Domani sera alle 21 sarò a Viareggio, alla Sala di Rappresentanza del Comune, per una conferenza-dibattito sulle tesi di complotto intorno agli eventi dell'11 settembre. Poi mi sposterò per il weekend a Montecatini, al Grand Hotel Vittoria, per la Reunion, che ha come ospiti Max Grodénchik, Aron Eisenberg (entrambi di Star Trek: Deep Space Nine) e Tim Rose (“è una trappola!” di Star Wars). Se ci sarete e volete che vi porti qualche copia di Luna? o di Moonscape, scrivetemi.
Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2012/11/29
Antibufala: il trucchetto contro il cancro alla tiroide
Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “accademias”.
Quest'appello risale almeno al 2011 ed è contrario ai fatti e potenzialmente pericoloso, per cui non è opportuno diffonderlo così com'è.
Ad aprile 2011, quando ha iniziato a circolare la versione originale inglese dell'appello, l'American College of Radiology e la Society of Breast Imaging hanno pubblicato una smentita, basata su ricerche come questa pubblicata sulla rivista specialistica Radiology, che spiegava che il rischio di cancro alla tiroide dovuto alle radiografie dentali e alle mammografie è praticamente nullo, perché la dose di radiazioni che colpisce la tiroide durante questi esami equivale a circa 30 minuti di radiazioni ambientali naturali.
L'uso sconsiderato di queste protezioni, per contro, potrebbe nascondere all'esame radiografico eventuali sintomi di malattia presenti nelle zone coperte dalla protezione tiroidea, per esempio nella parte superiore dei polmoni.
C'è anche il rischio che le persone, spaventate dal falso allarme diffuso da questa bufala, si rifiutino di fare prevenzione medica tramite mammografie periodiche e quindi aumentino il proprio rischio di malattia invece di diminuirlo.
I dettagli dell'appello sono descritti in inglese presso Snopes.com. Come accade spesso nelle bufale diffuse dal passaparola, questa storia fa leva sul pregiudizio diffuso che i medici siano tutti stupidi (tranne quando appaiono in televisione), sul pensiero magico di allontanare le malattie usando un semplice rituale in realtà inefficace e sul desiderio, purtroppo mal riposto, di aiutare gli altri con poca fatica inoltrando una mail.
Da far circolare fra donne e uomini che le informino
Ho da poco ricevuto una mail da un’amica belga che mi racconta di aver recentemente assistito ad una trasmissione televisiva, il dr. Oz show, nella quale quest’ultimo, parlando di un tipo di cancro che si sta diffondendo molto rapidamente tra le donne, il cancro della tiroide, ha affermato che questa crescita così rapida potrebbe essere dovuta alle radiografie dentali e alle mammografie. Ha dimostrato che il grembiule utilizzato nello studio del dentista per le radiografie è munito di un colletto che può essere alzato e posto intorno al collo. La maggior parte dei dentisti non si preoccupa di farlo, io non l’ho nemmeno mai visto. Esiste ugualmente una protezione per la tiroide che può essere utilizzata durante le mammografie. Casualmente la mia amica doveva fare la sua mammografia annuale alcuni giorni dopo. Mi racconta che, pur sentendosi un po’ ridicola, ha ugualmente domandato quanto ci fosse di vero in quello che aveva ascoltato alla televisione e il tecnico che le stava facendo la mammografia, ha estratto una protezione da un cassetto. Ad una sua domanda sul motivo per cui questa protezione non fosse usata d’ufficio, le è stato risposto che è prevista la richiesta da parte del paziente. Ma come si può richiedere una cosa di cui non si è al corrente? Se la mia amica non avesse assistito a quella trasmissione, non l’avrebbe mai saputo. E nemmeno io, e probabilmente nemmeno voi.
Bisogna far circolare questa informazione tra le nostre figlie, nipoti, madri e amiche.
Io lo sto facendo, se credete, fatelo anche voi.
Quest'appello risale almeno al 2011 ed è contrario ai fatti e potenzialmente pericoloso, per cui non è opportuno diffonderlo così com'è.
Ad aprile 2011, quando ha iniziato a circolare la versione originale inglese dell'appello, l'American College of Radiology e la Society of Breast Imaging hanno pubblicato una smentita, basata su ricerche come questa pubblicata sulla rivista specialistica Radiology, che spiegava che il rischio di cancro alla tiroide dovuto alle radiografie dentali e alle mammografie è praticamente nullo, perché la dose di radiazioni che colpisce la tiroide durante questi esami equivale a circa 30 minuti di radiazioni ambientali naturali.
L'uso sconsiderato di queste protezioni, per contro, potrebbe nascondere all'esame radiografico eventuali sintomi di malattia presenti nelle zone coperte dalla protezione tiroidea, per esempio nella parte superiore dei polmoni.
C'è anche il rischio che le persone, spaventate dal falso allarme diffuso da questa bufala, si rifiutino di fare prevenzione medica tramite mammografie periodiche e quindi aumentino il proprio rischio di malattia invece di diminuirlo.
I dettagli dell'appello sono descritti in inglese presso Snopes.com. Come accade spesso nelle bufale diffuse dal passaparola, questa storia fa leva sul pregiudizio diffuso che i medici siano tutti stupidi (tranne quando appaiono in televisione), sul pensiero magico di allontanare le malattie usando un semplice rituale in realtà inefficace e sul desiderio, purtroppo mal riposto, di aiutare gli altri con poca fatica inoltrando una mail.
