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2023/04/30

Ai sudditi inglesi verrà chiesto di giurare fedeltà a Re Carlo. Ma “to swear” ha due significati

La BBC oggi titola “Coronation: Public asked to swear allegiance to King Charles”, riferendosi all’invito ai sudditi britannici di giurare fedeltà al nuovo monarca per creare (cito) “un coro di milioni di persone”. Questa è una novità della cerimonia d’incoronazione. La formula da recitare sarebbe “I swear that I will pay true allegiance to Your Majesty, and to your heirs and successors according to law. So help me God.”

Sono (anche) cittadino britannico, ma non ho intenzione di giurare fedeltà a un rappresentante non eletto di una monarchia. Si tratta di un invito a giurare, e ho tutte le intenzioni di ignorarlo educatamente.

Però leggendo il titolo della BBC mi è venuto in mente quanto l’inglese sia ambiguo e dipendente dal contesto. Il verbo to swear, infatti, da solo significa sia “giurare” sia “dire parolacce”. È il contesto a far capire quale delle due accezioni è quella giusta. “To swear on the Bible” significa quindi “giurare sulla Bibbia” e non “dire parolacce sulla Bibbia”.

E questo comporta che il titolo della BBC si presta (presumo involontariamente) a più di una modalità di partecipazione alla cerimonia, come illustrato qui sotto:

Il titolo autentico.
Il titolo modificato (da me).

2023/04/29

(AGG 2023/05/07) “Fenomenologia di Paolo Attivissimo”, il libro. Beh, “libro” è una parola grossa

Ultimo aggiornamento: 2023/05/07.

Google Alerts mi ha segnalato poco fa questo:

Non so chi sia Maria Chiara Danti e non so cosa l’abbia spinta a scrivere un e-book su di me, né so cosa abbia scritto di me. So solo che stando a Kobo è autrice straordinariamente eclettica di una ventina di libri che spaziano da Dieta ketogenica per principianti a Intelligenza artificiale: una guida completa ai competitor di OpenAI Chat GPT-3 e da Il ruolo del peccato nella Bibbia: dalla Genesi all'Apocalisse a L'Universo brillante di Margherita Hack, passando per I segreti dell’orgasmo maschile: guida completa alle tecniche di masturbazione.

Mi viene il dubbio che si tratti di libri generati con ChatGPT e simili, e questo (insieme alla tediosissima necessità di creare l’ennesimo account per acquistare qualcosa) mi trattiene dallo sborsare due euro per il suo tomo su di me e scoprire che cosa ha scritto. Non sto chiedendo a nessuno di compiere questo sacrificio: mi limito a segnalare con divertimento la curiosa scelta di includere il sottoscritto fra gli argomenti (keyword?) e a chiarire pubblicamente che non c’entro nulla con questo e-book e non sono stato interpellato per la sua scrittura.

Accostamenti algoritmici.

18:50. Dai commenti mi arriva la segnalazione (grazie Angelo) che c’era qui una commentatrice di nome "Maria Chiara Danti", che dopo una sparata particolarmente polemica era stata accompagnata prontamente alla porta. Sarà un caso?

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2023/04/30 9:40. Ho avuto modo di leggere il “libro”: è un PDF di quattordici pagine, con pochissimo testo per pagina, e una serie di fandonie su di me. Secondo Maria Chiara Danti, sarei “Nato nel 1966 a Torino” (due errori in quattro parole), avrei fatto “studi universitari” (lo sanno anche i muri che ho iniziato a lavorare mentre finivo il liceo), e tra le mie “opere più famose si possono citare "Le basi della crittografia" e "Il grande libro dello storytelling digitale"” (non ho mai scritto niente del genere). In pratica, è un ottimo esempio di spam letterario, venduto disinvoltamente e senza alcun controllo da quasi tutte le principali piattaforme di vendita di e-book.

Questo è l’aspetto visivo del contenuto del “libro”:

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2023/05/07. Dai commenti mi arriva la segnalazione che il libro è scomparso da Kobo. Il suo link ora mostra questo:

Il “libro” risulta scomparso anche da altre piattaforme.


(AGG 2023/04/30) Se siete Trekker, preparatevi a un’emozione magica. Se non lo siete, state comunque guardando il futuro del cinema: “Regeneration”

Se siete appassionati di Star Trek, questo corto prodotto dai tecnici che hanno lavorato alle incarnazioni più recenti della saga vi farà venire il groppo in gola. Per voi queste immagini non hanno bisogno di spiegazioni: sapete benissimo il contesto, le storie alle quali si riferiscono, e cosa c’è dietro quelle silenziose espressioni.

Se non lo siete, credo che comunque riconoscerete uno dei personaggi più iconici della storia della televisione e del cinema.

Per facilitare il confronto, ecco la scena di Generazioni alla quale si ispira questo corto:

Questa struggente demo, e i venticinque minuti di Harrison Ford che reinterpreta il giovane Indiana Jones nel prossimo film Indiana Jones and the Dial of Destiny, danno la misura di dove siamo arrivati con la grafica digitale e il talento dei tecnici e degli animatori. Possiamo creare nuove storie con i volti degli attori che abbiamo amato e che sono invecchiati o non ci sono più, o ripresentare storie senza tempo con la qualità e i formati di oggi. Forse è un’operazione nostalgia. O forse è un modo per proseguire delle storie che si sono interrotte, spesso troppo presto.

Ecco qualche altro esempio:

Lo stesso gruppo che ha realizzato questo corto ha già creato i set virtuali di tutti i ponti di comando delle varie Enterprise che si sono succedute sullo schermo in oltre cinquant’anni. Tutta la loro produzione è consultabile online presso i Roddenberry Archives e in un canale YouTube da non perdere. In pratica stanno lavorando a una versione preliminare dell’holodeck, realizzando riprese nelle quali le luci e l’inquadratura (o il punto di osservazione) possono essere cambiati a piacimento dopo le riprese.

Qui sotto trovate uno spezzone di una presentazione tecnica del lavoro di ricostruzione dell’intera Enterprise che è attualmente in corso.

Dai commenti arrivati dopo la pubblicazione iniziale segnalo alcuni articoli che spiegano la tecnica mista (attore somigliante, protesi fisiche e rifinitura digitale) usata per realizzare questi risultati:

2023/04/27

Podcast RSI - Traduzioni automatiche grottesche di #Opentomeraviglia, malware che usa ChatGPT, nuovo caos delle spunte blu su Twitter

logo del Disinformatico

È disponibile subito il podcast di oggi de Il Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, scritto, montato e condotto dal sottoscritto: lo trovate presso www.rsi.ch/ildisinformatico (link diretto) e qui sotto.

Le puntate del Disinformatico sono ascoltabili anche tramite feed RSS, iTunes, Google Podcasts e Spotify.

Buon ascolto, e se vi interessano il testo di accompagnamento e i link alle fonti di questa puntata, sono qui sotto.

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[CLIP: Venere23 dallo spot Opentomeraviglia]

Il debutto disastroso della campagna Open to Meraviglia del Ministero del Turismo italiano ha generato ilarità internazionale per il suo uso di spezzoni video girati in realtà in Slovenia e soprattutto per le sue grottesche traduzioni in tedesco dei nomi di molte località, da Camerino che è diventato Garderobe fino a Sutera, in Sicilia, che è stato tradotto, per così dire, con Homosexuell. Ma come sono possibili errori del genere?

