-- Antibufala: Amina Lawal, nuovo appello fasullo a metà
-- Conferenza a Pescara: registratevi!
-- Antibufala: la morte di Rachel Corrie
Antibufala: Amina Lawal, nuovo appello fasullo a metà
Sta iniziando a circolare un nuovo appello per Amina Lawal, il cui caso è già documentato dal Servizio Antibufala presso
http://www.attivissimo.net/antibufala/amina_lawal.htm
ALLA FINE HANNO APPROVATO LA LAPIDAZIONE DI AMINA |
L'appello sbaglia nel dire che l'esecuzione è posticipata "di due mesi per permetterle di allattare il suo bambino": il motivo è ben diverso. Come documentato presso
http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/africa/2884283.stm
l'appello legale di Amina
è stato rinviato a dopo le elezioni nigeriane di maggio (l'allattamento non c'entra).
E l'esecuzione non è
affatto automatica come dice l'appello. Secondo la BBC, infatti, se a
giugno 2003 l'appello legale di Amina non ha successo, può ancora
ricorrere all'Alta Corte della capitale Abuja e poi alla Corte Suprema
federale.
E' invece esatto il riferimento alla pagina di Amnesty International (altre varianti dell'appello rimandano a pagine di Amnesty in altre lingue). Tuttavia è errata la frase "Sembra che per AMINA abbiano ricevuto pochissime firme", dato che l'ultima volta che ho controllato (28 marzo 2003) le "firme" erano oltre 392.000 sul sito italiano e ben 3.708.423 presso http://www.amnistiaporsafiya.org.
Conferenza a Pescara: registratevi!
Nella newsletter precedente ho accennato alla mia apparizione mistica,
prevista a Pescara per il 12 aprile. Ho dimenticato di dirvi che se vi
interessa partecipare al Meeting 2003 sul software libero dovete
preregistrarvi presso
http://www.barbaroweb.com/meeting2003
Antibufala: la morte di Rachel Corrie
Circola nell'Internet italiana una presentazione PowerPoint in italiano, secondo la quale che racconta che "Pochi giorni fa a Gaza, ha perso la vita una giovane pacifista, Rachel Corrie di soli 23 anni." Si era recata in Israele dove "partecipava ad azioni, per bloccare le ruspe israeliane, che cercavano di abbattere le case dei kamikaze e dei loro parenti, nei territori palestinesi."
Secondo l'appello, che cito riassuntivamente, "Il 15 Marzo in un’azione a Rafah nella striscia di Gaza, Rachel era con i suoi amici per cercare di opporsi alle demolizioni. 'Era seduta sulla traiettoria del Bulldozer, il conducente l’ha vista, ha proseguito e le è passato sopra' ha dichiarato Joseph Smith, militante pacifista americano...'la ruspa le ha versato sopra la terra e poi si è messa a schiacciarla' ha aggiunto Nicholas Dure, un’altro suo compagno."
La descrizione è accompagnata da alcune fotografie impressionanti che documentano l'accaduto. "I compagni hanno cercato in tutti i modi prima di fermare la ruspa, e poi di prestare i soccorsi, ma non c’è stato niente da fare...Le autorità israeliane hanno dato diverse versioni dell’accaduto tutte smentite dalle documentazioni fotografiche e dai testimoni. La giovane è stata uccisa a sangue freddo in modo barbaro, mentre si interponeva in modo pacifico."
"Questa presentazione" prosegue l'appello "vuole essere una testimonianza per non dimenticare Rachel, una giovane pacifista, che con il suo coraggio voleva fermare le ingiustizie che ogni giorno si verificano in Palestina. In questi giorni e in questi mesi si sta muovendo contro la guerra, il più grande movimento pacifista che la storia abbia mai conosciuto, Rachel Corrie è sicuramente un simbolo di questo movimento ed è stata uccisa dalla logica assurda e brutale della guerra che tutti noi pacifisti cerchiamo di fermare. Ti chiedo di far circolare questa presentazione per far conoscere il caso di questa giovane ragazza, un po’ della sua storia e del suo impegno."
L'appello è "firmato" nell'ultima schermata da "Stefano Costa (Verdi Milano) - xawcos@tin.it".
Vorrei tanto potervi dire che è una bufala, ma purtroppo non posso.