2012/11/28
La dissonante sinfonia della follia atomica
Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “alemarzaro”.
Questo video dell'artista Isao Hashimoto mostra in forma grafica, al ritmo di un mese al secondo, tutte le bombe nucleari fatte esplodere dal 1945 al 1998.
L'inizio è lento ma terribile, con quel singolo test ad Alamogordo seguito prontamente dalle due bombe su Hiroshima e Nagasaki. Poi il conteggio inizia pian piano a crescere e accelerare, dapprima ad opera esclusiva degli Stati Uniti. Poi si aggiungono le altre potenze nucleari. Verso gli anni Sessanta c'è un parossismo di esplosioni che rende bene la disinvoltura e la follia di quel periodo.
Se qualcuno stava osservando il nostro pianeta da lontano, avrà pensato bene che non era il caso di prendere contatto con dei selvaggi che giocavano coi fiammiferi dentro una tinozza piena di benzina.
Questo video dell'artista Isao Hashimoto mostra in forma grafica, al ritmo di un mese al secondo, tutte le bombe nucleari fatte esplodere dal 1945 al 1998.
L'inizio è lento ma terribile, con quel singolo test ad Alamogordo seguito prontamente dalle due bombe su Hiroshima e Nagasaki. Poi il conteggio inizia pian piano a crescere e accelerare, dapprima ad opera esclusiva degli Stati Uniti. Poi si aggiungono le altre potenze nucleari. Verso gli anni Sessanta c'è un parossismo di esplosioni che rende bene la disinvoltura e la follia di quel periodo.
Se qualcuno stava osservando il nostro pianeta da lontano, avrà pensato bene che non era il caso di prendere contatto con dei selvaggi che giocavano coi fiammiferi dentro una tinozza piena di benzina.
2012/11/27
L’universo ha uno scopo? Risponde Neil DeGrasse Tyson
Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “f.momon*”.
One Minute Physics ha pubblicato questo video che illustra la garbata e profonda risposta dell'astrofisico Neil DeGrasse Tyson alla domanda “L'universo ha uno scopo?”.
“Non ne sono sicuro. Ma chiunque esprima una risposta più definitiva a questa domanda asserisce di avere accesso a conoscenze che non hanno basi empiriche. Questo modo di pensare, sorprendentemente persistente, comune alla maggior parte delle religioni e ad alcune branche della filosofia, ha fallito pesantemente nei propri passati tentativi di capire, e pertanto predire, il funzionamento dell'universo e il nostro ruolo in esso.
Affermare che l'universo ha uno scopo implica che vi sia un risultato desiderato. Ma chi compierebbe l'atto di desiderare? E quale sarebbe questo risultato desiderato? Che le forme di vita basate sul carbonio siano inevitabili? O che dei primati senzienti siano l'acme neurologico della vita?
Ovviamente gli esseri umani non sono stati presenti per fare queste domande per il 99,9999% della storia del cosmo. Quindi se lo scopo dell'universo era creare esseri umani, allora il cosmo è stato vergognosamente inefficiente nel farlo. E se lo scopo ulteriore dell'universo era creare una culla feconda per la vita, allora il nostro ambiente cosmico ha un modo molto strano di manifestarlo. La vita sulla Terra, nel corso di oltre tre miliardi e mezzo di anni d'esistenza, è stata aggredita incessantemente dalle fonti naturali di caos, morte e distruzione. La devastazione ecologica inflitta dai vulcani, dai cambiamenti climatici, terremoti, tsunami, tempeste, e in particolare gli asteroidi-killer hanno causato l'estinzione del 99,9% di tutte le specie mai vissute qui.
E che dire della vita umana in sé? Se siete persone religiose, potreste dichiarare che lo scopo della vita è servire Dio. Ma se siete uno dei cento miliardi di batteri che vivono e lavorano in un solo centimetro del vostro intestino crasso, potreste invece affermare che lo scopo della vita umana è fornirvi un ambiente vitale buio ma idilliaco e anaerobico di materia fecale.
Pertanto, in assenza di arroganza umana, l'universo appare sempre più casuale. Ogni volta che gli eventi che si dice siano per il nostro bene sono altrettanto numerosi quanto gli altri eventi che ci ucciderebbero, l'intenzionalità risulta difficile, se non impossibile, da affermare. Quindi anche se non posso affermare di sapere con certezza se l'universo abbia o no uno scopo, le argomentazioni contrarie sono solide e percepibili da chiunque veda l'universo per quello che è e non per quello che vorrebbe che fosse.“
One Minute Physics ha pubblicato questo video che illustra la garbata e profonda risposta dell'astrofisico Neil DeGrasse Tyson alla domanda “L'universo ha uno scopo?”.
“Non ne sono sicuro. Ma chiunque esprima una risposta più definitiva a questa domanda asserisce di avere accesso a conoscenze che non hanno basi empiriche. Questo modo di pensare, sorprendentemente persistente, comune alla maggior parte delle religioni e ad alcune branche della filosofia, ha fallito pesantemente nei propri passati tentativi di capire, e pertanto predire, il funzionamento dell'universo e il nostro ruolo in esso.
