originale, quindi senza i proverbiali e strepitosi errori di traduzione che ricorrono nei programmi Microsoft -- a onor del vero, anche in quelli degli altri) è 90 dollari (fonte: CNN Q news del 25/6/98).

Novanta dollari sono, al cambio attuale di 1773,77 lire, poco meno di 160.000 lire. Ottantamila lire in meno.

Devo dire altro?

 

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[IxT] Netscape è ancora il browser numero uno (29 giugno 1998)

Anche se Explorer sta guadagnando terreno in ogni segmento del mercato americano dei browser, Netscape rimane in testo al 50,5%, contro il 42,8% di Explorer (il browser proprietario di America Online detiene il 3%). I dati sono della International Data Corp. e riferiti al 1997.

Dettagli (in inglese) presso http://cnn.com/TECH/computing/9806/26/netscape.idg/index.html

 

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[IxT] Risposte ai lettori (29 giugno 1998)

Ricordo agli amici che mi seguono che non sempre posso rispondere privatamente a tutti. Per chiari motivi di organizzazione e di tempo, rispondo di solito con un messaggio pubblico di questa mailing list, anche perché molte domande sono di interesse per tutti.

Per cui se volete le vostre risposte, iscrivetevi!

Sommario

-- Con Windows 98 cambierà qualcosa in meglio per noi patiti della rete?

-- Sto cambiando provider: Telecom è ancora il più consigliabile, o me ne rimango con il mio, che per la verità fa piangere?

-- Temi di maturità "anticipati" via Internet?

-- Indagini via Internet

-- Internet "gratis" con NetFraternity

Con Windows 98 cambierà qualcosa in meglio per noi patiti della rete?

Risposta breve: niente. Risposta lunga: niente di sostanziale. Scherzi a parte, se avete già provato Windows 95 combinato con Internet Explorer 4 e attivato l'Active Desktop per vedere il vostro computer come se fosse un sito Web, non troverete differenze con Windows 98.

La Rete sarà lenta e congestionata come prima perché Win98 non cambia la Rete; cambia qualcosina del vostro PC, punto e basta. Possono essere semplificate le procedure per collegarsi a Internet, ma una volta connessi non vi accorgerete della differenza.

Sto cambiando provider: Telecom è ancora il più consigliabile, o me ne rimango con il mio, che per la verità fa piangere?

E chi ha mai detto che Telecom è il più consigliabile? ;-)

Ho scritto un articolo in Gazzetta, qualche tempo fa, sulla questione di cambiare provider. Tutti hanno difetti e tutti hanno qualche pregio.

I piccoli ti offrono un servizio personale (e' facile parlare con i responsabili), ma hanno risorse economiche limitate e quindi tendono ad avere connessioni a Internet più sovraccariche. I grandi, invece, come Telecom Italia Net o Italia Online, hanno ingenti risorse finanziarie e si possono permettere connessioni veloci. Però diventa difficile parlare col Servizio Clienti (lo so, ci ho provato) e l'assistenza tecnica non è più personalizzata e competente quanto lo è quando puoi parlare direttamente con l'amministratore di sistema di un provider "piccolo".

Consiglio per tutti: fate qualche abbonamento di prova, di quelli a un mese o a due mesi, e valutate le prestazioni. Non solo quelle tecniche (velocità di connessione, tempi di risposta) ma anche quelle "umane" (com'e' l'assistenza tecnica?). Alla fine scegliete il provider che più vi soddisfa.

Cosa importante: procuratevi subito un "indirizzo virtuale", di quelli descritti nel mio libro "Internet per tutti" a pag. 35, presso ad esempio http://pobox.com, http://yahoo.it o http://hotmail.com. Così non dovrete cambiare indirizzo di e-mail ogni volta che cambiate provider.

Temi di maturità "anticipati" via Internet?

Un lettore mi segnala l'ipotesi che qualcuno sia riuscito ad avere i titoli dei temi d'italiano via Internet, forse tramite studenti di scuole italiane all'estero. In particolare, mi racconta di un messaggio apparso su it.scuola e contenente le tracce esatte del tema di quest'anno. Il messaggio in questione è datato "23 giugno ore 3.48"(cioe' poche ore prima dell'esame). Tuttavia a molti newsserver (come interbusiness) è arrivato solo 48 ore dopo.

Hmmm... Per citare il Cicap, "affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie".

Primo dubbio: posso sbagliarmi, ma non mi risulta che esistano scuole all'estero che seguono il programma italiano e in particolare svolgono l'esame di maturità. Se qualcuno ha dati concreti in proposito, me lo dica e li pubblicherò nella mailing list.

Secondo dubbio: Ammettiamo che scuole di questo tipo esistano. Per aprire le buste prima degli italiani in Italia, i candidati dovrebbero trovarsi a Est dell'Italia (secondo i fusi orari). Dato che nessuno esce prima delle canoniche quattro ore, andando verso Est di quattro fusi orari arriveremmo in Etiopia o giù di lì. Anche così il messaggio dovrebbe essere spedito non appena scadute le quattro ore della prova in Etiopia e arriverebbe in Italia all'ora in cui i candidati entrano per iniziare l'esame.

Poco pratico e soprattutto inutile: dovremmo avere qualche ora di anticipo per prepararci, altrimenti tanto vale, quindi la fonte del messaggio dovrebbe essere ancora più a Est.

Terzo dubbio: il caso specifico del messaggio citato dal lettore, spedito alle 3.48. Ma le 3.48 di quale fuso orario? Bombay? Roma? New

York? L'ora del messaggio viene definita in vari modi, e conosco almeno un paio di tecniche per alterarla, facendo apparire che il messaggio sia partito ben prima o dopo di quando è stato realmente inviato.

Certo qualcuno potrebbe aver divulgato i titoli _prima_ dell'esame.

Questo tipo di frode non è una novità, ma saremmo di fronte a un reato e non ha senso fare ipotesi senza fatti concreti.

Morale della favola: probabilmente è una bufala, e messaggi come questo devono farci ricordare di non credere _mai_ a tutto quello che leggiamo su Internet (e nemmeno sui giornali e in TV). Ma non avendo letto il messaggio originale ne' seguito la sua storia, posso solo fare delle ipotesi ragionevoli.

