Il 20 ottobre c'e' stato uno "sciopero" organizzato dal
movimento "Notut" che propone di abolire la tariffa urbana
a tempo per facilitare la diffusione di Internet in Italia.
Gli aderenti, secondo i dati fornitimi dal movimento in una
comunicazione personale (come tutti gli altri che cito qui), sono
stimati in 5.000.
Non credo che una partecipazione di questo livello possa
considerarsi un "successo". Sui circa 2 milioni di utenti
italiani, significa un'adesione dello 0,25%. Ha aderito un utente su
400.
A proposito del mio sospetto di sfruttamento commerciale del
clamore intorno alla manifestazione, dovuto alla presenza dei banner
pubblicitari di Microsoft sul sito Notut, gli organizzatori
dichiarano che servono soltanto per rientrare delle "spese".
Quali sono le "spese" per un'iniziativa del genere, se
avviata con intenti amatoriali? Le pagine Web sono gratuite. Non vedo
la necessità di avere sponsor (anche per una questione di
stile).
Il movimento conferma di _non_ avere in programma per ora
iniziative a favore dei "veri sfigati" di Internet in
Italia, che non sono certo quelli che si collegano a tariffa urbana
(e che invece sarebbero agevolati ulteriormente se fossero accettate
le proposte anti-TUT), ma sono coloro che si devono collegare in
interurbana.
Per metterla in altre parole: il movimento Notut mira
esplicitamente a favorire gli utenti già favoriti e ignora
quelli più danneggiati.
Un utente Internet in rete urbana paga al massimo 2500 lire l'ora,
un utente in interurbana fino a _25.000_.
Inoltre il movimento Notut, che sostiene di avere delle spese per
la propria campagna, evidentemente spende male i propri fondi, dato
che piglia delle cantonate mica male.
[OK, anch'io le prendo, per mia stessa ammissione, ma la mia
mailing list è _gratuita_. Il tempo che dedico alla mailing
list "Internet per tutti" è tempo che tolgo al
lavoro e alla famiglia. Non sono pagato per quello che faccio; loro
sì. Mi pare una differenza fondamentale]
Infatti in un messaggio pubblico del 9 novembre della mailing list
Notut leggo:
[begin quote]
Ma l'aumento del 22% è stato fatto o no? alcuni di voi mi
hanno posto questa domanda, cui rispondo qui perché credo sia
una questione di interesse generale. al 90% la risposta è
negativa, perché telefonando, ad esempio, al 1400 della
Telecom (il servizio di informazioni automatico) il costo dello
scatto è ancora dato a 127 lire IVA esclusa. Tuttavia non mi
sento di dare un'assicurazione totale in merito, perché visto
che si tratta di Telecom sarebbe un suicidio.
[end quote]
Ma scusate, fate una campagna (sponsorizzata e remunerata) contro
la TUT e poi chiedete informazioni ai lettori su una cosa
fondamentale come il costo dello scatto? Mi sembra quanto meno
dilettantesco.
Peggio ancora, nel resto del messaggio si insinua che Telecom
possa aver introdotto "di nascosto" l'aumento del costo
dello scatto. Questo è terrorismo giornalistico.
Privatizzazione o meno, le tariffe Telecom sono ancora decise dal
governo. Se non vengono pubblicate in Gazzetta Ufficiale, non possono
essere adottate. Questo lo sa chiunque si occupi seriamente di
telefonia.
In ogni caso basta fare un giro in Rete e sfogliare i giornali: il
Sole 24 Ore (30/10 13:45) dice che il parere sull'aumento proposto da
Telecom per le chiamate urbane verrà dato dall'autorità
per le telecomunicazioni "entro il 20 novembre". Solo dopo
questo parere, ammesso che sia favorevole, si può pensare alla
pubblicazione in Gazzetta, e solo dopo la pubblicazione in GU si può
applicare la tariffa.
Punto e basta.
Inoltre Repubblica, presso
http://www.repubblica.it/online/tecnologie/interurb/cheli/cheli.html
l'11 novembre 1998 dice:
Ferme le telefonate urbane; sconto su interurbane e
internazionali. La manovra tariffaria dell'Authority per le
comunicazioni sarà all'insegna del buonismo nei confronti
degli utenti. La prima tappa del ribilanciamento - che scatterà
a fine mese ma entrerà in vigore all'inizio del 1999 - vedrà
quindi scendere un piatto della bilancia (il prezzo delle chiamate di
lunga distanza) senza per ora far salire l'altro piatto (quello con
le chiamate locali). Il rincaro delle urbane è però
soltanto rimandato: nelle prossime due tappe del ribilanciamento, a
febbraio e a luglio del 1999, infatti, l'Authority avrà a
disposizione maggiori elementi per decidere di quanto far lievitare
le urbane, che rappresentano i tre quarti del traffico totale di
Telecom.
Chiaro, non vi pare?
Seconda cantonata: sempre il 9 novembre e sempre nella mailing
list Notut, il movimento si scusa perché nel testo del
messaggio da mandare al "ministero delle Telecomunicazioni"
c'e' il nome di Maccanico, che tutti sanno non essere più
ministro.
Il nuovo ministro si chiama Cardinale. Basterebbe leggere i
giornali per evitare questi semplici errori. Mi sembra ancora più
dilettantesco.
Insomma, per finirla con la storia della Notut: come tante cose in
Italia, un concetto nobile (ridurre i costi di accesso a Internet per
facilitarne la diffusione e mettere l'Italia su un piano competitivo
rispetto agli altri paesi europei) viene gestito maldestramente,
traviato e distorto.
Il risultato è che il concetto finisce per essere
considerato ridicolo dall'opinione pubblica perché è
ridicolo il comportamento di chi lo promuove.
A proposito di facilitare Internet: la TIN ora offre l'accesso a
tariffa urbana su tutto il territorio nazionale grazie ai numeri
147-8 (lo stesso può fare, se lo vuole, qualsiasi altro
provider). Quindi parte delle mie proposte, citate nel mio precedente
articolo sull'argomento, è già realtà.
Maggiori informazioni presso http://pop.tin.it.
Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.