Stasera (29 ottobre) alle 21 sarò alla sala Don Bosco dell'Istituto Rainerum - Salesiani Don Bosco, in via Carducci 7 a Bolzano, per un incontro aperto al pubblico sull'uso e abuso dei nuovi media e dei social network intitolato "Mio figlio è al sicuro su Internet: ha l'antivirus!".
Porterò con me qualche copia a colori del mio libro "Luna? Sì, ci siamo andati!", con relativo DVD contenente 1400 foto ad alta risoluzione della missione Apollo 11 e le immagini del libro, e qualche DVD dell'edizione preliminare aggiornata del documentario Contact Light. Se siete in zona e avete già contribuito al progetto, vi spetta una copia di Contact Light: portate la mail di ricevuta della donazione. I dettagli sono qui.
Un blog di Paolo Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale
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2010/10/28
Crononauti come se piovesse?
Lui non viene dal futuro, ma la notizia viene dal passato
Per tutti coloro che mi stanno segnalando questo servizio di Yahoo Notizie che parla della fotografia mostrata qui accanto, ipotizzando che fra le persone rappresentate vi sia un viaggiatore nel tempo, segnalo che la storia è vecchia: risale almeno a marzo di quest'anno, quando ne scrissi in questo articolo.
Naturalmente non si tratta di un crononauta: siamo noi che interpretiamo con occhi moderni un vestiario che in realtà esisteva già all'epoca della foto: in altre parole, è un caso di cronopareidolia (termine che ho testé inventato).
Lo stesso vale per il video che mostrerebbe una donna che parla al telefonino in un film del 1928, come ipotizza Repubblica. Ne parlerò in dettaglio appena possibile, ma nel frattempo chiedo il vostro aiuto nel reperire una versione meno distorta e compressa dello spezzone di film, precisando che non proviene dal film Il Circo (The Circus) di Charlie Chaplin, come ha scritto Repubblica, ma da un documentario che mostra l'anteprima pubblica del film. Forse analizzando l'originale, invece di basarsi su una copia sgranata realizzata (chissà perché) riprendendo un monitor invece di effettuare una cattura diretta, potremo risolvere insieme l'arcano, se vi va.
Aggiornamento 1: Alessio V. mi ha segnalato il link a una copia dello spezzone presente su Youtube, utile per l'analisi.
2010/10/27
INPS, precari senza pensione?
Allarme: l'INPS dice che i precari non avranno pensione. La bufala avrà invece albergo
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Ho fatto un'indaginetta per Wired.it [2014/12/17: rimossa, ripubblicata qui] su quest'allarme che gira in Rete:
Inps, è ufficiale: i precari saranno senza pensione
di P.F.
La notizia è arrivata e conferma la peggiore delle ipotesi. Rimarrà sotto traccia per ovvi motivi, anche se in Rete possiamo farla circolare. Se siete precari sappiate che non riceverete la pensione. I contributi che state versando servono soltanto a pagare chi la pensione ce l'ha garantita. Perché l'Inps debba nascondere questa verità è evidente: per evitare la rivolta. Ad affermarlo non sono degli analisti rivoluzionari e di sinistra ma lo stesso presidente dell'istituto di previdenza, Antonio Mastrapasqua che, come scrive Agoravox, ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale".
Salta fuori anche un retroscena informatico divertente (o deprimente: dipende a che distanza vi trovate dal sistema pensionistico italiano).
Curiosità: anche a voi i miei articoli su Wired.it, se aperti con Firefox, danno pagina vuota con sfondo azzurrino? A me, con Firefox per Mac sì; con Firefox per Windows XP no. Bizzarro.
Aggiornamento: l'effetto era dovuto ad Adblock, che uso su Firefox; disattivandolo solo per Wired.it funziona tutto. Grazie della dritta pubblicata nei commenti.
2010/10/27
La registrazione della dichiarazione di Mastrapasqua c'è: ringrazio questo articolo di ACTA per averla segnalata negli archivi di Radio Radicale, dove resterà scaricabile però solo per tre settimane. La frase controversa attribuita a Mastrapasqua è un po' differente e soprattutto in un contesto abbastanza differente da quello presentato nell'appello (è a circa 4:30 dall'inizio dell'intervento di Mastrapasqua):
Noi ancora non forniamo la simulazione – siamo stati da qualcuno criticati – perché non riteniamo che tu possa improvvisamente dare a tutti i cittadini un'informazione se non prima c'è una confidenza, una cultura. Cioè, se io oggi riuscissi a dare – ed è impossibile – a un lavoratore a progetto al terzo anno la simulazione della pensione ci sarebbe forse un sommovimento sociale in Italia, ma non dovuto a una carenza del pubblico: dovuto a una non capacità delle persone di saper leggere il proprio futuro attraverso la previdenza.
La frase, calata nel contesto, assume un significato ben diverso da "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale" (la versione citata dall'appello). Il "se dovessimo" è in realtà "se io oggi riuscissi": non un rifiuto a dare la simulazione, ma un'impossibilità di darla. Con la precisazione che la segue, inoltre, sembra piuttosto chiaro che Mastrapasqua non dice affatto che ci sarebbe un sommovimento sociale perché non ci sono i soldi. Il sommovimento ci potrebbe essere perché la gente non è tecnicamente preparata ad interpretare la simulazione.
Le cose che non colsi - 2010/10/27
P2P avvelenato, bombe atomiche ribelli, Lady Gaga da record e altro
Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "fabio.col*" e "loris" ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Limewire, adieu. Il servizio P2P Gnutella di Limewire, grande luogo di scambio legale e illegale sin dal 2001, ha sostanzialmente chiuso i battenti. Come conseguenza di una causa intentata contro Lime Wire LLC da alcune case discografiche statunitensi e dalla RIAA, nelle ultime versioni del client Limewire (dalla 4.18 circa) è stato inserito del codice "tossico" che ora viene attivato per isolare i singoli client dal circuito P2P. Il circuito in sé continuerà ad esistere, ma molti utenti avranno la percezione che sia stato eliminato e non si renderanno conto di dover semplicemente cambiare client (o circuito). (PCMag)
Cinquanta missili nucleari fuori controllo (o quasi). In una scena che sembra un incrocio osceno fra il Dottor Stranamore e Dark Star, sabato scorso è andato offline un nono dell'arsenale statunitense di missili caricati a testate atomiche: 50 ICBM Minuteman III situati nella base aerea Warren in Wyoming. I missili erano comunque comandabili tramite i sistemi centralizzati d'emergenza. È il caso più grande di perdita di "comando e controllo e funzionalità" nella storia del deterrente atomico USA. Aspettatevi che gli ufologi dicano che è stato un avvertimento da parte degli extraterrestri (The Atlantic).
Lady Gaga, Youtube da record. La cantante non detiene solo il record dei fan su Facebook (oltre 20 milioni) e di seguaci su Twitter (quasi 7 milioni): ha anche totalizzato oltre un miliardo di visualizzazioni dei propri video su Youtube, stabilendo un nuovo primato. Il detentore del record per un singolo video è Justin Bieber, con oltre 367 milioni di visualizzazioni del suo singolo Baby. Grazie a Internet, stiamo diventando un popolo di primati (BBC).
2012? No, 2013. O 2523. La data del 21 dicembre 2012 annunciata con tanto vigore dai catastrofisti appoggiandosi a presunte profezie Maya non è per nulla affidabile: la fine del vituperato calendario Maya potrebbe cadere nel 2013 o anche nel 2523. Spiega infatti Mariano Tomatis, autore del libro 2012 - È in gioco la fine del mondo, che la correlazione fra il calendario Maya e il nostro è soltanto una congettura basata su indizi piuttosto vaghi, tanto che gli esperti hanno proposto varie correlazioni con discrepanze enormi (Query).
iPhone, sicurezza scavalcabile. BoyGeniusReport segnala (con demo video) che il PIN di blocco dell'iPhone con iOS 4.1 può essere scavalcato, consentendo di fare telefonate, mandare MMS e accedere ai contatti della rubrica e al registro delle chiamate: si tocca il tasto per le chiamate d'emergenza, si digita un numero fittizio (per esempio "###"), si preme Send e si pigia subito il pulsante fisico di blocco del telefonino. Questo aggira la richiesta del PIN e fa entrare nell'applicazione di telefonia. Ops.
Attenzione alle mail che vi accusano di aver scaricato musica illegalmente. Il Melani, la centrale svizzera d'annuncio e d'analisi per la sicurezza dell'informazione, mette in guardia contro "un'ondata di email inviati il 14 ottobre" che accusano il destinatario di aver scaricato illegalmente materiale protetto dal copyright e chiedono 100 euro di risarcimento tramite carta prepagata Ukash. Il link contenuto nella mail portava a un sito che era un clone di quello di uno studio legale di Amburgo (che ha pubblicato un avviso). Come al solito, i truffatori fanno leva sulla psicologia e sulla coscienza sporca degli utenti.
2010/10/26
Antibufala: allarme in Rete, l’INPS dice che i precari saranno senza pensione
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente su Wired.it, dove non è più disponibile, per cui lo ripubblico qui nella versione aggiornata dopo la pubblicazione iniziale.
Sta circolando via mail e nel copiaincolla dei blog un allarme, intitolato "Finiscono i soldi dell'INPS / Inps, è ufficiale: i precari saranno senza pensione", che si presenta con lo stile di un inquietante trafiletto di giornale firmato dalla sigla "P.F." e sembra citare fonti autorevoli che preannunciano una congiura del silenzio sulle pensioni.
Dice l'allarme: “La notizia è arrivata e conferma la peggiore delle ipotesi. Rimarrà sotto traccia per ovvi motivi, anche se in Rete possiamo farla circolare. Se siete precari sappiate che non riceverete la pensione. I contributi che state versando servono soltanto a pagare chi la pensione ce l'ha garantita.”
L'appello prosegue: “Perché l'Inps debba nascondere questa verità è evidente: per evitare la rivolta. Ad affermarlo non sono degli analisti rivoluzionari e di sinistra ma lo stesso presidente dell'istituto di previdenza, Antonio Mastrapasqua che, come scrive Agoravox, ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: 'Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale'”.
La frase dello scandalo viene attribuita a Mastrapasqua da fonti giornalistiche teoricamente autorevoli (per esempio il Corriere della Sera del 6 ottobre scorso e molte altre) e sarebbe stata pronunciata durante un convegno di Ania e Consumatori, ma Mastrapasqua ha smentito di averla detta (Repubblica.it; Walkonjob.it:“Io ho difficoltà a commentare quello che non ho detto”).
Viene da chiedersi come mai non sia stata resa pubblica l'eventuale registrazione di quello che è stato detto effettivamente, in modo da sciogliere ogni dubbio: sarebbe davvero ridicolo se un convegno di questo livello non venisse registrato in qualche modo (Aggiornamento: infatti la registrazione c'è, e dimostra che Mastrapasqua ha detto una frase ben diversa; i dettagli sono in fondo a questo articolo).
Comunque sia, è facile sospettare che l'appello abbia qualcosa di bufalino, perché contiene un paio di contraddizioni di fondo: Mastrapasqua avrebbe pronunciato l'ammissione top secret in un convegno pubblico, ma parlarne in pubblico non sembra un approccio particolarmente logico se davvero non si vuole che la notizia circoli.
Inoltre è abbastanza assurdo lamentare censure su una notizia citando come fonte proprio i quotidiani che l'avrebbero oscurata. La fame di complotto spesso fa sragionare, specialmente quando tocca le nostre paure, e così questi controsensi non hanno impedito alla notizia di esplodere in Rete (Agoravox, Il fatto quotidiano, Beppe Grillo, Cultumedia e altri). Ne è scaturita anche un'interrogazione parlamentare.
A giudicare dalla cronologia, la fonte originale dell'appello sembra essere un post su Conti In Tasca, che però non è così lapidario e categorico come l'appello circolante (Aggiornamento: una fonte ancora precedente è questo articolo di ActainRete.it).
Nel frattempo l'INPS ha replicato a Tempi.it (con approfondimento tecnico in questo articolo), spiegando che la presunta prova del complotto, ossia il fatto che l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione (e quindi, secondo l'appello, la pensione per i precari non c'è), è una bufala.
Scrive infatti l'INPS: "la non-proiezione riguarda tutti i lavoratori: non è una prerogativa riservata agli iscritti alla gestione separata. Non è possibile nemmeno per i lavoratori dipendenti".
Inoltre, stando a quanto mi ha riferito una fonte tecnica interna all'INPS, non è affatto vero che "i precari saranno senza pensione": i soldi ci sono e la pensione ci sarà, ma sarà da fame per quasi tutti a causa della bassa aliquota dei versamenti, nettamente inferiore a quella di un lavoratore dipendente a tempo indeterminato. Chi versa poco ottiene poco.