Aggiunta del 27/6/1998:

Il Giornale del 28/6/98 (pagina 12, articolo firmato da Anna Maria Greco) riferisce che uno studente ha violato più volte il sistema informatico del Dipartimento di Scienze dell'Informazione dell'università romana della Sapienza, rubando informazioni per superare gli esami.

E' stato colto con le mani nel sacco (anzi, con i file rubati sul suo computer) e denunciato.

Non era uno studente qualsiasi: era un tecnico di un provider e quindi aveva a disposizione risorse superiori alla media.

Indagini via Internet

Un altro lettore ha ricevuto uno spam (un messaggio commerciale non richiesto) che gli offre per una ventina di dollari una guida a come si effettuano indagini su persone, società e quant'altro via Internet.

La guida si chiama "Internet Sleuth".

E' roba genuina o è un bidone?

beh, per dirlo con certezza bisognerebbe comperarla e leggerla (e' in inglese, cosa che per me non è un problema essendo nato in Inghilterra; se qualcuno me la compera e manda, la recensisco volentieri ;-)). A scatola chiusa posso solo rispondere al lettore con un paio di considerazioni.

E' perfettamente possibile effettuare fior di indagini via Internet. A una condizione: la vittima delle vostre ricerche deve essere qualcuno o qualcosa che ha a che fare con gli Stati Uniti. Infatti in quel paese sono disponibili online enormi quantità di informazioni personali e societarie (solidità finanziaria, esposizione, bilanci, stipendi, tasse pagate e relativi redditi, adozioni, servizio militare, copertura delle carte di credito eccetera) che sono accessibili al pubblico.

L'unico vantaggio di una guida è che vi elenca i siti dove si trovano queste informazioni e vi risparmia la fatica di cercarle. Ci sono poi vari siti poco ortodossi che consentono di accedere ai numeri telefonici fuori elenco e via dicendo, ma questo è hacking e come tale è illegale.

Pertanto la guida citata dal lettore potrebbe essere un prodotto valido, ma se lo e', è comunque di interesse limitato per i non statunitensi. Checché ne dica il governo italiano, infatti, i database con informazioni anagrafiche in Italia sono fermi alla preistoria (come il catasto elettronico di Pavia, che è finito in albania per la digitalizzazione e in gran parte non è più tornato).

Figuriamoci se le informazioni sono accessibili al pubblico e (tanto meno) via Internet. Salvo che non siate intrallazzati, ovviamente!

Internet "gratis" con NetFraternity

Un lettore mi segnala il sito

http://www.netfraternity.net/ita/index.html

dove un'organizzazione senza fini di lucro promuove l'idea di fornire Internet "gratis".

Attenzione alle virgolette! Infatti il loro sistema funziona così: voi vi iscrivete (gratuitamente) al loro servizio e continuate a usare il vostro accesso a Internet come prima. Tuttavia installate un loro programma che vi manda della pubblicità durante la connessione e tiene traccia dei vostri tempi di collegamento.

Successivamente NetFraternity vi manda a casa un assegno (o vi bonifica o manda un vaglia) di rimborso delle vostre spese di navigazione in Internet, sulla base dei tempi di collegamento registrati dal loro programma.

Il rimborso in Italia è di circa 1200 lire l'ora, che corrisponde grosso modo a quello che si spende per un'ora di collegamento in rete urbana (pardon, in "area locale"). L'idea è carina, e non ho motivo di dubitare della serietà di NetFraternity. Se qualcuno vuole provare, non mi pare che ci siano rischi (l'iscrizione è gratuita) se non quello di sorbirsi troppa pubblicità (e Internet è già lenta così com'e'). Fatelo, se vi va, e poi raccontatemi.

Personalmente trovo che la spesa per accedere a Internet sia già così bassa, oggi come oggi, da rendere superflua questa forma di incentivo. Se scucire trecentomila lire l'anno di abbonamento e venti-trentamila lire al mese di bolletta Telecom (sono i miei consumi, e io navigo _molto_), allora fate un po' il conto di quanto spendete in un anno in sigarette o in biglietti per lo stadio o per il vostro quotidiano preferito. Ma va a gusti!

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

1998/06/27

[IxT] Notizie da Internet (27 giugno 1998)

Sommario:

--Presto disponibili lettori di CD per Mpeg3; riproduttori per Mpeg3 grandi come carte di credito

--Windows 98 italiano in arrivo il 10 di luglio

--Email sui cellulari con Omnitel

Presto disponibili lettori di CD per Mpeg3

Se seguite da qualche tempo questa mailing list e i miei articoli sulla Gazzetta dello Sport (disponibili presso http://www.gazzetta.it/gazzetta/attivissimo/attiv_hp.htm), saprete della mia infatuazione per il formato audio MP3 o Mpeg3.

E' difficile non invaghirsi di un sistema che consente di immagazzinare su un CD-ROM duecento e passa canzoni (otto ore di musica), senza alcuna perdita percepibile di qualità sonora.

Unico problema: per suonare questi CD "compressi" serve un PC. Non tutti hanno la fortuna come me di avere un PC portatile con lettore di cD interno, per cui posso suonarmi la musica dei miei CD (legittimamente duplicati perché ho comprato gli originali) dove mi pare, anche in macchina.

Per fortuna stanno cominciando a circolare su Internet istruzioni per lettori di CD-ROM modificati, con una scheda aggiuntiva, che decomprimono e suonano questi CD in MP3 senza l'ausilio di un computer. Tuttavia è roba un po' da smanettoni che occorre fabbricarsi in casa. Vi terrò aggiornati sugli sviluppi.

Inoltre, secondo il Sole 24 Ore (26/6/98, pagina IX, articolo di Roberto Faggiano), la Technics ha presentato a Genova, in un suo seminario tecnico, un riproduttore di IC Card. Le IC card sono delle memorie senza parti in movimento, grandi come monete, in grado di contenere 32 megabyte (l'equivalente di un CD audio compresso con Mpeg3). Il riproduttore, udite udite, è grande grosso modo come una carta di credito. Per ora è solo un prototipo (ma perfettamente funzionante) per motivi puramente di costo.

Il difetto del sistema Technics, infatti, è che una IC Card adesso costa oltre 100 dollari. Tuttavia si prevede che entro il 2005 scenda sotto i dieci e arrivi un dollaro prima del 2010.