Se state sospettando che c’entri un uso malaccorto dell’intelligenza artificiale, siete sulla buona strada, e in questa storia emergono nozioni di traduzione assistita utilissime da conoscere, fra una risata e l’altra, per evitare figuracce analoghe.

Benvenuti alla puntata del 28 aprile 2023 del Disinformatico, il podcast della Radiotelevisione Svizzera dedicato alle notizie e alle storie strane dell’informatica. Io, come consueto, sono Paolo Attivissimo, e in questa puntata vi racconterò anche le tante novità della saga di Twitter, con la scomparsa e ricomparsa delle celebri spunte blu, e lo strano caso di un malware che colpisce anche gli utenti di computer Apple e lo fa usando come esca ChatGPT.

[SIGLA di apertura]

Open to Meraviglia

Si ride molto, in Italia e fuori Italia (Guardian, Time, CNN, Der Standard, Jerusalem Post, ABC.net.au, Reuters, Corriere del Ticino, La Regione), per l’incredibile leggerezza informatica e linguistica con la quale è stata gestita la campagna internazionale di promozione turistica Open to Meraviglia del Ministero del Turismo italiano, annunciata il 20 aprile scorso (ANSA). Il debutto della campagna è stato deriso estesamente nei media nazionali e sui social network per varie ragioni.

Fonte: CNN.

La prima ragione è che il nome di account social Venereitalia23, citato dalla campagna, è stato acquisito dagli organizzatori soltanto su Instagram e LinkedIn, nonostante il video promozionale parlasse chiaramente del nome Venereitalia23 riferito a tutti i social network.

[CLIP: “su Instagram, Linkedin e tutti i social sarò Venereitalia23”]

Ma su Twitter, YouTube e Facebook il nome è invece rimasto libero, contrariamente alle regole elementari di protezione online dei marchi o brand protection, e così qualcuno esterno alla campagna promozionale ha attivato degli account di nome Venereitalia23 e ora li sta usando per prendere in giro gli organizzatori per la loro imprevidenza.

La seconda ragione di questa ilarità è che gli organizzatori della campagna si sono dimenticati anche di registrarsi il nome di dominio italiano dello slogan, ossia Opentomeraviglia.it. Cosa che invece ha fatto una società di marketing fiorentina, col risultato che chi digita Opentomeraviglia.it ci trova, al posto della campagna ministeriale, il sito della società di marketing. Una mossa autopromozionale brillante.

[CLIP: “Che cos’è il genio?” dal film Amici Miei]

La terza ragione di ridicolo è la scoperta che alcune delle immagini del video ufficiale che dovrebbero raffigurare le bellezze dell’Italia sono in realtà state girate fuori Italia, per la precisione in Slovenia. Il video promozionale è stato ritirato da YouTube, ma i social sono ormai pieni di screenshot che documentano inesorabilmente la gaffe.

Ma la cosa che ha suscitato la massima ilarità è che sul sito ufficiale della campagna Open to Meraviglia, ossia Italia.it, nelle versioni in tedesco delle pagine dedicate alle varie località i nomi di queste località sono stati spesso tradotti letteralmente. Brindisi è diventata Toast, Fermo si è tramutata in Stillstand, Prato è stata tradotta con Rasen, Cento è diventata Hundert, Camerino è stata resa con Garderobe, Chiusi è stata rinominata Geschlossen, Cuneo è diventata Keil, Potenza è stata tradotta con Leistung, Biella è diventata Pleuelstange, al posto di Limone Piemonte è stato scritto Zitrone Piemont, e così via.

Non appena si è diffusa la notizia, le pagine in tedesco sono state rimosse, ma anche in questo caso sono state salvate in tempo delle copie. Se vi interessa, la lista completa degli strafalcioni è su Disinformatico.info. Fortunatamente, Lecco, Troia e Bellano non figurano tra le traduzioni letterali in tedesco.

Lasciando da parte un momento, se ci riuscite, l’aspetto comico, è logico chiedersi come sia stato possibile commettere errori madornali come questi, che nessun traduttore, per quanto dilettante, farebbe mai. E soprattutto viene da chiederselo per una particolare categoria di queste traduzioni errate, ossia quelle non letterali. Infatti la località di Pescarenico è diventata Pfirsich, ossia “pesca”, Rivisondoli è stato tradotto con Revisionen, e soprattutto Sutera, in Sicilia, è stata addirittura tradotta, si fa per dire, con Homosexuell.

Nemmeno una persona o una macchina che traducesse semplicemente consultando un glossario bilingue farebbe errori del genere. La colpa, come avete probabilmente già sospettato, è di chi ha fatto un uso sconsiderato dell’intelligenza artificiale applicata alla traduzione, senza fare alcun controllo di qualità umano. Ce lo spiega Licia Corbolante, una terminologa specializzata in gestione e ricerca terminologica, comunicazione interculturale e localizzazione, che scrive sul blog Terminologiaetc.it e su Twitter con l’account @terminologia.

[CLIP: Voce di Licia Corbolante, rimontata per brevità]

I sistemi di traduzione automatica hanno ormai raggiunto livelli ottimi, con risultati che sono spesso indistinguibili dai testi prodotti da umani, però ogni tanto capitano degli incidenti di percorso che sono davvero clamorosi. Brindisi, Cuneo, Biella, Camerino, Potenza fanno parte di una categoria particolare di nomi che hanno un significato diverso a seconda che vengano scritti con l'iniziale minuscola o maiuscola. Per noi umani è facile distinguerli proprio grazie alla grafia e al contesto. In teoria anche la traduzione automatica non dovrebbe avere troppi problemi, però non sempre è così, soprattutto se i nomi sono avulsi dal contesto. E infatti non credo sia un caso che nella traduzione automatica dei toponimi in tedesco siamo stati sbagliati quelli nei titoli, quindi singole parole isolate, ma non sono stati sbagliati quelli all'interno dei testi.

In altre parole, il software di traduzione ha sbagliato a tradurre per esempio il titolo Potenza perché le parole iniziali, nei titoli, hanno sempre la lettera iniziale maiuscola [ho detto “minuscola” nel podcast, dannazione], anche quando non sono toponimi, e quindi l’intelligenza artificiale non aveva nessun modo per riconoscere che si trattasse di un nome di località e ha scelto il significato più probabile, ossia potenza come sostantivo. Noi umani, invece, capiamo che si tratta di un toponimo in base al contesto: sappiamo che stiamo leggendo un titolo di una pagina dedicata a una località. I traduttori automatici, per ora, non sono capaci di farlo.

Ma questo non basta per spiegare la misteriosa trasformazione di Rivisondoli in Revisionen. Rivisondoli è solo un nome di località: se scritto in minuscolo non ha un altro significato. Però Licia Corbolante descrive una particolarità poco conosciuta di questi software che spiega la loro bizzarra logica.