La stessa fonte spiega che l'impossibilità di fornire la simulazione della pensione non serve "per evitare la rivolta", ma è dovuta al caotico cambiamento del software dell'INPS. Fino a pochi anni fa, quasi tutto il software dell'INPS era creato dalla DCSIT (Direzione Centrale Sistemi Informativi e Telecomunicazioni) di Roma e tutto funzionava bene in AS400. Se un programma non era soddisfacente, si telefonava a uno dei programmatori (che erano dipendenti INPS), che provvedevano al più presto. Questo, dice, permetteva il calcolo di valori di pensione indipendentemente dai contribuiti versati e dall'età: una mera proiezione, con le settimane accreditate fino a quel momento, disponibile sia per i lavoratori dipendenti normali, sia per i precari.
Poi a qualcuno sarebbe venuta l'idea di violare la regola del "se non è rotto, non aggiustarlo" e di migrare tutto al Web facendolo fare ai privati, col risultato che oggi ci sono oltre 150 aziende appaltatrici e 1500 esterni, con costi astronomici e malfunzionamenti a pioggia, che includono il programma di previsione delle pensioni: ora se non si hanno almeno 60 anni neppure si mette in moto.
"La simulazione non viene fatta per il semplice fatto che se non sei ad un anno dall'età pensionabile il programma non fa calcoli", mi spiega la mia fonte.
Riassumendo: la frase attribuita dall'appello a Mastrapasqua è differente da quella effettivamente detta e le ragioni per le quali non viene fornita ai precari la simulazione della loro pensione sono tecniche e non c'entrano nulla con l'asserita mancanza di fondi. Anche stavolta, insomma, non c'è un omertoso complotto, se non quello collettivo di diffondere paure affidandosi al passaparola emotivo invece di andare a cercare i fatti.
La registrazione della dichiarazione di Mastrapasqua c'è, ed è negli archivi di Radio Radicale, come segnala questo articolo di ACTA uscito dopo la pubblicazione iniziale di quest'indagine. Nella registrazione, la frase controversa attribuita a Mastrapasqua non è quella che lui ha detto; anche il contesto è abbastanza differente da quello presentato nell'appello.
Queste sono le testuali parole del presidente dell'INPS, tratte dalla registrazione del convegno: “Noi ancora non forniamo la simulazione – siamo stati da qualcuno criticati – perché non riteniamo che tu possa improvvisamente dare a tutti i cittadini un'informazione se non prima c'è una confidenza, una cultura. Cioè, se io oggi riuscissi a dare – ed è impossibile – a un lavoratore a progetto al terzo anno la simulazione della pensione ci sarebbe forse un sommovimento sociale in Italia, ma non dovuto a una carenza del pubblico: dovuto a una non capacità delle persone di saper leggere il proprio futuro attraverso la previdenza.”
La frase, calata nel suo contesto, assume un significato ben diverso da "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale" (la versione citata dall'appello). Il "se dovessimo" è in realtà "se io oggi riuscissi": non un rifiuto a dare la simulazione, ma un'impossibilità di darla.
Con la precisazione che la segue, inoltre, sembra piuttosto chiaro che Mastrapasqua non dice affatto che ci sarebbe un sommovimento sociale perché non ci sono i soldi. Il sommovimento ci potrebbe essere perché la gente, a suo avviso, non è tecnicamente preparata ad interpretare la simulazione.
Sta circolando via mail e nel copiaincolla dei blog un allarme, intitolato "Finiscono i soldi dell'INPS / Inps, è ufficiale: i precari saranno senza pensione", che si presenta con lo stile di un inquietante trafiletto di giornale firmato dalla sigla "P.F." e sembra citare fonti autorevoli che preannunciano una congiura del silenzio sulle pensioni.
Dice l'allarme: “La notizia è arrivata e conferma la peggiore delle ipotesi. Rimarrà sotto traccia per ovvi motivi, anche se in Rete possiamo farla circolare. Se siete precari sappiate che non riceverete la pensione. I contributi che state versando servono soltanto a pagare chi la pensione ce l'ha garantita.”
L'appello prosegue: “Perché l'Inps debba nascondere questa verità è evidente: per evitare la rivolta. Ad affermarlo non sono degli analisti rivoluzionari e di sinistra ma lo stesso presidente dell'istituto di previdenza, Antonio Mastrapasqua che, come scrive Agoravox, ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: 'Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale'”.
La frase dello scandalo viene attribuita a Mastrapasqua da fonti giornalistiche teoricamente autorevoli (per esempio il Corriere della Sera del 6 ottobre scorso e molte altre) e sarebbe stata pronunciata durante un convegno di Ania e Consumatori, ma Mastrapasqua ha smentito di averla detta (Repubblica.it; Walkonjob.it:“Io ho difficoltà a commentare quello che non ho detto”).
Viene da chiedersi come mai non sia stata resa pubblica l'eventuale registrazione di quello che è stato detto effettivamente, in modo da sciogliere ogni dubbio: sarebbe davvero ridicolo se un convegno di questo livello non venisse registrato in qualche modo (Aggiornamento: infatti la registrazione c'è, e dimostra che Mastrapasqua ha detto una frase ben diversa; i dettagli sono in fondo a questo articolo).
Comunque sia, è facile sospettare che l'appello abbia qualcosa di bufalino, perché contiene un paio di contraddizioni di fondo: Mastrapasqua avrebbe pronunciato l'ammissione top secret in un convegno pubblico, ma parlarne in pubblico non sembra un approccio particolarmente logico se davvero non si vuole che la notizia circoli.
Inoltre è abbastanza assurdo lamentare censure su una notizia citando come fonte proprio i quotidiani che l'avrebbero oscurata. La fame di complotto spesso fa sragionare, specialmente quando tocca le nostre paure, e così questi controsensi non hanno impedito alla notizia di esplodere in Rete (Agoravox, Il fatto quotidiano, Beppe Grillo, Cultumedia e altri). Ne è scaturita anche un'interrogazione parlamentare.
A giudicare dalla cronologia, la fonte originale dell'appello sembra essere un post su Conti In Tasca, che però non è così lapidario e categorico come l'appello circolante (Aggiornamento: una fonte ancora precedente è questo articolo di ActainRete.it).
Nel frattempo l'INPS ha replicato a Tempi.it (con approfondimento tecnico in questo articolo), spiegando che la presunta prova del complotto, ossia il fatto che l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione (e quindi, secondo l'appello, la pensione per i precari non c'è), è una bufala.
Scrive infatti l'INPS: "la non-proiezione riguarda tutti i lavoratori: non è una prerogativa riservata agli iscritti alla gestione separata. Non è possibile nemmeno per i lavoratori dipendenti".
Inoltre, stando a quanto mi ha riferito una fonte tecnica interna all'INPS, non è affatto vero che "i precari saranno senza pensione": i soldi ci sono e la pensione ci sarà, ma sarà da fame per quasi tutti a causa della bassa aliquota dei versamenti, nettamente inferiore a quella di un lavoratore dipendente a tempo indeterminato. Chi versa poco ottiene poco.
La stessa fonte spiega che l'impossibilità di fornire la simulazione della pensione non serve "per evitare la rivolta", ma è dovuta al caotico cambiamento del software dell'INPS. Fino a pochi anni fa, quasi tutto il software dell'INPS era creato dalla DCSIT (Direzione Centrale Sistemi Informativi e Telecomunicazioni) di Roma e tutto funzionava bene in AS400. Se un programma non era soddisfacente, si telefonava a uno dei programmatori (che erano dipendenti INPS), che provvedevano al più presto. Questo, dice, permetteva il calcolo di valori di pensione indipendentemente dai contribuiti versati e dall'età: una mera proiezione, con le settimane accreditate fino a quel momento, disponibile sia per i lavoratori dipendenti normali, sia per i precari.
Poi a qualcuno sarebbe venuta l'idea di violare la regola del "se non è rotto, non aggiustarlo" e di migrare tutto al Web facendolo fare ai privati, col risultato che oggi ci sono oltre 150 aziende appaltatrici e 1500 esterni, con costi astronomici e malfunzionamenti a pioggia, che includono il programma di previsione delle pensioni: ora se non si hanno almeno 60 anni neppure si mette in moto.
"La simulazione non viene fatta per il semplice fatto che se non sei ad un anno dall'età pensionabile il programma non fa calcoli", mi spiega la mia fonte.
Riassumendo: la frase attribuita dall'appello a Mastrapasqua è differente da quella effettivamente detta e le ragioni per le quali non viene fornita ai precari la simulazione della loro pensione sono tecniche e non c'entrano nulla con l'asserita mancanza di fondi. Anche stavolta, insomma, non c'è un omertoso complotto, se non quello collettivo di diffondere paure affidandosi al passaparola emotivo invece di andare a cercare i fatti.
Aggiornamento
La registrazione della dichiarazione di Mastrapasqua c'è, ed è negli archivi di Radio Radicale, come segnala questo articolo di ACTA uscito dopo la pubblicazione iniziale di quest'indagine. Nella registrazione, la frase controversa attribuita a Mastrapasqua non è quella che lui ha detto; anche il contesto è abbastanza differente da quello presentato nell'appello.
Queste sono le testuali parole del presidente dell'INPS, tratte dalla registrazione del convegno: “Noi ancora non forniamo la simulazione – siamo stati da qualcuno criticati – perché non riteniamo che tu possa improvvisamente dare a tutti i cittadini un'informazione se non prima c'è una confidenza, una cultura. Cioè, se io oggi riuscissi a dare – ed è impossibile – a un lavoratore a progetto al terzo anno la simulazione della pensione ci sarebbe forse un sommovimento sociale in Italia, ma non dovuto a una carenza del pubblico: dovuto a una non capacità delle persone di saper leggere il proprio futuro attraverso la previdenza.”
La frase, calata nel suo contesto, assume un significato ben diverso da "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale" (la versione citata dall'appello). Il "se dovessimo" è in realtà "se io oggi riuscissi": non un rifiuto a dare la simulazione, ma un'impossibilità di darla.
Con la precisazione che la segue, inoltre, sembra piuttosto chiaro che Mastrapasqua non dice affatto che ci sarebbe un sommovimento sociale perché non ci sono i soldi. Il sommovimento ci potrebbe essere perché la gente, a suo avviso, non è tecnicamente preparata ad interpretare la simulazione.
2010/10/25
Sapessi com'è strano sentir creazionisti a Milano (e a Lugano)
Il 21 ottobre scorso l'allegra brigata di creazionisti di Harun Yahya apparsa a Lugano a gennaio di quest'anno (come avevo segnalato a suo tempo) si è presentata in pompa magna a Milano, con un'abbondante quanto costosa disseminazione di poster pubblicitari. Speravo di andarci, visto che ero anche stato contattato dall'organizzazione di Yahya per un'intervista con Yahya medesimo, ma non ce l'ho fatta.
Più bravi di me sono stati invece gli amici del CICAP, che hanno stilato un'anteprima seguita da un resoconto che oscilla fra l'esilarante e il deprimente: flop pressoché totale, con circa 70 persone presenti ad ascoltare un delirio di argomentazioni sconclusionate e di fallacie logiche classiche. Anche la conferenza stampa del 19 ottobre al Circolo della Stampa di Milano è "andata quasi deserta", secondo il comunicato stampa del "movimento italiano Harun Yahya e Fabrizio Fratus" che ho ricevuto. Potete leggere anche la cronaca dell'incontro scritta di Ocasapiens e il commento di Oggiscienza.
La riflessione più bella è quella pubblicata, insieme alle tante risposte alle stupidaggini affermate da Yahya e soci, presso Who is Harun Yahya: perché i creazionisti sono così arrabbiati? Perché ostacolano la scienza e l'accusano di essere materialista quando indaga le origini della vita? Dopotutto, se loro hanno ragione, l'avanzare delle scoperte della scienza non può che portare alle prove scientifiche che confermano la creazione. Quindi di cosa hanno paura, esattamente? Di scoprire che Dio è un po' meno misero e banale di come loro lo dipingono?
Colgo l'occasione per raccontarvi finalmente qualche dettaglio della conferenza dei medesimi creazionisti di gennaio a Lugano, alla quale ha partecipato un mio inviato (il cui nome deve restare segreto per dargli modo di essere presente in incognito ad eventi futuri di questo calibro). L'inviato mi chiede di specificare che era spesso impegnato a sghignazzare, nel caso ci sia qualche imperfezione nel suo racconto.
L'incontro di Lugano si è tenuto alla sala del Palacongressi, che ha una capienza di poco più di 1200 posti e costa uno sfracello di soldi, ma i presenti erano circa 130, molto sparsi in sala. L'effetto è mediaticamente devastante: i pochi sembrano ancora più pochi, sperduti nella vastità della sala.
All'ingresso viene fornito un buon contributo cartaceo che ricalca quello che verrà detto, ridetto e ripetuto durante la conferenza. Ne ho qui copia, la mando volentieri se qualche volenteroso se la sente di trascriverla.