Se vi piace il formato audio Mpeg3, aggiungo che potete frequentare i newsgroup appositi, dove c'e' un fittissimo (e non certo legale ;-) scambio di registrazioni audio.

I newsgroup sono suddivisi per periodo storico e sono reperibili anche su provider nostrani come TIN. I nomi sono alt.binaries.sounds.mp3.1960s e così via.

Il difetto è che i file sono sempre suddivisi in più parti e ci vuole quindi un lettore di newsgroup come Forte' Free Agent che gestisca i file suddivisi. cosa peggiore, non tutte le parti dei file arrivano sui news server e quindi è facile prelevare diversi mega per trovarsi poi un file incompleto (leggete quindi bene i titoli dei messaggi e controllate che ci siano tutti i pezzi, che sono numerati).

In compenso troverete gli indirizzi di molti siti che, se non vi dispiace fare slalom fra annunci porno, vi forniranno file audio in abbondanza.

Ma occhio alle leggi sul copyright!

Windows 98 italiano: arriva il 10 luglio

La strombazzatissima versione di aggiornamento (tecnicamente, una "bug fix") di Windows sarà disponibile in italiano il 10 di luglio 1998. Il prezzo stimato sarà di 240.000 lire Iva compresa. Lo conferma il Sole 24 Ore Informatica, (26/6/98, Pagina 1).

Non starò a farvi l'elenco dei motivi per cui 240.000 lire sono, a mio modestissimo parere, una cifra indecente per un aggiornamento che sarà anche stato tecnicamente impegnativo per la Microsoft ma che per gli utenti comuni presenta vantaggi quasi trascurabili (a chi frega qualcosa, sinceramente, di poter gestire otto monitor contemporaneamente?).

Bill Gates ha dichiarato che Windows 98 pone rimedio a ben 3000 errori presenti in Windows 95. Bill Gates è anche famoso per aver dichiarato "640K [di memoria RAM] dovrebbero essere sufficienti per chiunque". Era il 1981.

A me francamente pare che questa dei 3000 errori sia un'affermazione a doppio taglio. Significa, infatti, che Mister 75.000 miliardi ci ha rifilato nel '95 un programma con 3000 difetti. Chi ci dice quanti ce ne sono in Windows 98? Volete essere voi i primi a sperimentarli sulla vostra pelle (anzi, sui vostri bit)? Accomodatevi.

A proposito di soldi e Bill Gates: ho calcolato che se anche devolvesse in beneficienza il 99,99% delle sue ricchezze resterebbe sempre multimiliardario. Questo, a mio parere, rende ancor meno giustificabile il prezzo di Windows 98 (capisco che alla Microsoft lavora tanta altra gente, però...). A titolo di confronto, il sistema operativo Linux, ad esempio, è prelevabile gratuitamente; costa qualche decina di dollari se lo volete su CDROM.

E' vero che, come dicono alcuni miei colleghi, i difetti di Windows 95/98 sono piuttosto noti e vengono scoperti in breve tempo (ma dopo l'uscita del prodotto!), mentre quelli dei concorrenti come Linux non sono altrettanto pubblicizzati (eccetto in newsgroup come it.comp.sicurezza.virus o nelle mailing list specializzate), ma francamente fra 240K lire e zero, preferisco spendere zero e tenermi Win95, che ho già pagato fior di palanche.

NOTA: A scanso di equivoci, ricordo che tutte le opinioni che esprimo in questa mailing list sono mie personali e non rispecchiano necessariamente le posizioni editoriali della Gazzetta dello Sport o di altre società o case editrici. Questa mailing list "Internet per tutti" è una mia attività, del tutto separata dai miei articoli per la Gazzetta (che non sponsorizza in alcun modo la mailing list e si limita a citarne ogni tanto l'esistenza).

E-mail sui cellulari GSM

Omnitel ha annunciato che dal primo di luglio verrà attivata la "Internet mailbox", un servizio per coniugare cellulari e Internet.

Esistono già vari modi per combinare un telefonino e la Rete, ma questo è diverso dagli altri perché non richiede che abbiate già un abbonamento Internet e un PC.

Si pagano 10mila lire una tantum per attivare il servizio. A quel punto avete a disposizione una casella di e-mail all'indirizzo xxxx@omnitel.it, dove al posto di "xxxx" c'e' il vostro numero di cellulare Omnitel. Quando qualcuno vi scrive a questo indirizzo, ricevete un SMS (messaggio breve di testo) sullo schermo del cellulare. Il costo di questo messaggio non è noto, quindi occhio!

Per leggere gli e-mail in arrivo non occorre un computer: un convertitore automatico da testo a voce legge per voi il messaggio al telefonino. Anche qui, non è chiaro quanto costi questo ascolto e soprattutto cosa succeda con i messaggi in lingue diverse dall'italiano.

Con questo stesso servizio potete anche mandare e-mail dal cellulare, componendolo sotto forma di SMS normale, quindi con un limite di 160 caratteri. Questa è una cosa che già fanno altri fornitori di servizio; la differenza è che con questa soluzione Omnitel si può fare completamente a meno del computer sia in trasmissione, sia in ricezione (anche se i costi potrebbero essere elevati e comporre un messaggio sulla tastiera di un telefonino normale -- Nokia 9000 e soci a parte -- è una tortura). [Fonte: Sole 24 Ore, 25/6/98, pagina 9]

 

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1998/06/20

[IxT] Notizie e notiziole (20 giugno 1998)

Non preoccupatevi, non ho intenzione di assillarvi quotidianamente!

E' che in questo periodo stanno capitando molte cose interessanti in Rete. Quasi tutte si meritano almeno una breve citazione. Per cui eccovi un sunto delle ultime novità.

Sommario:

--Geocities arriva a 2.000.000 di utenti gratuiti

--Anno 2000 preso sottogamba: regole di sopravvivenza

--Aggiornare il computer: occhio ai DVD e ai prezzi dei chip

--Quanti utenti Internet in Italia?

--Opera: mini-browser ora anche in italiano

Geocities: due milioni di siti gratuiti

Il World Report, la mailing list di Geocities, ha annunciato che il 13 giugno scorso è stato raggiunto il traguardo di due milioni di siti Web ospitati dal sito Geocities (http://www.geocities.com).