[CLIP: Voce di Licia Corbolante, rimontata per brevità]

Innanzitutto va sottolineato che i sistemi di traduzione automatica neurale, che sono quelli prevalenti, non hanno idea di che cosa stanno traducendo. Però, grazie all'apprendimento automatico, identificano delle regolarità statistiche che poi usano per predire le sequenze di parole più probabili per produrre poi i testi tradotti. Non operano a livello di parole come le intendiamo noi, ma invece di unità più piccole, che sono formate da sequenze di caratteri. Però ovviamente non è un sistema che funziona sempre e ci sono dei problemi noti di questi metodi. Ad esempio succede che vengano usate parole che assomigliano a parole della lingua 1 che però sono inesistenti nella lingua 2. Rivisondoli, Pescarenico, Sorradile, ecco: la traduzione automatica non ha mai incontrato prima questi nomi, li trova isolati in un titolo e quindi possiamo ipotizzare che li abbia gestiti come farebbe con dei nomi comuni, interpretandoli, tra virgolette, in base alla somiglianza con lessico già noto e così Rivisondoli è diventato in tedesco ‘revisioni’.

I software di traduzione automatica, insomma, sono degli ottimi assistenti, ma i loro limiti vanno ben capiti e gestiti; non ragionano come noi, quando non riconoscono una parola si inventano la sua traduzione, e quindi è pericolosissimo usarli alla cieca senza la supervisione attenta di un traduttore umano. Eppure questo è un comportamento sempre più diffuso, man mano che le aziende cercano di ridurre i costi facendo a meno della traduzione professionale.

Ma come ha dimostrato il caso di Open to Meraviglia, è una forma di risparmio che può costare molto caro.

ChatGPT come esca per malware

L’enorme popolarità di ChatGPT non è passata inosservata anche nel mondo del crimine informatico, che si è subito dato da fare per creare degli attacchi basati su questa tecnologia di intelligenza artificiale. O meglio, basati sul desiderio di moltissimi utenti di accedere a questa tecnologia.

I truffatori hanno infatti investito in campagne pubblicitarie su Facebook e Google per far comparire agli utenti la pubblicità di cosiddette estensioni per browser, ossia delle specie di “app” che si possono scaricare e aggiungere per esempio a Chrome per dare maggiori funzionalità a questo programma di navigazione nel web. 

Fonte: The Hacker News.

Chi cercava in Google le parole “Chat GPT 4”, per esempio, poteva veder comparire fra i primi risultati la proposta pubblicitaria di installare una fantomatica estensione “ChatGPT for Google” che sembrava promettere accesso gratuito alla versione 4 di ChatGPT, che è a pagamento, a differenza della versione 3.5, che non ha canone mensile ma è molto meno potente.

Questa estensione, una volta installata, intercettava i cookie del profilo Facebook della vittima e li inviava ai criminali. Questo permetteva loro di entrare nel profilo senza doverne conoscere il nome o la password e consentiva anche di scavalcare l’autenticazione a due fattori.

La società di sicurezza informatica Intego spiega infatti che Facebook, come la maggior parte dei siti web, si affida a dei cookie che mantengono aperta la sessione di accesso, in modo da poter tracciare sempre le attività degli utenti anche al di fuori di Facebook. Il guaio è che se questi cookie finiscono nelle mani di qualcun altro e vengono copiati su un computer, quel computer avrà accesso al profilo Facebook esattamente come se fosse l’utente autentico.

I criminali che rubavano questi cookie potevano così prendere facilmente il controllo dei profili Facebook delle vittime che installavano queste estensioni false nella speranza di avere ChatGPT 4 gratis; potevano poi cambiare le password di questi account e usarli per campagne di spam oppure per chiedere un riscatto ai proprietari originali.

Un buon antivirus avrebbe riconosciuto queste estensioni ruba-cookie, ma molti utenti ancora oggi non usano antivirus aggiornati o non li usano del tutto, specialmente se hanno computer Apple, perché persiste ancora il mito che non esistano virus per i computer di questa marca. 

Per difendersi da questa trappola astuta è insomma sufficiente installare un antivirus di una marca conosciuta e tenerlo aggiornato, anche sui computer Apple, ma soprattutto occorre avere comportamenti prudenti: non bisogna installare estensioni che promettano cose troppo belle per essere vere. In altre parole, se vi serve ChatGPT, non cercate scorciatoie a scrocco.

Twitter, spariscono le spunte blu (o quasi); API a pagamento

Ci sono state grossissime novità su Twitter. Il 20 aprile scorso, come preannunciato dal social network, sono state rimosse tutte le spunte blu conferite prima dell’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk, le cosiddette spunte legacy, quelle che effettivamente autenticavano un utente, ponendo fine al periodo di confusione precedente, nel quale non c’era modo di capire se la spunta blu indicasse un utente autenticato oppure semplicemente un utente pagante.

Ora le spunte blu indicano semplicemente che un utente paga un canone mensile e non c’è alcuna autenticazione significativa, e questo è un cambiamento di significato importantissimo da tenere presente, soprattutto per chi frequenta poco Twitter, per evitare di cadere nella trappola di pensare, come si è fatto per un decennio, che l’identità di un account che ha la spunta colorata sia sicuramente quella indicata dal nome. 

Infatti una persona ha prontamente cambiato il proprio nome utente in “Disney Junior UK” e Twitter gli ha dato addirittura la spunta oro, che teoricamente è riservata agli account autenticati delle organizzazioni. L’account fasullo è riuscito ad accumulare 4700 follower prima che Twitter si accorgesse dell’errore e lo sospendesse. 

L’account fasullo. Fonte: @DoomerVon.

Elon Musk ha inoltre annunciato il 25 aprile che chi non paga il canone di Twitter, circa 100 dollari l’anno, perderà visibilità. Ma moltissimi utenti di Twitter non hanno aderito alla proposta di Elon Musk di pagare questo canone. Secondo il ricercatore informatico Travis Brown, gli utenti paganti sono attualmente circa 750.000 su circa 254 milioni di utenti giornalieri di Twitter, ossia lo 0,3%. Twitter non ha ancora rilasciato dati ufficiali sul numero di utenti a pagamento.

Anche molte celebrità hanno deciso che non vogliono la spunta blu, come ho segnalato nella puntata del 6 aprile 2023 del Disinformatico, ovviamente non per taccagneria ma per principio, perché non autentica più nulla, e così Elon Musk ha deciso di pagare personalmente il canone ad alcune di queste celebrità.

Inizialmente Musk ha dichiarato che avrebbe pagato solo la spunta blu dello scrittore Stephen King, dell’attore William Shatner e del cestista LeBron James, ma poi è emerso che moltissimi dei quasi diecimila account che hanno più di un milione di follower hanno ricevuto gratuitamente la spunta blu, in alcuni casi contro la loro volontà. È successo a Beyoncé, Victoria Beckham, Neil Gaiman, Donald Trump, ma stranamente non a Ryan Reynolds (che pure ha 21 milioni di follower).

La confusione è insomma grande e i continui cambiamenti e dietrofront di Musk non aiutano: i suoi piani di risanare Twitter convincendo tanti utenti a pagare un canone non sono stati accolti positivamente dalla massa dei fruitori di questo social network. A questo sfavore hanno probabilmente contribuito alcune sue decisioni controverse, come la riattivazione di 67.000 account di estremisti e disinformatori seriali che erano stati sospesi dalla gestione precedente di Twitter o la rimozione dal regolamento della sezione che vietava il misgendering e il deadnaming, che sono delle forme di abuso rivolte specificamente alle persone LGBTQ e consistono nel descriverle o rivolgersi a loro usando intenzionalmente il genere sbagliato o, rispettivamente, il loro nome pre-transizione, con l’intento preciso di ferirle. Queste scelte contribuiscono a una sensazione di insicurezza avvertita da molti utenti.