Il conduttore della serata è un fiume in piena, che riesce a snocciolare senza un attimo di tregua un trattato di chimica biomolecolare for dummies per due ore senza mai bere nemmeno un sorso d'acqua. Da encomio. Peccato che tutto il suo intervento sia in inglese, per cui il pubblico deve ascoltare la traduzione in cuffia (fornita gratuitamente – altro segno di quanti soldi hanno a disposizione queste persone).
La traduzione regala alcune perle, come "selezione nazionale" invece di "naturale", ciclo di evoluzione calcolato in "100 miliardi di anni" anziché milioni, e un indimenticabile intervento a microfono aperto di cui vi dirò dopo. Harun Yahya non c'è: apparirà solo in video più tardi.
Le cose dette dal conduttore della serata sono le stesse che verranno proposte a Milano: Darwin è l'origine di tutti i mali, responsabile di aver formulato una teoria che ha ispirato e giustificato il nazismo, il capitalismo, il comunismo, il fascismo, il marxismo, il leninismo e altro ancora; il solito trito esempio dell'occhio come prova della creazione; i riferimenti ad Allah e al Corano; presunta improbabilità dell'evoluzione; presunta assenza di prove scientifiche dell'evoluzione; mutazioni esclusivamente dannose; non c'è gradualità evolutiva tra i fossili, quindi non esiste evoluzione; non esistono prove del passaggio dei pesci dall'acqua alla terraferma. Eccetera, eccetera.
Verso le 22 arriva il collegamento video con Harun Yahya (immagine qui accanto), e viene offerto un momento che da solo vale la serata. Dimenticando entrambi i microfoni aperti, le traduttrici sbuffano lamentandosi che gli organizzatori non hanno neanche fornito loro le copie della presentazione Powerpoint usata per l'incontro e poi, non appena arriva il collegamento con Yahya, arriva un eccezionale "Madonna, quant'è bbbrutto questo qui!".
Risate a crepapelle in sala. Sguardi di fuoco dalla prima fila, dove siedono gli altri organizzatori, che siccome sono senza traduzione non hanno capito il perché delle grasse risate.
Yahya, inconsapevole dell'umorismo involontariamente generato, si lancia in altre affermazioni straordinarie: il mondo vivrà ancora per 1400 anni, su un'esistenza totale di 7000 (quindi Dio gioca a fare il burlone ingannando i geologi, gli archeologi e i paleontologi?); il periodo buio inizierà nel 2020 (con buona pace di quelli che credono alla fine del mondo nel 2012); Gesù (sì, Gesù, non Allah) tornerà tra 15 anni ma non ricorderà nulla del suo passato e avrà occhi grigi, capelli castani fino alle spalle, sarà bello, fisico atletico, sguardo vivace; l'Islam prevarrà comunque e Allah ha mandato 150 segnali per avvisare che sta per arrivare il suddetto periodo buio (il fatto che il fiume Eufrate sia stato bloccato da una diga, che ci siano state delle eclissi durante il mese del Ramadan degli anni 2002 e 2003, che l'Afghanistan sia stato occupato, eccetera).
L'inviato ha retto stoicamente fino alle 23.15, ben più di buona parte del pubblico, ma alle 23.15 è crollato mentre Yahya continuava a parlare. Meno male che l'orario d'inizio previsto per le domande era le 22. Se questo è il modo in cui il creazionismo di matrice pseudoislamica vuole conquistare nuovi adepti, dormiamo sonni tranquilli. Ma vigili.
Più bravi di me sono stati invece gli amici del CICAP, che hanno stilato un'anteprima seguita da un resoconto che oscilla fra l'esilarante e il deprimente: flop pressoché totale, con circa 70 persone presenti ad ascoltare un delirio di argomentazioni sconclusionate e di fallacie logiche classiche. Anche la conferenza stampa del 19 ottobre al Circolo della Stampa di Milano è "andata quasi deserta", secondo il comunicato stampa del "movimento italiano Harun Yahya e Fabrizio Fratus" che ho ricevuto. Potete leggere anche la cronaca dell'incontro scritta di Ocasapiens e il commento di Oggiscienza.
La riflessione più bella è quella pubblicata, insieme alle tante risposte alle stupidaggini affermate da Yahya e soci, presso Who is Harun Yahya: perché i creazionisti sono così arrabbiati? Perché ostacolano la scienza e l'accusano di essere materialista quando indaga le origini della vita? Dopotutto, se loro hanno ragione, l'avanzare delle scoperte della scienza non può che portare alle prove scientifiche che confermano la creazione. Quindi di cosa hanno paura, esattamente? Di scoprire che Dio è un po' meno misero e banale di come loro lo dipingono?
Lugano: la materia non esiste. Anche gli spettatori latitano
Colgo l'occasione per raccontarvi finalmente qualche dettaglio della conferenza dei medesimi creazionisti di gennaio a Lugano, alla quale ha partecipato un mio inviato (il cui nome deve restare segreto per dargli modo di essere presente in incognito ad eventi futuri di questo calibro). L'inviato mi chiede di specificare che era spesso impegnato a sghignazzare, nel caso ci sia qualche imperfezione nel suo racconto.
L'incontro di Lugano si è tenuto alla sala del Palacongressi, che ha una capienza di poco più di 1200 posti e costa uno sfracello di soldi, ma i presenti erano circa 130, molto sparsi in sala. L'effetto è mediaticamente devastante: i pochi sembrano ancora più pochi, sperduti nella vastità della sala.
Il momento di massimo affollamento. |
Gli Irriducibili. |
All'ingresso viene fornito un buon contributo cartaceo che ricalca quello che verrà detto, ridetto e ripetuto durante la conferenza. Ne ho qui copia, la mando volentieri se qualche volenteroso se la sente di trascriverla.
Il conduttore della serata è un fiume in piena, che riesce a snocciolare senza un attimo di tregua un trattato di chimica biomolecolare for dummies per due ore senza mai bere nemmeno un sorso d'acqua. Da encomio. Peccato che tutto il suo intervento sia in inglese, per cui il pubblico deve ascoltare la traduzione in cuffia (fornita gratuitamente – altro segno di quanti soldi hanno a disposizione queste persone).
La traduzione regala alcune perle, come "selezione nazionale" invece di "naturale", ciclo di evoluzione calcolato in "100 miliardi di anni" anziché milioni, e un indimenticabile intervento a microfono aperto di cui vi dirò dopo. Harun Yahya non c'è: apparirà solo in video più tardi.
Le cose dette dal conduttore della serata sono le stesse che verranno proposte a Milano: Darwin è l'origine di tutti i mali, responsabile di aver formulato una teoria che ha ispirato e giustificato il nazismo, il capitalismo, il comunismo, il fascismo, il marxismo, il leninismo e altro ancora; il solito trito esempio dell'occhio come prova della creazione; i riferimenti ad Allah e al Corano; presunta improbabilità dell'evoluzione; presunta assenza di prove scientifiche dell'evoluzione; mutazioni esclusivamente dannose; non c'è gradualità evolutiva tra i fossili, quindi non esiste evoluzione; non esistono prove del passaggio dei pesci dall'acqua alla terraferma. Eccetera, eccetera.
Verso le 22 arriva il collegamento video con Harun Yahya (immagine qui accanto), e viene offerto un momento che da solo vale la serata. Dimenticando entrambi i microfoni aperti, le traduttrici sbuffano lamentandosi che gli organizzatori non hanno neanche fornito loro le copie della presentazione Powerpoint usata per l'incontro e poi, non appena arriva il collegamento con Yahya, arriva un eccezionale "Madonna, quant'è bbbrutto questo qui!".
Risate a crepapelle in sala. Sguardi di fuoco dalla prima fila, dove siedono gli altri organizzatori, che siccome sono senza traduzione non hanno capito il perché delle grasse risate.
Yahya, inconsapevole dell'umorismo involontariamente generato, si lancia in altre affermazioni straordinarie: il mondo vivrà ancora per 1400 anni, su un'esistenza totale di 7000 (quindi Dio gioca a fare il burlone ingannando i geologi, gli archeologi e i paleontologi?); il periodo buio inizierà nel 2020 (con buona pace di quelli che credono alla fine del mondo nel 2012); Gesù (sì, Gesù, non Allah) tornerà tra 15 anni ma non ricorderà nulla del suo passato e avrà occhi grigi, capelli castani fino alle spalle, sarà bello, fisico atletico, sguardo vivace; l'Islam prevarrà comunque e Allah ha mandato 150 segnali per avvisare che sta per arrivare il suddetto periodo buio (il fatto che il fiume Eufrate sia stato bloccato da una diga, che ci siano state delle eclissi durante il mese del Ramadan degli anni 2002 e 2003, che l'Afghanistan sia stato occupato, eccetera).
L'inviato ha retto stoicamente fino alle 23.15, ben più di buona parte del pubblico, ma alle 23.15 è crollato mentre Yahya continuava a parlare. Meno male che l'orario d'inizio previsto per le domande era le 22. Se questo è il modo in cui il creazionismo di matrice pseudoislamica vuole conquistare nuovi adepti, dormiamo sonni tranquilli. Ma vigili.
2010/10/24
UFO e astronauti in “Alle Falde del Kilimangiaro”: Ed Mitchell oggi in TV
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2010/10/27.
Mi sono arrivate varie segnalazioni secondo le quali la trasmissione Alle falde del Kilimangiaro (Raitre) oggi ha avuto ospite l'astronauta lunare Edgar Mitchell. Vorrei rivedere lo spezzone, visto che pare che la conduttrice Licia Colò abbia citato presunte dichiarazioni di Mitchell su complotti della Nasa e/o del governo USA per nascondere la verità sugli UFO e che Mitchell abbia smentito tutto, con grande sorpresa/imbarazzo della Colò. Purtroppo dalle lande svizzere ove sorge sereno il Maniero Digitale i servizi di replay online della Rai non sono fruibili. Potete aiutarmi?
Intanto segnalo un mio articolo precedente su Mitchell e le sue passate dichiarazioni ufologiche.
Grazie a tutti coloro che hanno risposto alla mia richiesta: ora ho tutto il materiale necessario. L'audio dell'intervista a Mitchell di Alle falde del Kilimangiaro è scaricabile qui e su Youtube c'è (non so per quanto tempo) il video (prima parte, seconda parte).
Licia Colò ha parlato della conferenza stampa degli ex militari pro-UFO, che ha portato molte parole ma zero prove. In studio Pablo Ayo, scrittore pro-UFO, che naturalmente ha un libro da promuovere e regala agli spettatori un fiume di parole pseudoscientifiche ma non porta un fatto concreto neppure pagando un supplemento, e l'astrofisico Roberto Dolcetta Capuzzo, che ha fatto una discreta difesa del buon senso (possiamo fidarci di qualcuno che dice di aver visto qualche cosa, in assenza di prove oggettive?) ma è la persona sbagliata per rispondere alle fantasie di Ayo: ci vuole un debunker. Qualcuno che conosca i filmati e gli episodi e li smonti punto per punto.
Infatti né Ayo né Dolcetta Capuzzo hanno fermato la Colò per dirle che i video ufologici che ha mostrato sono classici sbufalati da un pezzo: le flotillas (che sono palloncini), la spirale prodotta da un missile, l'UFO del Concorde (puntino sulla pellicola), quello dello Shuttle (1984, missione STS-51A, goccia d'acqua sul finestrino), l'UFO gigante sopra il Cremlino (che stranamente non viene visto da nessuno tranne un videoamatore), l'UFO circolare nel cielo di Mosca (una semplice nuvola di tipo hole punch, notissima ai meteorologi) e le solite sfere luminose che visiterebbero le nostre stazioni spaziali (semplici particelle che si staccano dai veicoli e vengono mosse dal moto relativo dell'osservatore, dai getti dei razzi di manovra o dai tenui campi magnetici e di microgravità prodotti dai veicoli). Nulla che non si potesse falsificare con cinque minuti di lavoro e del software per gli effetti speciali digitali o un buon modellino. Sappiamo bene che in questo campo, purtroppo, non ci sono solo le persone in buona fede che interpretano in senso ufologico un difetto della pellicola o un palloncino, ma ci sono anche tanti ciarlatani a caccia di soldi, per cui ci vorrebbero delle prove un po' meno traballanti per accettare un'asserzione tanto straordinaria come quella di veicoli alieni che scorrazzano nei nostri cieli.
Per il resto, l'intervista con Mitchell è stata imbarazzante per la Colò: lei dice che Mitchell sostiene che la NASA ha nascosto molte cose, e lui dice che non è vero e la NASA non c'entra. Forse, dice, c'entra il governo, ma lui non accusa la NASA. La Colò tira in ballo il caso di Roswell (che lei pronuncia Ruswelt): anche qui, la solita solfa (mai nessuno che ricordi il progetto Mogul e l'astuzia dell'aviazione militare nell'usare i deliri ufologici come copertura per non far conoscere le tecnologie Mogul, all'avanguardia per quegli anni). Prove zero, chiacchiere tante, e anche Mitchell non si fa coinvolgere: dice che ha semplicemente raccolto i racconti delle persone del posto. Lui di prove non ne ha.