Per chi non lo sapesse, Geocities è uno dei più famosi siti di Internet che concede spazio Web gratuito (ben 10 megabyte) a chiunque. basta visitare il loro sito, iscriversi gratuitamente e scegliersi un indirizzo (usano una metafora di città, con strade e numeri civici). E rispettare le norme della decenza, ovviamente (non vedono di buon occhio le foto di donnine eccetera, insomma).

Anno 2000 preso sottogamba

Tony Blair ha istituito una commissione apposita. Molti paesi CEE hanno già pianificato sgravi fiscali per consentire alle aziende di aggiornare i loro sistemi contabili e gestionali per gestire correttamente il passaggio all'anno 2000.

In Italia, silenzio.

Evidentemente in molti non si sono resi conto dell'entità del problema. Allora eccomi con una lista di cose da fare e da non fare intorno alla fine di dicembre 1999:

-- non andare in aeroplano (i sistemi di navigazione e localizzazione GPS non sono in grado di gestire correttamente l'anno 2000 e possono quindi dire al pilota che si trova a New York mentre sta andando a sbattere contro la torre Eiffel).

-- non telefonare per fare gli auguri a mezzanotte (c'e' il rischio che la telefonata vi venga conteggiata come se fosse iniziata nel 1999 e finita nel 1900, con conseguenze -- come dire -- imprevedibili sulla bolletta)

-- comperare candele: non si sa se i sistemi di gestione e temporizzazione dell'ENEL sono stati collaudati per funzionare durante il cambio di anno da 1999 a 2000

-- non prendere ascensori o andare in palazzi dove gli allarmi sono a tempo, ad esempio banche eccetera. Molti dei loro sistemi di controllo non sono in grado di capire che dopo 99 viene 00 e possono quindi lasciarvi bloccati.

-- il 31 dicembre, farsi fare una stampa del saldo dei propri conti correnti. Se il primo gennaio 2000 la banca andrà in tilt, voi avrete la prova del vostro saldo.

-- prelevate e tenete a disposizione parecchi contanti. I Bancomat potrebbero non funzionare. Idem gli uffici postali.

-- non tenete in casa molti surgelati: la corrente potrebbe mancare a lungo!

Non sto facendo il catastrofista. All'estero si sono resi conto da un pezzo che l'anno 2000 è un problema serio. Combinato poi con il passaggio all'euro, è ancora più preoccupante.

Per dirne una, la CNN segnala che le società erogatrici di energia (le loro ENEL, insomma) hanno testimoniato di fronte a una commissione del Senato USA che si stanno adoperando per risolvere il problema del cambio di anno a quattro cifre, ma che non possono garantire che il primo gennaio 2000 non ci sarà un immenso blackout.

Per dirne un'altra, il Sole 24 Ore ha segnalato che le Poste italiane già ora non riescono a gestire i Bancomat (usati per certi pagamenti) se la loro scadenza è nel 2000.

Insomma: il problema dell'anno 2000 è un fatto, non una teoria.

Il guaio è che non tutti si rendono conto di quanto siamo diventati dipendenti dai computer per la gestione delle cose più essenziali, e soprattutto di quanto sia importante che questi computer siano sincronizzati fra loro e sappiano esattamente che ore sono. La rete cellulare GSM, ad esempio, funziona solo se tutti i suoi computer sono assolutamente sincronizzati, altrimenti la decodifica digitale va in tilt. Le transazioni di borsa, quelle bancarie, le prenotazioni dei voli, i sistemi di inventariazione delle merci dei supermercati, i pagamenti col bancomat.... tutto dipende dalla cosiddetta "base dei tempi". Senza quella si blocca tutto. Internet compresa!

Aggiornare il computer: attendere prego!

Se state pensando di cambiare il processore al vostro PC, aspettate ancora un pochino. Il 9 di giugno la Intel ha tagliato i prezzi dei propri processori in modo massiccio (fino al 32 per cento). Tenete d'occhio i rivenditori italiani e assicuratevi che abbassino anche loro i prezzi.

A proposito di processori, sapevate che ci sono in giro quelli falsi?

Rivenditori senza scrupoli hanno infatti messo in circolazione processori Pentium II da 266 MHz spacciandoli per la versione a 300 e rotti MHz, che costa circa 200.000 lire in più. Basta un abile ritocco della serigrafia sul processore e il gioco è fatto.

Per verificare se un chip è autentico c'e' però il programma ctP2Info, prelevabile gratuitamente da http://www.heise.de/ct/p2info.

Se state pensando di aggiornarvi per avere un lettore di DVD, tenete presente la magagna seguente: i dischi DVD non sono universali.

E' l'idiozia del decennio. Immaginate di andare in Germania e comperare un CD musicale introvabile in Italia. Tornate a casa e scoprite che non potete suonarlo perché il vostro lettore di CD è italiano. Bene, i DVD funzionano esattamente così.

Ma non stavamo entrando in Europa?

In breve, lo standard DVD ha introdotto la cosiddetta "codifica mondiale", dividendo il pianeta in sei regioni. Sono poi possibili ulteriori suddivisioni (la Warner, ad esempio, ha diviso l'Europa in tre aree linguistiche). I lettori di DVD sono a loro volta costruiti con un loro "codice" interno. Insomma, esistono lettori italiani, lettori americani, lettori tedeschi e così via. I dischi DVD funzionano soltanto se suonati su un lettore che ha la codifica corrispondente (grosso modo, su un lettore italiano potete suonare e vedere solo DVD italiani, e così via).

Morale della favola: con i DVD siete costretti a comperare soltanto i titoli che la casa di distribuzione decide di pubblicare nel vostro paese. Sono finiti i tempi in cui si andava all'estero per trovare film altrimenti irreperibili in Italia.

A meno che...

I lettori di DVD per computer possono forse scavalcare questa limitazione. Il concetto è semplice. Un lettore di DVD "normale" è una scatola non modificabile, come un videoregistratore. Ma un lettore DVD per computer è collegato a un processore che può eseguire programmi: l'essenza della modificabilità.

Non credo sia impossibile, per un buon hacker, creare un programma (corredato magari da qualche istruzione per maneggiare opportunamente un saldatore) che alteri il codice geografico del lettore per renderlo compatibile con i DVD esteri.

Sto seguendo la questione e vi terrò aggiornati: nel frattempo, meditate bene prima di acquistare un lettore DVD. Sul mercato italiano sono disponibili DIECI film della Warner. E basta.