C’è anche un’altra novità, apparentemente molto tecnica, che però ha effetti sugli utenti comuni: la disattivazione dell’accesso gratuito alla API di Twitter, ossia alla Application Programming Interface, che, semplificando, è un linguaggio comune che permette ai programmi di parlarsi tra loro e consente per esempio di creare programmi che mandino automaticamente istruzioni a Twitter per pubblicare un post o rispondere con dei dati a un tweet.

Moltissimi servizi amatoriali e accademici usavano questa tecnica per diffondere automaticamente e tempestivamente su Twitter le proprie informazioni, raggiungendo così un vasto bacino di utenti. Lo facevano anche servizi essenziali come gli avvisi meteo e gli allarmi per gli tsunami, e lo faceva fino a ieri (27 aprile) anche Abuse.ch, un servizio di volontariato svizzero per la segnalazione di malware, botnet e altre minacce informatiche. Ora non più, perché Musk chiede un canone per questo accesso alla API, e i prezzi sono insostenibili per molte organizzazioni e persino per Microsoft, che ha annunciato che la sua piattaforma di gestione delle inserzioni pubblicitarie, Microsoft Advertising, avrebbe cessato il supporto all’integrazione con Twitter a partire dal 25 aprile, perché ora Microsoft dovrebbe pagare da 42.000 a 210.000 dollari al mese per fare quello che prima faceva senza questo costo.

Fonte: @abuse_ch.

Il risultato di tutti questi cambiamenti, per noi utenti comuni, è un Twitter che offre meno autenticazione, meno servizi, meno protezioni e meno contenuti rispetto al passato. Per qualche misteriosa ragione, a distanza di un anno dal suo caotico e costosissimo acquisto di Twitter, Elon Musk sembra non capire che l'essenza del valore di qualunque social network in ultima analisi sta negli utenti e nei loro contenuti. E così intanto i rivali Mastodon e Bluesky accumulano utenti in fuga.

(AGG 2023/04/30) Starship, meravigliosi video al rallentatore del primo test di volo; ipotesi esperte su cosa è andato storto e come rimediare

Le riprese del fotografo Trevor Mahlmann e della squadra di Everyday Astronaut mostrano con un dettaglio stupefacente le fasi del volo di collaudo della Starship di SpaceX. Il rallentatore consente di notare che le onde di pressione sono talmente intense da diventare visibili nella nube di fiamme e polvere, e le irregolarità e disuniformità della combustione durante l’arrampicata verso il cielo sono chiaramente visibili.

Le posizioni di ripresa consentono anche di apprezzare con grande chiarezza le brusche variazioni di assetto che hanno caratterizzato le fasi finali del volo.

Finora la spiegazione più plausibile del grande numero di motori malfunzionanti è che la mancanza di un sistema di assorbimento delle onde di pressione abbia divelto la superficie in cemento armato sotto il piedistallo di lancio e parte dei detriti risultanti siano stati proiettati lateralmente, come si vede nei video, e abbiano colpito alcuni degli ugelli perimetrali.

Nel frattempo le autorità hanno revocato la licenza di lancio di Starship, come è prassi dopo un lancio terminato con conseguenze inattese non solo per il veicolo ma anche per l’ambiente (la pioggia di detriti).


Elon Musk ha tweetato che tre mesi fa era iniziata la costruzione di una grande lastra in acciaio raffreddata ad acqua da piazzare sotto il piedistallo di lancio, ma non era pronta in tempo e sulla base dei test di accensione dei motori fatti prima del lancio, a metà potenza, si riteneva che la zona di lancio sarebbe sopravvissuta per almeno una partenza. Non è andata così.

La costruzione di una trincea di deviazione delle fiamme e di assorbimento delle onde di pressione sembra impossibile perché la falda acquifera è vicinissima alla superficie e l’area in cui sorge la base di SpaceX è zona protetta dal punto di vista ambientale (perlomeno secondo i singolari criteri statunitensi che permettono di installare in zona protetta un apparato industriale complesso e incline alle dispersioni incontrollate di materiale come una rampa di lancio di razzi spaziali).

Phil Metzger racconta un caso analogo di rampa di lancio priva di trincea: quella del piccolo veicolo spaziale sperimentale Morpheus, al cui progetto partecipò anni fa. Anche lì furono usate lastre in acciaio, e le analisi indicarono che il calore si sarebbe disperso abbastanza in fretta da evitare la fusione superficiale delle lastre. Secondo lui l’idea di Musk potrebbe funzionare. Metzger scrive anche molti altri dettagli interessanti, anche a proposito del disastro sfiorato del primo volo Shuttle a causa delle onde di pressione. Trascrivo qui le sue parole ma non ho tempo di tradurle al volo: dai commenti mi dicono che ci ha già pensato Marco Zambianchi su Forumastronautico.it.

We used steel plates for some of the Morpheus launch locations so we weren’t tied down to places with concrete. I analyzed the heating of the sheet and showed that the heat would redistribute fast enough that it would not locally melt on the surface, and that the steel plate was large enough to take the heat of the entire launch event without melting. To be conservative (because that’s what nasa does 😉) we also put paint-on ablative on the top of the steel. An ablative erodes under heat and thus uses up some of the heat keeping what was under the ablative cooler. (Partly we were just testing the use of ablative. It wasn’t just conservatism that motivated this.) So compare to Elon’s tweet about Starship. They plan to make their giant steel plate water-cooled. That way it doesn’t have to be large enough to take all the heat of the plume without melting, the way we designed the Morpheus steel plates. For such a large rocket that much steel would be excessive. And ablative would not be enough to solve this, either. Would the ablative need to be 3 feet thick?!!

But he said it will be water-cooled, which is an awesome idea. The water will be taking heat out of the steel in realtime so it won’t melt. Simple, and it should be effective. We still had two concerns. One was that the vaporized ablative was hazardous to breathe, but the rocket exhaust would dilute it into the air so no problem. (I still had to show this with math to convince the team.) The second was that the plate might be too hot to walk on so you had to wait for it to cool before going onto the pad. We handled that with operational procedures.

So we had the steel plates, the steel drop-in flame trench, instrumentation like cameras to record the launch, and lighting. We called this system “Launch Pad in a Box”. This concept was inspired in part when I was driving to Maine and passed a carnival ride folded up on a truck going down the highway. I had a vision of an entire launch complex folded up on a truck for transport so we could launch anywhere, anytime.

We got a picture of the truck and I showed it to the Swamp Works team. I think Rob Mueller was already having the same idea. He and I started fighting to get the idea funded. Meetings, meetings, meetings. And we got the funds. We were already working on these technologies when we applied them to Morpheus. The two projects were synergistic. We also talked about portable lighting arrestor towers but never developed that part of the kit. So all that was just to say that I like the idea SpaceX is pursuing. I think it will work great to solve the plume erosion problem.