Il resto dell'intervista è sullo stesso livello. Faccio un solo esempio dei tanti collegamenti fantasiosi proposti da Pablo Ayo senza alcun contraddittorio: a circa cinque minuti dall'inizio della seconda parte su Youtube, Ayo dice che gli UFO sarebbero stati attratti dalle prime esplosioni nucleari nella Seconda Guerra Mondiale e precisa: "Voglio specificare che Roswell nel '47 era l'unica base americana che aveva la bomba atomica e tutto, diciamo, il 509° Stormo, che era quello che aveva sganciato le bombe a Nagasaki e Hiroshima, incluso il famoso aereo Enola Gay, era tornato poi alla base aerea di Roswell. Stavano lì gli armamenti nucleari, ed era probabilmente per quello che già da allora qualche visitatore si era interessato di andare a visitare la zona." Ho fatto un po' di ricerche e chiesto ai miei esperti (in particolare Stefano B.) e i fatti sono un po' diversi.
Primo: dopo aver sganciato una bomba atomica su Hiroshima il 6 agosto 1945, il B-29 Enola Gay non tornò affatto alla base aerea di Roswell, nel New Mexico, perché quella non era la sua base. Il 509° stava all'epoca a Wendover, nello Utah, ed era stato inviato a Tinian, nelle Marianne (Oceano Pacifico), per effettuare l'attacco nucleare, e a Tinian tornò dopo averlo effettuato. Enola Gay arrivò alla base di Roswell soltanto tre mesi più tardi, a novembre del 1945, e comunque poi se ne andò altrove per altri test nucleari. Il legame con Roswell è quindi molto più tenue di quello che dice Ayo.
Secondo: all'epoca dell'incidente di Roswell (avvenuto a giugno-luglio 1947), gli Stati Uniti disponevano in tutto soltanto di tredici bombe atomiche (tutte di tipo "Fat Man" Mark III), nessuna delle quali era operativa. Il 509° Stormo (509th Composite Group, a partire dal giugno del 1946 509th Bombardment Group (Very Heavy)) era sì l'unico ad avere esperienza operativa con armi nucleari e a possedere velivoli appositamente attrezzati, ma le armi atomiche non erano custodite a Roswell, bensì alla base aerea di Kirtland, vicino ad Albuquerque, dove c'erano i laboratori Sandia che le costruivano.
Non solo: il 509° non divenne operativo fino al settembre del 1948. Inoltre all'epoca gli Stati Uniti avevano un monopolio nucleare, per cui non avevano alcun bisogno di avere bombardieri pronti a decollare in pochi minuti, e comunque il ridotto numero di armi nucleari non ne consentiva l'uso per attacchi strategici: la deterrenza non c'era ancora.
Visto che le armi nucleari non erano custodite a Roswell, non si capisce perché i "visitatori" avrebbero dovuto avere interesse per questo luogo, che ospitava semplicemente gli aerei adibiti al trasporto delle bombe. Specialmente considerato che c'erano luoghi che (secondo le tesi di Ayo) sarebbero stati ben più interessanti: quelli dove quelle armi atomiche venivano usate, come l'atollo di Bikini, nel Pacifico, per i test nucleari Able e Baker (1 e 25 luglio 1946), e sviluppate, come il laboratorio di Los Alamos, nel New Mexico, i grandi separatori per l'uranio 235 a Oak Ridge, in Tennessee, e i reattori a plutonio presso Hanford, Washington.
È molto facile prendere dei fatti a casaccio e deformarli un po' per adattarli alle proprie tesi, ma non è così che si fanno le ricerche e non è così che si fa bene all'ufologia.
Se volete vedere con quale ineffabile competenza Pablo Ayo scambia un pianeta per un UFO a Mistero, leggete questo articolo di Photobuster e guardate il video. Poi ci si chiede perché l'ufologia viene considerata da molti come una materia da svitati.
Mi sono arrivate varie segnalazioni secondo le quali la trasmissione Alle falde del Kilimangiaro (Raitre) oggi ha avuto ospite l'astronauta lunare Edgar Mitchell. Vorrei rivedere lo spezzone, visto che pare che la conduttrice Licia Colò abbia citato presunte dichiarazioni di Mitchell su complotti della Nasa e/o del governo USA per nascondere la verità sugli UFO e che Mitchell abbia smentito tutto, con grande sorpresa/imbarazzo della Colò. Purtroppo dalle lande svizzere ove sorge sereno il Maniero Digitale i servizi di replay online della Rai non sono fruibili. Potete aiutarmi?
Intanto segnalo un mio articolo precedente su Mitchell e le sue passate dichiarazioni ufologiche.
2010/10/26
Grazie a tutti coloro che hanno risposto alla mia richiesta: ora ho tutto il materiale necessario. L'audio dell'intervista a Mitchell di Alle falde del Kilimangiaro è scaricabile qui e su Youtube c'è (non so per quanto tempo) il video (prima parte, seconda parte).
Licia Colò ha parlato della conferenza stampa degli ex militari pro-UFO, che ha portato molte parole ma zero prove. In studio Pablo Ayo, scrittore pro-UFO, che naturalmente ha un libro da promuovere e regala agli spettatori un fiume di parole pseudoscientifiche ma non porta un fatto concreto neppure pagando un supplemento, e l'astrofisico Roberto Dolcetta Capuzzo, che ha fatto una discreta difesa del buon senso (possiamo fidarci di qualcuno che dice di aver visto qualche cosa, in assenza di prove oggettive?) ma è la persona sbagliata per rispondere alle fantasie di Ayo: ci vuole un debunker. Qualcuno che conosca i filmati e gli episodi e li smonti punto per punto.
Infatti né Ayo né Dolcetta Capuzzo hanno fermato la Colò per dirle che i video ufologici che ha mostrato sono classici sbufalati da un pezzo: le flotillas (che sono palloncini), la spirale prodotta da un missile, l'UFO del Concorde (puntino sulla pellicola), quello dello Shuttle (1984, missione STS-51A, goccia d'acqua sul finestrino), l'UFO gigante sopra il Cremlino (che stranamente non viene visto da nessuno tranne un videoamatore), l'UFO circolare nel cielo di Mosca (una semplice nuvola di tipo hole punch, notissima ai meteorologi) e le solite sfere luminose che visiterebbero le nostre stazioni spaziali (semplici particelle che si staccano dai veicoli e vengono mosse dal moto relativo dell'osservatore, dai getti dei razzi di manovra o dai tenui campi magnetici e di microgravità prodotti dai veicoli). Nulla che non si potesse falsificare con cinque minuti di lavoro e del software per gli effetti speciali digitali o un buon modellino. Sappiamo bene che in questo campo, purtroppo, non ci sono solo le persone in buona fede che interpretano in senso ufologico un difetto della pellicola o un palloncino, ma ci sono anche tanti ciarlatani a caccia di soldi, per cui ci vorrebbero delle prove un po' meno traballanti per accettare un'asserzione tanto straordinaria come quella di veicoli alieni che scorrazzano nei nostri cieli.
Per il resto, l'intervista con Mitchell è stata imbarazzante per la Colò: lei dice che Mitchell sostiene che la NASA ha nascosto molte cose, e lui dice che non è vero e la NASA non c'entra. Forse, dice, c'entra il governo, ma lui non accusa la NASA. La Colò tira in ballo il caso di Roswell (che lei pronuncia Ruswelt): anche qui, la solita solfa (mai nessuno che ricordi il progetto Mogul e l'astuzia dell'aviazione militare nell'usare i deliri ufologici come copertura per non far conoscere le tecnologie Mogul, all'avanguardia per quegli anni). Prove zero, chiacchiere tante, e anche Mitchell non si fa coinvolgere: dice che ha semplicemente raccolto i racconti delle persone del posto. Lui di prove non ne ha.
Il resto dell'intervista è sullo stesso livello. Faccio un solo esempio dei tanti collegamenti fantasiosi proposti da Pablo Ayo senza alcun contraddittorio: a circa cinque minuti dall'inizio della seconda parte su Youtube, Ayo dice che gli UFO sarebbero stati attratti dalle prime esplosioni nucleari nella Seconda Guerra Mondiale e precisa: "Voglio specificare che Roswell nel '47 era l'unica base americana che aveva la bomba atomica e tutto, diciamo, il 509° Stormo, che era quello che aveva sganciato le bombe a Nagasaki e Hiroshima, incluso il famoso aereo Enola Gay, era tornato poi alla base aerea di Roswell. Stavano lì gli armamenti nucleari, ed era probabilmente per quello che già da allora qualche visitatore si era interessato di andare a visitare la zona." Ho fatto un po' di ricerche e chiesto ai miei esperti (in particolare Stefano B.) e i fatti sono un po' diversi.
Primo: dopo aver sganciato una bomba atomica su Hiroshima il 6 agosto 1945, il B-29 Enola Gay non tornò affatto alla base aerea di Roswell, nel New Mexico, perché quella non era la sua base. Il 509° stava all'epoca a Wendover, nello Utah, ed era stato inviato a Tinian, nelle Marianne (Oceano Pacifico), per effettuare l'attacco nucleare, e a Tinian tornò dopo averlo effettuato. Enola Gay arrivò alla base di Roswell soltanto tre mesi più tardi, a novembre del 1945, e comunque poi se ne andò altrove per altri test nucleari. Il legame con Roswell è quindi molto più tenue di quello che dice Ayo.
Secondo: all'epoca dell'incidente di Roswell (avvenuto a giugno-luglio 1947), gli Stati Uniti disponevano in tutto soltanto di tredici bombe atomiche (tutte di tipo "Fat Man" Mark III), nessuna delle quali era operativa. Il 509° Stormo (509th Composite Group, a partire dal giugno del 1946 509th Bombardment Group (Very Heavy)) era sì l'unico ad avere esperienza operativa con armi nucleari e a possedere velivoli appositamente attrezzati, ma le armi atomiche non erano custodite a Roswell, bensì alla base aerea di Kirtland, vicino ad Albuquerque, dove c'erano i laboratori Sandia che le costruivano.
Non solo: il 509° non divenne operativo fino al settembre del 1948. Inoltre all'epoca gli Stati Uniti avevano un monopolio nucleare, per cui non avevano alcun bisogno di avere bombardieri pronti a decollare in pochi minuti, e comunque il ridotto numero di armi nucleari non ne consentiva l'uso per attacchi strategici: la deterrenza non c'era ancora.
Visto che le armi nucleari non erano custodite a Roswell, non si capisce perché i "visitatori" avrebbero dovuto avere interesse per questo luogo, che ospitava semplicemente gli aerei adibiti al trasporto delle bombe. Specialmente considerato che c'erano luoghi che (secondo le tesi di Ayo) sarebbero stati ben più interessanti: quelli dove quelle armi atomiche venivano usate, come l'atollo di Bikini, nel Pacifico, per i test nucleari Able e Baker (1 e 25 luglio 1946), e sviluppate, come il laboratorio di Los Alamos, nel New Mexico, i grandi separatori per l'uranio 235 a Oak Ridge, in Tennessee, e i reattori a plutonio presso Hanford, Washington.
È molto facile prendere dei fatti a casaccio e deformarli un po' per adattarli alle proprie tesi, ma non è così che si fanno le ricerche e non è così che si fa bene all'ufologia.
2010/10/27
Se volete vedere con quale ineffabile competenza Pablo Ayo scambia un pianeta per un UFO a Mistero, leggete questo articolo di Photobuster e guardate il video. Poi ci si chiede perché l'ufologia viene considerata da molti come una materia da svitati.
Fonti: The Air Force in the Cold War (Stephen McFarland, in Airpower Journal, autunno 1996); U.S. Nuclear Stockpile, 1945 to 1950 (D.A. Rosenberg, in Bulletin of the Atomic Scientists, maggio 1982, pagg. 25-26); Contractor Report SAND98-1617, Tech Area II: A History, Sandia National Laboratories, pagg. 14-16; Cybermodeler.com; Aviationexplorer.com; Strategic-air-command.com.
2010/10/22
Il Disinformatico di oggi
Novità Mac, falla FaceTime, additivi cancerogeni, Facebook sa se sei gay, 2 miliardi di internauti
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Stamattina alle 11 andrà in onda sulla Rete Tre della RSI la consueta puntata del Disinformatico radiofonico. Ecco i temi di oggi, che verranno aggiornati con i link ai dettagli durante la trasmissione.
Apple ha presentato un po' di novità hardware e software. Carino il nuovo MacBook Air, il netbook che fa finta di non essere un netbook, ma non è tutto oro (o alluminio Unibody) quel che luccica. Occhio alle specifiche tecniche: i dettagli sono qui. Ars Technica spiega le ragioni della CPU della versione da 11 pollici, ancora più lenta – come clock – rispetto all'Air precedente: evitare surriscaldamenti e guadagnare spazio per le batterie.