La notizia della morte di Rachel Corrie è stata riportata da
numerosissimi siti di informazione, come CNN (http://www.cnn.com/2003/WORLD/meast/03/16/rafah.death/index.html), BBC (http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/middle_east/2855263.stm) e Rainews24 (http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsID=34059).
Vi sono tuttavia varie versioni degli eventi, che lasciano il dubbio che il conducente della ruspa non si sia accorto della presenza della ragazza. Le foto presentate in sequenza nell'appello e presso vari siti (compresa CNN) sono infatti ingannevoli: fra l'immagine in cui Rachel è mostrata in piedi, con un megafono in mano e chiaramente visibile al conducente, e la foto in cui la si vede riversa a terra, soccorsa dai suoi compagni, è trascorsa almeno un'ora.
Infatti secondo le testimonianze dei suoi stessi compagni, in particolare quella di Joseph Smith (http://electronicintifada.net/v2/article1284.shtml),
la prima foto è stata scattata fra le 14 e le 15 del 16 marzo (non 15
marzo come indicato nell'appello), ma il bulldozer ha travolto Rachel
fra le 16:45 e le 17, quando "Rachel si è seduta lungo la traiettoria
del bulldozer" e non aveva un megafono con il quale farsi sentire:
Essersi seduta può averla portata fuori dal campo visivo del
conducente. Tuttavia Smith precisa che era seduta "almeno 15 metri più
avanti del bulldozer", per cui se la stima della distanza è esatta è
presumibile che il conducente potesse vederla, e secondo Smith a un
certo punto Rachel era addirittura sopra il mucchio di terra spinto dal
bulldozer e ben visibile ai due operatori del bulldozer.
Rachel è stata travolta dal mezzo cingolato, che poi ha fatto
retromarcia passandole sopra, ed è morta in ospedale poche ore più
tardi.
Le foto presentate non possono dunque essere usate come prova
inequivocabile dell'esatta sequenza degli eventi, proprio perché fra
un'immagine e l'altra c'è tutta questa sequenza di eventi non
documentata (la cui versione completa è riportata nell'indagine antibufala, disponibile presso http://www.attivissimo.net/antibufala/rachel_corrie.htm. Di conseguenza, può essersi trattato di un tragico
incidente in cui gli operatori della ruspa non hanno visto Rachel,
oppure l'hanno vista troppo tardi e hanno commesso manovre sbagliate
dettate dal panico, oppure di un omicidio volontario. Solo quegli
operatori lo sanno per certo.
Ci sono molte altre considerazioni che andrebbero fatte di fronte alla
morte di una ragazza in circostanze come queste, ma sono considerazioni
personali che esulano dal mio compito di riferire sulle mie piccole
indagini, quindi le tengo per me.
Tramite Mirella De Paris, della Radio della Svizzera Italiana, il 27/3/2003 ho ricevuto da Stefano Costa questa conferma del suo ruolo di autore, che contiene alcune correzioni e precisazioni:
"Io ho semplicemente ricostruito in una presentazione di power point l'accaduto, volevo non passasse quasi nel silenzio un episodio così grave, che mi aveva molto scosso, mentre le mie forze erano tutte rivolte ad organizzare iniziative contro la guerra in Irak. Ho letto di quanto accaduto su internet, il 16 forse su repubblica.it o il nuovo.it. Le fonti di questo lavoro sono state delle agenzie stampa su internet, le foto fatte dai compagni di Rachel erano pubblicate sul sito del Corriere ma le ho riviste in questi giorni in altri siti, se vuoi trovare materiale lo trovi attraverso qualsiasi motore di ricerca scrivendo il nome di Rachel Corrie."
Stefano, il cui indirizzo di e-mail riportato nella presentazione è esatto, riferisce di aver diffuso anche una versione corretta della presentazione PowerPoint: "la data in cui è accaduto il triste episodio è il 16 marzo e non il 15, come da me descritto, avevo letto la prima agenzia il 16 e pensavo si riferisse al giorno prima. Poi nell'ultima dia ho tolto il riferimento al mio partito i Verdi dove sono responsabile a Milano. Perchè l'episodio non vorrei fosse letto come una strumentalizzazione politica."
Ciao da Paolo.
Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.