It will *not* mitigate launch acoustics. The flat plat will reflect the sound back up along the sides of the vehicle, shaking the structure. There very first “sound” that happens on launch is the shockwave from engine ignition. It bounces off the pad then runs up the sides of the vehicle, stressing everything. At nasa it is called the “Initial OverPressure” or IOP. The IOP almost ruined the 1st Shuttle launch.

The reason there is a shockwave is because a converging-diverging rocket nozzle tricks the gas flow into going supersonic. The fuel burns in the combustion chamber and creates high pressure. The restriction at the throat causes the gas to “choke” at the speed of sound.

On the first Space Shuttle launch the IOP deflected the elevons— the control surfaces on the wings — so far the engineers were worried they could have snapped. So they added the water deluge system to absorb and break up the IOP shockwave.

After the IOP, the rocket exhaust continues to produce acoustic noise. It does this through turbulence. The noise is random — not like a coherent shockwave — but it is still a lot of energy that reflects off the pad and vibrates the rocket.

We do not have great models of acoustic noise production in rocket plumes. NASA’s models are conservative, predicting more noise than there really is. Therefore we build rocket structures stiffer than they really need to be. This wastes the mass margin, reducing payload mass.

So it is important to keep researching rocket plume acoustics to make rockets more efficient. But also, it is important to design launch pads to reduce acoustics so we can save more payload margin.

In the previous thread I told how we designed the portable flame trench for Morpheus to duct the acoustic energy away from the vehicle, because we think that acoustic energy is what destroyed the first Morpheus.

So I have no idea of the acoustics experienced by Starship or it’s structural beefiness. It may not be a problem at all, for all I know. I’m just saying that a flat steel plate does not do anything to reduce acoustic energy from coupling into the vehicle. If the rocket doesn’t mind the shaking, then fine. But it is easy to design systems that reduce launch acoustics and give more margin back to the vehicle, so if SpaceX decided to do so then it could be done.

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2023/04/30. Astrospace.it riferisce che Elon Musk ha tenuto un intervento riservato agli abbonati al suo profilo su Twitter, nel quale ha detto varie cose (leggete l’articolo di Astrospace per i dettagli e per molte altre informazioni):

  • non ci sono conferme che i danni ai motori siano stati causati dall’impatto con detriti;
  • la base della rampa verrà rinforzata in acciaio al posto del cemento armato;
  • il sistema di autodistruzione (FTS o Flight Termination System) è intervenuto troppo lentamente e andrà ricertificato;
  • tre dei 33 motori del primo stadio non sono stati accesi da SpaceX intenzionalmente perché “non erano pronti”;
  • l’allontanamento laterale dalla rampa non era voluto ma è stato causato dalla mancanza di tre motori;
  • il costo del progetto Starship nel 2023 sarà intorno ai 2 miliardi di dollari.

2023/04/25

(AGG 2023/04/26 9:00) Tra poco il primo tentativo di allunaggio di un veicolo commerciale: Hakuto-R

Pubblicazione iniziale: 2023/04/25 17:03. Ultimo aggiornamento: 2023/04/26 9:00.

La sonda commerciale Hakuto-R sta per tentare il primo atterraggio sulla Luna di un veicolo commerciale. Trovate i dettagli della traiettoria decisamente insolita di questo veicolo sul sito di iSpace, l’azienda giapponese che coordina il progetto. La diretta streaming è qui sotto.

La sonda trasporta un piccolo rover (veicolo autonomo di superficie) degli Emirati e altri carichi. Attualmente si trova in orbita intorno alla Luna a una quota di circa 100 chilometri. Nei giorni scorsi ha scattato immagini eccezionali come quella che vedete qui sotto, in cui non solo la Terra è una biglia azzurra che sembra appoggiata sull’orizzonte lunare ma si nota anche che sulla Terra si proietta l’ombra sfumata della Luna, perché in quell’istante (24 aprile) era in corso un’eclissi.

L’obiettivo del veicolo è atterrare all’interno del cratere gigante Atlas (87 km di diametro), sulla faccia della Luna rivolta verso la Terra, nel Mare Frigoris, situato nella regione settentrionale della Luna.

Hakuto-R ha le dimensioni di una piccola auto con quattro zampe di atterraggio, pesa 340 chilogrammi a vuoto (senza propellente) ed è partito dalla Terra, dal centro spaziale di Cape Canaveral in Florida, l’11 dicembre 2022 a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX. Ci ha messo così tanto tempo a raggiungere la Luna perché segue una traiettoria molto più efficiente in termini di propellente. Seguendo le regole poco intuitive della meccanica orbitale, a febbraio 2023 è arrivata a quasi 1,38 milioni di chilometri dalla Terra, diventando secondo SpaceflightNow il veicolo commerciale finanziato da privati arrivato più lontano (forse il Falcon Heavy di SpaceX che ha lanciato la Tesla di Elon Musk in orbita marziana non conta per questo primato).

Il sistema di propulsione per l’allunaggio è europeo, prodotto da Ariane Group. Il software di guida, navigazione e controllo è prodotto dalla statunitense Draper. I pannelli solari che alimentano Hakuto-R sono dell’azienda statunitense Sierra Space.

Se l’allunaggio gestito autonomamente ha successo, il veicolo sarà operativo per una decina di giorni, fino al calare del Sole nell’area di atterraggio, e scaricherà un piccolo rover da 50 x 50 cm, con una massa di 10 kg, denominato Rashid, che esplorerà la zona circostante usando telecamere francesi e altri sensori per raccogliere dati scientifici. Questo rover trasporta anche campioni di materiali sulle proprie ruote, per valutare la loro resistenza alle condizioni altamente abrasive della superficie lunare. 

Hakuto-R scaricherà anche un rover ancora più piccolo, sviluppato in Giappone con la collaborazione della casa produttrice di giocattoli Tomy: è un robottino da 250 grammi e largo 8 centimetri, con ruotine che gli permetteranno di spostarsi sulla superficie e raccogliere dati e immagini.

A bordo della sonda, invece, resteranno vari carichi scientifici giapponesi e canadesi.

Una particolarità burocratica di questa missione è che effettuerà una “raccolta” di regolite lunare per conto della NASA. L’ente spaziale statunitense ha infatti siglato una serie di contratti per l’acquisto di regolite da fornitori commerciali. Si tratta di contratti simbolici, con importi altrettanto simbolici (5000 dollari nel caso di iSpace), che servono a risolvere problemi legali e normativi per consentire al programma Artemis di acquisire commercialmente minerali lunari. 

La proprietà del suolo lunare “raccolto” dal veicolo verrà ceduta dalla società privata iSpace alla NASA. Scrivo “raccolto” fra virgolette perché in realtà Hakuto-R si limiterà a lasciare che della polvere superficiale, sollevata dal getto dei suoi motori, si depositi spontaneamente sui “piedi” delle zampe del veicolo. La regolite resterà lì, ma burocraticamente la sua proprietà verrà ceduta alla NASA come prova generale di una procedura legale da riutilizzare in seguito. Nelle missioni successive, iSpace potrebbe tentare di effettuare una raccolta vera e propria.