Affermare che l'universo ha uno scopo implica che vi sia un risultato desiderato. Ma chi compierebbe l'atto di desiderare? E quale sarebbe questo risultato desiderato? Che le forme di vita basate sul carbonio siano inevitabili? O che dei primati senzienti siano l'acme neurologico della vita?
Ovviamente gli esseri umani non sono stati presenti per fare queste domande per il 99,9999% della storia del cosmo. Quindi se lo scopo dell'universo era creare esseri umani, allora il cosmo è stato vergognosamente inefficiente nel farlo. E se lo scopo ulteriore dell'universo era creare una culla feconda per la vita, allora il nostro ambiente cosmico ha un modo molto strano di manifestarlo. La vita sulla Terra, nel corso di oltre tre miliardi e mezzo di anni d'esistenza, è stata aggredita incessantemente dalle fonti naturali di caos, morte e distruzione. La devastazione ecologica inflitta dai vulcani, dai cambiamenti climatici, terremoti, tsunami, tempeste, e in particolare gli asteroidi-killer hanno causato l'estinzione del 99,9% di tutte le specie mai vissute qui.
E che dire della vita umana in sé? Se siete persone religiose, potreste dichiarare che lo scopo della vita è servire Dio. Ma se siete uno dei cento miliardi di batteri che vivono e lavorano in un solo centimetro del vostro intestino crasso, potreste invece affermare che lo scopo della vita umana è fornirvi un ambiente vitale buio ma idilliaco e anaerobico di materia fecale.
Pertanto, in assenza di arroganza umana, l'universo appare sempre più casuale. Ogni volta che gli eventi che si dice siano per il nostro bene sono altrettanto numerosi quanto gli altri eventi che ci ucciderebbero, l'intenzionalità risulta difficile, se non impossibile, da affermare. Quindi anche se non posso affermare di sapere con certezza se l'universo abbia o no uno scopo, le argomentazioni contrarie sono solide e percepibili da chiunque veda l'universo per quello che è e non per quello che vorrebbe che fosse.“
– Neil DeGrasse Tyson
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religione
Preservativi usati cinesi negli elastici per capelli? Bufala
Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “linus88”.
Ha ripreso a circolare, in particolare su Facebook (per esempio qui e qui), la “notizia” che in Cina vengono venduti elastici per capelli fabbricati usando preservativi usati. A conferma viene citato un articolo del TGCom datato 2007.
Basterebbero però trenta secondi di Google per scoprire che la storia è una bufala: ne parlano da anni Snopes.com, UrbanLegends e Hoax-Slayer.
Sì, alcuni elastici per capelli fabbricati in Cina erano fatti con i preservativi. Ma si trattava di preservativi scartati, non usati. Scartati durante la lavorazione, non dopo essere stati utilizzati dagli acquirenti.
Per capire che la storia dei preservativi usati non si regge in piedi sarebbe bastato fermarsi a riflettere per un nanosecondo. Da dove verrebbero questi preservativi usati? Chi mai si prenderebbe la briga e avrebbe il pelo sullo stomaco di andare in giro a raccoglierli uno per uno dopo l'uso? Non è invece più credibile che una fabbrica di elastici per capelli usi gli scarti di produzione di una fabbrica di prodotti in lattice, risparmiando sui costi della materia prima?
Infatti un giornalista cinese ha indagato la faccenda e ha trovato che erano, appunto, scarti di lavorazione. La sua indagine risale al 2007. Cinque anni fa.
Complimenti, quindi, a tutti coloro (compresa l'agenzia AFP) che hanno diffuso questa bufala, che funziona splendidamente perché fa leva sulle emozioni forti: il disgusto e – diciamola tutta – il razzismo e la paura del diverso. Viene facile pensare “son cinesi, fanno qualunque sconcezza”. Se al posto dei cinesi ci fosse stata un'italianissima fabbrica di Bassano del Grappa, la storia non sarebbe stata altrettanto emotivamente credibile.
Ha ripreso a circolare, in particolare su Facebook (per esempio qui e qui), la “notizia” che in Cina vengono venduti elastici per capelli fabbricati usando preservativi usati. A conferma viene citato un articolo del TGCom datato 2007.
Basterebbero però trenta secondi di Google per scoprire che la storia è una bufala: ne parlano da anni Snopes.com, UrbanLegends e Hoax-Slayer.
Sì, alcuni elastici per capelli fabbricati in Cina erano fatti con i preservativi. Ma si trattava di preservativi scartati, non usati. Scartati durante la lavorazione, non dopo essere stati utilizzati dagli acquirenti.
Per capire che la storia dei preservativi usati non si regge in piedi sarebbe bastato fermarsi a riflettere per un nanosecondo. Da dove verrebbero questi preservativi usati? Chi mai si prenderebbe la briga e avrebbe il pelo sullo stomaco di andare in giro a raccoglierli uno per uno dopo l'uso? Non è invece più credibile che una fabbrica di elastici per capelli usi gli scarti di produzione di una fabbrica di prodotti in lattice, risparmiando sui costi della materia prima?
Infatti un giornalista cinese ha indagato la faccenda e ha trovato che erano, appunto, scarti di lavorazione. La sua indagine risale al 2007. Cinque anni fa.