(Alcuni dati sono tratti dal Sole 24 Ore del 19 giugno 1998)

Ma quanti siamo in Italia?

Annosa domanda: quanti sono gli utenti di Internet in Italia? Tutto dipende da cosa si intende per "utente". A seconda del criterio usato, cambia il totale degli utenti.

Ad esempio, se basta collegarsi a Internet almeno una volta al mese, allora in Italia ci sono 2.600.000 utenti. Questo è il dato annunciato dall'Osservatorio Internet Italia della Sda Bocconi. L'osservatorio alchera dice 2.508.000, ma grosso modo le cifre coincidono.

Se però pensiamo che ci voglia un po' più di assiduità per essere considerati "utenti", il numero scende parecchio. I due istituti di ricerca stimano rispettivamente 770.000 e 800.000 utenti che si collegano tutti i giorni a quasi.

(fonte: il Sole 24 Ore del 19 giugno 1998)

Opera anche in italiano

Ne parlerò prossimamente in un articolo sulla Gazzetta, ma voi che siete iscritti alla mailing list "Internet per tutti" lo potete sapere in anteprima: è finalmente disponibile la versione italiana di Opera, il mini-browser che sta su un dischetto.

Non sono sponsorizzato dai norvegesi di Opera Software, ma come avrete notato ho un debole per questo programma. Con una sola mossa elimino i problemi di partigianeria (e' meglio Netscape o Explorer?) e quelli di spazio (vuoi mettere 1,4 mega contro 60 e passa?).

Sono sempre stato un minimalista del software e Opera fa al caso mio. certo, non è gratis (dopo il mese di prova), ma le cose miniaturizzate si pagano.

Se v'incuriosisce, Opera 3.21 in italiano puo` essere prelevato presso http://www.promo.net/opera/italian/download.html.

Esiste in versione per Windows 95 e 98 e (cosa più importante) anche in versione 16 bit per Windows 3.1. Così possono navigare come si deve anche quelli che hanno computer vecchiotti e che Netscape ed Explorer avevano relegato nel ghetto.

Fra l'altro, se siete già utenti registrati della versione inglese o in qualsiasi altra lingua, l'aggiornamento all'italiano è gratuito.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

1998/06/19

[IxT] Carte di credito e siti porno (19 giugno 1998)

Un altro lettore mi chiede quanto siano sicuri gli acquisti fatti con la carta di credito via Internet. Uno, in particolare, mi ha raccontato che dopo aver pagato l'iscrizione a un sito a luci "un tantino rosse" si è ritrovato sull'estratto conto della sua carta addebiti molto più consistenti del previsto, che fra l'altro continuano (con suo comprensibile imbarazzo).

Ne ho parlato più diffusamente nel Capitolo 10 di "Internet per tutti", ma il sugo è questo: una transazione con la carta di credito fatta via Internet non è più sicura (ne' meno sicura) di una fatta in un qualsiasi negozio.

Infatti chi vi dice che il negoziante truffaldino non si faccia una copia del vostro numero di carta di credito e lo usi anche lui per visitare a scrocco un sito porno a pagamento, comprare traffico telefonico o cambiare le gomme alla sua Ferrari?

Così come ci sono negozianti onesti e meno onesti, ci sono siti Internet onesti e altri meno specchiati. Se acquistate via Internet un libro da Amazon.com, o un programma dalla Microsoft, non c'e' di che preoccuparsi: è tutta gente che ha più da perdere in reputazione in una eventuale causa di quanto possa guadagnare scroccando dalla vostra carta di credito.

I siti porno a pagamento, invece, sono all'altro estremo. Non voglio fare di tutt'erba un fascio, ma tantissimi siti porno sono creati con l'esclusivo scopo di spillare soldi truffando con le carte di credito. E' gente che crea il sito, si fa pubblicità nei newsgroup e poi aspetta che qualcuno abbocchi. Qualche mese dopo, raccolti i numeri delle carte di credito, chiude baracca e burattini e inizia la predazione.

Non voglio neanche fare il moralista. Beh, quasi. Vorrei solo dire che se proprio ci tenete al materiale porno che c'e in Rete, _non_pagatelo_. Pagare significa incoraggiare la gente che lucra sull'umiliazione altrui. La pornografia stampata è in crisi grazie a Internet e al suo porno gratuito e la cosa, sinceramente, non mi dispiace affatto.

Non mi formalizzo se qualcuno vuole mostrare al pubblico le sue attività intime (simulate o meno); ne' mi formalizzo se qualcuno si eccita a guardare immagini, filmati e quant'altro. Non è questo il punto. Il punto è che secondo me non è bene che ci siano terzi (quasi sempre legati alla malavita) che ne traggono guadagno. E' una forma di sfruttamento della prostituzione. Virtuale, ma sempre sfruttamento e'. Se nessuno pagasse, nessuno si venderebbe e nessuno obbligherebbe gli altri a vendersi.

Dicevo, dunque, non pagate per la pornografia. Non c'e' niente nei siti a pagamento che non si trovi gratis altrove e con facilità. Lo so perché c'e' fior di gente che pensa di farmi un favore mandandomi password per i suoi siti preferiti. Grazie, amici, mi sono documentato per i miei libri, ma ho già visto tutto (ma proprio _tutto_) e adesso ho altro da fare nel mio tempo libero.

Ma che fare se, come nel caso del nostro malcapitato compagno di ciberviaggio, avete già fatto l'errore di dare il vostro numero di carta di credito a un sito porno e quello vi addebita somme non dovute?

L'unica cosa da fare è _chiudere_ _immediatamente_ la carta di credito. Inutile perdere tempo in reclami, cause e quant'altro. Come fareste a far causa a una società che sta, ad esempio, nel Delaware? Chiudete la carta di credito e basta. Una volta chiusa, il suo numero diventa inutile per il criminale e la cosa finisce lì. Avrete imparato la lezione, spero, e non lo rifarete più.

 

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[IxT] Netiquette: cosa fare se ricevete posta non diretta a voi (19 giugno 1998)

Un lettore mi segnala di aver ricevuto un e-mail che non era sicuramente destinato a lui (anche perché il firmatario, un certo Lorenzo, lo concludeva con "Ti mando un violento e aggressivo bacio modello sanguisuga sulla bocca").

