L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2014/09/05.
L’azienda farmaceutica MERCK ha confessato, la tragedia mondiale che sembrava frutto di una mente squilibrata purtroppo invece è una realtà con cui bisognerà confrontarsi. L’azienda ha ammesso di aver inoculato il virus del cancro per mezzo dei vaccini.
La scioccante intervista ovviamente censurata, condotta dallo studioso di storia medica Edward Shorter per la televisione pubblica di Boston WGBH e la Blackell Science, è stata tagliata dal libro “The Health Century” proprio a causa del suoi contenuti, l’ammissione che la Merck ha tradizionalmente iniettato il virus micidiale (SV40 ed altri) capace di provocare il cancro, nella popolazione di tutto il mondo.
È un brano tratto dall'allarme che viene pubblicato senza alcuna verifica preliminare da
tanti siti di
“informazione alternativa” (curiosa etichetta che non considera che l'alternativa all'informazione è la
stronzata) e rimbalza su Facebook grazie all'ingenuità e alla faciloneria degli utenti.
Seriamente. Pensateci un secondo.
Se davvero una casa farmaceutica fosse così spietata da iniettare il cancro, perché mai sarebbe così cretina da ammetterlo pubblicamente? A che pro? Sarebbe un autogol di proporzioni monumentali. E se l'intervista è stata
“censurata”, come mai invece siamo al corrente della sua esistenza e viene pubblicata?
I fatti accertati, tanto per cambiare, sono radicalmente differenti da come vengono raccontati nell'appello.
La Merck usò per errore, e smise di usare già oltre cinquant'anni fa quando se ne accorse, un vaccino contaminato da un virus che forse era cancerogeno. Una cosa ben diversa dall'aver “inoculato il virus del cancro per mezzo dei vaccini” e dall'averlo fatto “tradizionalmente” e intenzionalmente come dice l'appello.
Questo è quello che emerge da una
ricerca di Wired datata 2007: fra il 1955 e il 1963 un vaccino antipolio prodotto dalla Merck risultò essere contaminato dall'SV40, un virus che faceva parte degli ingredienti necessari per ottenere il vaccino antipolio ed è
sospettato (per ora senza conferme; altro che
“micidiale”) di essere in grado di creare tumori nell'uomo.
L'allarme fu lanciato da Maurice Hilleman, della Merck, e la contaminazione fu risolta. Si sa che quel tipo di vaccino contaminato fu inoculato a circa 100 milioni di americani e a un numero elevatissimo di abitanti di altri paesi, ma non si sa se abbia innescato il cancro nelle persone inoculate. Si sa, però, che le ha messe al riparo dalla poliomielite.
Questo episodio vuol dire che dobbiamo rinunciare ai vaccini? Assolutamente no.
Attaccarsi a un errore di cinquant'anni fa (un'eternità, in medicina) per condannare in blocco i vaccini è come rinunciare alla corrente elettrica perché una volta avete preso la scossa. L'errore della Merck è, semmai, un promemoria del fatto che i vaccini e la loro produzione non sono un gioco da ragazzi e hanno bisogno di controlli qualitativi severissimi e di essere utilizzati in modo responsabile.
I vaccini sono una delle più grandi invenzioni dell'umanità. Chi è giovane oggi non ricorda quando non c'erano e quindi malattie come il vaiolo o la
poliomielite facevano stragi e lasciavano
menomazioni terribili. Provate a parlarne con chi ha qualche decennio sulle spalle e capirete. Rinunciare alla protezione dei vaccini contro malattie reali e letali perché avete letto su Facebook che i vaccini fanno male sarebbe un gesto supremamente idiota che danneggerebbe tutti.
Aggiornamento (2013/09/14)
È un tweet dell'attrice Mia Farrow:
“I miei figli sono stati vaccinati puntualmente. Tutti tranne uno. Aveva sei anni quando l'ho adottato. La poliomielite l'ha trovato prima di me. È paraplegico. Vaccinate i vostri figli.”
Aggiornamento (2014/09/05)
È passato un anno e la bufala gira ancora: adesso l'ha ripubblicata pari pari
Affaritaliani.it, senza ovviamente fare il minimo controllo giornalistico prima di sparare la notizia da panico. Applausi. Il giornalismo si uccide anche così, una stronzata alla volta.