Complimenti, quindi, a tutti coloro (compresa l'agenzia AFP) che hanno diffuso questa bufala, che funziona splendidamente perché fa leva sulle emozioni forti: il disgusto e – diciamola tutta – il razzismo e la paura del diverso. Viene facile pensare “son cinesi, fanno qualunque sconcezza”. Se al posto dei cinesi ci fosse stata un'italianissima fabbrica di Bassano del Grappa, la storia non sarebbe stata altrettanto emotivamente credibile.
2012/11/26
Manichini bionici e altre storie nel podcast di venerdì
Nella puntata del Disinformatico radiofonico di venerdì scorso, scaricabile come podcast qui, ho parlato dello skeuomorfismo, della primissima webcam nata per sorvegliare una brocca di caffè, delle licenze di Windows 8 regalate per errore da Microsoft, dei negozi che offrono autoritratti solidi grazie alle stampanti 3D e dei manichini bionici che sorvegliano e analizzano i clienti.
2012/11/25
Doctor Who spiegato in poche parole
“No, guarda, c'è una scatola blu. È più grande dentro che fuori. Può andare ovunque nel tempo e nello spazio e a volte va persino dove vorrebbero che andasse. E quando arriva, c'è dentro un tizio che si chiama Il Dottore e ci sarà qualcosa che non va e lui farà del suo meglio per sistemarla e forse ci riuscirà perché è un grande. Ora siediti, sta' zitto e guardati Blink.”
Citazione originale e video: “No, look, there's a blue box. It's bigger on the inside than it is on the outside. It can go anywhere in time and space and sometimes even where it's meant to go. And when it turns up, there's a bloke in it called The Doctor and there will be stuff wrong and he will do his best to sort it out and he will probably succeed 'cause he's awesome. Now sit down, shut up, and watch 'Blink'.”
– Neil Gaiman, alla WonderCon 2011, in risposta a
chi gli chiedeva di spiegare Doctor Who ai non iniziati.
chi gli chiedeva di spiegare Doctor Who ai non iniziati.
Citazione originale e video: “No, look, there's a blue box. It's bigger on the inside than it is on the outside. It can go anywhere in time and space and sometimes even where it's meant to go. And when it turns up, there's a bloke in it called The Doctor and there will be stuff wrong and he will do his best to sort it out and he will probably succeed 'cause he's awesome. Now sit down, shut up, and watch 'Blink'.”
2012/11/24
Si parla di Luna a Chiasso stasera
Ieri a Chiasso, presso la Sala-Cine Excelsior, si è aperta la mostra di astronautica e astronomia “Da Galileo alla conquista della luna”, ricca di modelli e di una replica della tuta usata per il primo sbarco sulla Luna. C'è anche un meteorite di 15 chili.
La mostra, organizzata da PerUnaNuovaCultura.ch, è a ingresso gratuito grazie al lavoro dei volontari e al contributo degli sponsor, rimane aperta fino al 5 dicembre e include vari eventi e conferenze nel suo programma.
Stasera alle 20:30 sarò in compagnia di Luigi Pizzimenti, uno dei principali esperti e collezionisti italiani di cimeli delle missioni spaziali (Collectionspace.it) e amico personale di molti degli astronauti protagonisti dell'era Apollo e Skylab, per una conferenza, intitolata “Progetto Apollo: il grande sogno dell'uomo”, che rievocherà gli sbarchi lunari con chicche e aneddoti freschi provenienti dal nostro incontro con gli astronauti poche settimane fa.
Luigi Pizzimenti tornerà anche sabato 1 dicembre, alle 20:30, con una conferenza astronautica dal taglio inconsueto e stimolante: “Cosa pensano di Dio gli astronauti?”. Marco Blaser ed Eugenio Bigatto (conduttori storici della diretta del primo sbarco sulla Luna per la televisione svizzera italiana) saranno presenti il 5 dicembre, alle 20:30, per rievocare “Il brivido di quella notte”.
Gli appuntamenti della mostra, però, non si esauriscono qui: ci sono anche laboratori e conferenze dedicate ai giovanissimi, proiezioni di film e spettacoli teatrali. Ci vediamo!
La mostra, organizzata da PerUnaNuovaCultura.ch, è a ingresso gratuito grazie al lavoro dei volontari e al contributo degli sponsor, rimane aperta fino al 5 dicembre e include vari eventi e conferenze nel suo programma.
Stasera alle 20:30 sarò in compagnia di Luigi Pizzimenti, uno dei principali esperti e collezionisti italiani di cimeli delle missioni spaziali (Collectionspace.it) e amico personale di molti degli astronauti protagonisti dell'era Apollo e Skylab, per una conferenza, intitolata “Progetto Apollo: il grande sogno dell'uomo”, che rievocherà gli sbarchi lunari con chicche e aneddoti freschi provenienti dal nostro incontro con gli astronauti poche settimane fa.
Luigi Pizzimenti tornerà anche sabato 1 dicembre, alle 20:30, con una conferenza astronautica dal taglio inconsueto e stimolante: “Cosa pensano di Dio gli astronauti?”. Marco Blaser ed Eugenio Bigatto (conduttori storici della diretta del primo sbarco sulla Luna per la televisione svizzera italiana) saranno presenti il 5 dicembre, alle 20:30, per rievocare “Il brivido di quella notte”.