Casi come questi sono tutt'altro che infrequenti. Internet, benché concepita per motivi di difesa nucleare [almeno così si riteneva all'epoca – Paolo, 2001], non è affatto a prova di errore. E' capitato anche a me, e capiterà anche a voi, di ricevere messaggi che non vi riguardano.

La cosa interessante è che i messaggi arrivano nella vostra casella postale anche se sono _chiaramente_ indirizzati a qualcun altro. Non si tratta di messaggi in cui il mittente ha sbagliato ad immettere l'indirizzo del destinatario e ci ha messo il vostro al posto di quello giusto: il campo "To" dell'intestazione, infatti, riporta indiscutibilmente un indirizzo che non è il vostro.

In altre parole, non è come sbagliare numero al telefono: il "numero" infatti è stato composto nel modo giusto, ed è la Rete che ha sbagliato a instradare il messaggio.

Perché succedono queste cose? Ne ho parlato con vari net.god (i guru della rete) e la risposta è unanime: "quando la Luna è in Ariete, succede". In altre parole, non lo sa nessuno di preciso. Ma succede!

Il problema vero è cosa fare dei messaggi di questo tipo. La Netiquette impone una scelta fra i seguenti comportamenti:

1. rispedire il messaggio al mittente, dicendogli che l'avete ricevuto voi per errore di rete.

2. rispedire il messaggio al destinatario, avvisandolo che fate da tramite e che c'e' stato un errore di rete.

C'e' una cosa da _non_ fare assolutamente: cancellare il messaggio.

Ritrasmetterlo vi costa solo qualche cliccata, per cui non ci sono scuse. Cancellarlo significa che chi l'ha mandato crede che il messaggio sia giunto a destinazione (la Rete infatti non dà messaggi d'errore, perché pensa di aver fatto tutto giusto). Inoltre cancellarlo può portare a disguidi, incomprensioni e danni morali e materiali (pensate a chi sa adesso quali sono i gusti di Lorenzo in fatto di baci...).

Di una cosa non dovete preoccuparvi: la famigerata legge sulla privacy. Infatti non è _assolutamente_ colpa vostra se ricevete il messaggio e lo leggete prima di rendervi conto che non è per voi. Rispeditelo e _poi_ cancellatelo e dimenticatevi dell'accaduto.

A proposito di privacy, incidenti tecnici come questi devono far riflettere sul fatto che l'e-mail non è una comunicazione privata.

Sinceramente non mi interessa cosa dice la legge in proposito: l'e-mail _non_ è equiparabile a una lettera e quindi il segreto epistolare non è applicabile.

Infatti chiunque, con un minimo di competenza tecnica, può leggere la vostra posta in transito. Ci sono poi gli errori tecnici come quello che ho descritto, per cui la vostra posta può diventare pubblica o finire nelle mani sbagliate.

La regola di Internet, che risale a ben prima di Mr. Rodotà e delle demenziali conseguenze della legge italiana sulla privacy, è molto semplice. L'e-mail _non_ è una lettera. E' una cartolina. E come tale va considerata: chiunque la maneggi durante il suo viaggio la può leggere.

Se avete qualcosa di _privato_ da dire, o che diciamo non vorreste vedere affisso in pubblico, non usate l'e-mail normale. Usate uno dei tanti programmi di crittografia che si integrano direttamente nei programmi di e-mail decenti (come Eudora, che offre il PGP integrato). Usare l'e-mail non protetta per affari personali è come scherzare col fuoco! Non dite che non vi ho avvertito.

 

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1998/06/18

[IxT] Navigazione anti-mondiali di calcio (18 giugno 1998)

Tempo fa ho scritto un articolo sugli orari ottimali per trovare Internet libera. La sostanza dell'articolo era che per navigare su siti italiani l'orario migliore era la mattina presto.

Purtroppo non tutti hanno uno stile di vita che consente loro di usare Internet dalle cinque alle otto del mattino. Ma per i prossimi trenta giorni c'e' un orario magico, nel quale il mondo intero si assenta dalla Rete per dedicarsi a reti di un altro tipo. Ovviamente sto parlando dei mondiali di calcio.

Se, come me, siete fra i pochi (o le poche) che non seguono il pallone e mal sopportano i venti minuti di sport _all'inizio_ di tutti i telegiornali (il Kosovo e il debito pubblico s'arrangino, conta molto di più se gioca o non gioca Del Piero), beh, approfittatene.

Infatti mentre l'intero pianeta va in catalessi di fronte al televisore, la Rete è magicamente libera, come Milano a ferragosto. Scorrazzate in lungo e in largo a velocità impressionanti. Provare per credere.

Questa è un'occasione irripetibile (almeno per i prossimi quattro anni, fino al mondiale successivo). Infatti di solito la Rete ha zone di traffico che seguono i cicli di veglia e di sonno dell'umanità e si spostano intorno al mondo ogni ventiquattro ore. Non c'e' mai un momento in cui _tutti_ dormono e quindi non capita mai che _tutta_ la rete sia libera. Eccetto durante i mondiali.

Per cui prendete nota degli orari delle partite e sfruttateli per raggiungere i siti che non siete mai riusciti a visitare a causa del troppo traffico o dei fusi orari incompatibili. E buon mondiale anche a voi!

 

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[IxT] Statistiche su Internet in Italia (18 giugno 1998)

Dal Sole 24 Ore del 17 giugno, pagina 4, colgo e cito alcune cifre sullo "sviluppo" di Internet in Italia. La fonte dei dati è Assinform.

Personal computer in Italia: 5,9 milioni, pari a 10 ogni 100 abitanti

Personal computer in USA: 102 milioni, pari a 38 ogni 100 abitanti

Peso degli utenti Internet americani sul totale: 55%

Peso degli utenti Internet italiani sul totale: 0,84% (al quattordicesimo posto, dopo il Brasile).

No comment.