Sempre in casa Apple c'è una falla di sicurezza in FaceTime che è meglio verificare: si può cambiare la password senza sapere quella corrente.
Allarme per gli additivi tossici "garantiti" dal Centro Anti-Tumori di Aviano e per i deodoranti cancerogeni: sono tornati in forma ibridata questi due appelli classici, con alcune varianti e storpiature che rendono difficile trovare informazioni per chi non conosce già queste due vicende. I dettagli sono su Wired.it e negli archivi del Disinformatico.
Davvero gli inserzionisti di Facebook sono capaci di scoprire i gusti sessuali degli utenti attraverso le loro cliccate sulle pubblicità? Così pare da una ricerca effettuata da Microsoft Research India e dal Max Planck Institute for Software Systems.
Gli utenti di Internet saranno due miliardi entro fine anno: quasi un terzo della popolazione mondiale è online (Census.gov indica la popolazione attuale stimata in 6,87 miliardi di persone). Cinque anni fa gli internauti erano un miliardo. Ma la diffusione di Internet non è uniforme e i prezzi, rispetto al costo della vita, hanno differenze enormi.
2010/10/21
Star Trek e Playmate lunari
Una Playmate del 1968 andò sulla Luna e partecipò a Star Trek
Chicca per appassionati di Star Trek e spazio: la graziosa signorina qui accanto appare in una puntata delle Serie Classica, ma il suo nome non è nei titoli di coda. È la stessa le cui foto senza veli furono portate di nascosto sulla Luna durante la missione Apollo 12.
Chicca nella chicca, la puntata di Star Trek alla quale partecipò è proprio quella che mostra i preparativi di lancio di un "missile nucleare", che in realtà è un Saturn V delle missioni Apollo.
Ieri, purtroppo, è tornata a fare notizia per altre ragioni meno accattivanti. Se volete saperne di più, l'articolo completo è su Complotti Lunari.
2010/10/20
L’antispam per il libro di Berlusconi
Antibufala: se non volete ricevere il libro "Due anni di governo" di Berlusconi, fate così
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Sto ricevendo una vera e propria gragnuola di segnalazioni a proposito di un appello che gira e spiega le presunte modalità per non ricevere il libro "Due anni di governo" del Presidente del Consiglio italiano e per chiedere che il risparmio conseguente sia devoluto ad altre attività. L'appello è questo, con le solite varianti del caso:
Oggetto: FW: I: rifiuto libro di Berlusconi
Vi propongo di inviare il sottostante messaggio incollandolo nell'apposito riquadro della pagina che si aprirà cliccando qui:
http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_trasparenza.asp
"Con riferimento all'annuncio del Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi di inviare ad ogni famiglia italiana il libro "Due anni di governo", mi preme comunicarVi che non desidero riceverlo, essendo un mio diritto in base alla legge per la tutela della privacy n. 675/1996 ed il relativo D.P.R. n. 501/1998, nella fattispecie articolo 13 comma e), e che la spesa relativa che si risparmierà venga messa a disposizione del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca.
Porgo distinti saluti."
Invitate parenti, amici/e conoscenti/e ed anche sconosciuti/e a fare altrettanto,per decenza e dignità (ovviamente la destinazione del risparmio può essere variata).
Non ho tempo per un'indagine approfondita, e la questione dal mio punto di vista è decisamente poco stuzzicante, per cui posso proporvi di indagare insieme usando lo spazio dei commenti per sviluppare il lavoro.
Il libro in questione è stato effettivamente presentato il 6 ottobre scorso (Asca.it).
L'appello ricorda una catena di Sant'Antonio analoga del 2003, che proponeva di respingere al mittente una lettera inviata a tutti i cittadini italiani da Berlusconi in qualità di Presidente del Consiglio.
Il link proposto (http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_trasparenza.asp) non sembra adatto allo scopo descritto dall'appello, visto che si tratta di una pagina che permette di inviare "una e-mail al servizio per la trasparenza dell'attività normativa del Governo" e di "richiedere informazioni di carattere generale sui provvedimenti normativi deliberati dal Consiglio dei Ministri (contenuti, estremi di riferimento, indicazioni sull'iter procedurale del testo normativo)."
Anche i riferimenti di legge mi sembrano sbagliati, ma lascio la parola agli esperti: mi risulta che la "legge per la tutela della privacy" citata, la n. 675/1996, sia stata abrogata e sostituita dal D.Lgs. n. 196/2003 (info qui su Garanteprivacy.it), che dovrebbe aver sostituito anche il "relativo DPR n. 501/1998" (Iusreporter.it). L'"articolo 13 comma e)" citato mi risulta abrogato.
L'apparente origine dell'appello, un post pubblicato su Sonego.net qui, usa attualmente riferimenti di legge più aggiornati: "Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali”, nella fattispecie articoli 7 (comma 4b) e 23", ma probabilmente è stato corretto dopo la pubblicazione iniziale, perlomeno a giudicare dalle richieste di rettifica nei commenti.
Allo stato attuale della mia breve indagine, direi che il rischio di intasare Governo.it con una richiesta inutile è abbastanza alto, per cui eviterei di inoltrarla prima di aver verificato che gli estremi di legge siano perlomeno validi. Se ne sapete di più, segnalatelo nei commenti. Mi raccomando: evitate le polemiche politiche. L'unica questione pertinente, qui, è l'appello con la sua eventuale validità.
2010/10/15
Domenica c’è Odo di Star Trek a Bologna; ; porto un po' di libri e “Contact Light” aggiornato
Domenica 17 ottobre sarà a Bologna René Auberjonois, l'attore che ha
interpretato il ruolo di Odo nella serie Star Trek: Deep Space Nine.
L'incontro si terrà alle 15 presso il negozio Ultimo Avamposto di via Boldrini
22. L'ingresso è a pagamento (10 euro): i dettagli sono su
Ultimoavamposto.it.
Io sarò lì come suo interprete e come fan. Se a qualcuno che si trova in zona interessa acquistare qualche copia a colori del mio libro sui complotti lunari o la versione aggiornata e in alta definizione del documentario Contact Light, mi avvisi via mail al solito indirizzo topone chiocciola pobox.com, così ci troviamo. Io sarò lì a partire dalle 13.30 circa. Le novità dell'aggiornamento di Contact Light e le modalità per averlo sono descritte in questo articolo; chi ha già fatto una donazione al progetto potrà detrarla. Chi non può essere all'appuntamento di Bologna può ricevere Contact Light per posta.
Io sarò lì come suo interprete e come fan. Se a qualcuno che si trova in zona interessa acquistare qualche copia a colori del mio libro sui complotti lunari o la versione aggiornata e in alta definizione del documentario Contact Light, mi avvisi via mail al solito indirizzo topone chiocciola pobox.com, così ci troviamo. Io sarò lì a partire dalle 13.30 circa. Le novità dell'aggiornamento di Contact Light e le modalità per averlo sono descritte in questo articolo; chi ha già fatto una donazione al progetto potrà detrarla. Chi non può essere all'appuntamento di Bologna può ricevere Contact Light per posta.
2010/10/14
Torna l’appello per Rachel, con foto-shock
2014/06/07: Questo articolo era stato pubblicato inizialmente su Wired.it qui ma ora non è più disponibile presso il sito originale, per cui lo ripubblico qui, forzandogli la data di pubblicazione originale (2010/10/14).
L'appello di una madre per la figlia malata di cancro, curabile con una raccolta di fondi alla quale si può aderire semplicemente inoltrando il messaggio perché per ogni inoltro la madre riceverà 32 centesimi, è un classico delle catene di Sant'Antonio fasulle di Internet. Circola almeno da dieci anni e man mano si evolve, ma è comunque una
La versione attualmente in circolazione in italiano, corredata dalla garanzia apparente di vari dipendenti di enti pubblici (per esempio l'Agenzia del Territorio sarda, quella romana, l'Agenzia delle Entrate di Ragusa e quella di Varese), è questa:
“Per favore, passa questo messaggio e prenderai parte ad un grande miracolo. Salve, sono una madre di famiglia, ho 29 anni. Dio mi ha benedetto con una bambina. Mia figlia si chiama Rachel e ha 10 mesi. A pochi giorni dalla nascita, i medici le diagnosticarono un cancro al cervello. C'è solo un modo per mantenerla in vita: operarla. Purtroppo mio marito ed io non abbiamo i soldi sufficuenti per farlo e per questo ti chiediamo di aiutarci. Inoltrando questa mail a tutte le persone che puoi. Per ogni persona che aprirà questa mail e che la passerà almeno ad altre tre, riceveremo 32 cent. di dollaro. Per favore, aiutaci. Di cuore...”.
Questa versione esiste anche in spagnolo:
“Si eliminas éste mensaje, honestamente no tienes corazón ... Hola, soy madre de familia, tengo 29 años de edad. Dios me bendijo con una niña. Mi hija se llama Rachel y ella tiene 10 meses de edad. A los pocos días de nacida, los médicos le doagnosticaron cáncer en su cerebro. Sólo hay una manera de mantenerla con vida ... Operararla..... Infelizmente, mi esposo y yo no tenemos el dinero suficiente para ello y por eso solicitamos que nos ayuden.... Pasando este email a todas las personas que puedan.... Cada persona que abre este correo electrónico y pasan al menos a tres personas, recibiremos 32 centavos de dólar .. Por favor, ayúdenos. Sinceramente....
C'è anche una versione francese in cui la bambina si chiama Vanessa (e bisognerebbe chiedersi chi si prende la briga di cambiare i nomi in queste catene e perché lo fa):
“Si vous éliminez ce message vous n'avez pas de coeur. C'est une mère de 29 ans qui a une fillette de 10 mois atteinte d'un cancer cérébral. Elle n'a pas d'argent pour faire opérer sa fille. Chaque personne devra envoyer ce mail au moins à trois personnes et la famille recevra 32 centimes de dollars par mail envoyé. La famille prie qu'on l'aide”.
Tutte queste versioni sono accomunate dall'inclusione di una serie di fotografie piuttosto scioccanti di una neonata coperta da croste e gravi arrossamenti in varie parti del corpo. Le immagini in realtà non c'entrano nulla con il "cancro al cervello" citato nell'appello: questa malattia non produce gli effetti visibili nelle foto, che circolavano già a marzo 2010 con un'altra variante dell'appello insieme a un referto medico in portoghese. Questo referto, però, si è perso nel corso del passaparola: parlava di patologia acantolitica e indicava che il nome della neonata era in realtà Manuela, nata il 21 maggio 2009.
Nelle fotografie si può notare che il cuscino sul quale giace la neonata reca la scritta "Hospital Vila da Serra - Instituto Materno-Infantil”, che corrisponde a questo ospedale brasiliano. Stando al blog Patrulha do Agreste, la bambina ritratta nelle fotografie sarebbe morta poco dopo presso l'ospedale.
Diffondere quest'appello, insomma, è semplicemente inutile e non fa che sottolineare la leggerezza con la quale troppi utenti, dal luogo di lavoro, inoltrano qualunque cosa li commuova senza chiedersi se sia plausibile e diffondendo impietosamente immagini di una bambina che con tutta probabilità non c'è più. Un “Inoltra a tutti” in meno e un pensiero in più per i genitori di Manuela non guasterebbero.
L'appello di una madre per la figlia malata di cancro, curabile con una raccolta di fondi alla quale si può aderire semplicemente inoltrando il messaggio perché per ogni inoltro la madre riceverà 32 centesimi, è un classico delle catene di Sant'Antonio fasulle di Internet. Circola almeno da dieci anni e man mano si evolve, ma è comunque una
La versione attualmente in circolazione in italiano, corredata dalla garanzia apparente di vari dipendenti di enti pubblici (per esempio l'Agenzia del Territorio sarda, quella romana, l'Agenzia delle Entrate di Ragusa e quella di Varese), è questa:
“Per favore, passa questo messaggio e prenderai parte ad un grande miracolo. Salve, sono una madre di famiglia, ho 29 anni. Dio mi ha benedetto con una bambina. Mia figlia si chiama Rachel e ha 10 mesi. A pochi giorni dalla nascita, i medici le diagnosticarono un cancro al cervello. C'è solo un modo per mantenerla in vita: operarla. Purtroppo mio marito ed io non abbiamo i soldi sufficuenti per farlo e per questo ti chiediamo di aiutarci. Inoltrando questa mail a tutte le persone che puoi. Per ogni persona che aprirà questa mail e che la passerà almeno ad altre tre, riceveremo 32 cent. di dollaro. Per favore, aiutaci. Di cuore...”.