Gli appuntamenti della mostra, però, non si esauriscono qui: ci sono anche laboratori e conferenze dedicate ai giovanissimi, proiezioni di film e spettacoli teatrali. Ci vediamo!
2012/11/23
Stasera sarò a Lecco per i fallimenti dei tecnoprofeti
Questa sera alle 21 sarò ospite del Planetario di Lecco, in Corso Matteotti 32, per una conferenza intitolata “È difficile fare previsioni, specialmente per il futuro”: una carrellata semiseria sulle visioni del futuro che ci arrivano dal passato, sui migliori fallimenti di chi ha provato a prevedere razionalmente l'avvenire della tecnologia e della società e su cosa possiamo imparare da questi flop per evitare di ripeterli e avere un'idea meno nebulosa di dove stiamo andando. L'ingresso è libero. Porterò con me un po' di copie dell'edizione aggiornata del mio libro “Luna?”.
Manca un mese alla fine del mondo e non so cosa mettermi
L'altroieri sera sono stato ospite della Società Ticinese di Scienze Naturali presso l'Auditorium dell’Università della Svizzera italiana a Lugano per parlare delle tesi di catastrofe attribuite ai Maya per il 21 o 23 dicembre 2012. Qui sotto trovate il video integrale della conferenza.
Per via del piazzamento del radiomicrofono della mia videocamera, le parole iniziali del moderatore Giovanni Pellegri e le domande del pubblico hanno un po' di rimbombo e sono poco udibili, e me ne scuso; meglio di così, con i miei modesti mezzi, non ho potuto fare.
Potete vedere il video a maggiore risoluzione qui su Vimeo. Buona visione.
Per via del piazzamento del radiomicrofono della mia videocamera, le parole iniziali del moderatore Giovanni Pellegri e le domande del pubblico hanno un po' di rimbombo e sono poco udibili, e me ne scuso; meglio di così, con i miei modesti mezzi, non ho potuto fare.
Potete vedere il video a maggiore risoluzione qui su Vimeo. Buona visione.
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2012/11/20
La sottile piaga delle iscrizioni automatiche ai gruppi di Facebook
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Avete presente quei taglietti che ci si fa a volte con il bordo di un foglio di carta? Sottili e certamente non letali, ma enormemente fastidiosi e irritanti. Ecco, per me le iscrizioni ai gruppi di Facebook sono la stessa cosa. Soprattutto perché non si tratta di inviti, ma di iscrizioni automatiche. Ci si trova iscritti senza aver dato alcun consenso. E bisogna dis-iscriversi manualmente (la gestione dei gruppi è qui). Una bella dimostrazione di quanto Facebook abbia rispetto per il nostro tempo. L'unica consolazione è che una volta che ci si è dis-iscritti da un gruppo, non è più possibile essere reiscritti automaticamente.
Se non guardate con attenzione le notifiche di Facebook e se non attivate l'invio di una mail di notifica (nelle Impostazioni di notifica), come quella qui sopra, potete trovarvi iscritti a un gruppo senza neanche saperlo. Questo permette ai malintenzionati di fare scherzi e causare danni alla reputazione anche seri, per esempio iscrivendo una persona a un gruppo pubblico intitolato “Le cose buone che ha fatto Hitler” oppure “A morte i gay”. Oppure iscrivendo una persona a un gruppo dal nome innocuo e poi cambiando il nome del gruppo in qualcosa di imbarazzante o illegale.
È vero che soltanto gli utenti ai quali abbiamo concesso l'amicizia su Facebook possono iscriverci a un gruppo (con alcune eccezioni). Ma visto che è diffusissima l'abitudine di dare l'amicizia a chiunque, semplicemente per la gratificazione di avere un numero alto di “amici” o per dissimulare gli amici veri tra quelli virtuali (in modo da non dare a Facebook la rete esatta delle proprie amicizie), il rischio è molto diffuso.
Che io sappia, non c'è modo di dire a Facebook di non accettare queste iscrizioni e trasformarle qui, più civilmente, in inviti. L'unica tecnica, abbastanza drastica, che ho visto suggerire è iscriversi preventivamente a un numero molto alto di gruppi fittizi, in modo da raggiungere il limite massimo di gruppi ai quali si può essere iscritti. In questo modo, quando qualcuno ci iscrive a un gruppo, Facebook rifiuta l'iscrizione. Il limite dovrebbe essere 300, ma non ho modo di verificare senza fare esperimenti piuttosto tediosi.
Se qualcuno ha qualche idea in merito, i commenti sono a disposizione.
Avete presente quei taglietti che ci si fa a volte con il bordo di un foglio di carta? Sottili e certamente non letali, ma enormemente fastidiosi e irritanti. Ecco, per me le iscrizioni ai gruppi di Facebook sono la stessa cosa. Soprattutto perché non si tratta di inviti, ma di iscrizioni automatiche. Ci si trova iscritti senza aver dato alcun consenso. E bisogna dis-iscriversi manualmente (la gestione dei gruppi è qui). Una bella dimostrazione di quanto Facebook abbia rispetto per il nostro tempo. L'unica consolazione è che una volta che ci si è dis-iscritti da un gruppo, non è più possibile essere reiscritti automaticamente.