 

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[IxT] Libro gratis in rete (18 giugno 1998)

Spero di aver fatto cosa gradita pubblicando in Rete il testo integrale della prima (ormai "storica") edizione di "Internet per tutti". Se vi interessa leggerlo, scoprire quanto è cambiata la rete e quanti trucchi di quattro anni fa sono invece ancora attualissimi, visitate il mio sito al solito indirizzo http://come.to/topone scegliendo "Preleva gratuitamente la 'storica' prima edizione" oppure, se volete andare subito al sodo, all'indirizzo seguente:

http://www.geocities.com/CapeCanaveral/1173/inet1.zip

 

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1998/06/15

[IxT] Leggende metropolitane (ancora) (15 giugno 1998)

Ogni tanto riceverete via e-mail o leggerete nei giornali numerose informazioni fasulle, diffuse per ridere, per ignoranza o per incompetenza da giornalisti e buontemponi. Si chiamano "leggende metropolitane". Ad esempio, in questa mailing list ho parlato recentemente del caso del Batman erotico di Siena, che _non_esiste_, checché ne dica Panorama.

Oggi vi racconto un paio di storie analoghe che girano per la Rete. Se le incontrate, ignoratele. Cancellatele. Qualunque cosa facciate, vi prego, NON DIFFONDETELE. Anche se arrivano da fonte "affidabile".

Se proprio ci tenete a darmi una mano, rispondete al mittente in questi termini (potete conservare questo testo e incollarlo pari pari nella risposta, vi cedo tutti i diritti!):

Caro xxxxx, sarebbe ora che tu ti documentassi un tantino meglio prima di diffondere notizie _false_. Infatti questa drammatica notizia che ti sei premurato di mandarmi è fasulla. E' una cosiddetta "leggenda metropolitana", che è già stata sviscerata e affrontata un milione di volte sulla Rete. Per documentarti potresti ad esempio iscriverti alla mailing list INTERNET PER TUTTI, che diffonde gratuitamente notizie e curiosità (autentiche) sul mondo della Rete.

Basta che mandi un e-mail a topone@pobox.com scrivendo "subscribe". Così non faresti più queste figuracce.

Al vostro buon cuore, tanto a me non ne viene in tasca niente.

Ma ora veniamo alla dose di oggi di leggende metropolitane, suggeritemi dall'"Internet Tourbus" di dell'"Internet Tourbus" di Patrick Douglas Crispen e Bob Rankin e che traduco qui con la loro autorizzazione.

Se v'interessa l'originale, trovate le informazioni su come riceverlo in fondo a questo articolo.

Il caso Procter & Gamble

LA LEGGENDA DICE che il presidente della Procter & Gamble (una nota multinazionale nel campo dei prodotti per la casa) è andato al "Donahue Show", una sorta di 'Maurizio Costanzo Show' americano, il primo marzo 1994, che che in quell'occasione ha dichiarato pubblicamente di essere affiliato alla chiesa di Satana.

LA REALTA' E' QUESTA: la storia è totalmente inventata. Secondo Phil Donahue (il Maurizio Costanzo locale, insomma), "il presidente della Procter & Gamble non è mai andato al Donahue Show, ne' lo ha mai fatto nessun altro funzionario dell'azienda. Chiunque sostenga di aver visto una trasmissione in tal senso si sbaglia o mente. Non è mai successo!"

Pensate che la P&G ha dovuto cambiare marchio (c'erano dei riccioli nella barba della Luna che era il loro simbolo, e questi riccioli secondo alcuni formavano il 666, il numero di Satana) e creare una pagina Web per smentire questa leggenda. La trovate presso http://www.pg.com/rumor/. Fra l'altro quelli della Procter & Gamble stanno prendendo sul serio il problema. Fino a oggi hanno vinto più di una dozzina di cause intentate contro le persone che avevano diffuso la falsa notizia.

Quindi occhio quando ricevete queste notizie e le diffondete: non è vero che "tanto male non fa". Può farne a voi, dato che anche in Italia esiste il reato di diffusione di notizia falsa.

Il caso Bill Gates

LA LEGGENDA DICE che Bill Gates sta sperimentando un programma per la gestione dell'e-mail con la collaborazione degli utenti di Internet, e che manderà 1000 dollari e una copia di Windows 98 a chiunque rispedisca il suo messaggio.

LA REALTA' E' che questa burla gira in rete da novembre del 1997. Come era falsa allora, è falsa anche adesso. Maggiori informazioni presso http://urbanlegends.tqn.com/library/blgates.htm. La Microsoft non ha ancora fatto causa a nessuno per questa storia, forse perché presa da problemi legali più pressanti, ma non è detto che non lo faccia. Avrebbe anche ottime ragioni per farlo, dato che l'autore del messaggio si firma "Bill Gates".

Il caso Nike

LA LEGGENDA DICE che la Nike vi invierà un paio di scarpe gratis per ogni paio che rispedite alla loro fabbrica per riciclarle.

LA REALTA' E' che la burla gira in Rete dall'inizio del 1998. Un recente comunicato stampa della Nike conferma che "tutte le offerte di questo tipo non sono scaturite dalla Mike e sono false".

Maggiori dettagli presso http://207.87.4.130/s_release.html e presso http://urbanlegends.miningco.com/library/weekly/aa032598.htm.

Il bambino malato di cancro (prima parte)

LA LEGGENDA DICE che un ragazzino sta morendo di cancro e che l'American Cancer Society donerà x centesimi per ogni persona che riceve un messaggio che parla di questa triste storia.

LA REALTA' E' che questo scherzo crudele circola su Internet da oltre un anno. L'American Cancer Society non ha avviato alcuna attività di raccolta fondi tramite catene di Sant'Antonio. Anzi, ha messo in rete un comunicato stampa presso http://www.cancer.org/chain.html in cui afferma che questa storia è una "frode". Altri retroscena di questa leggenda sono disponibili presso http://urbanlegends.miningco.com/library/bljess.htm.

Il bambino malato di cancro (seconda parte)

Ecco un aggiornamento su una storia di cui ho parlato in tutti i miei libri, compresa la terza edizione di "Internet per tutti" (a pagina 120).

Non sono certo stato io il primo a parlarne, ne' sarò l'ultimo; infatti ne parlano praticamente tutti i libri su Internet. Eppure la leggenda continua a circolare imperterrita, segno chiaro che di "boccaloni" (gente che abbocca a qualsiasi fesseria legga) ce n'e' sempre in abbondanza, nel mondo virtuale come in quello reale.

LA LEGGENDA DICE che c'e' un bambino morente che vuole entrare nel Guinness dei Primati per aver ricevuto il maggior numero di cartoline. Le cartoline vanno inviate alla Make a Wish Foundation.

