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Il sito Anti-Phishing Italia riferisce un importante aggiornamento a proposito del caso Platinway (la fantomatica società che recentemente ha spammato mezza Italia con un'offerta di lavoro facile e sicuro da svolgere comodamente via Internet da casa): come segnalavo nella newsletter e nel blog pochi giorni fa, dietro quest'offerta c'è il riciclaggio di denaro sporco.
Se avete risposto all'annuncio e avete affidato le vostre coordinate bancarie a Platinway, siete nei guai. Infatti Anti-phishing.it riferisce che una utente, allettata dall'offerta, ha risposto comunicando i propri dati bancari e accettando il contratto. Il lavoro consiste nel ricevere delle somme di denaro sul proprio conto corrente e poi trasferirle altrove, trattenendosi una commissione.
Platinway ha subito inviato una prima somma al conto della malcapitata utente. Il problema è che la somma proveniva, tramite phishing, dal conto di un altro utente italiano, che aveva sporto denuncia per la scomparsa della medesima somma dal proprio conto. Così la neo-collaboratrice di Platinway è diventata complice di un crimine.
Non posso che associarmi al consiglio di Anti-Phishing.it: se avete fornito i vostri dati bancari a Platinway o ad altre società che operano via Internet con lo stesso sistema, tenete d'occhio i vostri conti correnti per verificare se ricevono soldi da sconosciuti; denunciate il problema alla Polizia Postale e bloccate il vostro conto per evitare che i truffatori possano utilizzarlo.
Tutti i dettagli sul caso sono nell'apposita pagina del sito Anti-Phishing.it.
Aggiornamento (21:40 24/9/2005): l'esperto di sicurezza che mi ha segnalato in anticipo il pericolo Platinway mi dice che questa notizia del Sole 24 Ore, datata 3 agosto, è collegata al caso. In sintesi, "un'operazione della Guardia di Finanza di Milano ha portato alla denuncia di 28 persone, sospettate di aver sottratto denaro a 400 titolari di conti correnti online con la tecnica del furto di identità, il cosiddetto 'phishing'... Il denaro sottratto dai malviventi veniva poi dirottato su conti all'estero attraverso la collaborazione di vari intermediari, i quali - intascando commissioni tra il 5% e il 20% - consentivano il transito sui propri conti...Nel corso dell'operazione... sono stati bloccati oltre 1,3 milioni di euro."
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