Se non guardate con attenzione le notifiche di Facebook e se non attivate l'invio di una mail di notifica (nelle Impostazioni di notifica), come quella qui sopra, potete trovarvi iscritti a un gruppo senza neanche saperlo. Questo permette ai malintenzionati di fare scherzi e causare danni alla reputazione anche seri, per esempio iscrivendo una persona a un gruppo pubblico intitolato “Le cose buone che ha fatto Hitler” oppure “A morte i gay”. Oppure iscrivendo una persona a un gruppo dal nome innocuo e poi cambiando il nome del gruppo in qualcosa di imbarazzante o illegale.
È vero che soltanto gli utenti ai quali abbiamo concesso l'amicizia su Facebook possono iscriverci a un gruppo (con alcune eccezioni). Ma visto che è diffusissima l'abitudine di dare l'amicizia a chiunque, semplicemente per la gratificazione di avere un numero alto di “amici” o per dissimulare gli amici veri tra quelli virtuali (in modo da non dare a Facebook la rete esatta delle proprie amicizie), il rischio è molto diffuso.
Che io sappia, non c'è modo di dire a Facebook di non accettare queste iscrizioni e trasformarle qui, più civilmente, in inviti. L'unica tecnica, abbastanza drastica, che ho visto suggerire è iscriversi preventivamente a un numero molto alto di gruppi fittizi, in modo da raggiungere il limite massimo di gruppi ai quali si può essere iscritti. In questo modo, quando qualcuno ci iscrive a un gruppo, Facebook rifiuta l'iscrizione. Il limite dovrebbe essere 300, ma non ho modo di verificare senza fare esperimenti piuttosto tediosi.
Se qualcuno ha qualche idea in merito, i commenti sono a disposizione.
2012/11/18
Nana Visitor (Kira di “Deep Space Nine”) alla Deepcon
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
La Deepcon 14, raduno degli appassionati e dei professionisti della fantascienza e del fantastico, si terrà a Fiuggi, al Centro Congressi Ambasciatori, dal 14 al 17 marzo 2013 e avrà come ospite Nana Visitor, interprete del colonnello Kira Nerys in “Star Trek: Deep Space Nine”, serie di cui ricorre il ventennale.
Nana è solo il primo degli ospiti confermati: per gli aggiornamenti e tutti i dettagli della Deepcon visitate il sito del club Deep Space One che organizza il raduno e prenotatevi per tempo.
La Deepcon 14, raduno degli appassionati e dei professionisti della fantascienza e del fantastico, si terrà a Fiuggi, al Centro Congressi Ambasciatori, dal 14 al 17 marzo 2013 e avrà come ospite Nana Visitor, interprete del colonnello Kira Nerys in “Star Trek: Deep Space Nine”, serie di cui ricorre il ventennale.
Nana è solo il primo degli ospiti confermati: per gli aggiornamenti e tutti i dettagli della Deepcon visitate il sito del club Deep Space One che organizza il raduno e prenotatevi per tempo.
Disinformatico radio, podcast del 2012/11/16
È pronto da scaricare il podcast della puntata di ieri del Disinformatico radiofonico che ho realizzato per la Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera.
In questa puntata ho parlato di 100,000 Stars, ossia la demo astronomica per Google Chrome (Phil Plait ha un bell'articolo sullo stesso tema); di Max Schrems, lo studente austriaco che sta imponendo a Facebook il rispetto delle leggi europee sulla privacy (perché la sede di Facebook responsabile per l'Europa non è in USA, ma in Irlanda); di Skype violabile usando solo la mail della vittima; e di tecniche di protezione degli account. La parola di Internet di questa settimana è BYOD.
In questa puntata ho parlato di 100,000 Stars, ossia la demo astronomica per Google Chrome (Phil Plait ha un bell'articolo sullo stesso tema); di Max Schrems, lo studente austriaco che sta imponendo a Facebook il rispetto delle leggi europee sulla privacy (perché la sede di Facebook responsabile per l'Europa non è in USA, ma in Irlanda); di Skype violabile usando solo la mail della vittima; e di tecniche di protezione degli account. La parola di Internet di questa settimana è BYOD.
2012/11/17
Big Bang Theory, il flashmob esteso
Il video del flashmob organizzato dal cast di Big Bang Theory ha già ottenuto cinque milioni di visualizzazioni su Youtube in pochi giorni:
Ma c'è anche una versione parecchio più lunga e completa in cui si vede meglio il ruolo dei vari attori: buon divertimento!
Ma c'è anche una versione parecchio più lunga e completa in cui si vede meglio il ruolo dei vari attori: buon divertimento!
2012/11/15
Aborto salvavita negato in Irlanda: qualche info
Prima di precipitarsi a giudicare la notizia dell'aborto negato in Irlanda a Savita Halappanavar che sta approdando anche sui giornali italiani, consiglio di leggere queste info di una ginecologa, Jen Gunter, gli appunti di Ben Goldacre e questo sunto di Michael Nugent.
Dall'articolo di Nugent segnalo in particolare questa nota: “In 1992, the Irish people held a constitutional referendum to allow women to travel outside of the state”. Un referendum per dare alle donne il diritto di andare all'estero? Seriamente? Se qualcuno ha dettagli, li segnali nei commenti.
Dall'articolo di Nugent segnalo in particolare questa nota: “In 1992, the Irish people held a constitutional referendum to allow women to travel outside of the state”. Un referendum per dare alle donne il diritto di andare all'estero? Seriamente? Se qualcuno ha dettagli, li segnali nei commenti.