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18:55. L’allunaggio era previsto per le 18:40 italiane, ma non sono state ancora ricevute comunicazioni dal veicolo dopo l’allunaggio. iSpace ha dichiarato che è necessario presumere che l’allunaggio non sia stato completato.

19:35. La missione sembra fallita all’allunaggio. L’ultima telemetria è stata ricevuta a 80 metri di quota mentre il veicolo viaggiava a 30 km/h. Ci sono tuttavia indicazioni contrastanti, secondo le quali l’ultima comunicazione sarebbe stata ricevuta alle 18:45:10, ossia cinque minuti dopo il momento previsto per il contatto con il suolo lunare. A quanto pare, la sonda statunitense Lunar Reconnaissance Orbiter dovrebbe sorvolare la zona prevista per l’atterraggio tra pochissimo e forse sarà rilevabile qualche dettaglio visivo della situazione.

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2023/04/26 9:00. iSpace ha annunciato la causa probabile dell’insuccesso: l’esaurimento del propellente, che ha fatto precipitare al suolo il veicolo.

[...] Based on the currently available data, the HAKUTO-R Mission Control Center in Nihonbashi, Tokyo, confirmed that the lander was in a vertical position as it carried out the final approach to the lunar surface. Shortly after the scheduled landing time, no data was received indicating a touchdown. ispace engineers monitored the estimated remaining propellant reached at the lower threshold and shortly afterward the descent speed rapidly increased. After that, the communication loss happened. Based on this, it has been determined that there is a high probability that the lander eventually made a hard landing on the Moon’s surface. [...]

 

Fonte aggiuntiva: SpaceflightNow.

2023/04/22

Promemoria: Yuri's Night oggi a Lugano-Paradiso, per parlare di spazio con esperti e appassionati

Come preannunciato, oggi a Lugano (Paradiso) ci sarà la Yuri’s Night, un evento gratuito di divulgazione astronautica e cosmonautica aperto a tutti che si tiene in vari luoghi del mondo (e anche nello spazio) intorno alla storica data del primo volo spaziale umano (12 aprile 1961) da parte di Yuri Gagarin.

I relatori saranno Luigi Pizzimenti (ADAA), Andrea Tedeschi (Iridium/JPL), Rodrigo Araya (Space Hipsters) e il sottoscritto. Tutte le conferenze saranno in italiano.

Ci troveremo a partire dalle 14.30 alla Sala Multiuso di Lugano-Paradiso, in via delle Scuole 21. Tutti i dettagli sono sul sito dell’evento, Yurisnight.ch.

Questo è il programma della giornata:

  • 14:30  Introduzione alla Yuri's Night Lugano di Rodrigo Araya
  • Da Apollo ad Artemis di Luigi Pizzimenti
  • Le missioni Apollo che non t'aspetti - parte 1 di Rodrigo Araya
  • Pausa
  • Dinamica delle interazioni fra corpi rigidi e semirigidi in ambienti in microgravità: sesso nello spazio di Paolo Attivissimo (questa conferenza è adatta ad un pubblico adulto)
  • Le missioni Viking 1 e Viking 2 di Andrea Tedeschi
  • Pausa per la cena
  • 19:45  Hubble: intervista con l'astronauta ESA Claude Nicollier - proiezione video, in francese sottotitolato in italiano, di Rodrigo Araya
  • Operazione Paperclip di Andrea Tedeschi
  • Le missioni Apollo che non t'aspetti - parte 2 di Rodrigo Araya

Rosario Marcianò, sostenitore delle “scie chimiche”, condannato in Cassazione per le sue falsità su Valeria Solesin

Dodici mesi di carcere e divieto di accesso a Internet e social: Rosario Marcianò, sostenitore per anni della tesi delirante delle “scie chimiche” e vecchia conoscenza di chi segue questo blog, è stato condannato anche in Cassazione per le sue teorie ancora più deliranti e atroci su Valeria Solesin, una delle vittime dell’attentato al Bataclan avvenuto a Parigi a novembre del 2015. Marcianò sosteneva, senza la benché minima prova, che Valeria Solesin fosse sopravvissuta o addirittura inesistente.

La famiglia della vittima, giustamente, lo ha portato in tribunale.

Trovate tutti i dettagli nell’articolo di Open

Questa condanna è doverosa e spero che sia di monito a tutti gli altri disseminatori di odio che appestano Internet: credono di agire impunemente, ma i loro comportamenti hanno delle conseguenze. E prima o poi quelle conseguenze arrivano e chiedono il conto. Tardi, forse, ma lo chiedono.

Per Rosario Marcianò ho solo pena. Sconta già da tempo una condanna ben peggiore del carcere: quella di essere costretto a vivere in un mondo di paranoia in cui tutti, persino io, complottano costantemente per rovinarlo. Quelli che invece non mi fanno pena, ma tanta rabbia, sono quei giornalisti irresponsabili che per anni hanno dato spazio, vetrina e visibilità a Marcianò e alle sue imbecillità. E lo hanno fatto ripetutamente, nonostante fossero stati informati più volte della falsità delle tesi di Marcianò.

Sì, Maurizio Decollanz, Fabio Volo, Roberto Giacobbo: mi riferisco a voi.

2023/04/21

(AGG 2023/04/26) Il disastro della campagna social “Open to Meraviglia”: clip girata in Slovenia, Brindisi che diventa Toast, e altro ancora

Pubblicazione iniziale: 2023/04/21 18:52. Ultimo aggiornamento: 2023/04/26 18:45.

La campagna social “Open to Meraviglia” del Ministero del Turismo italiano, che già nel titolo rigurgita una mostruosità linguistica, è chiaramente gestita da gente che ha qualche difficoltà con i social e la pianificazione. Eppure la gente in questione è il Gruppo Armando Testa, che si definisce “il più grande gruppo italiano di comunicazione del mondo”, affiancato da Almaviva, che si dichiara “leader nell’Intelligenza Artificiale (AI), nell’analisi del linguaggio naturale e nei servizi Big Data”.

(https://newsroom.armandotesta.it/it/italia-open-to-meraviglia/)

(https://www.almaviva.it/it_IT/Comunicati-Stampa/show-pressrelease/9e7fb633-8f8d-4d5d-a0e3-06589af98226/Le-tecnologie-AI-di-Almawave-scelte-dal-Ministero-del-Turismo-per-la-traduzione-multilingua-del-portale-www.italia.it---leggi-il-Comunicato-Stampa)

I disastri che sono emersi man mano in questa campagna sono talmente tanti che ho dovuto dividere questo articolo in capitoli per raccontare per bene una delle figuracce più epiche nella storia della comunicazione digitale.

Capitolo 1. Il nick Venereitalia23 non registrato nei social

Sul sito del Gruppo Armando Testa, linkato sopra, viene detto che la campagna digitale “vivrà nel profilo Instagram venereitalia23, nel sito Italia.it e nelle altre piattaforme social”. Nel video promozionale creato per il Ministero del Turismo italiano si vede ripetutamente che la Venere botticelliana animata digitalmente ha come account social Venereitalia23. E questo nome di account viene anche citato direttamente dalla voce di “Venere” nel video: “su Instagram, Linkedin e tutti i social sarò Venereitalia23” (https://www.youtube.com/watch?v=EOw57LXR-_M).

