Nuovi modelli e vecchi difetti per i videofoni fissi
La campagna pubblicitaria di Telecom Italia per il suo nuovo videotelefono per rete fissa rasenta l'ingannevole. Le immagini sono palesemente simulate e di qualità nettamente superiore a quella reale.
Si vede che non s'è imparato nulla dai flop precedenti. Qualcuno ricorderà l'antenato di questo videotelefono, il Nexus, classe 1996. Se lo ricordano quelli di Portel:
http://www.portel.it/rubriche/punto.asp?id=322&pg=1
Anche il Nexus, come il modello attuale, funzionava (si fa per dire) sulla normale linea telefonica. Costava 780mila lire (circa 390 euro), poi ridotte a 460 mila. Alla fine, il Nexus:
... fu ritirato dal mercato inglese per la qualità della videochiamata: gli utenti, dopo aver speso cifre importanti, si trovavano tra le mani un apparecchio inutilizzabile. Le numerose proteste costrinsero l'azienda a ritirare il prodotto dal mercato. In Italia non si arrivò a quel punto, perché il prezzo del videotelefono aveva tenuto lontani gli utenti.
La versione odierna costa 199 euro (299 una coppia) ed è disponibile anche a noleggio a poco più di 3,5 euro al mese, ma con una tariffa di chiamata dedicata (il Nexus costava come la chiamata ordinaria) di 6 eurocent/min. La qualità è:
senz'altro migliorata, il display è a colori e la telefonata non è più una sequenza di soli fotogrammi, ma inizia ad avvicinarsi all'idea di video... se compro un videotelefono immaginando che la qualità sia quella che vedo nella pubblicità televisiva, sarò senz'altro deluso dal servizio. Più trasparenza nella comunicazione significa forse meno utenti, ma più soddisfatti. Che i gestori smettano allora di pubblicizzare una qualità che non c'è: la tecnologia non può ancora offrire qualità video elevate.
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