2012/11/12
Un po’ di appuntamenti
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2012/11/15.
In questo periodo sono un po' girovago. Domani parlerò dei rischi e delle opportunità di Internet alle 11 all'Istituto Magistrale Bellini di Novara, in un incontro riservato agli studenti, e alle 15 al Castello di Galliate nell'ambito di Avventure di Carta, manifestazione aperta a tutti.
Giovedì 15 novembre alle 18 parteciperò a Scientifica 2012 a Torino.
Venerdì alle 14:30 sarò a Bellinzona come moderatore sui temi del diritto d'autore e delle libertà digitali alla Sessione dei Giovani.
Sabato 17 novembre alle 12 sarò invece in compagnia di Massimo Mantellini (Manteblog), Antonio Franzi (RSI) e Maria Carla Cebrelli (Varesenews) a Varese, alla Sala Campiotti della Camera di Commercio, in piazza Monte Grappa 5, per un incontro-dibattito intitolato “Senza frontiere: tra Svizzera e Italia con portali, radio, TV e servizi diversi”, nell'ambito dei tre giorni di Glocalnews, il festival del giornalismo online organizzato da Varesenews. Tutti i dettagli sono sul sito dell'evento, Glocal12.it.
In questo periodo sono un po' girovago. Domani parlerò dei rischi e delle opportunità di Internet alle 11 all'Istituto Magistrale Bellini di Novara, in un incontro riservato agli studenti, e alle 15 al Castello di Galliate nell'ambito di Avventure di Carta, manifestazione aperta a tutti.
Giovedì 15 novembre alle 18 parteciperò a Scientifica 2012 a Torino.
Venerdì alle 14:30 sarò a Bellinzona come moderatore sui temi del diritto d'autore e delle libertà digitali alla Sessione dei Giovani.
Sabato 17 novembre alle 12 sarò invece in compagnia di Massimo Mantellini (Manteblog), Antonio Franzi (RSI) e Maria Carla Cebrelli (Varesenews) a Varese, alla Sala Campiotti della Camera di Commercio, in piazza Monte Grappa 5, per un incontro-dibattito intitolato “Senza frontiere: tra Svizzera e Italia con portali, radio, TV e servizi diversi”, nell'ambito dei tre giorni di Glocalnews, il festival del giornalismo online organizzato da Varesenews. Tutti i dettagli sono sul sito dell'evento, Glocal12.it.
2012/11/11
La mappa interattiva e aperta delle scuole italiane a rischio sismico
Wired Italia ha pubblicato un bell'esempio di giornalismo di precisione o computer assisted reporting: la mappa italiana del rischio sismico per le scuole italiane. Realizzata e pubblicata in Creative Commons, con dati aperti. Perché intanto che i governi e i burocrati dormono e nascondono la propria ignoranza e pigrizia dietro la foglia di fico delle leggi sulla privacy, c'è chi si rimbocca le maniche e lavora.
Questa è Internet, gerontocrati: imparatela o ne verrete digeriti ed espulsi.
Questa è Internet, gerontocrati: imparatela o ne verrete digeriti ed espulsi.
Giornalisti che copiate dal Daily Mail, guardate questo video
Giornalisti che copiate gli articoli dal Daily Mail: Martin Robbins ha qualche avvertenza per voi sul modo in cui il Mail manipola le notizie, pubblica “statistiche” inventate di sana pianta e sconfina nell'istigazione alla pedofilia.
Una delle battute migliori è riferita al Mail, ma vale per tante testate di tutto il pianeta e anche (con leggere varianti) per qualche comico italiano recentemente riciclatosi in politica: “Un tempo odiavano tutta Internet, poi hanno scoperto che ci potevano pubblicare foto di tette e farci un pacco di soldi. Da allora odiano soltanto i social network.” (12:45)
Sì, lo so: il video è in inglese. Ma se copiate dal Daily Mail sapete l'inglese, vero? :-)
Una delle battute migliori è riferita al Mail, ma vale per tante testate di tutto il pianeta e anche (con leggere varianti) per qualche comico italiano recentemente riciclatosi in politica: “Un tempo odiavano tutta Internet, poi hanno scoperto che ci potevano pubblicare foto di tette e farci un pacco di soldi. Da allora odiano soltanto i social network.” (12:45)
Sì, lo so: il video è in inglese. Ma se copiate dal Daily Mail sapete l'inglese, vero? :-)
2012/11/10
Buon compleanno, Carl Sagan!
Ieri sarebbe stato il settantottesimo compleanno dell'astronomo e astrofisico Carl Sagan, uno dei pochi grandi poeti della scienza. C'è chi propone di chiamare Carl Sagan Day il 9 novembre e chi organizza eventi di divulgazione scientifica per celebrare la ricorrenza.
Da parte mia vorrei segnalare questo video di Reid Gower, The Frontier is Everywhere, tratto dal progetto Sagan Series, che monta immagini meravigliose e la musica di Michael Marantz sulle parole di Sagan. Godetevelo in alta definizione, se potete.
Tenterò di tradurre in italiano le parole potenti di Sagan, ma l'inglese originale è difficile da eguagliare.