Il 26 aprile il video è stato reso privato, ma nel frattempo ne ho scaricato una copia e ripubblico qui sotto gli screenshot pertinenti.



Beh, non sarà Venereitalia23 su proprio tutti i social. Infatti i coordinatori della campagna, sbadatelli, si sono dimenticati di registrare il nome Venereitalia23 su Twitter, YouTube e Facebook prima di avviare la campagna, come si dovrebbe invece fare per un’ovvia misura standard di brand protection. Lo ha fatto al posto loro qualcun altro.

Idem su Onlyfans, ma ammetto che si tratta di un “social” obiettivamente un pochino fuori tema per una campagna di promozione del turismo.

Ringrazio Adriano, Riccardo, Os1ride per le segnalazioni.

Già con questo scivolone il divertimento è assicurato. Ma non è tutto.

Capitolo 2. Il nome di dominio “dimenticato”

A quanto risulta al momento, sembra che gli organizzatori della campagna si siano dimenticati anche di registrarsi il nome di dominio italiano dello slogan, ossia Opentomeraviglia.it.

Secondo i dati pubblicamente consultabili di Whois, questo nome di dominio risulta intestato attualmente a tale Filippo Giustini ed è attualmente un redirect che porta alla società Marketing Toys in provincia di Firenze, alla quale vanno i miei complimenti per la “fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione” (cit.; grazie a @i_poteri_forti per la segnalazione del redirect).

Capitolo 3. Le foto stock

Il corpo e gli indumenti della “Venere”, inoltre, sembrano tratti da una foto stock di Shutterstock, secondo la segnalazione di Simone Aliprandi (https://twitter.com/simonealiprandi/status/1649478851674664960).

La foto della campagna e quella di Shutterstock a confronto:

Credit per la composizione: Simone Aliprandi.

Anche un’altra immagine della campagna ufficiale, mostrata anche nel video, somiglia straordinariamente a una foto stock, come segnalato da Barbara Martini e @RosyilCapo (https://twitter.com/Barbara22Mar/status/1649517166729871362 e https://twitter.com/RosyilCapo/status/1649793039580143617/photo/1).

L’immagine in questione è questa:


La foto stock su Shutterstock è questa (https://www.shutterstock.com/image-photo/fulllength-shot-charming-curly-woman-pink-1304975056):

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Alcuni lettori hanno poi notato che i nomi dei file grafici pubblicati inizialmente sul sito del Ministero del Turismo italiano per la campagna sembrano indicare che siano stati trasmessi via WhatsApp, dato che il loro formato era del tipo WhatsApp-image-2023-04-20-at-10.20.29 [...]-272x182.jpg (https://www.ministeroturismo.gov.it/italia-open-to-meraviglia/; https://twitter.com/iacopo_melio/status/1650395588465139714/photo/1).

Questo è un indicatore di un metodo di lavoro poco professionale, perché WhatsApp normalmente applica una compressione fortissima alle immagini scambiate e quindi è un pessimo metodo per inviare immagini destinate alla pubblicazione su un sito. Nel frattempo, i nomi dei file sul sito del Ministero sono stati cambiati.

Ma rispetto a un altro fatto bizzarro che è stato rilevato, tutto questo è quasi trascurabile.

Capitolo 4. Le immagini dell’Italia girate in Slovenia

Successivamente è emerso che alcune delle immagini che dovrebbero raffigurare le bellezze dell’Italia sono in realtà state girate fuori Italia, in Slovenia, e sono riprese stock, secondo quanto segnala Selvaggia Lucarelli (https://twitter.com/stanzaselvaggia/status/1650020739779555328).

In un articolo del Fatto Quotidiano Lucarelli specifica che le immagini sono della “cantina Cotar, nel carso sloveno. C’è anche una bottiglia del vino Cotar sul tavolo, nel video. [...] ho trovato il video su Artgrid, una piattaforma straniera che cede video e immagini con un semplice abbonamento per 600 euro l’anno” (https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/04/23/santanche-lo-spot-venere-di-botticelli-e-il-made-in-italy-girato-in-slovenia/7139262/, dietro cookiewall).

Selvaggia Lucarelli su Twitter ha anche pubblicato il link al video stock su Artgrid, consentendo a tutti di confrontare le immagini dello spot con quelle di Artgrid e della cantina Čotar. Gli spezzoni video stock di Artgrid sono intitolati Wine Tasting with Friends (https://artgrid.io/story/26708/wine-tasting-with-friends ; https://cotar.si/).

Nelle anteprime di questi spezzoni se ne notano alcune che mostrano esattamente la stessa ambientazione, la stessa inquadratura e le stesse persone presenti nel video a 27 secondi dall’inizio.

La pagina delle anteprime degli spezzoni video su Artgrid. Notate l’ultima riga in basso.
Dettagli dell’anteprima centrale dell’ultima riga.
Fotogramma del video ufficiale a 27 secondi dall’inizio.

I lettori mi segnalano che Triesteprima.it ha confermato la localizzazione slovena delle riprese: “La scena della cantina in cui brinda un gruppo di amici è stata infatti girata da Cotar a Gorjansko, a pochi chilometri da Trieste. Non solo, come rivelato dal produttore e regista triestino dell'agenzia creativa Terroir Films, Massimiliano Milic, che ha reso pubblica la gaffe del Ministero, la clip è stata presa da Artgrid, un archivo stock, ed è firmata da Hans Peter Scheep. "Me ne sono accorto perché, scorrendo le immagini del filmato, ho visto persone che conosco. Inoltre ho riconosciuto sia la corte che l'etichetta di Cotar", spiega Milic.” (https://www.triesteprima.it/cronaca/open-to-meraviglia-spot-slovenia-.html).

Capitolo 5. La città di Brindisi diventa Toast, Camerino diventa Garderobe e Sutera diventa Homosexuell

La farsa non finisce qui. Sempre Lucarelli segnala che il sito ufficiale della campagna Open to Meraviglia, ossia Italia.it, ospita traduzioni in tedesco nelle quali sono stati tradotti letteralmente i nomi delle località, per cui Brindisi è diventata Toast, Fermo è diventa Stillstand, Prato è diventata Rasen, Cento è diventata Hundert, Scalea è diventata Treppe, e Camerino è diventata Garderobe, e così via.

Screenshot della pagina dedicata a Garderobe (Camerino) su Italia.it.

Le traduzioni, se così si possono chiamare, sono opera della società Almawave, che il 9 febbraio 2023 se ne era vantata in un comunicato stampa con queste parole fatidiche (ho aggiunto io il grassetto):

Almawave S.p.A, società del Gruppo Almaviva, quotata sul mercato Euronext Growth Milan (Ticker: AIW), leader nell’Intelligenza Artificiale (AI), nell’analisi del linguaggio naturale e nei servizi Big Data, si è aggiudicata la gara indetta dal Ministero del Turismo relativa alla fornitura di tecnologie di machine translation (traduzione automatica), basate sull’Intelligenza Artificiale.

Il contratto, della durata di tre anni, permetterà la traduzione multilingua dei contenuti del sito ufficiale del turismo italiano www.italia.it.