LA REALTA' E' che la Make-A-Wish (che esiste ed è un ente benefico che si occupa di esaudire i desideri dei bambini afflitti da malattie gravissime) è vittima di questa storia da più di _otto _anni_. Questo ente benefico non ha niente a che vedere con la richiesta fasulla ed è stata costretta a creare un sito speciale per cercare di informare gli utenti di Internet della situazione. Lo trovate presso http://www.wish.org/craig.htm.

Visto che questa è una delle leggende più durature di Internet, ho preparato una pagina Web in italiano (quelle che cito qui sono in inglese) presso http://www.geocities.com/CapeCanaveral/1173/craig-shergold-appeal-true-story.html.

In breve: la storia è inizia nel 1989, quando Craig Shergold, un ragazzo inglese di nove anni cui era stato diagnosticato un tumore fatale al cervello, espresse il desiderio di entrare nel Guinness dei Primati per il maggior numero di cartoline d'auguri ricevute (come vedete, fin qui la storia è vera). Il suo desiderio fu esaudito nel 1990, dopo aver ricevuto 16 milioni di cartoline.

Ora Craig (che sta bene ed è stato curato) non desidera altre cartoline. Tutta la sua storia si trova presso http://urbanlegends.miningco.com/library/weekly/aa102997.htm.

E per oggi è tutto. Qui sotto trovate le coordinate per iscrivervi alla versione originale inglese del Tourbus da cui ho tratto parte di questo articolo col permesso degli autori. A presto!

=[ Tourbus Rider Information ]=
The Internet Tourbus - U.S. Library of Congress ISSN #1094-2238
Copyright 1995-97, Rankin & Crispen - All rights reserved
Archives on the Web at http://www.TOURBUS.com
Join: Send SUBSCRIBE TOURBUS Your Name to LISTSERV@LISTSERV.AOL.COM
Leave: Send SIGNOFF TOURBUS to LISTSERV@LISTSERV.AOL.COM

 

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1998/06/06

[IxT] ICQ: pericoli per la sicurezza (6 giugno 1998)

In un recente articolo di questa mailing list (marzo 1998, disponibile nell'archivio all'indirizzo http://www.geocities.com/CapeCanaveral/1173/net-ml98.txt) ho parlato di ICQ, un programma che consente di sapere e far sapere quando un dato utente è collegato, così da poter fare chat e tenere più facilmente i contatti fra gruppi di persone sparse per la Rete.

Devo precisare che non uso ne' intendo usare ICQ; anche se capisco l'utilità di programmi di questo tipo per molti utenti che usano Internet per scopi ricreativi, io passo già troppo tempo in Rete per lavoro senza incollarmici anche per chiacchierare (con me la Telecom ci perde di brutto con gli sconti per Internet già così). Quindi non chiedetemi ragguagli al riguardo. Sorry!

Inoltre io vado in Rete sempre dalle 5 alle 8 del mattino, quando c'e' meno traffico, e dubito che molti di voi vogliano fare gli stessi miei orari per il discutibile gusto di chiacchierare con me!

Detto questo, vengo al sodo. Usare ICQ può comportare pericoli per la sicurezza della vostra identità in rete.

Il gruppo di hacker Rootshell (http://www.rootshell.com) ha comunicato nella sua mailing list che il protocollo usato da ICQ consente almeno quattro diverse violazioni (exploits) da parte di burloni o malintenzionati. A dimostrazione della loro affermazione allegano il codice sorgente di un programma che ruba le password di ICQ. Non lo riporto qui per ovvie considerazioni di legge antipirateria, ma è comunque reperibile in rete. Se siete abbastanza abili da trovarlo, dovreste essere anche abbastanza saggi da farne l'uso adatto, cioe' nessuno.

Secondo Rootshell (che cito e traduco e che si assume la responsabilità dell'autenticità di quanto segue), è sufficiente lasciare attiva e collegata la vostra applicazione per ICQ (sotto Java o Win32) perchéqualcun altro possa sottrarvi il controllo della vostra identità ICQ, cambiandovi la password senza conoscere la password originale.

Un pirata può così spacciarsi per voi e acquisire informazioni su di voi dai vostri amici inconsapevoli. O fare di peggio.

Rootshell ha avvisato Mirabilis (che gestisce ICQ) del problema, che persiste in tutte le versioni del file DLL di ICQ fino alla 1.26 inclusa.

Suggerisco a tutti gli utenti di ICQ di _non_ usare il servizio per scambiare informazioni delicate, sia personali, sia riguardanti altre persone, ne' ora ne' in futuro. E' una cautela che dovreste adottare sempre e comunque in Internet, tranne quando comunicate su canali crittografati. I curiosi (e i malintenzionati) sono sempre in ascolto...

 

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1998/06/05

[IxT] Internet via cavo elettrico (5 giugno 1998)

Nel capitolo "Visioni del futuro" accenno alle prove condotte dalla società canadese Nortel per trasmettere dati attraverso i cavi elettrici. Le sperimentazioni condotte fin qui indicano la possibilità di arrivare a un megabit al secondo anche per l'utente domestico, col vantaggio di essere sempre collegati in rete.

Il Sole 24 Ore del 22/5/98 annuncia che l'ENEL sta sperimentando con Nortel questo stesso sistema in Italia. Sembrebbe quindi una previsione azzeccata. Sembrerebbe.

Tuttavia il notiziario online CNET (http://www.cnet.com) segnala che analoghi esperimenti sono stati condotti da Norweb, una società inglese che da quasi un anno studia il problema. La prima prova del sistema è stata un disastro. I dati trasmessi lungo le linee elettriche hanno cominciato a propagarsi nell'aria sotto forma di onde radio ad alta frequenza a causa dei lampioni che, a causa delle loro dimensioni e della forma simile a quella degli impianti radio, hanno iniziato a comportarsi come antenne di trasmissione.

Panico immediato: questi segnali rischiano di inquinare l'intero spettro radio e interferire con i radioamatori, i canali radio d'emergenza, il controllo del traffico aereo e le televisioni.

Restiamo tutti sintonizzati in attesa di sviluppi. E speriamo che l'Enel sia al corrente di questi problemi, altrimenti ci toccherà pagare nelle nostre bollette una sperimentazione superflua.

 

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