Rainews ha scritto (copia su Archive.org) che sarebbe stata ritrovata e messa all’asta “l’unica videocassetta originale rimasta dei primi passi dell’uomo sulla Luna”.
Già a questo punto della notizia è inutile perdere tempo a leggere il resto, perché è chiaramente scritta da qualcuno che non sa la differenza fra bobina di nastro e videocassetta e pensa che nel 1969 si usassero già disinvoltamente le videocassette. Va un pochino meglio con Repubblica (copia su Archive.org), che parla di “uniche bobine originali dello sbarco sulla Luna”. Ma è sbagliato lo stesso.
Infatti se lasciamo perdere e andiamo direttamente alla fonte, che ovviamente Rainews e Repubblica non si degnano di linkare (suvvia, gente, siamo nel 2019 e siamo su Internet, mica al Televideo o sulla carta stampata: si possono anche usare i link), emerge una storia nettamente diversa.
La fonte originale è Sotheby’s (copia su Archive.org), che spiega infinitamente meglio le cose. Si tratta infatti di bobine (non videocassette) di nastro magnetico da due pollici, che contengono immagini più nitide e con un contrasto migliore di quello visto sui teleschermi domestici quella notte di cinquant’anni fa:
“three reels of 2-inch Quadruplex videotape transport viewers to the big screen monitor at Mission Control, with images clearer and with better contrast than those that the more than half-billion-person television audience witnessed that momentous July day on their home sets.”
Va chiarito subito che questi non sono i famosi “nastri perduti” dell’allunaggio: quelli erano speciali nastri di telemetria multitraccia, sui quali era registrato anche il segnale video diretto, fuori standard, che arrivava dalla Luna, come raccontato in dettaglio in questa sezione del mio libro online Luna? Sì, ci siamo andati!
Queste tre bobine sono invece, nella migliore delle ipotesi, delle buone copie di seconda generazione, ottenute registrando non il segnale diretto che arrivava alla Luna ma la sua versione convertita al formato standard NTSC, ottenuta mettendo una normale telecamera televisiva davanti a un monitor ad alta persistenza sul quale venivano mostrate le immagini ricevute dalla Luna. Questo sistema, rozzo ma funzionale (oltre che unico disponibile all’epoca), causò una drastica perdita di qualità delle immagini.
Le bobine, secondo Sotheby’s, recano la dicitura “APOLLO 11 EVA | July 20, 1969 REEL 1 [–3]” e “VR2000 525 Hi Band 15 ips”, che sono guarda caso le stesse parole presenti sulle etichette di questa figura del mio libro, che ho tratto anni fa dal sito della DC Video, che (guarda caso ancora una volta) è la ditta citata da Sotheby’s (“In October 2008, George’s videotapes were played at DC Video, very possibly for the first time since they had been recorded”):
Sotheby’s dice che a dicembre 2008 questi nastri sono stati convertiti in formato digitale non compresso (“digitized directly to 10-bit uncompressed files, retaining their original 525 SD4/3 specifications and downloaded onto a one terabyte hard drive (which is included as a part of the sale of these three reels of videotape)”).
Dopo la pubblicazione iniziale di questo articolo mi è arrivata la risposta di alcuni esperti del settore che avevo contattato: mi hanno confermato che il gruppo esperto di ricerca che si era occupato del caso dei nastri originali perduti era già a conoscenza di queste bobine, registrate in formato NTSC a 525 linee a Houston, e le aveva già valutate, più di dieci anni fa, nell’ambito del progetto di restauro di queste immagini. Questi esperti hanno aggiunto che non si tratta affatto di esemplari unici: ci sono numerose copie analoghe.
In altre parole, non si tratta di videocassette, non si tratta di originali e non si tratta di esemplari unici. Questi nastri erano già ben conosciuti e non offrono nessuna miglioria, in termini di qualità o contenuti, rispetto alla diretta TV restaurata che abbiamo già. Pensateci bene prima di fare un’offerta all’asta.
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