Grazie alle tecnologie di AI e ai modelli di machine translation del Gruppo Almawave, opportunamente addestrati e integrati con servizi professionali per garantirne la massima qualità, il Ministero del Turismo potrà disporre di un servizio di traduzione automatizzata di tutte le notizie e informazioni che saranno pubblicate sul portale. Le lingue abilitate saranno l’inglese, lo spagnolo, il francese, il tedesco e il portoghese.

(https://web.archive.org/web/20230425084637/https://www.almaviva.it/it_IT/Comunicati-Stampa/show-pressrelease/9e7fb633-8f8d-4d5d-a0e3-06589af98226/Le-tecnologie-AI-di-Almawave-scelte-dal-Ministero-del-Turismo-per-la-traduzione-multilingua-del-portale-www.italia.it---leggi-il-Comunicato-Stampa)

“Massima qualità”. Come no. In una lettera aperta rivolta al Ministero del Turismo, l’Associazione Italiana Traduttori e Interpreti ha definito queste traduzioni senza mezzi termini: le ha descritte come “pessime e grottesche” (https://aiti.org/sites/default/files/inline-files/Lettera%20al%20Ministero%20del%20Turismo.pdf).

Lucarelli non ha pubblicato i link alle pagine specifiche, ma li aggiungo io qui sotto, insieme ad altre località trovate dai lettori, fra le quali spicca un assolutamente epico Homosexuell come traduzione di “massima qualità” del nome della località sicula Sutera (grazie Adriano; grazie La Regione Ticino).

Ho incluso anche i link alle copie permanenti di queste perle e ho riordinato il tutto in ordine alfabetico tedesco:

  1. Auster (Ostra): https://web.archive.org/web/20230424141122/https://www.italia.it/de/marken/auster;
  2. Garderobe (Camerino): https://www.italia.it/de/marken/garderobe; https://archive.is/mEjSz;
  3. Geschlossen (Chiusi): https://www.italia.it/de/toskana/chiusi; https://archive.is/ffHiI;
  4. Homosexuell (Sutera): https://web.archive.org/web/20230424231359/https://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:Ox3vO-NzgqAJ:https://www.italia.it/de/sizilien/homosexuell&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it&client=firefox-b-d;
  5. Hundert (Cento): https://www.italia.it/de/emilia-romagna/ferrara/cento; https://archive.is/2fIrV;
  6. Keil (Cuneo): https://www.italia.it/de/piemont/cuneo; https://archive.is/e5r1Z
  7. Kiesel (Sassello): https://web.archive.org/web/20230424140641/https://www.italia.it/de/ligurien/kiesel;
  8. Klinge der Peligni (Lama dei Peligni): https://web.archive.org/web/20230424140857/https://www.italia.it/de/abruzzen/lama-dei-peligni;
  9. Kokosnussschneider (Tagliacozzo): https://web.archive.org/web/20230424140139/https://www.italia.it/de/abruzzen/tagliacozzo
  10. Kollision (Scontrone): https://web.archive.org/web/20230424142123/https://www.italia.it/de/abruzzen/scontrone;
  11. Konstanzer Pfirsich (Pescocostanzo): https://www.italia.it/de/abruzzen/pescocostanzo; https://archive.is/rdmGF;
  12. Kreis (Cerchio): segnalato senza fornire link da La Regione Ticino;
  13. Lächle (Sorradile): https://web.archive.org/web/20230424142620/https://www.italia.it/de/sardinien/lachle;
  14. Leistung (Potenza): https://www.italia.it/de/basilikata/potenza; https://archive.is/YbMJG
  15. Minderjährige (Minori): https://web.archive.org/web/20230424144727/https://www.italia.it/de/kampanien/salerno/minori;
  16. Öffnen (Aprica): https://www.italia.it/de/lombardei/offnen; https://archive.is/GAkfO
  17. Palettenbett (Lettopalena): https://web.archive.org/web/20230424203933/https://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:xz_NOj9zG2gJ:https://www.italia.it/de/abruzzen/lettopalena&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it&client=firefox-b-d;
  18. Pleuelstange (Biella): https://web.archive.org/web/20230424160602/https://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:P3_ZzAN8BxsJ:https://www.italia.it/de/piemont/pleuelstange&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it&client=firefox-b-d;
  19. Pfirsich (Pescarenico): https://www.italia.it/de/lombardei/lecco/pescarenico; https://archive.is/VBnmg;
  20. Rasen (Prato): https://web.archive.org/web/20230424120540/https://www.italia.it/de/toskana/prato;
  21. Revisionen (Rivisondoli): https://web.archive.org/web/20230424135527/https://www.italia.it/de/abruzzen/l-aquila/rivisondoli;
  22. Stillstand (Fermo): https://www.italia.it/de/marken/stillstand; https://archive.is/IEzTO
  23. Störung (Fallo): https://web.archive.org/web/20230424144558/https://www.italia.it/de/abruzzen/fallo;
  24. Tinnitus (Tinnura): https://web.archive.org/web/20230424142733/https://www.italia.it/de/sardinien/tinnitus;
  25. Toast (Brindisi): https://web.archive.org/web/20230424120623/https://www.italia.it/de/apulien/toast
  26. Treppe (Scalea): https://www.italia.it/de/kalabrien/cosenza/scalea; https://archive.is/nERSj;
  27. Umschlag (Copertino): https://web.archive.org/web/20230424142406/https://www.italia.it/de/apulien/umschlag;
  28. Vorderseite (Frontino): https://web.archive.org/web/20230424140531/https://www.italia.it/de/marken/frontino;
  29. Zitrone Piemont (Limone Piemonte): https://web.archive.org/web/20230424140150/https://www.italia.it/de/piemont/zitrone-piemont.

Fortunatamente, Lecco, Troia e Bellano non figurano tra le traduzioni letterali in tedesco.

Nelle ore successive alla diffusione della notizia di questi disastri linguistici, che hanno tutti i segni di una tipica traduzione fatta da un software di intelligenza artificiale usato senza la minima revisione da parte di una persona linguisticamente competente, dal sito Italia.it è scomparsa completamente l’opzione di scelta della lingua tedesca e le pagine sono diventate inaccessibili. Ma Internet non dimentica e le copie d’archivio persistono.

Prima...
... e dopo.

Adriano Pedrana ha salvato su Archive.org l’elenco completo dei link ora rimossi:

Nella versione inglese, invece, spiccano errori madornali come italian e italians scritto in minuscolo. In inglese tutti i sostantivi e aggettivi riferiti alle lingue e ai popoli vanno in maiuscolo: è una nozione da scuola media. Si scrive, per esempio, Do you speak English? Are you French? (https://www.italia.it/en; https://www.italia.it/en/open-to-meraviglia).

Capitolo 6. Gli errori nel testo

Bufale un tanto al chilo nota che è sbagliata l’affermazione fatta nel video, ossia che l’Italia sia “lo 0,5% della superficie terrestre”. Il valore reale è meno della metà, ossia lo 0,2%.

Capitolo 7. I costi di tutto questo

Secondo il Sole 24 Ore, “Il totale dell’investimento previsto da Enit per la campagna primavera/estate e autunno/inverno è di nove milioni di euro.” (https://www.ilsole24ore.com/art/turismo-venere-botticelli-testimonial-dell-italia-una-promozione-9-milioni-euro-AEEyjmJD).