La mia traduzione:
Da parte mia vorrei segnalare questo video di Reid Gower, The Frontier is Everywhere, tratto dal progetto Sagan Series, che monta immagini meravigliose e la musica di Michael Marantz sulle parole di Sagan. Godetevelo in alta definizione, se potete.
Tenterò di tradurre in italiano le parole potenti di Sagan, ma l'inglese originale è difficile da eguagliare.
The Frontier is Everywhere
We were hunters and foragers, the frontier was everywhere. We were bounded only by the earth, and the ocean, and the sky. The open road still softly calls. Our little terraqueous globe is the madhouse of those hundred, thousand, millions of worlds. We who cannot even put our own planetary home in order, riven with rivalries and hatreds, are we to venture out into space? By the time we're ready to settle even the nearest other planetary systems, we will have changed. The simple passage of so many generations will have changed us. Necessity will have changed us. We're an adaptable species. It will not be we who reach Alpha Centauri and the other nearby stars; it will be a species very like us but with more of our strengths and fewer of our weaknesses. More confident, far seeing, capable, and prudent. For all our failings, despite our limitations and fallibilities, we humans are capable of greatness.
What new wonders undreamt of in our time will we have wrought in another generation? And another? How far will our nomadic species have wandered by the end of the next century? And the next millennium? Our remote descendants, safely arrayed on many worlds through the solar system and beyond, will be unified. By their common heritage, by their regard for their home planet, and by the knowledge that whatever other life may be, the only humans in all the universe come from Earth.
They will gaze up and strain to find the blue dot in their skies. They will marvel at how vulnerable the repository of all our potential once was. How perilous our infancy. How humble our beginnings. How many rivers we had to cross before we found our way.
La mia traduzione:
La frontiera è ovunque
Eravamo cacciatori e cercatori; la frontiera era ovunque. I nostri confini erano soltanto la terra e l'oceano e il cielo. I sentieri aperti verso lande lontane ancora ci chiamano dolcemente. Il nostro piccolo globo terracqueo è il manicomio di quelle centinaia, migliaia, milioni di mondi. Noi che non riusciamo nemmeno a mettere ordine nella nostra casa planetaria, spaccati da rivalità e odi, dovremmo avventurarci nello spazio? Quando saremo pronti a colonizzare anche soltanto i sistemi planetari più vicini, saremo cambiati. Il semplice avvicendarsi di così tante generazioni ci avrà cambiato. Ci avrà cambiato la necessità. Siamo una specie adattabile. Non saremo noi a raggiungere Alfa Centauri e le altre stelle vicine; lo farà una specie molto simile a noi, ma più ricca dei nostri punti di forza e meno gravata dalle nostre debolezze. Più sicura di sé, più lungimirante, più capace e prudente. Nonostante tutte le nostre manchevolezze, nonostante le nostre limitazioni e fallibilità, noi umani siamo capaci di cose grandiose.
Quali nuove meraviglie, neppure sognate oggi, avremo forgiato tra una generazione? E tra due? Quanto lontano avrà vagato la nostra nomadica specie entro la fine del prossimo secolo? E del prossimo millennio? I nostri lontani discendenti, distribuiti al sicuro su vari mondi nel sistema solare e oltre, saranno uniti. Uniti dalla propria eredità condivisa, dalla cura per il proprio pianeta natio, e dalla consapevolezza che qualunque altra vita vi sia, gli unici esseri umani in tutto l'universo provengono dalla Terra.
Alzeranno lo sguardo e si sforzeranno di trovare nei propri cieli il puntino azzurro. Si stupiranno di quanto fosse vulnerabile, un tempo, la culla di tutto il nostro potenziale. Di quanto fu colma di pericoli la nostra infanzia. Di quanto furono umili i nostri esordi. Di quanti fiumi dovemmo attraversare prima di trovare la nostra via.
2012/11/09
Disinformatico radio di oggi, podcast pronto
È disponibile per lo scaricamento il podcast della puntata di oggi del Disinformatico radiofonico che ho condotto per la Rete Tre della RSI. Ho parlato dell'addio a Messenger sostituito da Skype, della truffa via SMS che promettono prodotti Apple in regalo, degli avvisi di reset di Twitter, della bufala di Bush che avrebbe votato per Obama per errore e dell'allarme-bufala di Corriere e Panorama per un presunto asteroide in collisione con la Terra. Per la serie sulle parole di Internet ho descritto troll e patent troll.
2012/11/07
Qualche immagine dal rollover dello Shuttle Atlantis
Eccovi qualche fotogramma dalle mie riprese del rollover (messa a dimora nel museo) della navetta Atlantis al Kennedy Space Center pochi giorni fa.
Disinformatico radio: miniguida a Google
Sono rientrato al Maniero Digitale, strapieno di immagini e video dello Shuttle Atlantis e dei veterani delle missioni Apollo e con gli occhi colmi di ricordi straordinari. Datemi qualche giorno per riprendermi.
Intanto segnalo che è scaricabile la puntata del Disinformatico radiofonico andata in onda venerdì 2 alla RSI: è dedicata interamente a trucchi e chicche di Google ed è accompagnata da una miniguida scaricabile (PDF).
Intanto segnalo che è scaricabile la puntata del Disinformatico radiofonico andata in onda venerdì 2 alla RSI: è dedicata interamente a trucchi e chicche di Google ed è accompagnata da una miniguida scaricabile (PDF).
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