Se seguite questa mailing list da qualche tempo, saprete già dei tanti appelli di aiuto per bambini malati che circolano su Internet.
Praticamente tutti sono bufale di cattivo gusto o leggende metropolitane.
Eccetto quella che vi racconto oggi. Che non ha un lieto fine, purtroppo.
Ho ricevuto un paio di giorni fa un appello in italiano. Non lo riporto testualmente qui in ossequio alla privacy (non quella di Rodotà; quella del buon senso e della Netiquette), ma la sostanza era questa: i figli di un uomo di 45 anni, della zona di Torino, chiedevano aiuto a chiunque in Rete sapesse qualcosa della "sindrome di Moschcowitz" che aveva colpito il loro padre.
Siccome il messaggio riportava nomi e numeri di telefono, mi sono permesso di telefonare per verificare l'autenticità dell'appello.
Purtroppo dalla telefonata è emerso che la storia è del tutto autentica; ma vi prego di _non_ diffondere ulteriormente questo appello. La persona con la quale ho parlato, infatti, mi ha detto che ormai non serve più.
Alla famiglia di Torino, caso mai arrivasse questo messaggio, vorrei fare le mie condoglianze. Non ci conosciamo e non ho certo scelto il momento migliore per intromettermi nella loro vita (e di questo mi scuso). Ne' so quanto contino le condoglianze di uno sconosciuto. Ma vorrei far sapere loro che, in qualche modo strano, io e (credo) i miei lettori siamo vicini a loro.
Penso che in tutto questo ci siano diverse lezioni utili per tutti noi. Innanzi tutto, il caso di Torino risolleva la questione degli appelli medici via Internet. Siamo talmente abituati a ricevere appelli fasulli che quelli autentici finiscono per sembrare l'ennesimo "al lupo, al lupo".
Per evitare che i drammi _veri_ finiscano per essere sommersi da quelli fasulli, vi chiedo di _non_ diffondere messaggi di questo tipo senza averne verificato personalmente la fonte originale (come ho fatto io). Se non potete verificare, _non_ diffondete. Chi ha davvero bisogno non manda appelli senza includere un indirizzo di casa o un numero telefonico: in tal caso, verificateli.
Un altro motivo per cui non bisogna diffondere appelli senza verificarli è che spesso continuano a circolare anche quando non sono più necessari. A volte si risolvono positivamente, come nel caso famosissimo di Craig Shergold: il ragazzo sta bene, sono stato buttati via _cento miliardi_ in cartoline augurali. A volte si risolvono male, come nel caso che vi ho descritto oggi. Penso sia ovvio che alla famiglia di Torino non farà piacere continuare a ricevere offerte di aiuto per anni e anni dopo la scomparsa del loro caro. Quindi fate il possibile (come sto facendo io con questo messaggio) per lasciarli in pace e interrompere la circolazione del loro appello.
In secondo luogo, episodi come questi ricordano drammaticamente che Internet è fatta di _persone_, non di bit e byte: la tecnologia è solo un dettaglio. Dietro ogni messaggio che ricevete c'e' una persona, con i suoi problemi, le sue speranze, le sue illusioni e le sue gioie. E' fin troppo facile essere aggressivi e maleducati via Internet. La prossima volta che vi accingete a rispondere male a qualcuno in Rete, pensateci due volte.
Caso mai interessasse a qualcuno, vi dico cosa mi ha spinto a verificare l'appello invece di cestinarlo come faccio di solito. Le mie "tecniche" potrebbero esservi utili, chissà.
C'era un indizio decisamente a sfavore dell'autenticità: il messaggio era scritto tutto in maiuscolo, che su Internet è come gridare ed è il tipico segno di riconoscimento del principiante.
Nonostante questo, i miei dubbi si sono focalizzati sul nome della malattia: la grafia "Moschcowitz" è molto inusuale (di solito e' "Moskowitz" o simili), e una rapida controllata sull'enciclopedia medica (di mestiere faccio il traduttore tecnico e medico) mi ha confermato che era la grafia corretta e che la malattia esisteva davvero (per chi lo vuole sapere, si chiama anche "porpora trombotica trombocitopenica").
Ma la cosa che più mi ha fatto pensare che il messaggio fosse autentico, ovviamente, è stata l'indicazione dei numeri di telefono e dei nomi delle persone coinvolte. Questo mi ha consentito di verificare la situazione al volo e di dare a voi notizie concrete al riguardo.
Questo messaggio è a disposizione di chiunque lo voglia far circolare. Vi chiedo solo di lasciarlo integro. Grazie.
Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.