Questa versione esiste anche in spagnolo:
“Si eliminas éste mensaje, honestamente no tienes corazón ... Hola, soy madre de familia, tengo 29 años de edad. Dios me bendijo con una niña. Mi hija se llama Rachel y ella tiene 10 meses de edad. A los pocos días de nacida, los médicos le doagnosticaron cáncer en su cerebro. Sólo hay una manera de mantenerla con vida ... Operararla..... Infelizmente, mi esposo y yo no tenemos el dinero suficiente para ello y por eso solicitamos que nos ayuden.... Pasando este email a todas las personas que puedan.... Cada persona que abre este correo electrónico y pasan al menos a tres personas, recibiremos 32 centavos de dólar .. Por favor, ayúdenos. Sinceramente....
C'è anche una versione francese in cui la bambina si chiama Vanessa (e bisognerebbe chiedersi chi si prende la briga di cambiare i nomi in queste catene e perché lo fa):
“Si vous éliminez ce message vous n'avez pas de coeur. C'est une mère de 29 ans qui a une fillette de 10 mois atteinte d'un cancer cérébral. Elle n'a pas d'argent pour faire opérer sa fille. Chaque personne devra envoyer ce mail au moins à trois personnes et la famille recevra 32 centimes de dollars par mail envoyé. La famille prie qu'on l'aide”.
Tutte queste versioni sono accomunate dall'inclusione di una serie di fotografie piuttosto scioccanti di una neonata coperta da croste e gravi arrossamenti in varie parti del corpo. Le immagini in realtà non c'entrano nulla con il "cancro al cervello" citato nell'appello: questa malattia non produce gli effetti visibili nelle foto, che circolavano già a marzo 2010 con un'altra variante dell'appello insieme a un referto medico in portoghese. Questo referto, però, si è perso nel corso del passaparola: parlava di patologia acantolitica e indicava che il nome della neonata era in realtà Manuela, nata il 21 maggio 2009.
Nelle fotografie si può notare che il cuscino sul quale giace la neonata reca la scritta "Hospital Vila da Serra - Instituto Materno-Infantil”, che corrisponde a questo ospedale brasiliano. Stando al blog Patrulha do Agreste, la bambina ritratta nelle fotografie sarebbe morta poco dopo presso l'ospedale.
Diffondere quest'appello, insomma, è semplicemente inutile e non fa che sottolineare la leggerezza con la quale troppi utenti, dal luogo di lavoro, inoltrano qualunque cosa li commuova senza chiedersi se sia plausibile e diffondendo impietosamente immagini di una bambina che con tutta probabilità non c'è più. Un “Inoltra a tutti” in meno e un pensiero in più per i genitori di Manuela non guasterebbero.
Le cose che non colsi - 2010/10/14
Carri spaziali, Biowashball all'uranio, latte riciclato e altre chicche
Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "vandario" e "rampoldid" ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Carro armato spaziale. Che ci fanno gli astronauti dello Shuttle su un cingolato che sembra tirato fuori da una puntata di Thunderbirds? Si esercitano nell'arte della fuga: sono a bordo del veicolo blindato che dovrebbe portarli via dalla rampa di lancio in alcune circostanze d'emergenza. Buona fortuna. La serie completa di foto è su SpaceflightNow.
Volo umano intorno alla Luna? E' solo un'idea, ma perlomeno se ne parla. Le agenzie spaziali russa, europea e statunitense si sono scambiate delle lettere che prendono in esame l'idea di usare la Stazione Spaziale Internazionale come punto di partenza. Il veicolo lunare verrebbe portato in orbita da un vettore automatico, riducendo complicazioni e rischi di un lancio "tutto in uno". Staremo a vedere.
Osservatorio sul paranormale? No, marketing virale. Il sito ParanormalSurveillance.com dice di essere un "osservatorio sul paranormale" che vuole monitorare le attività paranormali nel mondo invitando i visitatori a fare una scansione della propria casa con microfono e webcam del computer, ma è solo un sito che pubblicizza il film Paranormal Activity 2. Ne parla Query.
Burundanga garantito dalla Guardia di Finanza. Ha ripreso a circolare la bufala del "burundanga", una sostanza che verrebbe applicata sui biglietti da visita mostrati da sconosciuti per stordire le proprie vittime. L'appello ora gira con il titolo "Arriva direttamente dalla Guardia di Finanza di Reggio Emilia", ma il finanziere citato come garante apparente ha smentito. La storia rimane quindi una bufala fino a prova contraria, come documentato all'epoca dall'indagine antibufala.
Facebook, chat non più cancellabili? Non ho modo di verificare al volo, ma questo articolo su MSN.com afferma che la cronologia delle chattate in Facebook non si può più eliminare: è scomparsa l'opzione "Clear Chat History". Se ne parla anche su Allfacebook.com.
Milano-Roma con una DeLorean elettrica. C'è bisogno di dire altro? Leggete l'articolo su Wired. Purtroppo io non sarò a bordo.
Latte scaduto e riciclato identificabile dai numeretti sotto il cartone. Così perlomeno dice un appello che sta girando in Rete. Non è una novità e la storia è sempre la stessa, solo che stavolta c'è una nuova garante. Già pentita. I dettagli sono nel mio articolo su Wired.it (link aggiornato).
Geocentrismo? Sì grazie. Ebbene sì, ci sono persone che credono seriamente che la Terra sia al centro dell'universo e che Galileo avesse torto; si riuniranno a novembre nell'Indiana. Si pagano 50 dollari d'ingresso, pasto compreso. Phil Plait esamina le loro argomentazioni e arriva a una conclusione molto pragmatica: il geocentrismo va benissimo come sistema di riferimento in molte situazioni normali, perché semplifica le cose. Va bene fino a quando occorre fare i calcoli per lanciare una sonda spaziale: allora la semplicità va a farsi benedire. Ma non è l'unico sistema di riferimento valido come sostengono i geocentristi che brandiscono la Bibbia.
Non si possono eliminare i copiloti. Notizia non fresca, ma ne prendo nota qui nel caso che riemerga come fece la storiella dei posti in piedi sugli aerei: checché ne dica Ryanair, non c'è la benché minima speranza di eliminare i copiloti. Però parlarne produce pubblicità grazie ai giornalisti che abboccano a ogni trovata di Michael O'Leary, boss della compagnia aerea. Dettagli su Boardingarea.com.
Biowashball, che fine ha fatto? C'è dentro l'uranio. Dove sono finiti tutti quelli che l'avevano comprata? La usano ancora? Si sono accorti che non funziona perché i loro vestiti puzzano come un tauntaun in estate? Provate a sentire in giro e ditemi cosa salta fuori. Intanto ripesco questo articolo di Oggiscienza che segnala come questi prodotti fantaecologici siano venduti a fiere dell'ambiente come Fa' la cosa giusta facendo leva sulle buone intenzioni della gente e nota che un'analisi ha rilevato che le parti ceramiche delle "palline magiche" contengono uranio e torio in concentrazioni "10 volte maggiori delle normali concentrazioni dei due elementi nelle comuni ceramiche". Concentrazioni non pericolose, ma comunque viene da chiedersi perché ci siano.
Ritorno al Futuro 25 anni dopo
Michael J. Fox torna su una DeLorean. Solo per un trailer, ma merita comunque
2010/10/13
PC banditi, sciachimisti litigiosi, alieni d'ogni sorta e altre in breve
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
PC infetti banditi? Scott Charney di Microsoft propone che vengano esclusi da Internet i computer infetti. Ne parla la BBC, raccogliendo il parere di Graham Cluley di Sophos.
Le "scie chimiche" causano lotte intestine. O intestinali? Rosario Marcianò, strenuo sostenitore dell'esistenza di un megacomplotto basato sulle "scie chimiche", ha denunciato Tom Bosco, strenuo sostenitore dell'esistenza di un megacomplotto basato sulle "scie chimiche", insieme ad Andrea Rampado, gestore dei forum di Nexus, per "diffamazione (articolo 595/3 CP), sostituzione di persona (articolo 494 CP) e accesso abusivo di sistema informatico (615TER CP)". Non serve che il Nuovo Ordine Mondiale si occupi dei complottisti: si mangiano già fra di loro. Tutti i dettagli sono su Nexus.
Asteroide di passaggio. Ieri un asteroide, denominato 2010 TD54, è passato a circa 45.000 km dalla Terra. Non era di dimensioni sufficienti a fare danni anche in caso di impatto: misurava da 5 a 10 metri. Era stato scoperto sabato scorso. Maggiori info presso Discover e Nasa.gov.
Un segnale luminoso "alieno" che sarebbe arrivato dalla direzione di Gliese 581g, il pianeta scoperto recentemente che si trova nella fascia abitabile intorno alla stella nana rossa Gliese 581, è interessante ma parecchio in dubbio. Era stato segnalato dall'astronomo Ragbir Bhathal, della University of Western Sydney, circa due anni fa. Frank Drake (quello della famosa Equazione di Drake), si definisce "molto sospettoso" perché ha chiesto a Bhathal i dettagli delle sue osservazioni del segnale, ma Bhathal non glieli vuole fornire. Drake non è certo un negazionista della vita extraterrestre, visto che è il padre del progetto SETI per cercarla (Space.com).
Yoda doveva essere una scimmia mascherata. Così fu previsto inizialmente per L'Impero colpisce ancora. E si sa finalmente chi interpretò l'Imperatore nell'edizione originale. Non vi voglio togliere la sorpresa: i dettagli sono su Io9 (anche qui) oppure nel libro The Making of Star Wars: The Empire Strikes Back di J.W. Rinzler. È già nella mia wishlist su Amazon.de.
General Motors ha mentito? È emerso che la Chevrolet Volt non è affatto un'auto elettrica pura con generatore a bordo, come era stato lasciato intendere fin qui, ma un'ibrida, perché usa il generatore (un motore a benzina) anche per la propulsione, sia pure con un complicato accoppiamento meccanico indiretto. Delusione e indignazione fra gli appassionati, me compreso. GM replica con uno spiegone tecnico e dice che non ha potuto rivelare prima i dettagli per ragioni brevettuali. Mah.
Cerchi nel grano. Per un recente dibattito TV avevo raccolto un po' di materiale che non ho utilizzato, per cui lo segnalo qui caso mai dovesse interessare: il cerchio nel grano a forma di logo di Firefox visto in Google Maps, realizzato nel 2006 dai linuxiani della Oregon State University, come spiegato da loro qui, (e qui con la pianta che fece da piano di lavoro) e segnalato anche da Time; il "cerchio" che ritraeva Mike Skinner alias The Streets, finanziato dalla Sony; il famoso cerchio di Milk Hill, troppo complesso per essere fatto da mano umana e invece realizzato dall'artista Jon Lundberg.
Ritorno al Futuro ritorna. Fra due settimane verrà pubblicata in Blu-Ray la trilogia di Ritorno al Futuro: per l'occasione sono state incluse alcune scene tratte dalle cinque settimane di lavorazione nelle quali Marty McFly fu interpretato da Eric Stoltz invece che da Michael J. Fox, come spiegato qui.
Facebook introduce i gruppi, ma con un inghippo. Adesso è possibile definire gruppi di "amici" su Facebook e condividere un elemento solo con loro anziché con tutti i propri amici. Piccolo problema: sono gli altri utenti a includerci nei loro gruppi, che noi lo si voglia o meno, e spetta a noi dis-iscriverci. La BBC suggerisce alcune situazioni in cui questo sarebbe un bel problemino: per esempio, un utente s'è trovato iscritto a forza al gruppo dell'Associazione Nordamericana per l'Amore fra Uomini e Ragazzi (North American Man-Boy Love Association, NAMBLA) e per far capire quanto sia potenzialmente pericolosa questa funzione ha iscritto allo stesso gruppo Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook.
PC infetti banditi? Scott Charney di Microsoft propone che vengano esclusi da Internet i computer infetti. Ne parla la BBC, raccogliendo il parere di Graham Cluley di Sophos.
Le "scie chimiche" causano lotte intestine. O intestinali? Rosario Marcianò, strenuo sostenitore dell'esistenza di un megacomplotto basato sulle "scie chimiche", ha denunciato Tom Bosco, strenuo sostenitore dell'esistenza di un megacomplotto basato sulle "scie chimiche", insieme ad Andrea Rampado, gestore dei forum di Nexus, per "diffamazione (articolo 595/3 CP), sostituzione di persona (articolo 494 CP) e accesso abusivo di sistema informatico (615TER CP)". Non serve che il Nuovo Ordine Mondiale si occupi dei complottisti: si mangiano già fra di loro. Tutti i dettagli sono su Nexus.
Asteroide di passaggio. Ieri un asteroide, denominato 2010 TD54, è passato a circa 45.000 km dalla Terra. Non era di dimensioni sufficienti a fare danni anche in caso di impatto: misurava da 5 a 10 metri. Era stato scoperto sabato scorso. Maggiori info presso Discover e Nasa.gov.
Un segnale luminoso "alieno" che sarebbe arrivato dalla direzione di Gliese 581g, il pianeta scoperto recentemente che si trova nella fascia abitabile intorno alla stella nana rossa Gliese 581, è interessante ma parecchio in dubbio. Era stato segnalato dall'astronomo Ragbir Bhathal, della University of Western Sydney, circa due anni fa. Frank Drake (quello della famosa Equazione di Drake), si definisce "molto sospettoso" perché ha chiesto a Bhathal i dettagli delle sue osservazioni del segnale, ma Bhathal non glieli vuole fornire. Drake non è certo un negazionista della vita extraterrestre, visto che è il padre del progetto SETI per cercarla (Space.com).
Yoda doveva essere una scimmia mascherata. Così fu previsto inizialmente per L'Impero colpisce ancora. E si sa finalmente chi interpretò l'Imperatore nell'edizione originale. Non vi voglio togliere la sorpresa: i dettagli sono su Io9 (anche qui) oppure nel libro The Making of Star Wars: The Empire Strikes Back di J.W. Rinzler. È già nella mia wishlist su Amazon.de.
General Motors ha mentito? È emerso che la Chevrolet Volt non è affatto un'auto elettrica pura con generatore a bordo, come era stato lasciato intendere fin qui, ma un'ibrida, perché usa il generatore (un motore a benzina) anche per la propulsione, sia pure con un complicato accoppiamento meccanico indiretto. Delusione e indignazione fra gli appassionati, me compreso. GM replica con uno spiegone tecnico e dice che non ha potuto rivelare prima i dettagli per ragioni brevettuali. Mah.
Cerchi nel grano. Per un recente dibattito TV avevo raccolto un po' di materiale che non ho utilizzato, per cui lo segnalo qui caso mai dovesse interessare: il cerchio nel grano a forma di logo di Firefox visto in Google Maps, realizzato nel 2006 dai linuxiani della Oregon State University, come spiegato da loro qui, (e qui con la pianta che fece da piano di lavoro) e segnalato anche da Time; il "cerchio" che ritraeva Mike Skinner alias The Streets, finanziato dalla Sony; il famoso cerchio di Milk Hill, troppo complesso per essere fatto da mano umana e invece realizzato dall'artista Jon Lundberg.
Ritorno al Futuro ritorna. Fra due settimane verrà pubblicata in Blu-Ray la trilogia di Ritorno al Futuro: per l'occasione sono state incluse alcune scene tratte dalle cinque settimane di lavorazione nelle quali Marty McFly fu interpretato da Eric Stoltz invece che da Michael J. Fox, come spiegato qui.
Facebook introduce i gruppi, ma con un inghippo. Adesso è possibile definire gruppi di "amici" su Facebook e condividere un elemento solo con loro anziché con tutti i propri amici. Piccolo problema: sono gli altri utenti a includerci nei loro gruppi, che noi lo si voglia o meno, e spetta a noi dis-iscriverci. La BBC suggerisce alcune situazioni in cui questo sarebbe un bel problemino: per esempio, un utente s'è trovato iscritto a forza al gruppo dell'Associazione Nordamericana per l'Amore fra Uomini e Ragazzi (North American Man-Boy Love Association, NAMBLA) e per far capire quanto sia potenzialmente pericolosa questa funzione ha iscritto allo stesso gruppo Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook.
2010/10/12
La NASA colta a ritoccare le foto, che cosa mai nasconderà?
Questo articolo era stato pubblicato inizialmente su Wired.it, dove non è più disponibile, per cui lo ripubblico qui.
Un utente di Youtube, tale DominatorPS3, scopre sul sito della Nasa un'immagine della sonda Cassini palesemente ritoccata e finisce subito sui giornali online americani (Fox News) e australiani (News.com.au). Per non parlar del Belgio. Il solito complottista? Non proprio, perché l'immagine è ritoccata davvero.
La fotografia in questione, mostrata qui accanto, è questa, che ritrae Dione e Titano, due lune del pianeta Saturno. DominatorPS3 ne esalta la luminosità e si accorge che ci sono dei vistosi e grossolani segni di cancellazione sul lato non illuminato di Dione, che mascherano quasi completamente un enorme oggetto multicolore, come si vede qui sotto. Adesso la foto è stata sostituita, ma la cancellazione è ancora visibile in questa versione. La Nasa è stata finalmente colta nel sacco a nascondere terribili segreti?
Sulla base di questi dati parrebbe di sì: del resto non è la prima volta che vengono scoperti fotoritocchi negli archivi dell'ente spaziale statunitense. Per anni uno degli archivi Nasa ha ospitato qui una fotografia del primo sbarco sulla Luna che aveva vistosissimi rattoppi del suolo lunare fatti con il copia e incolla digitale. Oggi è stata sostituita da una versione aggiornata, ma io conservo ancora la vecchia versione.
Quando me ne accorsi, nel 2003, contattai Dave Williams del Goddard Spaceflight Center della Nasa e chiesi spiegazioni. Ne ricevetti una molto banale: contrariamente a quello che molti credono, la Nasa non è una macchina perfetta popolata da Men In Black, ma è una burocrazia che per spendere qualunque cifra deve avere permessi in triplice copia. L’archivio della Nasa era stato realizzato negli anni Novanta usando scansioni di copie di copie di copie analogiche delle fotografie originali, spesso impolverate e graffiate, perché il dipartimento di competenza non ne aveva di migliori e non se le poteva procurare. Nel caso specifico, il copiaincolla del suolo lunare non era servito per nascondere un rettiliano che assisteva al nostro sbarco, ma per rattoppare la stampa danneggiata che era stata passata allo scanner.
La storia dell'oggetto misterioso mascherato dalla Nasa vicino a Saturno è molto simile, come ha spiegato Emily Lakdawalla, la Science and Technology Coordinator della Planetary Society che ha realizzato il fotoritocco saturniano. Non c’è nulla da nascondere neanche qui: semplicemente, la foto a colori è ottenuta combinando tre immagini successive scattate attraverso filtri rossi, verdi e blu, perché le sonde spaziali usano sensori a toni di grigio, più adatti di quelli a colori per la raccolta di dati scientifici.
La sonda Cassini si è spostata velocemente lungo la propria traiettoria fra uno scatto e l'altro, per cui le tre immagini sono venute disallineate: i due satelliti hanno posizioni relative differenti. Emily non ha fatto altro che ritagliare e allineare le tre immagini del satellite più grande, Titano, fare lo stesso per le tre dell'altro satellite, ricomporre il tutto e creare digitalmente le porzioni d'ombra mancanti per ottenere una fotografia a colori.
Emily ha pubblicato un articolo nel quale spiega tutta la questione e linka le tre fotografie di partenza. Ha anche fornito un altro esempio di come si usa abitualmente questa tecnica per ottenere foto a colori, che sono molto spettacolari ma di poco interesse scientifico. Non è servito a nulla: il mito della Nasa che usa Photoshop per nascondere le prove dell'esistenza degli alieni persiste. Mai nessuno che si chieda perché un compito d'importanza tanto vitale verrebbe svolto in maniera così dilettantesca da essere smascherato da uno Youtuber qualsiasi. E infatti il Centro Ufologico Ionico [2014/12/14: il link è diventato obsoleto, ma ce n'è un altro ancora valido], giusto per citarne uno, rifiuta la spiegazione di Emily: "Ma nemmeno a dirlo, Emily Lakdawalla non ha convinto nessuno". Soprattutto chi è certo di saperne di più degli esperti.
Un utente di Youtube, tale DominatorPS3, scopre sul sito della Nasa un'immagine della sonda Cassini palesemente ritoccata e finisce subito sui giornali online americani (Fox News) e australiani (News.com.au). Per non parlar del Belgio. Il solito complottista? Non proprio, perché l'immagine è ritoccata davvero.
La fotografia in questione, mostrata qui accanto, è questa, che ritrae Dione e Titano, due lune del pianeta Saturno. DominatorPS3 ne esalta la luminosità e si accorge che ci sono dei vistosi e grossolani segni di cancellazione sul lato non illuminato di Dione, che mascherano quasi completamente un enorme oggetto multicolore, come si vede qui sotto. Adesso la foto è stata sostituita, ma la cancellazione è ancora visibile in questa versione. La Nasa è stata finalmente colta nel sacco a nascondere terribili segreti?
Sulla base di questi dati parrebbe di sì: del resto non è la prima volta che vengono scoperti fotoritocchi negli archivi dell'ente spaziale statunitense. Per anni uno degli archivi Nasa ha ospitato qui una fotografia del primo sbarco sulla Luna che aveva vistosissimi rattoppi del suolo lunare fatti con il copia e incolla digitale. Oggi è stata sostituita da una versione aggiornata, ma io conservo ancora la vecchia versione.
Quando me ne accorsi, nel 2003, contattai Dave Williams del Goddard Spaceflight Center della Nasa e chiesi spiegazioni. Ne ricevetti una molto banale: contrariamente a quello che molti credono, la Nasa non è una macchina perfetta popolata da Men In Black, ma è una burocrazia che per spendere qualunque cifra deve avere permessi in triplice copia. L’archivio della Nasa era stato realizzato negli anni Novanta usando scansioni di copie di copie di copie analogiche delle fotografie originali, spesso impolverate e graffiate, perché il dipartimento di competenza non ne aveva di migliori e non se le poteva procurare. Nel caso specifico, il copiaincolla del suolo lunare non era servito per nascondere un rettiliano che assisteva al nostro sbarco, ma per rattoppare la stampa danneggiata che era stata passata allo scanner.
La storia dell'oggetto misterioso mascherato dalla Nasa vicino a Saturno è molto simile, come ha spiegato Emily Lakdawalla, la Science and Technology Coordinator della Planetary Society che ha realizzato il fotoritocco saturniano. Non c’è nulla da nascondere neanche qui: semplicemente, la foto a colori è ottenuta combinando tre immagini successive scattate attraverso filtri rossi, verdi e blu, perché le sonde spaziali usano sensori a toni di grigio, più adatti di quelli a colori per la raccolta di dati scientifici.
La sonda Cassini si è spostata velocemente lungo la propria traiettoria fra uno scatto e l'altro, per cui le tre immagini sono venute disallineate: i due satelliti hanno posizioni relative differenti. Emily non ha fatto altro che ritagliare e allineare le tre immagini del satellite più grande, Titano, fare lo stesso per le tre dell'altro satellite, ricomporre il tutto e creare digitalmente le porzioni d'ombra mancanti per ottenere una fotografia a colori.
Emily ha pubblicato un articolo nel quale spiega tutta la questione e linka le tre fotografie di partenza. Ha anche fornito un altro esempio di come si usa abitualmente questa tecnica per ottenere foto a colori, che sono molto spettacolari ma di poco interesse scientifico. Non è servito a nulla: il mito della Nasa che usa Photoshop per nascondere le prove dell'esistenza degli alieni persiste. Mai nessuno che si chieda perché un compito d'importanza tanto vitale verrebbe svolto in maniera così dilettantesca da essere smascherato da uno Youtuber qualsiasi. E infatti il Centro Ufologico Ionico [2014/12/14: il link è diventato obsoleto, ma ce n'è un altro ancora valido], giusto per citarne uno, rifiuta la spiegazione di Emily: "Ma nemmeno a dirlo, Emily Lakdawalla non ha convinto nessuno". Soprattutto chi è certo di saperne di più degli esperti.
La NASA colta a ritoccare le foto. Sul serio
Antibufala spaziale: la NASA ha ritoccato una foto per nascondere qualcosa su un satellite di Saturno
Un utente di Youtube ha scoperto che la NASA ha cancellato grossolanamente un'enorme zona multicolore sul lato in ombra di Dione, satellite di Saturno.
La cosa interessante è che è vero, ma per capire come stanno realmente le cose senza farvi prendere dal panico potete dare un'occhiata a questo mio articolo su Wired.it [2014/12/14: rimosso, ripubblicato qui]. Grazie a Gianluigi per la segnalazione.
2010/10/11
La "poltiglia rosa" dei fast food non è pollo: è bufala
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Per il mio debutto su Wired.it mi sono occupato del caso di questa fotografia, che un po' ovunque in Rete viene presentata dicendo che si tratta di una pappetta usata per produrre i bocconcini di pollo dei fast food partendo da polli interi, comprese ossa, occhi e interiora.
Se vi interessano i dettagli, li trovate nell'articolo; se volete cimentarvi in una caccia alla bufala online, cercate di scoprire cosa mostra in realtà questa fotografia. Buon divertimento.
Aggiornamento 1: questa foto di “pollo separato meccanicamente” mostra una scatola analoga a quella presentata qui sopra e una pasta rosa abbastanza simile. La didascalia dice che la scatola è cerata internamente.
Aggiornamento 2 (2010/10/12): questa immagine, tratta da questa pagina cinese, corrisponde esattamente a quella che gira in Rete (grazie a il dissidente per la segnalazione nei commenti). La traduzione automatica parla di "fanghiglia di pollo", ma mi fido poco. Qualcuno sa il cinese e può fare di meglio?
Aggiornamento 3 (2012/01/26): UrbanLegends ha pubblicato un articolo con altre informazioni sulla vicenda.
Aggiornamento 4 (2012/02/07): Secondo Time, McDonald's negli USA ha dichiarato di aver cessato l'uso della carne di manzo trattata con ammoniaca (una variante di questa poltiglia) in questo modo all'inizio del 2011. Tuttavia il Dipartimento dell'Agricoltura statunitense intende acquistarne circa 3500 tonnellate per le mense scolastiche perché il prodotto è “generalmente ritenuto sicuro”. Questo la dice lunga sugli standard alimentari ritenuti accettabili negli Stati Uniti.
Aggiornamento 5 (2014/06/07): L'articolo che avevo scritto per Wired non è più online, ma c'è la sua copia su Archive.org. Ho aggiornato di conseguenza il link del mio debutto sulla rivista.
Aggiornamento 6 (2014/10/08): Ripubblico qui sotto l'articolo, prima che sparisca anche la copia su Archive.org.
Per il mio debutto su Wired.it mi sono occupato del caso di questa fotografia, che un po' ovunque in Rete viene presentata dicendo che si tratta di una pappetta usata per produrre i bocconcini di pollo dei fast food partendo da polli interi, comprese ossa, occhi e interiora.
Se vi interessano i dettagli, li trovate nell'articolo; se volete cimentarvi in una caccia alla bufala online, cercate di scoprire cosa mostra in realtà questa fotografia. Buon divertimento.
Aggiornamento 1: questa foto di “pollo separato meccanicamente” mostra una scatola analoga a quella presentata qui sopra e una pasta rosa abbastanza simile. La didascalia dice che la scatola è cerata internamente.
Aggiornamento 2 (2010/10/12): questa immagine, tratta da questa pagina cinese, corrisponde esattamente a quella che gira in Rete (grazie a il dissidente per la segnalazione nei commenti). La traduzione automatica parla di "fanghiglia di pollo", ma mi fido poco. Qualcuno sa il cinese e può fare di meglio?
Aggiornamento 3 (2012/01/26): UrbanLegends ha pubblicato un articolo con altre informazioni sulla vicenda.
Aggiornamento 4 (2012/02/07): Secondo Time, McDonald's negli USA ha dichiarato di aver cessato l'uso della carne di manzo trattata con ammoniaca (una variante di questa poltiglia) in questo modo all'inizio del 2011. Tuttavia il Dipartimento dell'Agricoltura statunitense intende acquistarne circa 3500 tonnellate per le mense scolastiche perché il prodotto è “generalmente ritenuto sicuro”. Questo la dice lunga sugli standard alimentari ritenuti accettabili negli Stati Uniti.
Aggiornamento 5 (2014/06/07): L'articolo che avevo scritto per Wired non è più online, ma c'è la sua copia su Archive.org. Ho aggiornato di conseguenza il link del mio debutto sulla rivista.
Aggiornamento 6 (2014/10/08): Ripubblico qui sotto l'articolo, prima che sparisca anche la copia su Archive.org.
"Questa è la roba con cui sono fatti i bocconcini di pollo", proclama una miriade di siti Web italiani nel presentare una fotografia di una inquietante pasta rosa che sgorga da un tubo industriale, estrusa come un granuloso dentifricio per giganti. Il passaparola si scatena su Facebook e nei forum: "Una separatrice automatica di pollo trasforma i pennuti in questa pappa che sembra più un pasto di Matrix che del pollo [...] quella pappa verrà scansionata alla ricerca di batteri pericolosi per la nostra salute, lavato con l'ammoniaca (avete capito bene), imbevuta in essa, in realtà. Poi, tanto per dargli il sapore che piace a voi, sarà insaporito artificialmente con appositi aromi. Alla fine, visto che stranamente è di colore rosa, sarà tinto con colori artificiali per avere il colore che più vi piace".
La probabile fonte originale dell'allarme è un post in inglese su Tumblr che parla di "carne separata meccanicamente" e che è stato recentemente ripreso e amplificato da Gizmodo eHuffington Post, dicendo cose anche peggiori: la poltiglia rosa sarebbe ottenuta tritando un pollo intero, comprese ossa, occhi e interiora.
Le numerose varianti della segnalazione, propagate anche via mail, tirano in ballo le principali catene di fast food, ma McDonald's Italia ha dichiarato a Giornalettismo.com che i suoi McNuggets sono "fatti da 100% petto di pollo": quindi niente ossa, occhi o interiora, ma al massimo il 5% di pelle, "esattamente come il pollo che si acquista in rosticceria".
Si potrebbe obiettare che McDonald's è parte interessata, ma sulla vicenda è sceso in campo anche l'autorevole sito antibufala Snopes.com, che conferma che nella produzione della carne separata meccanicamente (un prodotto reale, ottenuto asportando con sistemi ad alta pressione i residui di carne che restano attaccati alle ossa dopo la prima pulitura) non si introducono carcasse intere e aggiunge che non si usa alcun lavaggio con ammoniaca. Il procedimento è descritto presso il Food Safety and Inspection Service del Dipartimento dell'Agricoltura statunitense, notando che si usa dagli anni Sessanta e che va indicata come tale sull'etichetta del prodotto. Va detto, però, che negli Stati Uniti l'ammoniaca viene iniettata nella carne di manzo separata meccanicamente, non in quella di pollo, per evitare contaminazioni e proliferazioni batteriche nocive per i consumatori: non viene usata per "lavare" la carne o per imbeverla, come dice invece l'appello.
In altre parole, l'allarme che circola in Rete è del tutto ingiustificato, e più che rivelare segreti sulla produzione degli alimenti mette in evidenza i pregiudizi e le paure inconsce di chi la propaga. La bufala ha successo perché fa leva sui luoghi comuni: le multinazionali sistematicamente senza scrupoli, i complotti per avvelenarci, la diffidenza verso i cibi ritenuti innaturali, le paure legate alla salute e all'alimentazione.
La foto, invece, è ancora un mistero. Circolava in Rete ben prima del recente post su Tumblr che ha scatenato l'allarme: secondo Tineye.com è in giro almeno da gennaio 2009, quando la pubblicò il blog Xxxicana. E c'è qualcosa di sospetto: la pasta rosa viene versata dentro una scatola di cartone o simile, cosa che non ha molto senso in una produzione alimentare, che richiede contenitori non porosi, e i guanti indossati dagli operatori sono un po' troppo spessi come protezione contro del materiale alimentare. Inoltre è improbabile che la pasta sia materiale denso come la carne ricostituita: se lo fosse, la scatola di cartone non ne reggerebbe il peso, e difficilmente la colata assumerebbe quella forma ricurva nell'uscire dall'ugello. Sembra più che altro una schiuma, forse del tipo usato per proteggere prodotti da imballare o per realizzare blocchi espansi per modellazione. L'importante è che non sia Soylent verde.
CICAP Ticino a caccia di fantasmi? Se ci invitano, volentieri!
La Provincia di Varese ha pubblicato la notizia che Antonio Valmaggia, ricercatore e studioso di fenomeni paranormali, avrebbe invitato il Cicap Ticino come testimone di un suo tentativo di dimostrare l'esistenza dei fantasmi ed eventualmente aggiudicarsi il Premio James Randi (un milione di dollari al primo che dimostrerà un fenomeno paranormale).
Come presidente del Cicap Ticino vorrei chiarire che al momento non è stato ricevuto nessun invito formale dal Sig. Valmaggia e che ho appreso di questo invito dalla stampa.
In attesa che Valmaggia prenda contatto diretto, il Cicap Ticino è comunque disponibile al confronto con lui sulla questione dell'esistenza dei fantasmi. Se verrà definito insieme un protocollo di sperimentazione, il Cicap Ticino sarà inoltre disponibile come osservatore delle ricerche di Valmaggia.
Va detto, inoltre, che le modalità del Premio James Randi (disponibili presso Randi.org) sono differenti da quelle descritte da La Provincia di Varese: in particolare richiedono che il sensitivo definisca i propri poteri o fenomeni con precisione e li dimostri in condizioni di controllo concordate; aneddoti e testimonianze non sono ammissibili.
Come presidente del Cicap Ticino vorrei chiarire che al momento non è stato ricevuto nessun invito formale dal Sig. Valmaggia e che ho appreso di questo invito dalla stampa.
In attesa che Valmaggia prenda contatto diretto, il Cicap Ticino è comunque disponibile al confronto con lui sulla questione dell'esistenza dei fantasmi. Se verrà definito insieme un protocollo di sperimentazione, il Cicap Ticino sarà inoltre disponibile come osservatore delle ricerche di Valmaggia.
Va detto, inoltre, che le modalità del Premio James Randi (disponibili presso Randi.org) sono differenti da quelle descritte da La Provincia di Varese: in particolare richiedono che il sensitivo definisca i propri poteri o fenomeni con precisione e li dimostri in condizioni di controllo concordate; aneddoti e testimonianze non sono ammissibili.
Progetto Moonscape, arriva il prequel
L'allunaggio come non l'avete mai visto
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Grazie allo sforzo collettivo di oltre 370 appassionati donatori, posso presentarvi con grandissimo piacere la versione preliminare di Contact Light, il prequel al mio documentario Moonscape dedicato allo sbarco sulla Luna.
È un montaggio che ha vari elementi ancora da affinare, e per ora è soltanto in inglese, ma Contact Light è, a quanto mi risulta, il primo documentario al mondo a mostrare in alta definizione non solo le riprese integrali della cinepresa di bordo del modulo lunare dell'Apollo 11, che filmò a colori tutta la discesa verso la Luna fino allo storico primo allunaggio, ma anche le riprese degli uomini nel centro di controllo di Houston, sincronizzate e sonorizzate rispetto a quel filmato lunare.
Finora, infatti, le riprese del Controllo Missione erano state sempre mostrate senza audio e senza contesto, perché erano state effettuate da cineprese non sonore e non si sapeva a che istante si riferissero; esisteva l'audio delle comunicazioni inviate da Houston, ma nessuno era mai riuscito ad abbinare le immagini con il sonoro corrispondente. Ce l'ha fatta, con un lavoro di ricerca davvero impressionante, il britannico Stephen Slater, come descritto dal Guardian a luglio di quest'anno.
Adesso, per esempio, possiamo finalmente vedere il momento in cui il direttore di volo Gene Kranz chiese ai suoi tecnici il fatidico "Go" per l'allunaggio e comunicò il risultato a Charlie Duke, che possiamo vedere mentre a sua volta trasmette a Neil Armstrong e Buzz Aldrin il "Go" che li farà entrare nella storia. Grazie ai sottotitoli possiamo capire le parole degli astronauti, finalmente disponibili senza telecronisti che vi parlano sopra.
Possiamo anche vedere le emozioni di Charlie Duke quando viene perso il contatto radio con il modulo lunare e quando conferma con voce rotta, fra le grida di entusiasmo dei tecnici, che l'Aquila è atterrata, dopo che Buzz Aldrin gli ha comunicato che s'è accesa la spia che indica il contatto con il suolo lunare, pronunciando le prime due parole dette sulla Luna, quelle che danno il titolo al mio mini-documentario: "Contact light", appunto.
Vediamo tutto questo senza i colori sbiaditi e virati ai quali ci hanno abituato quarant'anni di documentari fatti con copie di copie di copie delle riprese originali. Quelli che trovate in Contact Light sono invece riversamenti digitali delle pellicole originali, restaurati e bilanciati per restituire i colori autentici. Il risultato è assolutamente fresco ed emozionante.
Contact Light non esisterebbe senza il lavoro dei tanti che hanno donato la musica o le proprie competenze tecniche (per esempio per la grafica digitale, che nella versione definitiva del documentario chiarirà l'assetto del modulo lunare minuto per minuto) e senza la collaborazione dei tecnici e archivisti NASA che hanno messo a disposizione l'audio. Nell'edizione finale di Contact Light ci saranno anche l'audio di bordo e quello dei tecnici del Controllo Missione, e ci sarà una celebre voce fuori campo che spiegherà i momenti salienti della discesa.
Trovate tutti i dettagli, le note tecniche e i piani per le versioni successive nell'articolo su Moonscape Project.
Questo documentario non sarebbe mai arrivato a questo punto senza lo sforzo economico di tanti appassionati delle missioni spaziali (che trovate elencati nei titoli di coda), che hanno partecipato alla colletta necessaria per acquistare i riversamenti e metterli online legalmente a disposizione di tutti. La spesa per questi filmati è stata di quasi 2200 euro. Ora sono a disposizione di qualunque appassionato sotto licenza Creative Commons.
Se l'idea di finanziare questo tipo di documentario vi ispira, la raccolta di fondi per acquistare i riversamenti delle riprese della prima passeggiata lunare (quella che verrà descritta in Moonscape) e delle cinque missioni lunari successive è sempre aperta. Più fondi arrivano, più documentari liberi possiamo realizzare.
Buona visione!
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